Pagine

giovedì 23 luglio 2015

DECALOGO DEL PEDIATRA E DEL GENITORE (Di Franco Panizon modificato, umilmente, da Alberto Ferrando)

DECALOGO DEL PEDIATRA E DEL GENITORE
(Di Franco Panizon modificato, umilmente, da Alberto Ferrando)
MOLTI DI QUESTI PRINCIPI LI TROVATE NEL LIBRO: "COME CRESCERE MIO FIGLIO"

1.    CERCA DI USARE bene le risorse (non esagerare in esami o terapie inutili ma non cadere nell’errore opposto) per la soluzione dei problemi dei pazienti. Ricorda: olti esami e terapie servono “per chi le vende e non per chi le prende”.

2.    Fai per i tuoi pazienti le stesse scelte che faresti per i tuoi familiari.

3.    Aggiornati costantemente (vale anche per il genitore), senza però esagerare troppo: non tutte le novità sono buone o destinate a migliorare la salute. Distinguere tra novità VERE e mode e marketing. La Sanità è anche una industria che induce bisogni per necessità economiche.

4.    Di fronte a un bambino e a un problema nuovo, scegli un approccio mirato per problemi, personalizzato per “quel” bambino. Usa pochi esami, solo se necessario e sceglili bene e conoscine a fondo il significato e le possibilità. Non si fanno esami solo per prendere tempo o per accontentare chi li richiede. Ragiona e spiga perché si debbono fare, o non fare, esami

5.    Usa pochi farmaci e conoscili bene. La risposta ai farmaci è spesso variabile da persona a persona. Prima di assumere qualsiasi farmaco (classico, naturale, “alternativo”) valuta, con il pediatra i pro e i contro.

6.     Affidati ai protocolli e alle linee guida scientifiche e non a impressioni o a pareri di maghi o ciarlatani o apareri pubblicati su Internet. Diffida soprattutto di chi urla, minaccia, fa quadri apocalittici e aprla di megacomplotti.

7.    Usa te stesso e i tuoi stessi interventi, come strumenti per comprendere il malato e la malattia. Lo stesso vale per la mamma e il papà, e i nonni: comprensione e coccole sono una terapia per il bambino.

8.    Scrivi quello che avviene. La mente dimentica ma avere un diario dei disturbi e della malattia serve sia che venga fatto dal bambino, dai genitori o dal medico.

9.    Quando sei entrato nella vita di un malato, non lasciarlo mai a se stesso; dagli sempre la tua disponibilità, anche (o specialmente) al telefono o con le “nuove” tecnologie (Mail, Facebook, whatsup).

10.                  Cerca di modificare positivamente l’ambiente professionale nel quale operi. Per i genitori cerca di migliorare l’ambiente domestico e della comunità ove tuo figlio vive.

11.                  Undicesima raccomandazione, che vale per tutti, ma specialmente per i medici e specialmente per i pediatri:
guardare in là, quanto più in là possibile (ma non tanto in là da tradire il mestiere).
Non pensare solo all’oggi del tuo paziente; pensa, quando puoi, al suo domani (educazione, dieta, scolarità, rinforzo delle buone abitudini e dei buoni sentimenti, prevenzione “vera” ma non ossessiva, nutrizione, attività, socialità);
non pensare solo ai tuoi pazienti, ma pensa anche, senza farti accorgere, a tutti i pazienti (uso delle risorse, produzione di un pensiero collettivo);
non pensare solo ai presenti, ma pensa anche ai lontani e ai futuri (inquinamento, disparità, prevaricazione, conflitti);

ricorda che anche tu, come ciascuno (ma i dottori più di altri, e i pediatri forse più degli altri dottori), ha una minima, ma significativa responsabilità nello scrivere la cultura del nostro tempo e fa parte, quindi, della storia del mondo. Questo è il compito “politico” del nostro mestiere: ma non è separato dal singolo atto diagnostico, terapeutico, di sostegno. Ne è parte, ma come by product; ed è conseguenza e supporto della qualità del lavoro."

Nessun commento:

Posta un commento