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lunedì 25 maggio 2015

SFIDE DEGLIA ADOLESCENTI E CAMBIAMENTO DELLA SOCIETA'

Le sfide estreme lanciate su Internet dagli adolescenti

L'esempio del famoso secchio di acqua ghiacciata sulla testa per un'associazione caritativa, di moda la scorsa estate  ne è una versione bonaria. Ma da qualche anno, migliaia di giovani di tutti i paesi, in maggioranza ragazzi, si filmano mentre rispondono in modo vivace a bravate sempre più pericolose, pubblicando le loro "prodezze" su Internet.
All'inizio si  trattava di sfide che avevano il sapore di quelle lanciate tra i compagni durante la ricreazione scolastica, come pronunciare "Chubby Bunny" riempiendosi il più possibile la bocca di marshmallow, oppure il vecchissimo” gioco” (si faceva giàai miei tempi quando ero giovane, ma ora lo filmano e si posta su youtube, di piantare il più velocemente possibile un coltello tra le falangi delle dita, prova che ha rivelato l'esistenza su Internet dei virtuosi del genere.
In seguito, la grande ondata consisteva nell'ingurgitare prodotti che inducono il vomito, come la "Cinnamon Challenge" (sfida della cannella), che consiste nell'inghiottire un cucchiaio da minestra colmo di questa spezia, cercando di ingoiarla senz’acqua oppure di ingurgitare un casco di banane annaffiate con la soda, un miscuglio di cola e latte o di bicarbonato di sodio e aceto, filmandosi nel bel mezzo di nausee fortissime.

Queste sfide vengono rese celebri dagli appassionati di YouTube più noti, e i video più visti sono proprio quelli in cui le sfide terminano male.

All'inizio del 2014, la moda era quella della "necknomination”.  Il gioco originale richiede ai partecipanti di filmarsi mentre bevono una bottiglia di un alcolico (di solito birra) tutta d'un fiato e postano il video su Facebook. Il protagonista quindi nomina (da qui il nome del gioco) due/tre amici, taggandoli nel post, i quali dovranno fare la stessa cosa. Le persone nominate dovranno completare la "missione" entro 24 ore. Questo “drinking game”, che si è ormai diffuso in modo virale in diversi paesi, sarebbe responsabile di aver causato molte vittime in Gran Bretagna e in Irlanda.

Gli antropologi e psicologi ipotizzano che i comportamenti a rischio tendano a supplire la mancanza di “riti di passaggio” che dovrebbero sancire il passaggio dall’età infantile a quella adulta. In mancanza di tali facilitatori sociali, gli adolescenti ricorrerebbero a comportamenti sostitutivi che imiterebbero i comportamenti adulti (fumare, fare sesso, viaggiare, fare tardi alla notte, ecc.), ma non risolverebbero il problema di fondo “la conquista dell’adultità”.

Infatti, tali comportamenti a rischio non hanno il riconoscimento sociale mentre, invece, lo hanno dai compagni. In tal modo invece di sancire il passaggio all’età adulta confermerebbero il loro status di eterni adolescenti che ricorrono ad atti che placano solo momentaneamente la sete di identità, ma che la confinano in atti simbolici riconosciuti solo dalla società dei pari.

"Oggi gli adolescenti si mettono in pericolo in disparte dagli altri, si filmano e  poi ricercano l'approvazione degli altri. E’ indiscutibile che  cercare di attirare lo sguardo su di sé è un comportamento che esiste da sempre ma la differenza è che ora l'interlocutore è su Internet.
Sempre quest'anno, circola un'altra sfida sui social network, ormai divenuta virale, dal titolo "In acqua o al ristorante". Chi accetta la sfida deve trovare un modo originale per gettarsi in acqua nel giro di 48 ore e filmare la prova, oppure, se non riesce, offrire una cena fuori. Ci si tuffa nel fiume (ma anche nei laghi, in fontane, piscine gonfiabili e persino car-wash) gridando, vestendosi come a Carnevale: da indiani, supereroi, soldati. Per dar prova di coraggio, alcuni internauti si fanno passare della corrente elettrica nel corpo resistendo il più a lungo possibile oppure, ultima sfida del momento, si danno fuoco a una parte del corpo con il rischio di rimanere gravemente ustionati. A fine luglio, i giornali americani avevano raccontato il caso di un adolescente che aveva riportato ustioni di secondo grado procurate cospargendosi di alcol etilico.
"Gli adolescenti si reinventano dei riti che passano proprio attraverso la marcatura del corpo", ritiene lo psicanalista Michael Stora, fondatore dell'Osservatorio dei mondi digitali in scienze umane.
"Prima c'era lo Happy slapping, in cui i giovani si filmavano mentre schiaffeggiavano qualcuno, oppure mentre picchiavano un insegnante. In questo caso, l'elemento nuovo è l'autoaggressività accompagnata da una ricerca dello scoop, dell'immagine choc per ottenere un momento di gloria. È un modo di esistere a scapito del corpo. La marcatura del corpo rappresenta l'ultimo stadio dell'espressione.
Coloro  che offrono rappresentazioni mortali di loro stesse su Internet trovano in queste modalità  un modo per esistere.

Perché i  giovani  attuano comportamenti a rischio e cosa cercano?

    Molti  comportamenti a rischio fatti con altri coetanei ,condividendo con loro  azioni ed emozioni, costituiscono dei modi facili e tangibili per vivere la propria identità per ottenerne riconoscimento, apprezzamento  e popolarità.

    Questi gesti estremi,  compiuti con i pari hanno lo scopo di fondare il legame sociale con i coetanei, attraverso modalità ritualizzate che segnano la transizione dall’infanzia al gruppo dei ‘grandi’, che sanno osare azioni forti e talvolta trasgressive.

    All’interno del gruppo, l’adolescente non avverte soltanto l’esigenza di agire in conformità agli altri adolescenti, imitandoli, ma anche di confrontarsi  con loro per affermare se stesso. Ciò può portare gli adolescenti ad impegnarsi in una sorta di gara più o meno dichiarata, nella quale ogni individuo, oppure ogni gruppo, cerca di emulare e superare l’altro.

    L’adolescente  mette sovente in atto dei comportamenti che hanno lo scopo di sondare le reazioni degli adulti, per valutare sin dove si può arrivare, per comprendere se i divieti sono reali, oppure se l’adulto è veramente interessato al suo comportamento.


    Molti comportamenti oppositivi e a rischio, sono messi in atto dall’esigenza di differenziare se stessi in modo visibile compiendo azioni contrarie a quelle desiderate dai genitori”

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