Se questo si realizzasse si avrà diritto al pediatra fino a 6 anni e poi passa alle cure del medico di medicina generale.
Dal Messaggero di oggi
Alberto Ferrando
I bambini potrebbero perdere il loro pediatra già al compimento del settimo anno di età anno. Da quel momento alla loro salute ci dovrebbero pensare i medici degli adulti. Una proposta del ministro alla Salute che modificherebbe l’attuale legislatura. Ora i genitori, al compimento del settimo anno di età del figlio, possono scegliere di trasferire il figlio dal medico di famiglia. Se la proposta del Ministro diventasse legge, al settimo anno l’addio al pediatra sarebbe obbligatorio. Dal pediatra i bambini ora possono restare al massimo fino a 14 anni che diventano 16 anni nel caso di ragazzi con malattie croniche.
I pediatri: scelta sbagliata. «L’80% dei pazienti tra 7 e 14 anni sono in carico ai pediatri, apprezzati per i loro lavoro non significa solo prescrivere medicine ma impostare il bambino dal punto di vista nutrizionale, seguirlo nella crescita fino ai problemi dell’adolescenti toccando tutti gli aspetti sociali e non solo della salute - commenta Claudio Colistra, uno dei segretario nazionali e segretario romano della Fimp (Federazione italiana medici pediatri) e segretario dell’Ordine dei medici di Roma -. L’assistenza del pediatra è ben altra cosa e basterebbe pensare che la nostra figura è una sorta di tutore del bambino. Obbligare i genitori a portare i figli più piccoli dal medico per gli adulti potrebbe essere una scelta sbagliata».
La proposta del Ministro. La proposta è stata avanzata in sede tecnica ministeriale ed è contenuta nella bozza di Riordino delle Cure Primarie del ministro della Salute, Renato Balduzzi, e della Conferanza Stato-Regioni in vista del prossimo Patto per la Salute secondo la quale l’assistenza pediatrica di base viene ridimensionata al solo periodo 0-6 anni. «I medici di medicina generale, che garantiscono all’adulto un livello molto elevato di assistenza, sono meno esperti dei pediatri in materia di bambini per il semplice motivo che ormai da 50 anni non se ne occupano più», sottolinea Alberto Ugazio, presidente della Sip (Società italiana di pediatria), primario del Bambino Gesù. «Pensiamo, ad esempio - spiega Ugazio - al dosaggio dei farmaci che per gli adulti è unico, mentre per i bambini è legato ai kg di peso o alla superficie corporea».
Si cambia perché l’assistenza italiana non è uniforme. Nella proposta sotto accusa, al punto 10 del capitolo cure primarie, si legge che “l’assistenza della Pediatria di libera scelta non è garantita in modo uniforme su tutto il territorio nazionale” e che «vanno quindi modificate le norme convenzionali che regolano i parametri relativi agli assistiti in carico, prevedendo di assegnare ai Pediatri di libera sceltaunicamente i bambini da 0 a 6 anni».
Lo smantellamento di un sistema di assistenza. Protestano anche gli specialisti dellaConfederazione italiana pediatri (CIPe) perché secondo loro la proposta va verso lo «smantellamento del sistema di assistenza pediatrica territoriale. Serve un incontro per poter scongiurare manovre sciagurate che potrebbero recare seri danni alla salute dei bambini e degli adolescenti».
Domenica 29 Gennaio 2012 - 20:29
Dal Messaggero di oggi
Alberto Ferrando
I bambini potrebbero perdere il loro pediatra già al compimento del settimo anno di età anno. Da quel momento alla loro salute ci dovrebbero pensare i medici degli adulti. Una proposta del ministro alla Salute che modificherebbe l’attuale legislatura. Ora i genitori, al compimento del settimo anno di età del figlio, possono scegliere di trasferire il figlio dal medico di famiglia. Se la proposta del Ministro diventasse legge, al settimo anno l’addio al pediatra sarebbe obbligatorio. Dal pediatra i bambini ora possono restare al massimo fino a 14 anni che diventano 16 anni nel caso di ragazzi con malattie croniche.
I pediatri: scelta sbagliata. «L’80% dei pazienti tra 7 e 14 anni sono in carico ai pediatri, apprezzati per i loro lavoro non significa solo prescrivere medicine ma impostare il bambino dal punto di vista nutrizionale, seguirlo nella crescita fino ai problemi dell’adolescenti toccando tutti gli aspetti sociali e non solo della salute - commenta Claudio Colistra, uno dei segretario nazionali e segretario romano della Fimp (Federazione italiana medici pediatri) e segretario dell’Ordine dei medici di Roma -. L’assistenza del pediatra è ben altra cosa e basterebbe pensare che la nostra figura è una sorta di tutore del bambino. Obbligare i genitori a portare i figli più piccoli dal medico per gli adulti potrebbe essere una scelta sbagliata».
La proposta del Ministro. La proposta è stata avanzata in sede tecnica ministeriale ed è contenuta nella bozza di Riordino delle Cure Primarie del ministro della Salute, Renato Balduzzi, e della Conferanza Stato-Regioni in vista del prossimo Patto per la Salute secondo la quale l’assistenza pediatrica di base viene ridimensionata al solo periodo 0-6 anni. «I medici di medicina generale, che garantiscono all’adulto un livello molto elevato di assistenza, sono meno esperti dei pediatri in materia di bambini per il semplice motivo che ormai da 50 anni non se ne occupano più», sottolinea Alberto Ugazio, presidente della Sip (Società italiana di pediatria), primario del Bambino Gesù. «Pensiamo, ad esempio - spiega Ugazio - al dosaggio dei farmaci che per gli adulti è unico, mentre per i bambini è legato ai kg di peso o alla superficie corporea».
Si cambia perché l’assistenza italiana non è uniforme. Nella proposta sotto accusa, al punto 10 del capitolo cure primarie, si legge che “l’assistenza della Pediatria di libera scelta non è garantita in modo uniforme su tutto il territorio nazionale” e che «vanno quindi modificate le norme convenzionali che regolano i parametri relativi agli assistiti in carico, prevedendo di assegnare ai Pediatri di libera sceltaunicamente i bambini da 0 a 6 anni».
Lo smantellamento di un sistema di assistenza. Protestano anche gli specialisti dellaConfederazione italiana pediatri (CIPe) perché secondo loro la proposta va verso lo «smantellamento del sistema di assistenza pediatrica territoriale. Serve un incontro per poter scongiurare manovre sciagurate che potrebbero recare seri danni alla salute dei bambini e degli adolescenti».
Domenica 29 Gennaio 2012 - 20:29
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