giovedì 7 marzo 2013

Vaccini più li conosci e più ti ci affidi


I pediatri dicono che...
“Vaccini, più li conosci più ti ci affidi”
tratto dalla Rivista "Mondo Gaslini" di dicembre 2012 consultabile online: http://www.gaslini.org/servizi/Menu/dinamica.aspx?idArea=16853&idCat=17115&ID=20940
Gli ultimi anni hanno portato a un significativo aumento dell’offerta vaccinale, passando dalle 4 clas- siche vaccinazioni (anti polio,teta- nica, difterica, antiepatite B) a un totale di 15 (antipertosse, mor- billo-parotite-rosolia-varicella, papilloma virus, rotavirus, antin-fluenzale e le 3 contro 3 forme di meningite). 
Certo sono molte, certo ne arriveranno altre molto utili, certo non sono troppe stante la consapevolezza che il nostro sistema immunitario è in grado di rispondere attivamente e positivamente a centinaia di stimoli “esterni” al nostro organismo senza alcuna difficoltà: si pensi, infatti, che solo bevendo il latte introduciamo decine di proteine “non nostre” delle quali invece ci serviamo come fonte alimentare. Quindi sfatiamo luoghi comuni sull’eccessivo numero (arriverà il vaccino contro la malaria, spe- riamo in quello contro l’AIDS e la tubercolosi) come evitiamo il paradosso di limitarci a quelle “ob- bligatorie”, di fatto assai meno utili al nostro bambino rispetto a quelle “raccomandate”, che possono far evitare rischi infettivi molto più consistenti nel numero e nella gravità.
Il genitore per orientarsi in questo fitto calendario di scadenze ravvicinate ha nel Pediatra di Fami- glia la fonte di informazione più affidabile preferendo una informazione aggiornata ma soprattutto personalizzata e tutte le statistiche dimostrano che questo è il percorso più seguito.
Infatti il Pediatra è coinvolto nel 75% dei colloqui pre vaccinali, cui segue l’Ufficio di Igiene della ASL, poi parenti e amici, il punto nascita e, buoni ultimi, i mass media e internet. 
Quindi non va enfatizzata la rete come distributore,nel bene o nel male, di informazioni più o meno corrette anche se questo trend potrebbe aumentare. Purtroppo l’accesso a Internet non è modulabile da classifiche di affidabilità tanto che digitando la parola “vaccini” su un qualunque motore di ricerca, spuntano fra i primi della lista molti siti di antivaccinatori, gruppi di persone che fanno dello slogan “anti” il proprio vessillo. Anche qui in realtà i numeri dimostrano altro: in Liguria i bambini vaccinati nel primo anno di età superano il 98% prova che l’assistenza funziona egregiamente e la ricaduta sulla salute è molto valida causando la progressiva diminuzione, fino alla scomparsa, di malattie un tempo temute per le gravi conseguenze. 
Per loro fortuna i genitori di oggi hanno meno conoscenza di cosa voglia dire un bambino affetto, ad esempio, da morbillo, malattia potenzialmente grave, che provoca una forma di meningite ogni 1000 casi e altre complica-zioni come polmoniti e otiti. 
Oppure un caso di pertosse in un’età precoce, contagiato da un giovane adulto che non ha più effet- tuato richiami vaccinali o non più protetto dalla malattia stessa contratta precedentemente e che non dà immunità permanente; oppure ancora una rosolia contratta in gravidanza preludio a gravissimi rischi nel feto o ad una nascita che può accompagnarsi a gravi complicazioni come cardiopatie, cataratta o handicap neurosensoriali. Quindi chiedere sempre al proprio Pediatra di Famiglia per avere indicazioni e ricevere rassi- curazioni sui possibili effetti av- versi, nella consapevolezza che la miglior scelta è sempre a favore della prevenzione attiva.
Per informazioni:
www.apel-pediatri.org
Dr Giorgio Conforti Dr. Alberto Ferrando Pediatri di Genova 

PRONAZIONE DOLOROSA DEL BRACCIO

DA RICORDARE PERCHE' NON TUTTI NE CONOSCONO L'ESISTENZA
La pronazione dolorosa è un accidente che capita spesso ai bambini tra gli uno e i quattro anni e si tratta di una sublussazione (cioè un piccolo spostamento) dell’articolazione del gomito. 
Succede che il bambino, che per l’età ancora non cammina spedito, frequentemente tenda a cadere e, chi lo accudisce, per evitare che si faccia male, lo prenda per una mano e cerchi di sollevarlo mentre il corpo tende ad andare verso l’avanti. Almeno questa è la dinamica più frequente, ma non la sola, dato che anche bruschi movimenti esercitati durante la lotta con un altro bambino possono provocare l’incidente 

Con questa trazione l’osso esterno dell’avambraccio (il radio), si sposta, rispetto all’omero (l’osso del braccio con il quale si articola), in modo tale che rimane incastrato. 
Allora il bambino, al momento piange per qualche minuto, poi rimane quieto ma con l’arto superiore interessato abbandonato lungo il fianco, immobile perché i movimenti provocano dolore e con il palmo della mano rivolto all’indietro (avambraccio pronato e dolente). Mancano, localmente, sia tumefazione che ecchimosi (che si notano invece abitualmente in caso di frattura). Di regola l’esame radiografico non mette in evidenza alcuna alterazione e pertanto non è opportuno praticarlo anche per evitare di dare raggi X inutili. 

Uno dei genitori può provare a ricomporre l’articolazione ruotando verso l’interno il polso con una mano, mentre il con l’altra, che afferra il gomito, dovrà apprezzare, al tatto, una sensazione di scatto (un click non udibile) che sta a dimostrare l’avvenuta riduzione. In pratica chi compie la manovra (un poco dolorosa) sta di fronte al bambino e gli ruota l‘avambraccio in senso orario se destro o antiorario se sinistro. Non si corre alcun pericolo ma, se non si ha successo dopo un primo tentativo, è opportuno rivolgersi a un pronto soccorso pediatrico. 
Se l’incidente è avvenuto da pochi minuti, dopo questa semplice operazione il bambino riprende quasi subito a muovere normalmente l’arto. Va tenuto presente che la pronazione dolorosa può ripetersi nel corso dei successivi 2-3 anni.

(Da un post su facebook di Claudia Canepa)



mercoledì 6 marzo 2013

martedì 5 marzo 2013

LA BAND JUNIOR


La Band Junior è un nuovissimo progetto de La Band degli Orsi che porterà una ventata di freschezza alla nostra associazione che già opera all'inrterno del Gaslini da diversi anni.
La Band degli orsi sarà rinforzata da un'ondata di giovanissimi che potranno aiutare nelle tante attività che caratterizzano la nostra associazione.
Ragazzi tra i 16 e i 18 anni potranno scegliere di diventare volontari a tutti gli effetti, seguendo un corso programmato ad hoc alla fine del quale saranno in grado di integrarsi ne La Band degli Orsi e dare una mano in molte attività a sostegno dei piccoli e delle famiglie dell'Ospedale Gaslini.
Gli orsi junior si occuperanno principalmente delle attività esterne all'ospedale, imparando a fare magie, palloncini, giochi ed animazione per bambini; all'interno dell'Istituto, creeranno bellissimi spettacoli in l'aula magna e si improvviseranno attori, giocolieri e anche maghi pazzerelli.
Questo progetto si propone di accompagnare i giovanissimi verso un nuovo divertimento consapevole e rivolto al sociale: il nostro motto è, come hai letto nel volantino, diamo un senso al divertimento!
Le iscrizioni sono aperte fin da ora; per maggiori info scrivete a junior@labanddegliorsi.it
Gli incontri saranno 8 e saranno il sabato pomeriggio; il primo incontro sarà il 06/04/2013.
         Erika Roccatagliata, volontaria de La Band degli Orsi


lunedì 4 marzo 2013

E se non dorme??? La Nanna è una manna

Alcuni articoli sul sonno ma per consigli personalizzati parlate con ilVostro Pediatra.
Sonni d'oro :-)
Alberto Ferrando
 Trovate gli articoli qui sotto e a questo link: http://www.apel-pediatri.org/articoli-giornali.html
Alberto Ferrando





SCHEDA LIBRO DE “IL NOME DELLA ROSA”
DI FILIPPO DAGNINO



TITOLO: Il nome della rosa


AUTORE: Umberto Eco


CASA EDITRICE: Gruppo Editoriale Fabbri


ANNO DI STAMPA: 1984


GENERE: storico/thriller


LUOGO E AMBIENTE: un’abbazia in una località non precisata dell’Italia settentrionale


PERSONAGGI PRINCIPALI: Guglielmo da Baskerville, Adso da Melk, Jorge, Malachia, l’Abate Abbone, Berengario, Salvatore, Remigio, Severino, Bencio e Venanzio.


LINGUAGGIO: la voce narrante è quella di Adso


TRAMA: La storia si svolge in un’abbazia di un luogo non precisato dell’Italia settentrionale durante il XIV secolo.
L’ex-inquisitore Guglielmo da Baskerville e il novizio, suo allievo, Adso da Melk vengono ospitati in questa abbazia dell’Italia settentrionale. Al loro arrivo l’Abate Abbone mette i due al corrente della morte di un monaco di nome Adelmo. Guglielmo allora, su richiesta dell’Abate, inizia ad indagare e scopre che Adelmo, non solo aveva rapporti “particolari” con l’aiuto bibliotecario, ma che era anche a conoscenza di un segreto che riguarda uno strano libro. Mentre Guglielmo e Adso sono impegnati nelle indagini, il numero di monaci morti aumenta ed inoltre, particolare che suscita grande interesse in Guglielmo, questi ultimi hanno le punte dell’indice e del medio della mano neri.
E mentre le morti aumentano di continuo, come se non bastasse tra i monaci s’insinua il terrore per la venuta dell’Anticristo. Oltre a tutto ciò Adso ha anche una strana malattia d’amore per una ragazza del villaggio vicino all’abbazia. Ma intanto il tempo passa inesorabilmente e per Guglielmo e Adso trovare il colpevole degli atroci delitti non sembra impresa da poco…..


COMMENTO PERSONALE: E’ un thriller dove la suspence è magistralmente architettata, i personaggi sono credibili e originali ed i vari elementi della storia sono sapientemente incastrati tra loro. Personalmente trovo che questo libro sia molto interessante anche perché Eco inserisce molte note riguardanti la vita quotidiana dei monaci e la storia degli eretici di quei tempi. Tutto il libro è un continuo salire e scendere di suspence ed i vari capitoli sono un susseguirsi di tensione, alternati a momenti incentrati sulla storia medievale. Comunque un gran libro, uno dei più grandi successi di Umberto Eco e della letteratura italiana.






sabato 2 marzo 2013

SINDROME DELLA MADRE MALEVOLE (O SINDROME DA ALIENAZIONE PARENTALE: PAS)

Cari Genitori
Da un pò di tempo va di "moda" una sindrome chiamata "Sindrome da alienazione parentale"(Parental Alienation Syndrome - PAS) molto diffusa nei tribunali e più nei tribunali che non in ambiente medico in quanto tale sindrome NOn esiste finora nei manuali classici medici (per la psichiatria il il DSM 4).
Qui sotto trovate un bell'articolo dell'amica Maria Adele Serra, psicologa, e a questo link, a pagina 20, un bell'articolo della Pediatra Maria Serenella Pignotti: http://issuu.com/pensiero/docs/pediatria01-02-2013?mode=embed&layout=http%3A%2F%2Fskin.issuu.com%2Fv%2Flight%2Flayout.xml.

Il bambino viene descritto come un "perverso polimorfo"!!!! In italiano la sindrome si chiama anche "sindrome della madre malevola"!!!
Chi vuole legga ma, purtroppo, in alcune separazioni e divorzi, ce ne è per tutti: mamma, papà, nonni, amici e parenti che spesso dimenticano il benessere del bambino anzi lo sfruttano per danneggiare il padre, o la madre o tutti e due (i nonni).
Su questa sindrome troverete una bela descrizione qui sotto da parte della dott.ssa Serra e nell'articolo della pediatra ove si dice:"La PAS è il sogno dell'avvocato della difesa".
Badate non voglio dire che in alcuni casi la madre, o il padre, non monti il bambino contro l'altro coniuge ma che la PAS è, per ora, più una cosa da tribunali che da medici o psicologi
Buona giornata
Alberto Ferrando
La conflittualità genitoriale grave e le sue conseguenze sui figli: riflessioni  sulla P.A.S. Paret Alienation Syndrome (di Maria Adele Serra)

 La famiglia, nonostante le profonde trasformazioni subite, rappresenta ancora il luogo privilegiato dove l’essere umano si sviluppa e cresce: infatti gradualmente diventa sé stesso e cioè un individuo con le sue caratteristiche peculiari ed apprende la difficile arte della relazione. Lo sviluppo dell’identità e della capacità relazionale sono i due volti di un unico processo di crescita.
La differenziazione e il riconoscimento dell’interdipendenza di ciascun individuo dagli altri membri della famiglia, nella continua ricerca di nuovi equilibri, dovrebbe essere il compito della famiglia.
La gestione delle differenze individuali, che possono comportare  dei conflitti è un altro compito della famiglia. Ogni rapporto interpersonale infatti, in quanto occasione d’incontro con la diversità dell’altro, ne implica la presenza. Il conflitto nasce dal non riuscire ad accogliere la diversità dell’altro negli aspetti non graditi, pretendendo una sorta di omologazione o realizzando una negazione.
Le divergenze ed il conflitto pertanto non possono non essere presenti all’interno di un sistema famigliare e la loro evoluzione dipende dalla capacità della famiglia di gestirle.
La famiglia diventa un luogo di crescita se il dissidio non fa paura, ma è vissuto come un’occasione di conoscenza di sé stessi e dell’altro, dei propri limiti e bisogni, come superamento del proprio narcisismo per l’accoglienza e la tolleranza verso le diversità dell’altro.
Il mantenimento di una visione realistica e positiva di sé e dell’altro permette di evitare di reagire in modo distruttivo alle differenze, non percependole come pericolose.
Quando questa però non viene sostenuta e protetta, il conflitto può degenerare nella svalutazione dell’altro per proteggersi da quest’ultimo, vissuto come un pericolo.

Secondo vari autori il legame sentimentale di coppia, basato su un impegno, spesso nasce per dare una risposta alle proprie tematiche interne attraverso il rapporto con l’altro e per questo la vita a due costituisce un peculiare intreccio tra variabili intrapsichiche e relazionali.( Malagoli Togliatti e Lubrano Lavadera, 2005).
L’obbiettivo è costituito dal desiderio “di un compagno che permetta di estinguere la propria sete di accettazione, di garanzia di affetto e cura, di affermazione e crescita reciproca”.
La vita sentimentale può assumere così un aspetto “riparativo” rispetto alla propria storia individuale o diventare occasione di dolore e disillusione, se un partner nel tempo non risponde più alle aspettative che l’altro ha coltivato, attraverso l’affido all’altro delle parti irrisolte della propria storia personale. (Santona e Zavattini, 2005).
Queste possono essere le radici del deterioramento di tanti rapporti di coppia, che spesso giungono a conflitti gravi ed alle separazioni coniugali. In molti casi però questi rapporti disfunzionali, diventano opportunità per i partners  per prendersi qualche “rivincita” rispetto ai propri legami affettivi irrisolti e quindi vengono utilizzati in modo patologico per agire sofferenze ed aggressività profonde. Sia nella situazione di separazione che nel mantenimento del rapporto di coppia, possono maturare gravi e duraturi conflitti.
La conflittualità della coppia, sia unita che separata, agisce tramite il ritiro della fiducia al partner sia come individuo, sia come genitore nella sua capacità di educare adeguatamente i figli.
L’inadeguatezza di un partner verso l’altro può essere perciò spostata all’esterno ed attribuita ad una generale inadeguatezza ad affrontare le esigenze della vita, della coppia e dello sviluppo della famiglia.
(Zavattini, 2006).
La squalifica del partner, che comporta aggressività verso il partner stesso, può concretizzarsi come un vero e proprio maltrattamento nella forma di violenza assistita (CISMAI) psicologica, quando non anche fisica, che può provocare trauma e ferite profonde difficili a rimarginarsi e pronte a riaprirsi. Se, come afferma Dorothy Nolte, i bambini imparano ciò che vivono, la prolungata convivenza con sentimenti di critica, sfiducia, squalifica, tensione e aggressività fa sì che tali sentimenti vengano appresi e introiettati dal bambino/adolescente e diventino una componente stabile del suo mondo interno.
Inoltre il bambino/adolescente non riuscendo a porre fine ad una situazione che lo fa star male, si sente impotente e tende a reagire sentendosi colpevole di quanto sta accadendo, per aver l’impressione di avere  potere e controllo su ciò che lo fa soffrire.
La caratteristica di questo tipo di relazioni famigliari è che tendono non solo a cronicizzarsi ma a peggiorare nel tempo, se non viene fatta una scelta di cura.
In questo scenario relazionale l’attenzione dei genitori spesso viene distolta dal bambino/adolescente e centrata sul partner, fonte di pericolo e sofferenza.
In questi casi l’ascolto del figlio/ da parte dei genitori diminuisce considerevolmente.
Come afferma Dorothy Nolte, i bambini/adolescenti per poter crescere  bene e prepararsi a vivere in un mondo “buono”, hanno bisogno di sentimenti di rispetto, sicurezza, apprezzamento, tolleranza, accettazione, condivisione ed il luogo per imparare questi sentimenti è la famiglia.
Queste relazioni famigliari disfunzionali pertanto possono creare danno nei figli e disturbi mentali, tanto che il “Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders”, D.S.M. V in pubblicazione per il 2013 prevederà probabilmente i Parental Alienation Desorders, P.A.D.
In casi di conflitto gravissimo tra genitori separati può accadere che il genitore, che convive con il minore, cerchi in ogni modo di evitare le visite previste all’altro genitore, condizionando il figlio ad una visione negativa dello stesso ed interferendo così nel loro rapporto di affetto. Questo rifiuto è stato definito da Richard Gardner, psichiatra statunitense, P.A.S. Parental Alienation Sindrome, sindrome più volte rifiutata dalla comunità scientifica e quindi non inserita nel DSM IV per mancanza di evidenza scientifica.
R. Gardner inoltre appare una figura professionale e scientifica con molte ombre, verso cui la comunità scientifica internazionale ha preso una posizione molto chiara.
Tra l’altro ha scritto molto in difesa della pedofilia ed ha affermato che il bambino va consegnato anche al padre pedofilo, in quanto la pedofilia è un fenomeno estremamente diffuso e va perciò accettato.
Tuttavia la “Convenzione di New York sui diritti del fanciullo” nell’art 12 afferma che “gli stati garantiscono al fanciullo capace di discernimento il diritto di esprimere liberamente la sua opinione su ogni questione che lo interessa, le opinioni del fanciullo essendo debitamente prese in considerazione tenendo conto della sua età e del suo grado di maturità.
A tal fine, si darà in particolare al fanciullo la possibilità di essere ascoltato in ogni procedura giudiziaria o amministrativa che lo concerne, sia direttamente, sia tramite un rappresentante o un organo appropriato, in maniera compatibile con le regole di procedura della legislazione nazionale”. Viene sancito così il diritto del minore all’ascolto anche in sede giudiziaria e pertanto egli non può essere obbligato a scelte che non condivide.
Tuttavia la Commissione Giustizia al Senato ha presentato per la discussione il 9 luglio 2012 alcuni emendamenti al DDL 957, che modificano la L. 54/2006 in materia di affidamento condiviso con lo scopo di consolidare la bigenitorialità.
Questi emendamenti contengono in particolare la legittimazione normativa della Sindrome di Alienazione Parentale proposta da Richard Gardner, che viene anche definita “sindrome da tribunale” (Houchin, Ranseen, Kash, Bartnicki, The Journal of the American Academy of Psychiartry, Vol 40, N° 1, 2012 pp. 127-131) in quanto utile nelle cause di separazione. Questi autori hanno riconosciuto che nello scenario di separazioni conflittuali possano essere messe in atto campagne denigratorie, che non costituiscono una sindrome, un disturbo mentale con una rilevanza scientifica, bensì sono azioni che appartengono alle battaglie per la custodia dei figli ed ai risarcimenti economici.

Penso che sia utile riflettere e far riflettere su questi temi ed evitare una modifica di legge, che creerebbe un ulteriore gravissimo danno al minore già sofferente a causa dei gravi conflitti genitoriali.
Maria Adele Serra










venerdì 1 marzo 2013

ORGOGLIO DELL'AMORE E DELLA VOLONTA' (e vergona dell'informazione)

Cari Genitori
nella mailig di discussione di pediatri l'amico e collega Giorgio Franzone ha diffuso questa notizia ignorata dai media
Alberto Ferrando


Questo atleta impegnato nello sci di fondo è Francesco Bolla che ha partecipato, in rappresentanza dell'Italia
agli ultimi Giochi Mondiali Invernali a  Pyeonchang in Corea, per atleti "special olympics". Ne ha parlato il Dr. Marchesi qualche sera fa alle "Serate Neurologiche" all' Ordine dei Medici di Genova.
Francesco è affetto da una forma di autismo e con l'aiuto del papà e della sorella ha cercato di superare le difficoltà che questa malattia ha creato alla sua vita. Una vita difficile perchè Francesco ha perso la mamma in tenere età a causa di un male incurabile.
Ma non è una storia da "Libro Cuore" quella che vi voglio raccontare, bensì comunicarvi che Francesco ha vinto la medaglia d'oro in questa importante manifestazione mondiale. Ve lo racconto io, perchè i giornali locali non ne hanno dato notizia, forse troppo impegnati a parlare della cresta di Balotelli e non delle prestazioni sportive, non ricordandosi di chi fa sport per piacere della competizione e non per il denaro.
Ovviamente Francesco è un mio paziente, anche se non ho merito delle sue prestazioni sportive.
Che questa mail possa essere un piccolo tributo a questo giovane e sconosciuto atleta.