domenica 18 novembre 2012

TRAGEDIA A GENOVA: MUORE A 16 ANNI. RIANIMAZIONE CARDIOPOLMONARE.

Riporto solo i fatti in quanto per ora non si può dire nulla di più. Queste notizie lasciano tanta angoscia, tristezza e ...voglia di piangere. Ma non vanno dimenticati. Con i se e con i ma Martina non potrà tornare tra noi. Neanche quando, e se, si capirà cosa è avvenuto.
Ma da ogni evento anche tragico dobbiamo prendere spunti per il futuro, per sapere come intervenire, come , se possibile, prevenire, come, se possibile, comportarsi.
Nel 2003 avevo diffuso in occasione di una ennesima richiesta di certificazioni inutili  consigli su attività sportiva, certificazione e proposte rimaste finora disattese. Restano tanti certificati e poche persone che sappiano cosa fare se interviene un malessere e serve una rianimazione cardiopolmonare e un defibrillatore semiautomatico (e ricordarsi di usarlo). Incollo in fondo INVITANDOVI A chiedere ad asili scuole e società di dedicare tempo e risorse per imparare la manovra antisoffocamento e di rianimazione cardiopolmonare (vedete in fondo)
Un triste saluto
Alberto Ferrando


Genova - Tragedia ieri sera all’interno del teatro Von Pauer dell’istituto Don Orione, nel quartiere genovese di San Fruttuoso: durante un’esibizione di danza, una ragazza di 16 anni, Martina Bozzano, si è accasciata a terra, forse dopo aver avuto un malore, e ha battuto il volto sul pavimento.Subito soccorsa, è stata portata all’ospedale San Martino, dove è deceduta. Sia in ambulanza sia al pronto soccorso, i medici del 118 hanno tentato per più di un’ora di farle riprendere il battito, ma intorno alle 22 ne è stato dichiarato il decesso. Tutto è successo sul palco del teatro  dove la giovane ballerina era iscritta. Martina stava provando insieme con alcune compagne uno spettacolo di danza per Natale.
LA PREVENZIONE DEGLI EVENTI FATALI IN CORSO DI ATTIVITA’ SPORTIVE IN AMBITO SCOLASTICO
.......................Dovrebbe risultare chiaro a questo punto che l’accertamento relativo allo stato di buona salute, in quanto volutamente generico, è in grado di individuare soltanto i grossi fattori di esclusione dalla pratica sportiva (malformazioni congenite note, malattie invalidanti, ecc.), che peraltro oggi dovrebbero essere già ben conosciute dal Medico e dal Pediatra di Base che seguono l’alunno e pertanto già comunicate autonomamente alla Scuola attraverso i genitori.
Fra i soggetti “apparentemente sani” tuttavia, si può riscontrare una incidenza, per quanto veramente minima (studi attendibili la stimano, nella fascia scolare, dell’ordine di 6.4/106 soggetti), di eventi fatali collegati alla pratica generica di attività sportive (v., p. es., Niimura I., Maki T., “Sudden cardiac death in childhood”  - Jpn Circ J 1989 Dec;53(12):1571-80).
La possibilità di prevedere questi eventi, per la maggior parte di origine cardiovascolare, è remota, sia per la bassissima incidenza, sia per l’altissimo costo che avrebbe uno screening di massa dei fattori di rischio sottesi a questi episodi. Tuttavia l’unanimità degli studi condotti sul tema sostiene che l’unico intervento ragionevole da attuare a fronte di questa incidenza di eventi fatali è quello di garantire la presenza ad ogni attività sportiva scolastica di personale (non necessariamente sanitario) addestrato alla rianimazione cardio-polmonare (RCP) e, più recentemente, della disponibilità del defibrillatore semiautomatico. Infatti la tempestività del riconoscimento e del trattamento dell’arresto cardiaco e respiratorio è il fattore critico per la prognosi di questi eventi.
Non deve quindi illudersi l’insegnante o il preside di tutelare i suoi alunni richiedendo per tutti il certificato di buona salute. Nel 1983 (data della legge che stabiliva la certificazione) non si parlava né si eseguivano come si fa al giorno d’oggi, di rianimazione cardiopolmonare di BLS, PBLS ecc. né era disponibile il defibrillatore.
L’intervento più sostenibile ed efficace per ridurre l’incidenza e la morbilità di questi rari, ma decisamente incresciosi eventi deve consistere:
a)    ................................
b)    nell’addestrare alle tecniche di RCP il personale parascolastico e gli insegnanti di educazione fisica (né più né meno di quanto si fa con il personale di vigilanza negli stabilimenti balneari e nelle piscine) e nel dotarli delle attrezzature minime necessarie (requisiti peraltro introdotti dalla recente normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro: Legge 626/97)
c)    nel garantire ad ogni attività sportiva in ambito scolastico (e, possibilmente, anche extrascolastico) la presenza di almeno una persona addestrata ed attrezzata.

 PROPOSTE

L’obiettivo che dobbiamo porci in questo contesto è la tutela della salute degli alunni che praticano attività fisico-sportiva , con una coerente distribuzione delle responsabilità su tutti gli attori che ruotano attorno al processo: Medici e Pediatri di Base, insegnanti, genitori, autorità scolastiche, ecc.
Dovrebbe risultare chiaro, da quanto premesso, che il certificato di buona salute in sé e per sé non risponde in modo soddisfacente a questa esigenza. 
Si possono quindi proporre diverse linee di intervento:
1.    l’ASL potrà produrre delle linee guida per i Medici ed i Pediatri di Base rivolte alla individuazione ed alla segnalazione dei principali fattori di esclusione dalla pratica sportiva in genere e organizzare sul tema incontri di aggiornamento e momenti di verifica per gli stessi medici
2.    la Scuola di concerto con l’ASL potrà sollecitare i genitori degli alunni all’utilizzo responsabile e coerente della risorsa costituita dall’assistenza medica di base: è importante infatti che, a prescindere dalle richieste della scuola, i genitori siano attenti a riferire all’autorità scolastica eventuali cause di esclusione dalle attività fisico-sportive, siano esse curricolari o legate ai Giochi Sportivi Studenteschi, evidenziate dal medico o dal pediatra nel corso dei normali contatti con l’assistito.
3.    I............................
4.    Il Provveditorato e le direzioni delle scuole garantiranno che il personale addetto alla sicurezza ed al primo soccorso individuato ai sensi della Legge 626/97 ed eventualmente anche gli insegnanti di educazione fisica siano addestrati nelle tecniche di RCP e disporrà che siano presenti, dotati delle attrezzature minime necessarie durante lo svolgimento delle attività fisico-sportive. L’ASL potrà collaborare all’organizzazione dei corsi di addestramento necessari, anche con la supervisione della Centrale Operativa del SSUEm 118.
5.    I Medici e Pediatri di Base si potranno impegnare a segnalare scrupolosamente attraverso i genitori le cause principali di esonero dalle normali attività previste dal curriculum di educazione fisica, tenendo conto delle indicazioni fornite dall’ASL 







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