Le sfide estreme lanciate su Internet
dagli adolescenti
L'esempio del famoso secchio di acqua
ghiacciata sulla testa per un'associazione caritativa, di moda la scorsa
estate ne è una versione bonaria. Ma da
qualche anno, migliaia di giovani di tutti i paesi, in maggioranza ragazzi, si
filmano mentre rispondono in modo vivace a bravate sempre più pericolose,
pubblicando le loro "prodezze" su Internet.
All'inizio si trattava di sfide che avevano il sapore di
quelle lanciate tra i compagni durante la ricreazione scolastica, come
pronunciare "Chubby Bunny" riempiendosi il più possibile la bocca di
marshmallow, oppure il vecchissimo” gioco” (si faceva giàai miei tempi quando
ero giovane, ma ora lo filmano e si posta su youtube, di piantare il più
velocemente possibile un coltello tra le falangi delle dita, prova che ha
rivelato l'esistenza su Internet dei virtuosi del genere.
In seguito, la grande ondata consisteva
nell'ingurgitare prodotti che inducono il vomito, come la "Cinnamon
Challenge" (sfida della cannella), che consiste nell'inghiottire un
cucchiaio da minestra colmo di questa spezia, cercando di ingoiarla senz’acqua
oppure di ingurgitare un casco di banane annaffiate con la soda, un miscuglio
di cola e latte o di bicarbonato di sodio e aceto, filmandosi nel bel mezzo di
nausee fortissime.
Queste sfide vengono rese celebri dagli
appassionati di YouTube più noti, e i video più visti sono proprio quelli in
cui le sfide terminano male.
All'inizio del 2014, la moda era quella
della "necknomination”. Il gioco
originale richiede ai partecipanti di filmarsi mentre bevono una bottiglia di
un alcolico (di solito birra) tutta d'un fiato e postano il video su Facebook.
Il protagonista quindi nomina (da qui il nome del gioco) due/tre amici,
taggandoli nel post, i quali dovranno fare la stessa cosa. Le persone nominate
dovranno completare la "missione" entro 24 ore. Questo “drinking
game”, che si è ormai diffuso in modo virale in diversi paesi, sarebbe
responsabile di aver causato molte vittime in Gran Bretagna e in Irlanda.
Gli antropologi e psicologi ipotizzano che i comportamenti a rischio
tendano a supplire la mancanza di “riti di passaggio” che dovrebbero sancire il
passaggio dall’età infantile a quella adulta. In mancanza di tali facilitatori
sociali, gli adolescenti ricorrerebbero a comportamenti sostitutivi che
imiterebbero i comportamenti adulti (fumare, fare sesso, viaggiare, fare tardi
alla notte, ecc.), ma non risolverebbero il problema di fondo “la conquista
dell’adultità”.
Infatti, tali comportamenti a rischio non hanno il riconoscimento sociale
mentre, invece, lo hanno dai compagni. In tal modo invece di sancire il
passaggio all’età adulta confermerebbero il loro status di eterni adolescenti che
ricorrono ad atti che placano solo momentaneamente la sete di identità, ma che
la confinano in atti simbolici riconosciuti solo dalla società dei pari.
"Oggi
gli adolescenti si mettono in pericolo in disparte dagli altri, si filmano
e poi ricercano l'approvazione degli
altri. E’ indiscutibile che cercare di
attirare lo sguardo su di sé è un comportamento che esiste da sempre ma la
differenza è che ora l'interlocutore è su Internet.
Sempre quest'anno, circola un'altra
sfida sui social network, ormai divenuta virale, dal titolo "In acqua o al
ristorante". Chi accetta la sfida deve trovare un modo originale per
gettarsi in acqua nel giro di 48 ore e filmare la prova, oppure, se non riesce,
offrire una cena fuori. Ci si tuffa nel fiume (ma anche nei laghi, in fontane,
piscine gonfiabili e persino car-wash) gridando, vestendosi come a Carnevale:
da indiani, supereroi, soldati. Per dar prova di coraggio, alcuni internauti si
fanno passare della corrente elettrica nel corpo resistendo il più a lungo
possibile oppure, ultima sfida del momento, si danno fuoco a una parte del
corpo con il rischio di rimanere gravemente ustionati. A fine luglio, i
giornali americani avevano raccontato il caso di un adolescente che aveva
riportato ustioni di secondo grado procurate cospargendosi di alcol etilico.
"Gli adolescenti si reinventano
dei riti che passano proprio attraverso la marcatura del corpo", ritiene
lo psicanalista Michael Stora, fondatore dell'Osservatorio dei mondi digitali
in scienze umane.
"Prima c'era lo Happy slapping, in
cui i giovani si filmavano mentre schiaffeggiavano qualcuno, oppure mentre
picchiavano un insegnante. In questo caso, l'elemento nuovo è
l'autoaggressività accompagnata da una ricerca dello scoop, dell'immagine choc
per ottenere un momento di gloria. È un modo di esistere a scapito del corpo.
La marcatura del corpo rappresenta l'ultimo stadio dell'espressione.
Coloro
che offrono rappresentazioni mortali di loro stesse su Internet trovano
in queste modalità un modo per esistere.
Perché i
giovani attuano comportamenti a
rischio e cosa cercano?
• Molti
comportamenti a rischio fatti con altri coetanei ,condividendo con
loro azioni ed emozioni, costituiscono
dei modi facili e tangibili per vivere la propria identità per ottenerne
riconoscimento, apprezzamento e
popolarità.
• Questi gesti estremi,
compiuti con i pari hanno lo scopo di fondare il legame sociale con i
coetanei, attraverso modalità ritualizzate che segnano la transizione
dall’infanzia al gruppo dei ‘grandi’, che sanno osare azioni forti e talvolta
trasgressive.
• All’interno del gruppo, l’adolescente non avverte
soltanto l’esigenza di agire in conformità agli altri adolescenti, imitandoli,
ma anche di confrontarsi con loro per
affermare se stesso. Ciò può portare gli adolescenti ad impegnarsi in una sorta
di gara più o meno dichiarata, nella quale ogni individuo, oppure ogni gruppo,
cerca di emulare e superare l’altro.
• L’adolescente
mette sovente in atto dei comportamenti che hanno lo scopo di sondare le
reazioni degli adulti, per valutare sin dove si può arrivare, per comprendere
se i divieti sono reali, oppure se l’adulto è veramente interessato al suo
comportamento.
• Molti comportamenti oppositivi e a rischio, sono
messi in atto dall’esigenza di differenziare se stessi in modo visibile
compiendo azioni contrarie a quelle desiderate dai genitori”
Nessun commento:
Posta un commento