sabato 4 luglio 2015

TROPPI CESAREI E POCA ANALGESIA SURANTE IL PARTO IN ITALIA

TROPPI CESAREI E POCA ANALGESIA SURANTE IL PARTO IN ITALIA
Cari Genitori

Siamo il paese Europeo con il maggior numero di parti per taglio cesareo (TC). Nel mondo ci supera solo il Messico e la Turchia.
Siamo ad una media del 37% mentre l'Organizzazione Mondiale della Sanità indica una percentuale massima del 15%. In Campania addirittura si arriva, nelle Cliniche Private, al 72% di cesarei!!!! 
In alcuni casi si ricorre al cesareo per il dolore perché non viene offerta una analgesia durante il parto.  
Inoltre 'affermazione “se hai fatto un cesareo devi rifarlo”, assolutamente non fondata sul piano medico, corrisponde tuttavia a un comportamento molto diffuso. 
L TEMA E' MOLTO AMPIO MA ALLA BASE DEVE ESSERCI UN RISPETTO DELLA FISIOLOGIA E UNA DEMEDICALIZZAZIONE DI UN EVENTO CHE DOVREBBBE COME PRIMA COSA ESSERE CONSIDERATO UN EVENTO FISIOLOGICO E NON UNA PATOLOGIA. QUESTO UNITO AD UNA CORRETTA COMUNICAZIONE E RISPETTO DELLA PERSONA
Trovate l'articolo e i dati a questo link: https://www.dropbox.com/s/aid1laxy2khpuzs/Parto%20e%20dolore%20Taglio%20cesareo.pdf?dl=0
Tenete inoltre conto che che il tasso di mortalità e grave morbilità materna  aumentano, a seguito di taglio cesareo, rispettivamente di 3-5 volte (il tasso di mortalità) e di 7 volte (quello di grave morbilità). Inoltre la durata della  degenza di 2-3 giorni del parto naturale -anche con analgesia epidurale- passa a 5-7 con il cesareo.
"È senz!altro da notare che la scelta di praticare un taglio cesareo, al di là delle ragioni specifiche di singoli interventi, sia ascrivibile a una sorta di “prassi di semplificazione delle procedure” che varia non solo da territorio a territorio, ma anche, nello stesso territorio, da struttura a struttura.
Serena Donati, ricercatrice dell!Istituto Superiore di Sanità, sostiene che “nel nostro Paese si pratichi un numero di tagli cesarei non riconducibile né alle caratteristiche della popolazione, né alla diversa frequenza di indicazioni mediche per problemi materni
o fetali”. Le cause “non cliniche” avrebbero dunque un peso rilevante nella decisione di effettuare un parto chirurgico. Tra queste cause Donati cita, oltre alle carenze strutturali e organizzative dei centri nascita, anche la paura dei contenziosi medico-legali che, “insieme a una progressiva ridotta competenza del personale sanitario nel gestire la fisiologia
della gravidanza e del parto, promuove il cesareo come pratica difensiva”. 

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