lunedì 23 marzo 2015

E VOI QUANTI PESTICIDI E IN INQUINANTI ASSUMETE?? E ASSUME VOSTRO FIGLIO?

E VOI QUANTI PESTICIDI E IN INQUINANTI ASSUMETE?? E ASSUME VOSTRO FIGLIO?La pubblicazione che trovate in versione integrale qui  http://www.apel-pediatri.org/attachments/755_Position-Paper-PESTICIDI-finale.pdf  è impressionante e tocca molti interessi per cui verrà criticata. Ma è documentata!!! Ed è della Società Scientifica dei medici dell'ambiente.
Intanto alcune precisazioni IMPORTANTI:
·      I bambini sono a maggior rischio per tutto e non solo per i pesticidi…ma per inquinanti di ogni tipo come sulle conseguenze di azioni ed omissioni di noi adulti (famiglia, scuola, sanità, sport). Per gli inquinanti   dobbiamo stare attenti a cosa somministriamo con il cibo ma anche all’aria e all’ambiente in cui viviamo (a partire da noi: CI PENSI CHI FUMA CON UN BAMBINO PICCOLO:ESISTE IL FUMO DI TERZO GRADO..ma su questo torneremo.
·      “Naturale” non vuol dire meglio visto che i contaminanti persistono nel tempo e possono diffondersi anche a distanza.
·      Il latte materno è il miglio alimento possibile per i bambini…è quello che ci va dentro che fa male (pesticidi ed altro). Ma sta a noi cercare di mangiare “bene” fin da prima della gravidanza
·      Altri inquinanti li mettiamo NOI: due esempi? Fumo e alcol (danni cerebrali descritti nella così detta sindrome feto alcolica) e droghe naturali e sintetiche usate largamente perché chi non lo fa, in alcuni ambienti è “sfigato” (LEGGETE IL LIBRO LOLITA ROMANZO CHE PARTE DA FATTI DI CRONACA VERA : 14ENNI DEI PARIOLI DI ROMA)
·      Certe cose vanno pensate prima…a volte un bambino “capita” ma nel 99% dei casi arriva perché lo si desidera e allora? Fumo, alcol, dieta prima della gravidaNza e acido folico PRIMA della gravidanza. Qui sotto ricopio alcune frasi della pubblicazione della Associazione Scientifica dei Medici dell’ambiente  (ISDE) che trovate qui: http://www.apel-pediatri.org/attachments/755_Position-Paper-PESTICIDI-finale.pdf

CHE FARE? In fondo all’articolo trovate proposte fattibili:

ISTITUZIONI: Evitare uso di pesticidi e Istituire diete biologiche per scuole, asili e altri contesti di ristorazione collettiva sia del settore pubblico sia del settore privato.
Livello individuale e famigliare :
– Privilegiare il consumo di alimenti da agricoltura biologica/biodinamica in tutte le fasi della vita, evitando in particolare di consumare prodotti cerealicoli integrali non biologici.
– Evitare qualsiasi esposizione a rischio (sia madri che padri) nei periodi della gravidanza e dell’allattamento, tenendo conto che, nel corso dell’intera vita fertile, anche le esposizioni pre-concezionali sono fortemente sospettate di essere importanti per la salute dei discendenti.
– Evitare il più possibile le esposizioni alimentari, residenziali, domestiche ai pesticidi da parte dei bambini.
– Evitare il più possibile le esposizioni alimentari, residenziali, domestiche ai pesticidi da parte degli animali da compagnia.
– Limitare il consumo dei prodotti alimentari di origine animale
– Lavare accuratamente o sbucciare frutta e verdura di provenienza incerta, e rimuovere sempre pelle e parti grasse dalle carni, pur nella consapevolezza che queste precauzioni non garantiscono l’eliminazione completa di eventuali contaminanti.
– Evitare l’uso di pesticidi di sintesi in ambiente domestico indoor e outdoor (per piante da interni, giardinaggio, serre, animali da compagnia, disinfestazioni, ecc.), privilegiando i mezzi manuali, fisici, meccanici, e biologici.
– Controllare con regolarità, in particolare nelle stagioni più calde, gli ambienti di vita, allo scopo di evitare l’insediamento di parassiti (pidocchi, scarafaggi ecc.).


Nel caso di utilizzo di pesticidi non sostituibile con altri metodi:
– Allontanare sempre i bambini e gli animali domestici dagli spazi trattati, e rimuovere i giocattoli e tutti gli altri oggetti di uso comune, favorendo il ricambio dell’aria.
– Non custodire pesticidi nei locali domestici, e non conservarli in luoghi alla portata dei bambini, degli ani- mali da compagnia e degli animali selvatici.
– Non usare mai contenitori di pesticidi che possano assomigliare ai contenitori di casa in cui vengono con- servati alimenti o altri generi di uso comune.
– Non permettere mai che i bambini e gli animali domestici giochino o stazionino in giardini, orti, frutteti, campi coltivati (ecc.) dopo l’applicazione di pesticidi.
– Ricordarsi che i pesticidi possono risultare fatali per molti animali selvatici e sinantropi che non creano fa- stidi e sono anzi utilissimi nel mantenere gli equilibri ambientali, tra i quali: ragni, piccoli scorpioni, vermi, inset- ti, uccelli, mammiferi grandi e piccoli (compresi i roditori), anfibi, rettili, e tutte le faune acquatiche.

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“i bambini sono i soggetti più esposti alla contaminazione alimentare da pesticidi, soprattutto durante la gravidanza e l’allattamento……... Infine, in virtù della loro condizione fisiologica (crescita e sviluppo) e del loro basso peso corporeo, i bambini incarnano senza dubbio la categoria di individui maggiormente a rischio”.

I PESTICIDI “Essendo altamente lipofili, molti pesticidi tendono a bioaccumularsi in corrispondenza di specifici tessuti e fluidi animali – anzitutto nel tessuto adiposo e nel latte materno e, in misura minore, nel tessuto nervoso, nei muscoli, nel fegato e negli organi riproduttivi – e ad accrescere la loro concentrazione via via che dai livelli più bassi della catena alimentare si sale a quelli più alti.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Le esposizioni a una serie di pesticidi durante la gravidanza, l’allattamento e l’infanzia possono avere effetti di particolare rilievo anche a dosi infinitesime.
In particolare, l’esposizione durante il primo trimestre di gravi-danza è associata a un aumentato rischio di basso peso alla nascita, ridotto sviluppo encefalico, anomalie cognitive e comportamentali. Persino il periodo preconcezionale viene oggi visto come una finestra temporale sensibile  e quindi meritevole di attenzione da parte degli aspiranti genitori.
L’esposizione alimentare per contaminazione dei cibi quotidianamente assunti, ed il conseguente passaggio transplacentare o attraverso l’allattamento al seno, rappresentano un’importante modalità di assunzione di pesticidi da parte (rispettivamente) dei feti e dei neonati. Il latte materno, dunque, si candida a indicatore ideale della qualità dell’ambiente in cui la madre vive, in quanto in esso si accumulano inquinanti lipofili, come molti pesticidi, diossine o policlorobifenili (PCB). Misure cautelative in queste fasi della vita sono assolutamente necessarie, e possono essere implementate attraverso un’accorta riduzione delle principali modalità di esposizione ai pesticidi: alimentare, residenziale, professionale.
Recenti studi indicano che un’alimentazione biologica in gravidanza riduce sensibilmente il rischio di complicanze come l’eclampsia e malformazioni come l’ipospadia


CONSEGUENZE?? LEGGETE IL LAVORO. Non voglio deprimervi troppo. Nota positiva? “Di particolare interesse è poi il fatto che in Svezia, dove dagli anni 70 sono stati messi al bando clorofenoli e altri erbicidi fenossici, si registra dopo 20 anni una significativa riduzione dell’incidenza dei linfomi non Hodgkin, vale a dire patologie che sono in aumento in tutti gli altri paesi occidentali, soprattutto in soggetti giovani e adolescenti”

Vi sono crescenti evidenze che l’esposizione a insetticidi in epoca gestazionale sia associata all’insorgenza di autismo, in particolare quando l’esposizione si verifica nella finestra gestazionale coincidente con lo sviluppo cerebrale del feto




L'EFSA (European Food and Safety Authority), nel 2013, ha pubblicato l’ultimo rapporto sul monitoraggio dei pesticidi negli alimenti (dati riferiti all’anno 2010), da cui è risultato che l’1,6% dei campioni presenta concentrazioni di alcuni dei 178 pesticidi ricercati superiori al massimo livello consentito (MRL, Maximum Residue Levels). Inoltre, nel 47,7% dei campioni sono stati rintracciati residui di pesticidi entro i limiti legge, mentre nel 26,6% dei campioni è stata rilevata la presenza di miscele contenenti più pesticidi: una quota che negli anni risulta essere in aumento. Si deve sottolineare che nei controlli eseguiti sui prodotti di origine animale sono stati riscontrati residui di pesticidi particolarmente pericolosi in una percentuale significativa di casi. Per esempio, il DDT, il cui impiego in Europa è vietato da oltre 30 anni, risulta presente nel 13,4% dei campioni. Uno studio condotto in Italia  ha valutato che in un pasto completo si trovano mediamente 8-13 pesticidi, con punte massime di 91.


Poiché le prove di tossicità acuta e cronica di tanti pesticidi studiati fino a oggi sono scientificamente solide, è necessaria l’adozione di rigorose misure di protezione e prevenzione, in attesa che tali sostanze vengano definitivamente vietate. Per tutte le sostanze i cui effetti siano ancora poco chiari, in fase di studio, o del tutto sconosciuti, sussistono i presupposti per una regolamentazione più severa e ispirata al Principio di precauzione.
ISDE Italia promuove politiche, conoscenze, tecnologie e cultura utili a tutelare il legittimo diritto di tutti i cittadini ad accedere a prodotti alimentari di qualità ed esenti da contaminanti.
Lo sviluppo delle reti locali di economia ecologica e dei circuiti commerciali solidali costituisce il punto di partenza di un percorso virtuoso in direzione della completa eliminazione dei pesticidi dal sistema agroalimentare nazionale ed europeo.
Alla luce delle conoscenze odierne in materia di rischio per la salute umana, anche i singoli citta- dini sono chiamati a contribuire al cambiamento. Ogni consumatore può adottare comportamen- ti alimentari responsabili e misure molto semplici per ridurre l’esposizione ai pesticidi, minimizzan- do al tempo stesso i rischi per sé e per i propri congiunti. Infine, le comunità rurali, di concerto con i portatori di interessi e con le organizzazioni presenti sul territorio, hanno il diritto/dovere di solleci- tare le istituzioni pubbliche a predisporre adeguati programmi di prevenzione sanitaria e di ridu- zione della contaminazione chimica delle matrici ambientali, in un quadro di interventi inderoga- bili per la tutela della salute pubblica.

Il risultato di questa contaminazione diffusa ha largamente superato le concrete possibilità di monitoraggio dei suoi effetti e di valutazione dei rischi che ne derivano. Nel frattempo, le legittime inquietudini espresse dai cittadini vengono minimizzate dall’industria chimica e dai suoi rappresentanti nelle sedi istituzionali, facendo uso di argomentazioni pretestuose basate su una presunta “insufficienza di prove” della tossicità ambientale e sanitaria dei pesticidi.

MAGGIOR CONSUMATORE DI PESTICIDI IL TRENTINO, MINORE IL MOLISE
“In Italia il consumo medio per ettaro di fungicidi, insetticidi, erbicidi e altri composti di sintesi (principi attivi) nel 2012 è di 5,6 Kg/ha (6). I consumi più elevati si registrano rispettivamente in Tren- tino Alto Adige (42,33 Kg/ha), Veneto (12,62 Kg/ha), Campania (10,93 Kg/ha), Liguria (9,86 Kg/ha), Sicilia (9,8 Kg/ha), Emilia-Romagna (7,78 Kg/ha) e Friuli Venezia Giulia (7,32 Kg/ha), mentre il consumo più basso si registra in Molise (1,07 Kg/ha) (7)”.

“per quanto positiva possa essere la riduzione nei consumi nazionali di pesticidi registrata nel periodo 2002-2012, la situazione italiana è comunque molto lontana dal garantire un ambiente sano e favorevole alla salute pubblica.

A livello nazionale, le acque superficiali presentano concentrazioni superiori ai limiti stabiliti per le acque potabili nel 33,7% dei casi, mentre le acque sotterranee nel 9,5% dei casi. La questione riveste una certa rilevanza per la salute pubblica, dal momento che spesso queste acque sono destinate al consumo umano “






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