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sabato 11 giugno 2016

ESAMI INUTILI: ESAMI PER LE INTOLLERANZE ALIMENTARI


ESAMI INUTILI: ESAMI PER LE INTOLLERANZE ALIMENTARI
Ricordo che LA SALUTE E’ ANCHE UN MERCATO che si alimenta se si fanno gli esami ai sani. Esiste anche un termine tecnico per questo: “Disease Mongering” che, tradotto, vuol dire “Guadagnare con le malattie” (Cioè alcuni guadagnano con le malattie vere o, peggio, create agli altri). Ricordo questa frase storica : "Se ti senti sano è perché non hai fatto abbastanza esami". Poi ci sono esami che risultano NON affidabili come quelli di cui parliamo: esami alternativi per le intolleranze alimentari: TRATTO DA UN ARTICOLO SULLA RIVISTA UFFICIALE DELLA Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCEO) Scaricabile qui: https://portale.fnomceo.it/fnomceo/12016+Alimentazione+e+stili+di+vita.html?t=a&id=145069
SI TRATTA DI METODICHE che, sottoposte a valutazione clinica attraverso studi controllati, si sono dimostrate prive di credibilità scientifica e validità clinica.
Pertanto non sono assolutamente da prescrivere.
È sempre più frequente il ricorso, da parte dei pazienti a test “alternativi” che si propongono di identificare con metodiche diverse da quelle basate su evidenze scientifiche i cibi responsabili di allergie o “intolleranze” alimentari. Quest’ultimo termine, nella sua accezione più rigorosa, vuole indicare ogni reazione avversa riproducibile conseguente all’ingestione
di un alimento o a componenti (proteine, carboidrati, grassi, conservanti).
Questi esami  non hanno basi scientifiche dimostrate. Pur essendo in uso da anni, non ci sono studi controllati che ne dimostrino l’efficacia. Esistono invece dimostrazioni della loro inefficacia.
Il rischio di un utilizzo indiscriminato di metodologie non comprovate, come autodiagnosi da parte del paziente o da Medici non esperti della materia, può condurre a gravi ripercussioni
sulla salute del paziente.
Si pensi ad esempio al ritardo di crescita e malnutrizione in bambini che non seguono una corretta alimentazione se privati di alimenti fondamentali, senza una reale indicazione
clinica; il mancato riconoscimento di un allergene pericoloso per la vita del paziente; ancora peggio, il rischio di un ritardo diagnostico di patologie più gravi, non riconosciute perché considerate “ intolleranze alimentari” .
Esistono test in vitro (vedi in fondo) e altri su sangue. I  test “in vitro “ sono di rapida esecuzione e rappresentano un mercato in continua espansione, e vengono offerti
al pubblico sotto nomi diversi e molto accattivanti, sia nelle farmacie che in laboratori privati o a volte anche convenzionati.
La diffusione di tali metodiche è affidata a riviste non scientifiche, Internet, a volte anche altri media; il prezzo oscilla da 70 /80 fino a 150/200 euro.

Ci sono poi esami “ sul sangue” che ingenerano nell’utente la convinzione di aver effettuato un esame diagnostico di alta affidabilità e riproducibilità. Così non è.

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