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martedì 26 aprile 2011

"Il bambino con il pigiama a righe" Scheda del libro a cura di Filippo Dagnino

Dopo "No", pubblichiamo la recensione di questo bellissimo e tragicissimo libro sempre sul tema del razzismo. Riteniamo importantissimo che gli adolescenti di oggi, che saranno gli adulti di domani, si confrontino sugli "orrori" del passato.


Alberto Ferrando


"IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE"


AUTORE: John Boyne


GENERE: drammatico


LUOGO E AMBIENTE: Germania, in un piccolo paesino di nome “Auscit” (cioè Aushwitz)


PERSONAGGI PRINCIPALI: Bruno, Shmuel, il padre di Bruno e la madre di Bruno


LINGUAGGIO: narrativo




BREVE TRAMA: Siamo nella Seconda guerra mondiale, in Germania. Il dittatore tedesco Adolf Hitler sta elaborando la “soluzione finale” per eliminare gli ebrei d’Europa nei campi di sterminio. La storia parla proprio di questa distruzione vista attraverso gli occhi di Bruno, un bambino tedesco di nove anni. Suo padre è un importante ufficiale al servizio del Fùhrer e contribuisce al massacro degli ebrei.


Un giorno i genitori annunciano a Bruno e a sua sorella Gretel, ovvero il Caso Disperato, che ci sarà un trasloco e che dovranno lasciare la loro bella e grande casa berlinese a cinque piani per trasferirsi ad “Auscit”, una piccola località tedesca vicino a Berlino. Bruno è molto arrabbiato e irritato a causa del trasloco perché perde i suoi tre amiconi, i suoi nonni e la scuola che ha sempre frequentato.


La madre, però, lo rassicura dicendogli che, ad Auscit, resteranno solo per un paio di mesi. In realtà, il lavoro del padre di Bruno è il motivo per cui sono lì: egli, infatti, lavora nel campo di concentramento e di sterminio proprio accanto alla loro squallida casupola. La stanza da letto di Bruno ha una finestra che dà sul campo dal terreno sabbioso e brullo ed egli si affaccia sempre a vedere quelle curiose persone con un pigiama a righe che lavorano tutte insieme nel campo. Quando domanda alla mamma chi sia tutta quella gente, lei gli risponde che sono dei semplici contadini che lavorano la terra e che comunque lui non deve avvicinarcisi. Un giorno, però, Bruno, di nascosto, decide di fare una piccola “esplorazione”e va a vedere i “contadini che lavorano la terra”all’interno di quello strano campo circondato da un reticolato di filo spinato. Incontra Shmuel, un bambino ebreo della sua stessa età, dall’altra parte del reticolato, e incominciano a parlare. Diventano amici e decidono di incontrarsi ogni giorno, di nascosto. Bruno, per la prima volta ad Auscit, è davvero felice. Il destino, però, è in agguato: Shmuel viene internato nelle “docce” (camere a gas) del campo di sterminio insieme ad altri ebrei, e con lui va anche Bruno. I tedeschi scambiano Bruno, incosciente di quello che sta per accadere, per un ebreo e quando suo padre arriva è troppo tardi.




MESSAGGIO DELL’AUTORE: Il messaggio dell’autore è molto semplice: spinge il lettore a riflettere sul valore dell’amicizia che nasce tra Bruno e Shmuel.


Due bambini, uno tedesco e l’altro ebreo, che, sebbene siano separati da quel filo arrugginito, riescono a vivere con ingenuità ed innocenza quella tragedia orribile.


Ma il libro non è solo questo: è il ricordo della guerra e della shoha, uno sterminio di dimensioni inimmaginabili. E’ anche il rapporto difficile tra genitori e figli che non si capiscono ed è infine il cambiamento della vita che costringe un bambino ad andarsene dalla sua città per seguire il padre per un lavoro che a lui non è stato spiegato.


Una “favola” scritta per far riflettere le generazioni future su tante tematiche.






GIUDIZIO E COMMENTO PERSONALE: Una storia drammatica, intensa, che ti rapisce in un dramma sempre contemporaneo: il prezzo che pagano gli innocenti per gli sbagli e le colpe dei più “grandi”.


La commovente storia di un’amicizia finita male, ma che rappresenta, forse, la speranza e la felicità tra tanto dolore.


Tuttavia un solo quesito resta irrisolto alla fine del libro: perché, nonostante la consapevolezza degli orrori del passato, si continua a perpetuare l’odio e la violenza contro altri essere umani come noi?*****



25 commenti:

  1. Non ho letto il libro, ho visto il film e a stento sono riuscita ad arrivare alla fine..E' giusto non dimenticare gli orrori della guerra, ma quanta fatica pensare che quelle scene rappresentano la realtà di quegli anni

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    1. Queste cose non si dovranno ripetere mai più. Spero che rimangano soltanto un brutto ricordo

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  2. anche io ho guardato il film e non ho letto il libro (e mi fermo a pensare visto che ovviamente invece filippo ha letto il libro e probabilmente non ha visto il film) e mi si è gelato il cuore quando ho visto la dolcezza del bimbo ebreo e di bruno che decide di aiutarlo a ceracare il suo papà...mi sono commossa...doveva essere tremendo per quella gente e pensare alle mamme che oltre ad avere paura per loro dovevano convivere con il terrore per vita dei loro figli...da quando sono mamma vedo tutti questi film sotto una luce ancora diversa

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  3. Anch'io, da quando sono mamma, vedo questi film sotto una luce particolare e alcune scene non riesco nemmeno a vederle.. ma forse fissare nella mente certe immagini ci aiuta a vigilare meglio affinchè certi orrori non si ripetano

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  4. io ho letto e visto il film secondo me questo episodio non va scordato e dobbiamo averlo sempre accanto perche non deve succedere piu
    insomma gli errori dovrebbero aiutarci a migliorare il mondo

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    1. Io ho letto il libro ed è emozionante e allo stesso tempo triste. Non riesco nemmeno a pensare che queste cose in passato ci sono state realmente. Hitler è uno stronzo. Scusate ma sono troppo arrabbiata

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  5. è molto bello, film e libro... la storia mi ha fatto pensare molto e alla fine mi è scesa una lacrima....

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  6. molto bello, mi ha fatto pensare e piangere

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  7. ho appena finito di leggere il libro e mi viene in mente solo una cosa: tenerezza... vi lascio sott'intedere cosa significa

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  8. Io ho letto il libro ed e veramente commovente ;(

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  9. Ho 14 anni ed ho visto il film, ma non ho ancora letto il libro! Ci sono delle scene che secondo me dobbiamo tenere a mente, per evitare, un indomani, di fare un altra guerra e uccidere così brutalmente gente innocente! (Ebrei, omosessuali ecc.. tutti hanno il diritto di vivere)!

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  10. io ho visto il film e ho letto il libro molto belli e pieni di significato.

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  11. io ti stimo john boyne per il tuo romanzo a comosso molte persone

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  12. ciao io sto bn mi è piaciuto il libro è bellissimo spero ke l'avrete letto in tanti!!!!!!!!

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  13. il libro lo incominciato a leggerlo e mi piace davvero

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  14. io sn una 13enne e letto il libro ed è molto bello xke parla di un amicizia che anche finisce male porta un messaggio. <3

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  15. Io sono un' insegnante, ma prima di tutto un genitore.Ho visto il film e con i miei alunni letto e commentato il libro.La scuola deve essere il tempio dove far interiorizzare ai futuri adulti tutti quei valori necessari a far si che nella società di domani non si ripetano atrocità dovute all'esaltazione di menti malate...

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  16. Auschwitz è un campo di sterminio vicino alla citta Oświęcim e si trova in Polonia, non in Germania e sicuramente non vicino a Berlino. Lo si può anche capire dal momento in cui l'autore dice che il viaggio da Berlino è stato molto lungo e da uno dei dialoghi di Bruno con Shmuel, dove il bambino ebreo afferma che si trovano in Polonia. A parte questo, la scheda è fatta molto bene.

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    1. Voglio solo fare una precisazione... probabilmente in quel tempo Auschwitz era ancora tedesca... Con la fine della seconda guerra Mondiale è stata ceduta la Prussia orientale e una parte del territorio tedesco come danni di guerra. Il confine della Polonia attuale è a 35 km da Berlino... A parte questa precisazione... il film lo ritengo geniale... il messaggio è sconvolgente: chi fa del male agli altri... riceverà in pari entità lo stesso dolore procurato agli altri...

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  17. io ho 16 anni...
    da sempre le battaglie vengono rappresentate nei teatri, fin dagli antichi greci e forse ancora prima se la memoria non m'inganna.
    potrei immaginare che un bambino non sia a conoscenza di certe cose ma come accade ora, anche se nella forma più ambigua, le informazioni ci arrivano! forse la completa ignoranza dell'ambiente tedesco da parte di Bruno è leggermente ambigua... non dico impossibile.
    tutto sommato nel libro si sente di più la psico di Bruno. invece nel film, azzarderei dire che la trama riguarda più largamente l'intera famiglia.
    perciò il film e il libro hanno due ruoli davvero importanti quanto diversi.
    il primo è scritto davvero bene e per il secondo la regia ha fatto un celebre lavoro. nel film è incidente secondo me la parte dei dialoghi, si nota molto che spesso ci sono momenti di silenzio che iniziano a liberare adrenalina nel sangue.
    in conclusione direi che il libro lo analizzerei nelle parti e ne trarrei conclusioni morali sulla shoha invece il film lo utilizzerei come immediata dimostrazione di ciò che poco più di sessanta anni fa è successo.. in Germania come in Italia.

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  18. Veramente ricco di significato e commovente. L'autore è riuscito nel suo scopo e la sua storia colpisce dritta nel cuore

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