mercoledì 4 aprile 2012

PIDOCCHI


Ciao  Alberto sono la mamma di C. al nido c'è stato un caso di pediculosi
le maestre dicono che tutti i bimbi dovrebbero fare la profilassi
una mamma diceva che il suo pediatra le ha detto di non fare niente finchè non escono i pidocchi perchè sarebbe inutile
tu come la pensi? eventualmente dobbiamo fare qualcosa anche noi? (e il gatto?!?!!!!)
grazie. Simona



Qualcosa da leggere. Sinteticamente:
1)La profilassi NON ESISTE: esiste una terapia che va fatta SOLAMENTE se uno ha i pidocchi (anche se si potrebbe , leggi articolo, fare una terapia manuale). I prodotti per la profilassi servono solo per vendere. NON ESISTONO PROVE CHE FUNZIONINO.
2) NON FARE TEARAPIE E' CORRETTO. NON FARE NIENTE NO: bisogna controllare i capelli dei bambini e cercare le uova (lendini) a distanza di 1 cm dal cuoio capelluto. Passare un pettine fine per cercare eventuali animaletti vivi
3) Nessuna terapia In famiglia se non avete i pridocchi
4) Al gatto non fare nulla perchè i pidocchi non amano gli altri anImali di compagnia
Infine VI SEGNALO CHE: 
ci sono alcune segnalazioni di aumento della incidenza di tumori (Leucemie, linfomi) in bambini sottoposti per lungo periodo a trattamenti con antipediculosici del gruppo dei pesticidi (malathion e, permetrina, ecc.) http://ehp03.niehs.nih.gov/article/info:doi/10.1289/ehp.10596

e qui sotto:
Qualche notizia su un insolito animale da compagnia: il pidocchio
Sono iniziate varie segnalazioni e anno dopo anno il problema è sempre più frequente. Tanto frequente che un famoso pediatra ha ipotizzato che se un bambino in età scolare non si "prende" i pidocchi potrebbe essere affetto da un disturbo del comportamento (disturbi del gruppo di malattie tipo autismo) in quanto i pidocchi NON saltano e si prendono se sono a contatto le teste dei bambini. Questo implica gioco a stretto contatto. Battute, o quasi a parte trovate spiegazioni sul mio sito: www.ferrandoalberto.it (o www.ferrandoalberto.eu) (indirizzo diretto: http://www.ferrandoalberto.com/Collegamenti/pidocchi.htm ) e qui sotto.

In estrema sintesi:
1) I pidocchi adorano il pulito quindi non vergognatevi se Vostro figlio/a li avesse
2) Non servono a nulla le terapie preventive (anzi possono avere effetti collaterali di allergie)
3) Serve i controllo frequente dei capelli alla ricerca di lendini
4) Le lendini (uova) sebrano forfora ma non si staccano agevolmente dai capelli da prendere in considerazione sono quelle vicine al cuoio capelluto (massimo 1 cm). Se sono più lontane sono gusci vuoti
5) NON FATE LA TERAPIA PREVENTIVAMENTE: rischiate allergie e di determinare resistenza del pidocchio.
6) La terapia va fatta con uno dei vari preparati e soprattutto con tanta calma. Buoni risultati anche con la terapia fisica e nuovi prodotti non tossici (vedi in fondo all'articolo)
7) Per la scuola hanno trovato una soluzione all'italiana: il bambino può rientrare dopo certificato del medico che attesta che è stata fatta terapia disinfestante: siccome non siamo attrezzati a fare shampoo ecc si attesta quanto dice il genitore. IN CONCLUSIONE CONTROLLATE LA TESTA DEI VOSTRI FIGLI.

Trovare lendini o gusci di lendini non prova che ci sia una infestazione in atto.
Un trattamento con insetticidi andrebbe intrapreso solo al reperimento di insetti vivi.
Non si dovrebbe fare profilassi con insetticidi.
I metodi fisici (wet combing) e i metodi alternativi (Dimeticone, schiume soffocanti), possono essere anche più efficaci dei pediculicidi.
Non ci sono prove scientifiche che i pidocchi possano essere trasmessi dal vestiario, né che lavare lenzuola e vestiti, o trattare con insetticidi cuffie, cappelli o mobilio, sia utile per eradicarli.
L’uso dell’aceto non ha prove scientifiche a sostegno. 
Il vero problema è il controllo e l’eventuale trattamento dei contatti con una stretta collaborazione tra famiglia, scuola e pediatra.
 ALBERTO FERRANDO 

Prof. Alberto Ferrando
Pediatra di famiglia
Cellulare 3388687583
Prof. a contratto in Pediatria ambulatoriale
Vice Presidente Ordine dei Medici della Provincia di Genova
Pres. Fed. Reg. Ordini dei Medici della Liguria
Vice Presidente Ass. pediatri LIguri (APEL)
Vice Presidente Soc. Italiana di pediatra, sez. ligure (SIP)

QUINTA MALATTIA E ALTRE...


AGGIORNAMENTO MALATTIE. 5 e 6 malattia. (breve malattia mano bocca e piedi)

Cari genitori
In giro  varie forme virali (TENETE I BAMBINI PICCOLI ALL'APERTO E NON IN LOCALI CHIUSI E NON FATELI "REMENARE" DA ESTRANEI) sia delle vie respiratorie che intestinali (vomito e diarrea). Sporadici casi di varicella (ESISTE IL VACCINO), faringite da streptococco e quinta malattia DETTA MEGALOERITEMA EPIDEMICO da non confondere con la setsta malattia (o febbre dei tre giorni) che si manifesta nei bambini nei primi anni di vita con febbre alta per 3 giorni. DOPO LO SFEBBRAMENTO compaiono macchie che passano rapidamente. Trovate qui una breve descrizione: http://www.apel-pediatri.org/attachments/331_sesta%20malattia%20zecche.png 

La quinta malattia, detta anche eritema infettivo o megaloeritema, è un comune e benigno esantema infantile causato dal Parvovirus B19(PV- B19). Colpisce per lo più i bambini in età scolare tra i 5 e i 10 anni, ma può manifestarsi anche in età adulta. Più frequente a fine inverno-inizio primavera.
Il contagio avviene per via respiratoria ed il rischio di trasmissione è presente dalla settimana prima dell’inizio dei sintomi, fino alla comparsa delle manifestazioni cutanee
Il periodo di incubazione In media fra 4 e i 14 giorni, fino a un massimo di 3 settimane.

Sintomi
Raramente è presente febbricola, raffreddore o mal di gola. Distinguiamo  tre fasi:
1.            comparsa improvvisa sulle guance di un arrossamento (eritema) simile all’eritema solare;  bocca, mento e fronte non sono interessati per cui l’ aspetto è definito “a guance schiaffeggiate”. 2
2.            dopo alcuni  giorni dalla comparsa dell’esantema al viso, l’eruzione si estende agli arti e ai glutei, risparmiando gomiti, dorso e torace; la regione palmo-plantare è colpita in maniera incostante. Si tratta di lesioni maculo-papulose, isolate o confluenti, di colore roseo con un aspetto “a rete” o “a ghirlanda”. 3
3.            fase della riacutizzazione dei sintomi. La quinta malattia ha una durata media di 11 giorni (da 2 a massimo 4-5 settimane), con possibili ricomparse dell’esantema in caso di bagni caldi, particolari situazioni di stress o esposizione al sole o attività sportiva con intensa sudorazione.

Trattandosi di una malattia virale la terapia è solo di supporto (idratazione ed eventuale paracetamolo). Sono da evitare l’esposizione al sole e i bagni prolungati in acqua.
Riammissione a scuola
La assoluta mancanza di pericolosità della quinta malattia nei bambini sani e il fatto che il contagio  sia massimo quando ancora non è comparso l’esantema, non rende necessario la sospensione della frequenza scolastica.
In gravidanza
Un discorso a parte deve essere fatto per quanto riguarda la quinta malattia in gravidanza. In questo caso anche se la malattia non influisce sullo sviluppo del feto, può comunque comportare un rischio di aborto che va dal 3% al 9% nelle prime venti settimane di gestazione e scende allo 0,5% dopo la ventiduesima settimana. C’è da dire però che il 60% delle donne in età fertile sviluppa degli articorpi contro la quinta malattia e può succedere anche che molte l’abbiano avuta senza accorgersene perché essa può decorrere senza che si manifesti alcun sintomo.

martedì 3 aprile 2012

MANOVRA SALVAVITA

Cari genitori

Rivedete ogni tanto i video per la manovra da disostruzione da corpo estraneo che il vostro pediatra vi ha fatto vedere e vi ha fatto fare.  Se non l'avete fatta fatevela vedere e soprattutto fare sul manichino. Utile rivedere il filmato che trovate sui siti dei pediatri liguri (www.apel-pediatri.org), sul mio sito personale (www.ferrandoalberto.eu) e sul sito , segnalato anche sugli altri, della Croce Rossa Italiana (www.cri.it) e sul sito: http://www.manovredisostruzionepediatriche.com/

Un caro saluto
Alberto Ferrando

AIUTO: "NON MI MANGIA"


Dottore mio figlio NON “MI MANGIA”
Dottore mio figlio “non mi mangia”. Questa è una frase usata da alcune mamme appena entrano in studio. Il pediatra guarda il bambino, un simpatico marmocchio di età variabile da 1 a 4-5 anni che non sta fermo un momento e che, anche quando sta fermo per la visita muove le gambe o le braccia, insomma un concentrato di forza, di energia e di vitalità.
Il pediatra pesa e misura il bambino e, nella maggior parte dei casi, il peso e l’altezza risultano nella norma per l’età. I genitori o la mamma e la nonna si guardano sbigottiti e dicono che non è possibile, loro figlio non mangia niente, o quasi.
Questa è una situazione che capita abbastanza frequentemente nell’ambulatorio del pediatra. Bambini molto vivaci che a tavola “non danno soddisfazione” ai genitori. Anche il termine non “mi mangia” sta a dire non mangia “per me”, ma il bambino, cari genitori, non deve mangiare per voi, ma per lui. Ci sono effettivamente bambini che mangiano in abbondanza e riescono a mantenere un peso nella norma, altri che tendono ad avere la “pancetta” già nei primi anni di vita ed altri (versione non “mi mangia”) che manifestano poco interesse per il cibo ma che, andando a vedere quanto cibo introducono, mangiano a sufficienza ma spesso, se non sempre, in modo disordinato e praticano diete scorrette. Non mangia a tavola ma mangia qualche “paciugo” (merendine ed alimenti confezionati) al di fuori dei pasti o, pur di farli mangiare assumono succhi di frutta in abbondanza (che potrebbero dare dei problemi) oppure si degnano di mangiare se qualcuno fa il teatrino, oppure se c’è la televisione ecc. Ci sono piccoli despoti i cui genitori, pur di vederli mangiare, instaurano una specie di “coprifuoco” in casa, guai a parlare, tutti fermi, non ci si può alzare, scatta una crisi di nervi ai genitori, se squilla il telefono o se una intempestiva pubblicità interrompe lo spettacolo preferito del marmocchio in quanto, appena succede qualcosa di questo tipo, si blocca il “miracolo” del bambino che mangia. Il bambino ti guarda in faccia come per dire “ma come faccio a mangiare con questo rumore” e non c’è più verso di farlo mangiare
Scherzi a parte questi bambini crescono bene ma i genitori vivono nell’ansia continua del cibo che diventa l’argomento di conversazione e di conflitto principale tra loro, tra loro e i nonni. I bambini, che in questo modello “non mi mangia” sono costituzionalmente di scarso appettito ne approfittano per ridurre queste famiglie in totale schiavitù, vengono instaurate diete improprie per un bambino dove prevalgono cibi preconfezionati e fritti (anche 3-4 volte alla settimana patatine fritte o milanese). Alcuni di questi bambini si mettono a mangiare quando vanno all’asilo, altri, la maggior parte, non mangiano neanche all’asilo per cui le mamme richiedono diete “speciali” o chiedono al pediatra di inventare malattie inesistenti per fargli preparare quelle poche cose che il bambino mangia..
Queste famiglie fanno contenti i produttori di farmaci, vitamine, integratori, pappe reali, erbe ecc. che vengono somministrati in quantità. Anni fa ho visto in un albergo una mamma che somministrava religiosamente al figlio di 6-7  anni, magro e vivacissimo, a tavola, 5-6 tipi diversi di “prodotti”, il padre guardava con aria triste la moglie e il figlio e un giorno è uscito con la frase “con tutta sta roba che prende mio figlio dovrebbe essere come Schwartzneger”.
Cari genitori parlate di questi “problemi” che a volte creano più preoccupazione di malattie reali o che vengono vissuti molto male con il pediatra ma MAI in presenza di vostro figlio. E quando il bambino non mangia non litigate, per il cibo davanti a lui. Il pediatra vi darà dei consigli che, forse, non vi piaceranno  (farlo saltare qualche pasto), dei comportamenti da tenere e molte meno medicine (anzi spesso nessuna medicina) di quanto vogliate.
Nel passato veniva usato nei bambini che non mangiavano un farmaco nato come antiallergico i cui effetti collaterali erano sonnolenza ed aumento dell’appetito e facciamo fatica a convincere alcuni genitori che è innaturale dare un farmaco, tra l’altro poco sperimentato nel bambino, per sfruttare degli effetti collaterali.