sabato 6 giugno 2015

Quali scarpe per i bambini?

Quali scarpe per i bambini?
Nei primi mesi di vita il piede del lattante si comporta come un organo di senso infatti il bambino  esplora l'ambiente circostante e riceve informazioni di tipo termico, tattile e dolorifico. Dal 5-6 mese di vita esplora l’ambiente circostante con i piedi che si osserva e si porta alla bocca.
Pertanto, sotto i 9-10 mesi di vita, non bisogna sottrarre al piede la sua sensibilità e le scarpe servono  come mero ornamento o come protezione dal freddo in quanto il lattante non è  grado di produrre il passo e quindi l'andatura,
Dopo tale età la scarpa deve possedere determinati requisiti anche se dobbiamo ricordare  che la funzione principale della scarpa è quella di proteggere il piede dallo sporco, dalle asperità del terreno e dal freddo e di rispettare l’anatomia del piede come spieghiamo qui sotto.
Appare fondamentale scegliere la scarpa della misura giusta: con il bambino in piedi, premendo sulla punta della scarpa deve rimanere circa 1-1,5 cm oltre l’alluce (equivalente di circa 1 dito messo di traverso).
Ricordate che il piede del bambino cresce rapidamente soprattutto nei primi 3-4 anni di vita, quasi ½ cm al mese per cui le scarpe vanno cambiate ogni 2-3 mesi. Cercate quindi di comprare delle “buone scarpe” ma senza spendere troppo e non fatevi ingannare da chi vi sostiene che la scarpa più cara è quella che farà camminare meglio il bambino.
E’ assolutamente sconsigliato comprare scarpe troppo grandi in quanto il piede sarebbe poco sostenuto ed avrebbe meno stabilità. Inoltre, se il piede “sfrega” nella scarpa  troppo larga si possono formare delle “vesciche” dolorose.
Quando la scarpa è piccola il bambino, oltre a camminare male, a punte in dentro, può subire dei danni alle unghie, e intorno alle stesse.
Non vanno neanche bene le scarpe usate, e spesso “sformate” del fratellino più grande.
E’ assolutamente da evitare l’uso, senza indicazione da parte del pediatra o dell’ortopedico, di scarpe correttive o preventive in quanto il piede “normale” non ha bisogno di essere corretto nella sua evoluzione.
La scarpa correttiva deve essere utilizzata solo in presenza di una patologia in atto e dopo una accurata valutazione ortopedica in quanto non può essere standardizzata ed ogni anomalia ha bisogno della “sua” correzione.
Le scarpe debbono avere un certo sostegno posteriore al calcagno, non dovra' essere ne' troppo rigida ne' eccessivamente morbida, dovra' avere una certa copertura posteriore, una tomaia confortevole ma pesante e protettiva in inverno , logicamente leggera in estate e che permetta  la normale traspirazione.  
La rigidita'della scarpa deve permettere un modesto piegamento della punta (e' da escludere quella che  si piega completamente) così si potra'  aiutare il bambino nei suoi iniziali tentativi di portarsi in piedi da solo e a produrre i primi passi autonomamente.
Cio' potra' avvenire tra i 9 e i 12 mesi,oppure (e spesso c'e' anche una familiarita') tra i 13 e 15 mesi, attenzione pero' che un ritardo di questo limite puo' essere anche dovuto a una situazione patologica e i genitori debbono comunicarlo al pediatra che, durante il “bilancio di salute” , escludera' con tranquillita' eventali patologie sottostanti.
Il piede del bimbo da uno a tre anni e' un piede  piuttosto lasso (cioe' morbido),con una volta plantare che va a formarsi nel tempo, e' quindi spesso "fisiologicamente" piatto.
E'  noto che  nei mesi caldi  fa bene camminare scalzi in spiagge sia sabbiose che ghiaio-pietrose per favorire il rinforzo  della muscolatura intrinseca del piede, non e'molto salutare invece camminare senza scarpe su pavimenti lisci,come quelli delle  case di oggi soprattutto in presenza di  familiarita' per piattismo del piede.
In questo caso e' utile  segnarla al pediatra che esaminera' ,eventualmente con certi ausili ( per es. podoscopio) l'impronta plantare ,tempo ideale e'  sui 3 anni di  età.
Sotto i 3 anni di età ci si deve preoccupare solamente di gravi forme di piattismo, spesso associato ad altre anomalie.
Ricordiamo che, fino a 3 anni, circa l’80% dei bambini ha i piedi piatti, dai 3 ai 6 anni la percentuale scende al 50%. La maggior parte di bambini si normalizzerà spontaneamente mentre una minoranza manterrà il piattismo che è presente circa nel  15% degli adolescenti e nel 5% degli adulti.
Il trattamento del piede piatto dipende dalla gravità del piattismo che viene distinto in tre gradi. Nelle forme più lievi, di primo grado, si può aspettare l’evoluzione spontanea programmando periodici controlli, nelle forme più accentuate si può ricorrere ad una correzione ortopedica (plantare)  per tentare di offrire un sostegno al piede. Dobbiamo comunque ricordare che nessun rimedio con scarpe o plantari può correggere un piede piatto per una “iperlassità legamentosa” (cioè per legamenti troppo morbi ed elastici) che è la causa principale della persistenza del piattismo.
Dopo i 6 anni le correzioni ortopediche servono a poco e sono più utili interventi di “potenziamento attivo dei muscoli” che si possono ottenere con sport come karatè, calcio, danza, atletica leggera oppure con ginnastica “specifica” in palestra, se il bambino è pigro e non vuole fare sport.
Dopo gli 8 anni può essere indicato, dopo attenta valutazione ortopedica, in presenza di piattismo di una certa entità (2-3 grado), un intervento di correzione chirurgica che va effettuato entro 1 12 anni in quanto successivamente si perde la capacità di risposta elastica del piede.

Il consiglio cosi' riassuntivo e' che la scarpa del bimbo va sempre scelta con cura , se poi sara' bella gli dara' una soddifazione  in piu,ma prima scegliamola buona, ma senza “svenarsi” perché va cambiata frequentemente!!!





venerdì 5 giugno 2015

ALCOL E DANNI A BAMBINI ...ADOLESCENTI E ADULTI: IN GRAVIDANZA NON SI DEVE BERE ALCOL

ALCOL E DANNI A BAMBINI ...ADOLESCENTI E ADULTI: IN GRAVIDANZA NON SI DEVE BERE ALCOL
Cari genitori e ragazzi 
Dobbiamo smettere di guardare con tolleranza l'uso (non dico l'abuso) di alcol. la documentazione sui danni alla salute, ad ogni età, sta diventando sempre più importante.
Innanzitutto è stato dimostrato che i danni nel sesso femminile sono 3 volte maggiori (vedete qui sotto) ma soprattutto si confermano i danni per il consumo in gravidanza.
" l’esposizione all’alcol può essere “subìta” dal nascituro durante la vita fetale e può essere “scelta” dall’adolescente in conformità a modelli sociali e comportamentali. Gli effetti sono comunque molto rischiosi per la salute fisica e mentale del futuro adulto e quindi dell’intera società.
L'alcol è la prima causa nota di ritardo mentale EVITABILE (SINDROME FETO ALCOLICA) e che oltre il 50% degli incidenti sono legati al consumo di alcol (il 99% dall'insieme di alcol + droghe + CATTIVI STILI DI VITA) SU CUI COME GENITORI, INSEGNANTI, PEDIATRI, RAGAZZI E TUTTI NON POSSIAMO PIU' FARE FINTA DI NIENTE. Anche se il fumo tra i ragazzi è in aumento (sigh!) almeno non si fuma più neli locali pubblici, nei cinema e negli ospedali. Non possiamo proibire di farsi del male ma ALMENO AVVISARE CHE L'ALCOL COME IL FUMO DANNEGGIA E FORTEMENTE LA SALUTE.

L'alcol è una vera emergenza. Morti di droga e ricoveri per alcol e altre dipendenze. Ma chi aiuta le famiglie e i ragazzi?? Pur di guadagnare, noi adulti, “decisori”  compresi, pecchiamo di permissivismo e pubblicità e consentiamo discoteche che aprono a mezzanotte. Abbiamo ragazzi che non dormono, non mangiano (anoressia) o hanno disturbi alimentari (bulimia) o mangiano troppo (Obesità) o per mangiare bene diventatno dei fanatici (ortoressia).....Intanto i nostri politici vergognosamente non considerano i ragazzi e i bambini. In Liguria non abbiamo più NOTIZIE DEL GARANTE DELL'INFANZIA IN LIGURIA. CHE VERGOGNA!!
MA INTANTO IL RUOLO PRINCIPALE E FONDAMENTALE LO ABBIAMO NOI GENITORI E TEMI COME ALCOL, DROGHE, TRAFFICO, SESSUALITA’ DOBBIAMO PARLARNE BEN PRIMA DELLA ADOLESCENZA. Parlarne in senso globale e cioè non solo con le parole ma con il comportamento nostro , con l’esempio positivo. RICORDATE CHE I BAMBINI IMPARANO QUELLO CHE VIVONO: http://ferrandoalberto.blogspot.it/2013/02/come-imparano-i-bambini.html 
I genitori sono il fattore più importante nel determinare se il loro figli adolescenti decidono o meno di bere alcol E ANCOR PRIMA AD EDUCARLI

Alcuni studi hanno (Dal sito www.alcolnews.it )  dimostrato che i genitori hanno la massima influenza sulla scelta di un minorenne di consumare alcol. Quindi è importante che i tuoi figli conoscano la tua posizione: non si può bere se non si ha l'età legale per farlo.
Continua a parlarne
Una relazione forte e positiva tra genitori e figli è basata su una comunicazione aperta e bidirezionale. Puoi ottenere una reazione positiva parlando ogni giorno con i tuoi figli (e ascoltandoli) delle loro esperienze a scuola, con gli amici, dei loro interessi e dei loro sogni. Queste conversazioni ti aiuteranno a parlare anche di temi più seri, come il divieto di consumare alcol.
Cerca di evitare di avere la tua prima conversazione sull'alcol con i tuoi figli quando insorge un problema. Approfitta delle occasioni quotidiane come quando siete in macchina, state andando a fare la spesa, mentre state cenando o guardando la televisione. Siate onesti, usate spiegazioni adeguate alla loro età che possano condurlo all'indipendenza.
Chiedi a tuo figlio o tua figlia quali siano i loro pareri in materia di alcol. A questo punto sciogli eventuali dubbi e smaschera i vari miti e leggende sul consumo di alcol.
Simula le possibili situazioni critiche
Cosa fare se a una festa i loro amici iniziano a bere? 
Cosa fare se qualcuno gli offre alcol? 
Cosa fare se un amico che ti sta portando a casa in macchina ha bevuto? 
Cosa fare se un amico che ha bevuto sta male o sviene?
Parlate delle scelte disponibili in ciascuna situazione cercando di raggiungere un accordo su quali siano maggiormente compatibili con i vostri valori di famiglia. Questo aiuterà i vostri figli ad essere preparati a non subire la pressione del gruppo e a reagire positivamente a situazioni potenzialmente pericolose.
Stabilisci delle regole e spiega le conseguenze per chi non le rispetta
Come genitore devi stabilire delle regole e accertarti che i tuoi figli comprendano le conseguenze del bere alcol senza avere età legale per farlo. Fai sapere ai tuoi figli che le regole e le relative punizioni ci sono perché hai cura di loro, e che se seguiranno le regole ciò porterà ulteriori privilegi perché saprai che meritano fiducia.
Studia le leggi
Le regole sull'alcol e i minorenni non sono limitate a quelle imposte dalla tua famiglia. Fai in modo che tutti, compreso te e i tuoi figli, sappiano cosa dice la legge del vostro paese in materia di consumo di alcol da parte di minorenni.
Sii presente
Cerca di avere un ruolo attivo nella vita quotidiana dei tuoi figli - sapere chi sono i loro amici, dove vanno e cosa stanno facendo. Invita anche i genitori degli amici di tuo figlio a fare lo stesso, e spiegagli il tuo parere circa il consumo di alcol da parte dei minori.
Dai il buon esempio
Bevi in maniera responsabile e osserva le leggi sull'alcol del tuo paese, aiuterai anche a rinforzare degli importanti valori che tuo figlio o tua figlia devono seguire.
Dal sito www.alcolnews.it

mercoledì 3 giugno 2015

Pannolini per bambino: scelte consapevoli

Pannolini per bambino: scelte consapevoli
Cari genitori: esistono 4 tipi di pannolino e la scelta di quale usare ha riflessi economici, di salute del bambino e di salute per tutti (danni all'ambiente)
1) Usa e getta (i più usati)
2) Lavabili (ne parleremo)
3) BIODEGRADABILI E COMPOSTABILI
4) Vecchi ciripà
Domani interessante riunione sui pannolini per bambini ecologici, biodegradabili e compostabili.
Tenete conto che nei primi due anni e mezzo di vita ogni bambino produce una quantità di rifiuti pari a circa una tonnellata di pannolini . L’enorme quantitativo di pannolini immessi nell’ambiente ha sollevato seri dubbi riguardo alla compatibilità ambientale e ai danni che ne possono derivare per l’ambiente e dunque per la salute collettiva delle presenti e future generazioni.
Persistono  nell’ambiente circa 450 anni per essere biodegradati qualora dismessi nelle discariche come rifiuto tal quale e il rischio, legato alla dismissione in discarica, del successivo possibile inquinamento di falde acquifere e suolo.
Immettono nell’ambiente, qualora inceneriti,  diossine, IPA (idrocarburi policiclici aromatici) e altri inquinanti molto persistenti e dannosi per la salute.

Producono spreco di materie prime come acqua e cellulosa per fabbricarli e per imballarli e il consumo energetico necessario per produrli e per trasportarli.
LA SALUTE DELL'AMBIENTE DIPENDE ANCHE DA NOSTRE SCELTE.

martedì 2 giugno 2015

AMI TUO FIGLIO: NON FUMARE (so che è più facile dirmi che esagero ma è così)


AMI TUO FIGLIO: NON FUMARE (so che è più facile dirmi che esagero ma è così)
Oggi i media riportano una situazione estrema. In Inghilterra un bambino tolto ai genitori perché fumatori accaniti: "Un bambino britannico di due anni è stato tolto ai genitori, fumatori accaniti, e verrà posto in affidamento perché la sua salute appare in pericolo. Come riporta la Bbc online, un'ispettrice delle autorità sanitarie ha riferito al giudice che c'era talmente tanto fumo nella casa, sporca, insalubre e piena di immondizia e di cicche di sigarette, che il piccolo aveva difficoltà a respirare. ...Anche i vestitini del bimbo puzzavano di tabacco." 
Senza entrare in merito a una vicenda che non conosco però, com pediatra non posso non segnalare i danni da
1) FUMO ATTIVO
2) FUMO PASSIVO (quello che i fumatori fanno fumare ai non fumatori)
3) FUMO DI TERZA MANO: I fumatori disperdono molecole dannose nell'ambiente e sono "tossici" soprattutto per i bambini. NON VALE IL "VADO A FUMARE SUL TERRAZZO". SALVO ECCEZIONI chi fuma...si sente dall'odore costituito da molecole non proprio salutari per chi fuma e per chi le respira.
AVETE UN BAMBINO?? MEDITATE SU QUESTO E  E SULLA FRASE DI PAPA GIOVANNI PAOLO II: RIAPPROPRIATEVI DELLA VOSTRA VITA (E DI QUELLA DEI VOSTRI FIGLI) E FATENE UN CAPOLAVORO (vedete, fumo, alcol e altro..)
Concludo con una nota che farà indignare molti di voi: non lasciate i vostri figli (o almeno non lasciateli troppo tempo, con chi fuma: non è razzismo..è la salute dei vostri figli ).
Qui altre news e un manifesto molto chiaro della Società Italiana di Malattie respiratorie (SIMRI)


Cari genitori
Fumare fa male a Voi e ai Vostri figli.Non solo: vedendovi fumare molti a loro volta, per imitarvi, fumeranno. IL FUMO FA MALE SIA DIRETTAMENTE CHE COME FUMO PASSIVO CHE COME FUMO DETTO "DI TERZA MANO"
COSAè? E' il residuo che rimane su pareti, mobili e altri oggetti della casa E SUI VESTITI. Il fumo di terza mano è dannoso almeno quanto quello di prima mano.
E' quello che rimane come residuo nell’ambiente anche dopo diverso tempo e che diviene ogni giorno più tossico per chi soggiorna in un locale in cui è presente.
Chiunque vive in casa con un fumatore può incappare in grossi pericoli per la salute. Le stanze in cui si fuma, infatti, trattengono sostanze cancerogene fortemente rischiose per il benessere di chi ci vive.
Secondo i dati acquisiti, i bambini che hanno almeno un genitore che fuma in casa restano assenti da scuola per almeno il 40 per cento in più, rispetto ai figli dei non fumatori.
E SE VOSTRO FIGLIO TOSSISCE LA CAUSA O UN FATTORE AGGRAVANTE PIO' ESSERE IL FUMO. A nulla servono poi sciroppino.
(I risultati dello studio sono stati pubblicati su PLoS One).
Smettere di fumare è difficile e faticoso e lo so per esperienza in quanto anche io ho peccato. Sono un ex fumatore. Una volta si fumava dappertutto, anche al cinema, ricordate?
Ora si SA che il fumo fa male per chi fuma per chi respira il fumo anche se non fuma ma anche per i residui di fumo che ci si porta addosso. Iniziate a pensarci. E per i giovani?? Prima o poi si arriva a capire che non siamo degli "highlander" o superman o superiamo oe ci si ritrova con il nostro fisico con danni da cui non  si torna indietro. 
http://ferrandoalberto.blogspot.it/2014/11/fumo-passivo-e-cancro-fumo-di-prima.html





FINITE, QUESTE, ELEZIONI: CHE COSA FARANNO PER BAMBINI E FAMIGLIE?

Cari Genitori e cari ragazzi
Finite le elezioni ora speriamo che si assista a qualche iniziativa a favore (oltre che del territorio e ambiente che rappresentano una priorità) anche nella salute di tutti.
Da pediatra non posso che auspicare interventi e investimenti sui bambini e sulle famiglie di tipo non solo sanitario. Le priorità non sono liste di attesa ma..prescrizioni appropriate e non indotte dal mercato, ma, soprattuto, interventi sociali di aiuto alle famiglie e interventi di prevenzione. NON più  solo ospedali o Pronto Soccorso ma prevenzione sul territorio, nelle comunità. I medici?? I sanitari in genere? Servono ma anche e soprattutto fuori dagli ospedali e dagli ambulatori. A contatto con la gente e a "promuovere" la salute intesa non solo come assenza di malattia ma come BENESSERE non solo fisico ma anche mentale e sociale.
Difficile eehh ma si può fare se smetteranno di prevalere interessi particolari o lotte di potere.
Chi si lamenta di astensione e di tradimenti alle elezioni rifletta su quanto avvenuto in Veneto: si è investito  in sanità potenziando le risorse sul territorio mentre noi continuiamo a giocare con le soluzioni "Torrente Bisagno". (LEGGETE QUANTO AVEVO GIA' PUBBLICATO QUI SOTTO SULLE SOLUZIONI "TAPULLO" O DIRETTE A CORREGGERE I SINTOMI E NON LA CAUSA).
Abbiamo TUTTI, i bambini i genitori, i nonni ma anche i dirigenti e i politici bisogno di veri fatti concreti e di uscire da soluzioni demagogiche tese a risolvere le conseguenze e non le cause dei problemi. Un parere sulle elezioni? Non ha importanza. Penso, e dico, solo che bisogna uscire da ideologie di decenni fa: ora abbiamo problemi che è interesse di tutti , per il benessere di tutti, risolvere. Un paragone con i vaccini: il bene del singolo dipende dal bene della Società: sono inscindibili e non è un problema di destra e di sinistra ma di maturità, di coscienza, di etica e di "essere" umani. Su destra e sinistra condivido questa vecchia canzone di Gaber: https://www.youtube.com/watch?v=kZHvXtl4KY0
Modello Sanità in pediatria tipo torrente Bisagno? No Grazie

Per lunghi anni, nel nostro Paese, non si è mai fatta una politica lungimirante di programmazione della salute. Spesso i vari politici, manager e dirigenti si sono preoccupati di soddisfare l’utenza con un’escalation di offerte sanitarie senza pianificare interventi sistematici sui determinanti principali di salute.
Queste iniziative hanno  indotto negli anni dei bisogni di salute fino a determinare in certi casi, fenomeni di “disease mongering” (ottenere dei guadagni con la salute) e, in altri, a rendere malate persone sane, sottoponendole a screening, a esami, a controlli non sempre necessari o utili per la persona aumentando i costi a carico del singolo e della collettività. Infatti, è dimostrato che un numero elevato di esami e terapie, che incidono dal 20 al 40% della spesa (dati dell’ OMS - Organizzazione Mondiale della Sanità) non sono utili, anzi, in alcuni casi possono causare danni. 
Proprio per arginare l’aumento prescrittivo di esami inutili sono nate in vari Paesi, in collaborazione con i cittadini, varie iniziative: in Italia “Fare di più non significa fare meglio” (da parte del movimento “Slow Medicine”) e negli USA “Choosing wisely”. 
L’aumento dell’offerta sanitaria, unita all’ansia e alla frenesia che, purtroppo, caratterizza questa società, associata ai cambiamenti dei modelli della famiglia e della genitorialità ha determinato “una saturazione” dell’offerta e, di conseguenza, un’ulteriore richiesta di prestazioni mediche particolarmente evidente nei Pronto Soccorso, dove gli operatori sanitari, con grande difficoltà, fanno fronte quotidianamente alle molteplici richieste di salute “urgente”  dei cittadini, non solo in regime di vera urgenza ed emergenza.
Per far fronte a questi “bisogni di salute” giungono proposte di un cambiamento radicale della medicina del territorio. Il nuovo modello che sta prendendo corpo è “tipo supermercato della salute”. Attenzione però la soluzione è offrire più servizi o possiamo/dobbiamo iniziare a pensare ad altre risposte ai bisogni di salute? Non sarebbe più assennato pensare a identificare delle priorità e a parlare di veri problemi e di prevenzione invece di intervenire sempre quando la malattia è già insorta ?
Gli interventi in sanità che in questi anni sono stati attuati nella nostra Regione, purtroppo assomigliano a quelli realizzati, a livello ambientale, sul nostro torrente Bisagno dove si è sempre intervenuti dopo ogni alluvione, anziché prima. 
Lo stesso si può dire in Sanità dove, anziché potenziare e intervenire con attività di prevenzione e educazione ai servizi, rivolta sia agli adulti sia alle scuole, per un  rilevamento precoce di situazioni di rischio e di disagio fornendo aiuti veri, e non solo a parole, alle famiglie, si propone di modificare la medicina del territorio con  servizi sanitari offerti h24/24, 7 giorni su 7, tipico di un Pronto Soccorso, 
La buona sanità è agire prima, insomma, non è certo il “modello Bisagno” che dobbiamo perseguire. 
I dati della pediatria indicano che le famiglie e i nostri bambini non hanno bisogno, o bisogno solo, di servizi sanitari ma, anche, e soprattutto di prevenzione, di aiuti sociali e di ricostituire una nuova società, basata su valori umani che non coincidono necessariamente con interessi economici.
Dati europei e mondiali, oltre che nazionali indicano delle priorità che nessun servizio h24, o ambulanza o Pronto Soccorso o territorio trasformato in Pronto Soccorso potrà mai affrontare. Anzi, visto che in Sanità l’offerta condiziona la domanda, si rischia di indurre ulteriori bisogni e di non avere sufficienti risorse per la prevenzione. 
I dati ci confermano che investire risorse nei bambini e negli adolescenti, aiutando le famiglie, porterà benefici economici e sociali, oltre a migliorare le condizioni sanitarie. La nuova strategia OMS prevede lo sviluppo di piani per affrontare le questioni prioritarie, quali mortalità, maltrattamento e disturbi mentali, promozione dello sviluppo del bambino in età precoce, prevenzione del sovrappeso, dell’obesità, degli incidenti e dei rischi ambientali. 

La nuova strategia per la salute di bambini e degli adolescenti è stata richiesta dai Ministri della Salute dei 53 Paesi della Regione europea dell’OMS, di cui costituiscono l’organo deliberativo (Comitato Regionale OMS) e ha come priorità la risoluzione di questi problemi che affliggono ogni Paese  a livello mondiale:
    oltre il 10% degli adolescenti vanno incontro a qualche tipo di problema di salute mentale;
    il maltrattamento intrafamigliare nelle sue varie forme è in aumento (fisico, psichico, sessuale, assistito ecc.);
    il fumo di tabacco e alcol è una emergenza tra i giovani;
    in media, un bambino su tre tra i 6 e i 9 anni è sovrappeso o obeso, con  conseguenze note per lo sviluppo di condizioni croniche. (tra i paesi dell’OCSE l’Italia è al secondo posto come percentuale di bambini sovrappeso e/o obesi);
    il 25% dei ragazzi e ragazze ha avuto esperienza di rapporti sessuali completi all’età di 15 anni, in oltre un terzo dei casi senza protezione; 
    danni da inquinamento (tra cui l’”epidemia” di autismo e aumento dei tumori in età pediatrica e non solo);
    gli incidenti  che rappresentano  la causa maggiore di decesso in molti Paesi e, in tutti i Paesi, dall’adolescenza in poi. Al primo  posto quelli  stradali (39%) seguiti da annegamento e soffocamento da corpo estraneo;
    i nuovi rischi legati alla  diffusione delle tecnologie digitali legati al loro uso inappropriato, particolarmente rilevanti nel campo della salute mentale. 
Aggiungiamo che l’Italia detiene il primato negativo , tra i paesi OCSE, per minor attività fisica nell’età 11-15 anni.

Come vedete il “modello Bisagno” per la salute dei nostri figli non risolverà questi problemi, anzi. 

Alberto Ferrando
Presidente Associazione Pediatri Liguri (APEL)


Prof. Dott. Alberto Ferrando
Pediatra di famiglia
Cellulare 3388687583
Prof. a contratto in Pediatria ambulatoriale
Presidente Ass. pediatri Liguri (APEL)
Vice Presidente SIP LIGURE
Istruttore BLSD lattante, bambino, adulto
Formatore Corsi di Primo Soccorso Pediatrico