lunedì 6 luglio 2015

MORTI DA INCIDENTI DA TRAFFICO: DIPENDO DA NOI E POTREBBERO CAPITARE A TUTTI. GUIDATE CON COSCIENZA E RESPONSABILITA'

MORTI DA INCIDENTI DA TRAFFICO: DIPENDO DA NOI E POTREBBERO CAPITARE A TUTTI. GUIDATE CON COSCIENZA E RESPONSABILITA'
Vi segnalo un film da vedere insieme ai figli per insegnare a loro e a VOI/NOI adulti. Sugli incidenti da traffico: "Young Europe". Ogni giorno inEuropa muoio 100 persone da incidenti da traffico...per "guadagnare 1 minuto" si perde una vita.
Mi appello a voi genitori perché, nel finale del film una ragazza dice che i giovano con l'esempio  che hanno diventeranno come noi. E' un messaggio ricorrente e ...guardate e chiedete intorno a voi: c'è qualcuno che non abbia avuto o non conosca gente che ha avuto un incidente d'auto??? E da chi dipendono??? Solo da noi e dal nostro comportamento. Rimando anche un richiamo alle cinture di sicurezza e attenzione ai pedoni ad attraversare la strada e al pericolo dei telefonini e degli ipod ecc.
Qui sotto il film che potete scaricare, gratis, da youtube: https://www.youtube.com/watch?v=QtI_SHUt-ys



IL PRANZO DELLA DOMENICA E DI TUTTI I GIORNI E L'ADOLESCENZA

IL PRANZO DELLA DOMENICA E DI TUTTI I GIORNI E L'ADOLESCENZA
Quanto dico appare ovvio: i bambini hanno bisogno della famiglia e anche l’adolescente ha bisogno della famiglia anche se  si ribella e sfida i genitori.  Anzi, soprattutto l’adolescente ha bisogno di affetto, anche se fa il gradasso e ignora o sfida i genitori, ha bisogno di essere considerato ed ascoltato anche se sembra il contrario .
L’adolescenza è il periodo dei cambiamenti, cambia il fisico, cambia il modo di pensare. Desideri di autonomia e, a volte, rimpianti di crescere. Si creano e si accentuano conflitti con i genitori che a volte cedono alle richieste. Ma i ragazzi anche, e soprattutto, in questo periodo hanno bisogno di regole, vere, basate non sulla imposizione ma sull’esempio dei genitori. Regole che verranno contestate e criticate e, per sfida trasgredite  anche, paradossalmente, e forse più spesso, da utilizzare per definire la propria identità coi propri pari.
Appare il bisogno assoluto di disporre di padri e madri “maturi” e consci del proprio ruolo per un confronto continuo. L’adolescente ha  un immenso bisogno della famiglia, che contesta,  e dei suoi rituali, che cerca di non rispettare. Tra questi rituali c’è il pranzo della domenica, il pranzo di Natale coi nonni ma anche, semplicemente, il pranzo di tutti i giorni. Il pranzo in famiglia: una occasione spontanea per stare insieme, esprimere sentimenti, per raccontare di sé, anche per litigare, ma che  aiuta genitori e figli a conoscersi meglio, a credersi in un progetto condiviso: in concreto, a sentirsi meno soli al mondo. E che, stando ormai a innumerevoli studi, come quelli riproposti in una recentissima metanalisi (Harrison ME, et al. Systemic review of the effects of family meal frequency on psychological outcomes in youth. Can Fam Physician 2015;61:e96-106), protegge l’adolescente dal rischio di malattie mentali, devianze e abuso di sostanze; aiuta i ragazzi a superare momenti di grave crisi (come nel caso di bambini e adolescenti vittime di
bullismo e di ciberbullismo) e favorisce comportamenti alimentari corretti ed efficaci nella prevenzione dell’obesità.
Non ci sono dubbi quindi, è la scienza che ce lo viene a dire (come spesso succede quando gli uomini hanno perso il senso comune):
i pranzi in famiglia sono un toccasana per la salute dell’adolescente.
Il pediatra deve  trovare il tempo e i modi, nel proprio ambulatorio, per prescrivere di più: STARE IN famiglia rispettando i propri ruoli e le regole che si debbono dare
(Tratto da Medico e Bambino, Aprile 2015, Ventura)


sabato 4 luglio 2015

TROPPI CESAREI E POCA ANALGESIA SURANTE IL PARTO IN ITALIA

TROPPI CESAREI E POCA ANALGESIA SURANTE IL PARTO IN ITALIA
Cari Genitori

Siamo il paese Europeo con il maggior numero di parti per taglio cesareo (TC). Nel mondo ci supera solo il Messico e la Turchia.
Siamo ad una media del 37% mentre l'Organizzazione Mondiale della Sanità indica una percentuale massima del 15%. In Campania addirittura si arriva, nelle Cliniche Private, al 72% di cesarei!!!! 
In alcuni casi si ricorre al cesareo per il dolore perché non viene offerta una analgesia durante il parto.  
Inoltre 'affermazione “se hai fatto un cesareo devi rifarlo”, assolutamente non fondata sul piano medico, corrisponde tuttavia a un comportamento molto diffuso. 
L TEMA E' MOLTO AMPIO MA ALLA BASE DEVE ESSERCI UN RISPETTO DELLA FISIOLOGIA E UNA DEMEDICALIZZAZIONE DI UN EVENTO CHE DOVREBBBE COME PRIMA COSA ESSERE CONSIDERATO UN EVENTO FISIOLOGICO E NON UNA PATOLOGIA. QUESTO UNITO AD UNA CORRETTA COMUNICAZIONE E RISPETTO DELLA PERSONA
Trovate l'articolo e i dati a questo link: https://www.dropbox.com/s/aid1laxy2khpuzs/Parto%20e%20dolore%20Taglio%20cesareo.pdf?dl=0
Tenete inoltre conto che che il tasso di mortalità e grave morbilità materna  aumentano, a seguito di taglio cesareo, rispettivamente di 3-5 volte (il tasso di mortalità) e di 7 volte (quello di grave morbilità). Inoltre la durata della  degenza di 2-3 giorni del parto naturale -anche con analgesia epidurale- passa a 5-7 con il cesareo.
"È senz!altro da notare che la scelta di praticare un taglio cesareo, al di là delle ragioni specifiche di singoli interventi, sia ascrivibile a una sorta di “prassi di semplificazione delle procedure” che varia non solo da territorio a territorio, ma anche, nello stesso territorio, da struttura a struttura.
Serena Donati, ricercatrice dell!Istituto Superiore di Sanità, sostiene che “nel nostro Paese si pratichi un numero di tagli cesarei non riconducibile né alle caratteristiche della popolazione, né alla diversa frequenza di indicazioni mediche per problemi materni
o fetali”. Le cause “non cliniche” avrebbero dunque un peso rilevante nella decisione di effettuare un parto chirurgico. Tra queste cause Donati cita, oltre alle carenze strutturali e organizzative dei centri nascita, anche la paura dei contenziosi medico-legali che, “insieme a una progressiva ridotta competenza del personale sanitario nel gestire la fisiologia
della gravidanza e del parto, promuove il cesareo come pratica difensiva”. 

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giovedì 2 luglio 2015

MENSE SCOLASTICHE E BAMBINI: FARLI MANGIARE BENE DIPENDE DA NOI. LETTERA DI UNA MAMMA

Cari Genitori
Qui sotto la lettera di una mamma preoccupata del cibo (qualità e tipo) che viene somministrato ai bambini. ne abbiamo già parlato e ci torneremo. Intanto i genitori di Rete Commissioni mensa a Genova (gruppo Facebook: https://www.facebook.com/ReteCommissioniMensaGenova?fref=ts) si stanno dando notevolmente da fare con il Comune. Intanto Vi lascio alla lettura di questa lettera e ..parliamone
Alberto Ferrando
.........Questa mail mi dà lo spunto per parlarti di una questione per me molto urgente: spererei proprio che almeno in asili e mense scolastiche non ci fossero i wurstel!!
Forse mi giudichi esagerata ma ti assicuro che non sono ortoressica :) Nel weekend e nelle occasioni speciali via libera a cibi "spazzatura", agli sgarri ecc ma durante la settimana e  maggior ragione a scuola pretendo un regime alimentare sano.
Alice da settembre andrà alla scuola materna e l'ho iscritta a un comunale con mensa interna. Alessandro invece andrà ad un nido privato sempre con mensa interna  e con menù approvato dalla ASL. Ho guardato entrambi i menù e devo dire che sono molto delusa, c'è carne almeno tre volte la settimana (in quello del privato una settimana addittura carne da lunedì a giovedì e venerdì pesce). 
Ho guardato la provenienza delle carni, alcune (ad esempio il tacchino e il maiale) vengono da allevamenti nazionali o CEE. Ma perchè devo dare ai miei figli il tacchino che viene dalla CEE??? Ma un pò di carne bio no?? Una volta alla settimana e ce ne sarebbe d'avanzo credo. E perchè c'è solo pasta o riso? Ma gli altri cereali? E poi gli insaccati no... già la sera le mamme li ingozzano di teneroni aia e speedy pizza findus... Vogliamo dare del cibo a forma di cibo!? E non sempre dei trasformati??

Scusa la sfogo...., non voglio improvvisarmi nutrizionista e fare la spocchiosa ma proprio non capisco perchè proprio nella scuola che dovrebbe educare le nuove generazioni si cada in queste contraddizioni. Istituzioni, medici e media ci dicono che stiamo diventando tutti obesi, che mangiamo male e che inquiniamo troppo e poi proprio ai bambini e nelle scuole diamo sempre le stesse cose e per di più dentro le vaschette di plastica...

Al momento ho iscritto entrambi i bambini con richiesta di menù vegetariano, la carne gliela darò io.
Ho parlato con la commissione mensa e devo dire che sono stati molto gentili, mi hanno detto che esiste una commissione genitori e che sono ben contenti di ricevere nuove proposte.
Anche il menù sta cambiando, quest'anno si avrà anche il farro nella minestra e mi hanno detto che lentamente si sta tornando alle posate di acciaio. (Sul capitolo ecologia potrei poi aprirti un altro libro ma ora non voglio andare fuori tema). L'unica cosa che mi ha lasciato un pò perplessa è che mi hanno spiegato che siccome quest'anno parte il nuovo menù che sarà in vigore per due anni, le prime sei settimane saranno di prova e quindi le pietanza "non gradite" verranno sostituite. Ecco io in questo caso sono in disaccordo perchè ovvio che se presenti una cosa nuova i bambini la rifiuteranno. Una seconda volta magari la asseggerebbero e una terza la mangerebbero. Esempio... quest'anno ci ho messo tre giorni a convincere Alice a mangiare le albicocche (di cui peraltro va matta), perchè siccome le dò solo frutta e verdura di stagione, da una stagione all'altra non se le ricorda e, crescendo, diventa scettica quando vede una cosa nuova. Per questo sono convinta che sin dall'asilo (e dal nido) sia importante abituare i bambini a mangiare vario.

Ti allego per conoscenza il menù dell'asilo dove finora andavano i miei bimbi (purtroppo per questioni logistiche devo spostarli). Un venerdì sì e uno no una mamma con DHCCP cucinava vegano. Ti assicuro che tutti i bambini mangiavano volentieri. E l'asilo non era frequentato da figli di fricchettoni che si nutrono di alghe! 
Insomma tutto questo per dirti che come me ci sono altre mamme un pò sconcertate e volenterose di collaborare e che quindi se c'è un modo per far sentire la nostra voce in maniera proattiva e costruttiva noi ci siamo! 

PUNTURA DI ZECCA: COSA FARE E COSA NON FARE:

PUNTURA DI ZECCA: COSA FARE E COSA NON FARE:
VI PREGO: non torturate la zecca per rimuoverla. SE SOFFOCA E SOFFRE RIGURGITA ED ELIMINA MATERIALE CHE POTREBBE ESSERE INFETTO!!! 
NON DATE ANTIBIOTICO!!!!
Rimozione della zecca:
            ‪la zecca deve essere afferrata con una pinzetta a punte sottili, il più possibile vicino alla superficie della pelle, e rimossa tirando dolcemente cercando di imprimere un leggero movimento di rotazione ‪durante la rimozione bisogna prestare la massima attenzione a non schiacciare il corpo della zecca, per evitare il rigurgito che aumenterebbe la possibilità di trasmissione di agenti patogeni
            ‪disinfettare la cute prima e dopo la rimozione della zecca con un disinfettante non colorato. Dopo l’estrazione della zecca sono indicate la disinfezione della zona (evitando i disinfettanti che colorano la cute)
            ‪Cosa non fare


            ‪Non utilizzare mai per rimuovere la zecca: alcol, benzina, acetone, trielina, ammoniaca, olio o grassi, né oggetti arroventati, fiammiferi o sigarette per evitare che la sofferenza indotta possa provocare il rigurgito di materiale infetto.

mercoledì 1 luglio 2015

Cari genitori sono stato bocciato. Resilienza

Cari genitori  sono stato bocciato. Resilienza

La maggioranza dei ragazzi  esulta per la promozione, l’altra, la minoranza, si dispera per la prospettiva di dover ripetere l'anno scolastico o, alla meglio, di dover passare le vacanze a studiare per cercare di riparare i debiti.
Ma il dramma del risultato non viene vissuto negativamente solo dai ragazzi ma anche dalla famiglia che si trova davanti a un  risultato che non  era quello auspicato. A volte viene vissuto da entrambi come un'ingiustizia, a volte come una sconfitta, a volte come un vero e proprio dramma.
Ma cosa si può fare di fronte ad una bocciatura?
Un consiglio che mi sento di dare ai ragazzi è  che a un insuccesso si sopravvive.
Anzi, a volte si cresce proprio dagli insuccessi e aumenta la capacità di reagire, nella vita, ad eventi avversi. Aumenta la così detta resilienza*
Tenete a mente che molte persone, anche di successo, hanno avuto in parecchi casi storie di insuccessi alle spalle, soprattutto dal punto di vista scolastico: quello che è importante è imparare da una delusione a cambiare il proprio atteggiamento, cercando di credere nelle proprie capacità e tenendo a mente che quanto fate, principalmente lo fate per voi stessi e per il vostro futuro.
UTILE parlare con i propri insegnanti per capire fino in fondo il loro punto di vista e utilizzarlo come guida l'anno successivo. A volte bastano piccoli cambiamenti per ottenere un buon risultato!
Cercate di avere  un colloquio con i professori anziché lo scontro, cercando di approfondire i perché di una bocciatura anziché liquidarla come un "colpo basso" della scuola. Ma non solo! Cercare di non fare un gravissimo errore che è quello  di screditare la figura dell'insegnante e il valore del suo giudizio davanti ai figli che, in questo modo, si sentiranno legittimati a pensare che in fondo "è colpa dell'insegnante che non sa fare il suo mestiere" e troveranno in questo modo l'alibi per evitare di fare una riflessione seria sulle loro responsabilità.
Se è vero, infatti, che può capitare di non condividere la valutazione di un insegnante, è altrettanto vero che l'azione educativa degli adulti deve essere compatta e, mirare a fare in modo che il ragazzo prenda coscienza delle sue responsabilità e riconosca eventuali errori per poter operare dei cambiamenti e, in questo modo, crescere.

Solo in questo modo potrete essere di aiuto a vostro  figlio mantenendo un atteggiamento in grado di non colpevolizzarlo eccessivamente da un lato, e metterlo di fronte alle proprie responsabilità dall'altro.
Un figlio non deve prendere buoni voti solo per renderci felici: lo deve fare principalmente per se stesso, deve sentirsi orgoglioso del proprio percorso scolastico. Come genitori prima riusciamo a responsabilizzare i nostri figli e prima riusciremo a non sentirci frustrati da eventuali insuccessi e prima otterremo un processo di maturazione in loro.
* la resilienza è la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi negativi, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità.
Sono persone resilienti quelle che, immerse in circostanze avverse, riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e perfino a raggiungere mete importanti.