mercoledì 7 agosto 2013

CERTIFICATO PER ATTIVITA' SPORTIVA NON AGONISTICA SENZA ECG


Cari GENITORI
Vi avevo informato che con la legge Balduzzi per avere il certificato per attività sportiva non agonistica era necessario un ECG. ECG di dubbia utilità in base alla letteratura scientifica e messa in dubbio l'utilità anche per l'attività agonistica ma, soprattutto, di difficile esecuzione per i tempi di attesa e il rischio di dover ricorrere al privato o a ritardare (se non non far fare) attività sportiva ai nostri ragazzi. Solo in Liguria si sarebbero dovuti eseguire, nel mese di settembre/primi di ottobre oltre 50000 ECG solo per i bambini.

Ricevo ora questa mail da una Collega della Fed. Italiana Medici Pediatri (FIMP) che informa  che oggi, 7 agosto 2013,  in Senato e' stato approvato un emendamento con il quale vengono abrogati i certificati per l'attività ludico motoria e per quel che riguarda i certificati per l'attività sportiva non agonistica viene abrogato  l'obbligo dell' Ecg  riportando al  pediatra  la decisione di eseguire ulteriori esami.
L'emendamento e' a firma Puglisi Vaccari. E il merito dei pediatri della FIMP
A questo punto deve andare alla firma del Presindete della Republica, pubblicato sulla GU e quindi verrà abrogato quanto previsto dal prevendite decreto Balduzzi.

Capisco che alcuni si diranno che fare un ECG poteva essere utile. Il tema è dibattuto nei nostri incontri scientifici e a settembre avrò una relazione a un Congresso Nazinale proprio su questo tema. Allo stato attuale dico che anche se fosse dimostrato di utilità si deve valutare la fattibilità di una decisione e se la legge fosse passata tanti (la maggioranza) dei bambini non avrebbero potuto fare attività sportiva per mancanza di strutture e personale in grado di fare e soprattutto leggere e fare esami in breve tempo. Ancora prima va valutata l'utilità e esistono cardiopatie con ECG normale (falsi negativi persone con malattie ma esame normale) e perosne con anomalie all'ECH ma cuore normale (falsi positivi). Alcune cardiopatie poi possono essere acquisite (per es. miocardite) per cui fare un ECG all'anno non tutelerebbe neanche. Altro fattore da considerare è la sostenibilità economica: questi esami hanno un costo che ricade su?? Società Sportiva, Famiglia, Società?? Ovviamente se una cosa serve il costo ha scarsa importanza (rapporto costo/beneficio) ma non esistono, a mio, e non solo mio, vedere, i presupposti di documentazione di utilità,scientifici né la capacità organizzativa e di esecuzione. Il tema comunque è caldo e ne discuteremo a lungo nell'autunno.

Alberto Ferrando

lunedì 5 agosto 2013

MIO FIGLIO ZOPPICA!!!! COSA PUò ESSERE?


ARTROSINOVITE O ARTRITE BENIGNA DELL'ANCA
Una “piccola” patologia che crea spesso una rande apprensione da parte dei genitori è rappresentata dalla “sinovite transitoria benigna dell’anca", definita anche come "coxalgia (da coxa, che in latino significa anca) benigna". Il bambino al mattino si sveglia e invece di camminare zoppica vistosamente o si rifiuta di camminare. Ovvia la preoccupazione. Per il resto appare star bene.
La sinovite dell’anca è una patologia che colpisce prevalentemente i maschi tra i 2 e i 10 anni di età (più frequente sotto ai 5-6 anni). Si manifesta in modo acuto con dolore localizzato all’anca o, qualche volta, a tutto l’arto inferiore senza una sede ben definibile, di grado variabile, qualche volta così intenso da impedire al paziente l’appoggio del piede a terra. Altre volte l’esordio è meno violento e il bambino riferisce dolore ma cammina lo stesso pur zoppicando e limitando la propria attività che lo costringe a zoppicare o limita la funzionalità dell’arto.
La causa è una infiammazione dell’anca che può precedere seguire o anticipare una infezione virale, quindi l’episodio infettivo può essere contemporaneo ma può essere antecedente o successivo, anche di 15 giorni.
Nella maggior parte dei casi è inutile sottoporre, in prima battuta, il bambino ad accertamenti ematochimici e radiologici. Gli esami del sangue sono infatti sempre negativi o con minime alterazioni aspecifiche (aumento della VES e dei globuli bianchi di lieve entità), mentre l’esame radiologico è negativo. Solo l’ecografia dell’anca può rilevare un modesto versamento nella capsula articolare.
In genere in pochi giorni, 2-4 in media, la situazione si risolve e non lascia alcuna conseguenza anche se, in alcuni bambini, può ripetersi.
La terapia consiste nel riposo, e se il dolore è molto intenso, nella somministrazione di farmaci antidolorifici (vanno bene gli stessi farmaci che si usano per la febbre: il paracetamolo e l’ibuprofene). Può essere l’occasione per “godervi” vostro figlio leggendogli o leggendo insieme a lui qualche libro o di giocare con lui (giochi calmi e tranquilli, non a pallone o a fare salti sul letto) o di guardare , insieme, qualche programma  televisivo “controllato” o meglio qualche video cassetta o di giocare insieme con qualche video gioco
Se, però, i sintomi persistessero per più giorni, oltre 5-7, è opportuno ricorrere alla consulenza ortopedica e ad eventuali esami per escludere altre cause.
Cause più rare, soprattutto all’inzio della deambulazione, tra 1 anno e 1 anno e mezzo-2, di zoppia che raccontate possono far sorridere ma che, al momento, appaiono piccole tragedie sono:
“sassolino nella scarpa” (sic!) Se vostro figlio sta bene seduto o in braccio e appena viene messo in piedi si mette a piangere o si affloscia per terra pensate alla possibilità di un qualche oggetto nella scarpa
“pseudoparalisi”: il bambino non muove la gamba, non vuole più mettere il piede per terra e si rifiuta di camminare. Può avvenire perché il bambino ha avuto un piccolo trauma o una minima distorsione

giovedì 1 agosto 2013

LO SPORT SERVE AI BAMBINI E NON PER LE AMBIZIONI DI ALCUNI GENITORI

SPORT BAMBINI E GENITORI
In attesa di , speriamo, cambiamenti sull'ECG a tutti i bambini ogni anno(che vorrebbe dire non fare sport per un bel pò di tempo stante la situazione attuale) invio questo articolo con alcuni consigli sullo sport e bambini. Non è lungo e Vi offro alcuni spunti su cui ognuno può fare le sue meditazioni.
Innanzitutto non c'è solo il calcio: leggete questo articolo del Corriere Mercantile scritto in collaborazione da una mamma, segretaria dello studio e cogestrice del blog  paola Santagata, e da un ragazzo che scrive per il blog: Filippo Dagnino di 16 anni. Articolo scaricabile qui: http://www.apel-pediatri.org/attachments/351_foto%20(3).PNG

Inizia un nuovo anno scolastico e una delle domande che frequentemente viene posta al pediatra è quella di quando e quale sport far fare al figlio. Addirittura alcuni vorrebbero far iniziare una attività sportiva già a 2-3 anni!
Una delle funzioni principali per far fare sport ai bambini è quello di supplire alla mancanza di di spazi per praticare il gioco “libero” con la conseguenza che invece di poter giocare e correre liberamente i bambini, dopo ore di scuola e di regole, ne subiscono altre: quelle dello sport organizzato.
Bisogna anche fare attenzione al fatto che altri interessi, oltre a quello di far fare movimento e attività fisica, prevalgano: soprattutto quello delle ambizioni, voglie ed aspettative di allenatori e società sportive e quelle dei genitori. Fortunatamente il livello di preparazione e formazione degli allenatori dei vari sport per bambini e ragazzi è notevolmente aumentato e, rispetto ad anni fa, si dà molta importanza agli aspetti educativi e pedagogici (almeno fino ad una certa età) dello sport e non ai risultati.  Un fattore di più difficile contenimento è, a volte, quello delle ambizioni e delle aspettative dei genitori. Capita in alcuni casi che lo sport che dovrebbe servire a formare e a ridurre lo stress diventi esso stesso causa di stress. Alcuni bambini per “amore” e per accontentare i genitori praticano uno sport controvoglia, con ansia e possono manifestare segnali di sofferenza per cui vengono portati dal pediatra. Si tratta nella maggior parte dei casi di patologie dette “da somatizzazione” (mal di testa, mal di pancia, disturbi del sonno, difficoltà scolastiche ed altro. Frequente la “dispnea psicogena” che si manifesta con profonde inspirazioni a riposo). Un ragazzo ha aspettato il compimento dei 18 anni per comunicare ai genitori che non avrebbe più praticato tennis che fin da piccolo si sentiva obbligato di fare dai genitori. Alcuni ci riescono prima e altri non ci riescono affatto. Tra questi si trova addirittura Andre Agassi che ha scritto un libro che esce in Italia "Open". Nel libro l'ex tennista racconta come è diventato un campione, e come è arrivato a odiare il suo sport per colpa di un genitore da lui definito “violento, brutale, ossessivo”.  Scrive "Io, condannato a vincere da un padre mostro".
Una raccomandazione a tutti i genitori: non spingete vostro figlio  verso uno sport. Cercate di capire  se la scelta  di uno sport da praticare viene  fatta per le vostre aspettative  o per il desiderio di vostro figlio.
Inoltre se gioca male o non fa quel goal che sembra già fatto o non fa una parata facile sappiate che Vostro figlio sarà già triste per questo. Ha bisogno della Vostra comprensione e affetto e non delle vostre critiche. E’ meglio avere un figlio felice e sorridente, anche se non è il migliore della squadra, che un “campioncino” , che difficilmente diventerà campione.
Dedicate del tempo a stare con Vostro figlio, alla lettura, alla musica e al dialogo.