giovedì 7 aprile 2011

quota 3000

Cari amici, oggi abbiamo superato quota 3000 accessi dall'inizio. Per noi è una grandissima soddisfazione e un incentivo a continuare su questa strada. Ringraziamo sentitamente quanti hanno contribuito a riempire le pagine e quanti hanno apprezzato il nostro lavoro... La nostra "biblioteca virtuale" sta prendendo corpo, il forum si arricchisce, giorno dopo giorno, di discussioni, di confronti, aspettiamo ora foto e disegni per colorare ancora di più le nostre pagine. Grazie Alberto Ferrando Paola Santagata

martedì 5 aprile 2011

News

Cari amici, abbiamo aggiunto nuove pagine al nostro blog, mandateci foto, disegni dei vostri bimbi, storie scritte da voi o dai vostri bimbi, arricchirà e colorerà il nostro blog! Alberto Ferrando Paola Santagata

lunedì 4 aprile 2011

"Assassination" Scheda del libro a cura di Filippo Dagnino

AUTORE: Guido Sgardoli



CASA EDITRICE: Rizzoli romanzo



ANNO DI STAMPA: giugno 2009



GENERE: giallo



LUOGO E AMBIENTE: Inghilterra, Francia, Svizzera a fine Ottocento



PERSONAGGI PRINCIPALI: David Pip, Calum Traddels, Dr. Watson, Sherlock Holmes



LINGUAGGIO: narrativo. E’ interessante come in alcuni punti il narratore comunichi direttamente (quasi in prima persona) con il lettore



BREVE TRAMA: Inghilterra, fine Ottocento. David Pip e Calum Traddels scappano dall’orfanotrofio in cui sono cresciuti: Montagne Hall. I due sono decisi ad andare a Londra per indagare sulla scomparsa di Sherlock Holmes. Infatti David è convinto di essere suo figlio e vuole dimostrarlo. David e Calum durante il loro viaggio incontreranno persone disposte ad aiutarle, come il Dr. Watson .Ma si imbatteranno anche in persone che li ostacoleranno, come una banda di ladruncoli, il Sig. Hyde, Dracula e Frankestein. Davidi e Calum incontreranno infine anche Monsieur Poirot e il fantasma di Canterville, e persino Heidi con il suo amico Peter. Insieme a tutti questi personaggi riusciranno ad arrivare alle cascate di Reichenbach in Svizzera per ritrovare finalmente il padre di David.



MESSAGGIO DELL’AUTORE: Il messaggio più importante del libro è: se credi veramente in una cosa, fai di tutto per ottenerla. David è infatti così convinto di poter ritrovare il padre che fa qualsiasi cosa pur di arrivare a lui.



GIUDIZIO E COMMENTO PERSONALE: Questo è un libro molto coinvolgente, ricco di colpi di scena. Trovo anche che sia un libro grandioso perché permette al lettore, all’interno dello stesso racconto, di conoscere personaggi di importanti romanzi come Frankestein, il fantasma di Canterville, Mr. Hyde e persino i due protagonisti del cartone animato Heidi*****







sabato 2 aprile 2011

"Ma come fa a far tutto" Commento di Roberta Cosmello

Questo libro mi è stato regalato circa 4 anni fa … in un momento di sconforto, in cui mi facevo tantissimi problemi sul tempo che rubavo a mia figlia andando a lavorare.


Racconta situazioni(alcune veramente esilaranti) che ci aiutano ad accettare la nostra situazione di madri lavoratrici e a farci sentire un po’ meno in colpa …


Spero che a qualcuno possa servire …


In breve la trama


"Come si fa a conciliare il lavoro in una società finanziaria, un marito talvolta noioso, due bambini piccoli e bisognosi di cure? Sono questi i crucci in cui si dibatte quotidianamente Kate Reddy, trentacinquenne in carriera che conta i minuti come le altre donne contano le calorie, costretta a destreggiarsi tra appuntamenti di lavoro, impegni familiari, massaggi, sedute dal dentista e mille altre faccende. E tutto lascia presagire che, prima o poi, la situazione non potrà che precipitare. Ma Kate è una donna che non si abbatte facilmente e ha dalla sua un'arma assolutamente invidiabile: l'ironia.”


Roberta Casmello


venerdì 1 aprile 2011

Commento al sondaggio: la manovra di disostruzione delle vie aeree

Cari amici,


la chiusura del sondaggio mi offre la possibilità di ringraziare quanti hanno voluto partecipare. Il tema è importantissimo e spesso è sottovalutato dalle istituzioni che non promuovono corsi nelle scuole di ogni grado, negli asili nidi, nei centri ricreativi e sportivi. L’87% di voi conosce la manovra di disostruzione delle vie aeree e questo mi incoraggia a sostenere questo progetto che, come pediatri liguri, abbiamo voluto con forza e sostenuto con forza nelle sedi della Regione Liguria. Va ricordato, tuttavia, che a livello nazionale il discorso è molto diverso perché solo la nostra regione ha inserito, tra i bilanci di salute dei pediatri, anche questo insegnamento per i bambini tra il quarto ed il sesto mese. Al controllo periodico il pediatra, o uno dei suoi collaboratori (nel nostro studio tale compito è riservato alle infermiere pediatriche) può mostrare ai genitori come comportarsi grazie a due manichini, che riflettono, rispettivamente, la situazione che si può creare prima dell’anno o dopo, a loro volta i genitori sono invitati a provare sui manichini. Grazie ad internet, i filmati della manovra sono accessibili a tutti, tuttavia credo che questa procedura salvavita dovrebbe, per gli operatori dell’infanzia, essere parte fondamentale del piano formativo e non lasciata alla singola coscienza civile. Nel mio studio consiglio alle mamme di mostrare quanto imparato ai nonni, alla babysitter, alla maestra , a tutte quelle persone, insomma, che stanno a contatto con i loro figli. Basta una monetina, un acino d’uva, un boccone di prosciutto o un biscotto per ostruire le vie aeree e basta una manovra scorretta per far precipitare la situazione (ad esempio provare con le mani a togliere il pezzetto, rischiando così di farlo scendere ulteriormente). Concludendo, invito le persone che hanno manifestato interesse a vedere la manovra a contattarmi tramite e-mail, a chi ha espresso il desiderio di motivare la risposta al sondaggio a farlo tramite commento sul blog o spostandosi sul forum. Tutti i commenti saranno utilissimi per noi per organizzare il lavoro futuro, per segnalare altri siti utili ecc..


Nella sezione commenti troverete una lettera inviatami alcuni anni fa da una mamma, è una bellissima testimonianza


Un caro saluto Alberto Ferrando, con la collaborazione di Paola Santagata


Bimbo di 2 anni muore soffocato per un confetto nella trachea


28 maggio 2010 — pagina 04 sezione: Attualità


ROMA. Soffocato da un confetto a 19 mesi: così è morto, la scorsa notte, il piccolo Enrico Prili, di Serrone, un centro in Provincia di Frosinone. Inutili i primi soccorsi da parte della madre e la corsa disperata di ospedale in ospedale: il bimbo è arrivato in gravissime condizioni al Gemelli di Roma, dove è deceduto. Mercoledì, poco dopo le 19. Enrico, a casa sua, mette in bocca un confetto. Ma qualcosa non va: il dolcetto si blocca lì, nella trachea. La mamma, Caterina, originaria di Roma, si accorge subito che il piccolo non respira. È un’infermiera, agisce d’istinto: lo afferra e gli preme forte l’addome. Si chiama manovra di Heimlich, serve a liberare le vie aeree. Tutto inutile. I vicini la vedono scendere in strada, disperata, con il figlio già cianotico. Grida. Un passante si ferma, chiama il 118. Arriva l’elicottero dell’Ares. I sanitari provano a soccorrerlo, lo intubano: lo devono portare al Gemelli di Roma, uno dei due ospedali laziali attrezzati per la rianimazione neonatale. Ma Enrico ha un arresto cardiaco, per cui l’elicottero deve fermarsi al S. Maria Goretti di Latina. Qui si riprende, ma è gravissimo. Finalmente arriva al Gemelli. Sono le 23,30 circa, ed è già in coma irreversibile. Muore alle 5 del mattino, per scompenso cardiaco. Sul suo corpo sarà praticata l’autopsia. Una tragedia che ha scosso la comunità di Serrone, e una famiglia, i Prili, già colpita duramente dalla sorte. Franco, il papà di Enrico, geometra comunale, «è un uomo sfortunato - raccontano gli zii del bambino - anni fa perse la moglie, per un aneurisma. Qualche anno dopo la giovane sorella, per una grave forma di leucemia». Aveva reagito, si era risposato con Caterina. Avevano avuto due figli: una bimba che oggi ha cinque anni, e poi il maschietto, Enrico



Bimbo muore soffocato da un boccone di pizza


Un bambino egiziano di un anno e mezzo è morto soffocato da un boccone di pizza che stava consumando in casa con la madre, nella zona di corso Sempione, a Milano. La donna, una volta visto il bambino diventare cianotico, ha subito avvertito il padre, imprenditore che si trovava al lavoro, un amico di famiglia e il 118. I soccorritori sono intervenuti qualche minuto dopo e hanno cercato di rianimarlo, ma quando il bimbo è giunto all'ospedale Buzzi di Milano non c'era più nulla da fare, è morto durante il tragitto.




(12 maggio 2010)



"Perché non faccio le cose che mi fanno bene?Come rimettersi in cima alla lista delle priorità. Commento di Paola Santagata

Qualche tempo fa, guardando distrattamente tra gli scaffali di una libreria, ho notato questo libro, dal titolo molto accattivante. “Perché non faccio le cose che mi fanno bene?” quante volte me lo sono chiesta, forse centinaia e mai la risposta, che mi sono data, mi ha convinto fino in fondo. Il libro è scritto molto bene, quasi si instaura un dialogo tra il lettore e l’autrice, e la struttura stessa del libro lo rende quasi un compagno di viaggio nella vita quotidiana. E’ diviso in tre parti: PERCHE’, COME, CHE COSA. Ogni capitolo delle prime due parti vuole essere guida per una settimana, che, in teoria, dovremmo leggere in cinquantadue settimane, mentre i capitoli della terza parte sono i suggerimenti finali per completare il cambiamento e renderlo definitivo.


PERCHE’


Questa è la prima grande domanda che ciascuna di noi si pone quando, guardandosi allo specchio, non si ritrova più. Ogni settimana di questa prima parte del libro vanno all’origine del problema, dopo una breve descrizione, ci suggerisce il proposito per la settimana per esempio “pensa ad aspetti della cura di te stessa di cui in realtà non ti piace occuparti. Possono essere anche cose semplici come togliersi il trucco prima di andare a letto”


COME


E’ la seconda grande domanda che ci poniamo nel momento in cui realizziamo che dobbiamo reagire alla nostra pigrizia mentale e fisica nella cura di noi stesse. Ogni settimana del “come” ci spinge ad una reazione, fondamentale, a parer mio, la 6° “Cura di se non significa egoismo”. Madre Teresa di Calcutta affermava “non vale la pena di vivere se non si vive per gli altri”, ma come posso aiutare gli altri se non mi prendo cura di me stessa? L’autrice ricorda che “le assistenti di volo, sugli aerei di linea, al decollo dicono < se l’aereo dovesse perdere inaspettatamente quota, scenderanno automaticamente verso di voi delle maschere a ossigeno. Mettete subito la vostra maschera, prima di cercare di aiutare i vostri figli o qualsiasi altra persona a mettere la sua>. Il significato del messaggio è che io non posso aiutare nessuno se prima non ho provveduto a me stessa. Se tentassi di mettere prima la maschera a mio figlio, potrei perdere i sensi per mancanza di ossigeno e morire. In tal caso non sono di alcuna utilità né a mio figlio né ad alcun altro. Se io amo davvero i miei figli e voglio essere la miglior madre possibile, devo prima di tutto prendermi cura di me stessa.” In questa parte del libro, ogni tanto, esce fuori il suo spirito americano, per me alcune volte eccessivo, come ad esempio ci suggerisce di fare un elenco dei nomi delle persone che non sono disponibili a sostenerci, a riconoscere i nostri meriti e a incoraggiarci. Dovremmo leggere questo elenco alcune volte, scrivere, poi, i nomi di chi ci sostiene, leggere anche questo elenco più e più volte e attaccarlo ad uno specchio o in un posto in cui riusciamo a trovarlo facilmente quando abbiamo bisogno della acqua fresca, refrigerante, dell’amore e del sostegno


CHE COSA


E’ l’analisi che dobbiamo fare per capire il cambiamento e non renderlo reversibile: “ vedere e riconoscere la verità su noi stessi e accettarla senza criticare è la pietra angolare della cura di sé” L’imperativo finale è insegnare ad altri come fare le cose che fanno bene. “ Imparare significa scoprire quello che già si sa. Fare significa dimostrare che lo conosci. Insegnare è ricordare ad altri che anche loro lo conoscono bene quanto te. Noi tutti impariamo, facciamo, e insegniamo” R. Bach, autore del Gabbiano Jonathan Livingston.