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venerdì 12 agosto 2016

MENINGITE A FRAMURA: ISOLAMENTO, PROFILASSI A CHI VA FATTA E COME

MENINGITE A FRAMURA: ISOLAMENTO, PROFILASSI  A CHI VA FATTA E COME

Cari Genitori
Da ieri, ancora prima della segnalazione ufficiale, ricevo richieste di informazioni per il “caso” di meningite verificatosi in una ragazza genovese in vacanza a Framura a cui va il mio pensiero e la preghiera per una evoluzione favorevole
COSE IMPORTANTI DA SAPERE:
Il meningococco è sensibile alle variazioni di temperatura e all’essiccamento per cui è sufficiente procedere ad una accurata pulizia degli oggetti contaminati dalle secrezioni del naso e della gola del malato e ad una prolungata aerazione degli ambienti.
Nel caso di collettività (caserme, colonie, convitti, dormitori ) o situazioni di sovraffollamento, è bene tenere separate le persone e ventilare bene gli ambienti di vita e di riposo di tutti coloro che sono particolarmente esposti all’infezione.
NON FUGGITE DALLE VACANZE E CHIEDETE AL VOSTRO MEDICO

A CHI FARE LA PROFILASSI CON ANTIBIOTICO?
 ALLE PERSONE “ad alto rischio” E va iniziata il più presto possibile.
- contatti conviventi: specialmente bambini piccoli.
- contatti dei bambini degli asili nido e contatti dei bambini di scuole materne, purché i contatti siano stati sufficientemente intimi da aver condiviso stoviglie. Nel caso degli asili nido sono considerati tali tutti i presenti, anche il personale di assistenza; nel caso delle scuole materne solo i bambini della sezione, e quelli che hanno condiviso con il caso indice il locale di riposo pomeridiano.
- Esposizione diretta alle secrezioni del paziente affetto attraverso baci, condivisione dello spazzolino da denti, delle posate.
- Soggetto che ha mangiato o dormito frequentemente nella stessa abitazione del paziente indice (in questo gruppo vanno valutate le persone che frequentano dormitori collegi, caserme e affini).
- Contatti non protetti durante intubazione endotracheale o respirazione bocca-bocca.

Persone a basso rischio: Chemioprofilassi non raccomandata
-       contatto casuale: nessuna storia di esposizione diretta alle secrezioni orali del malato, per esempio compagni di classe o di lavoro.
-       contatto indiretto: contatto esclusivamente con un contatto ad alto rischio, nessun contatto diretto con il paziente indice.
-       L’esposizione durante la frequenza di altre collettività: piscine, palestre, discoteche, etc andrà’ di volta in volta valutata con il Servizio di Igiene Pubblica, tenendo conto dell’entità del rischio, valutato in termini di intimità del contatto.

-       La probabilità di osservare casi secondari ad un primo caso di malattia meningococica è stata stimata di circa 4 su 1000 soggetti esposti nell’ambito familiare (STRETTO E PROLUNGATO CONTATTO); Nella casistica italiana il numero di casi secondari è molto basso: meno del 2% di tutti i malati notificati.
-       VANNO IDENTIFICATI I conviventi e contatti stretti nel periodo di 10 giorni precedenti l’ultimo contatto con l’ammalato a partire dalla data della diagnosi. I 10 giorni sono il tempo massimo previsto per la sorveglianza sanitaria, trascorsi 10 giorni dall’ultimo contatto, gli individui esposti non sono considerati a rischio.
-       Va avviata una stretta sorveglianza sanitaria dei contatti familiari, scolastici, di lavoro, per 10 giorni: gli individui esposti che presentino febbre devono essere subito visitati; se indicata, deve essere instaurata terapia antibiotica adeguata.

COME FARE LA PROFILASSI: SCHEMI ANTIBIOTICI
RIFAMPICINA: Lo schema consigliato è di 10 mg/Kg (massimo 600 mg) ogni 12 ore per 2 giorni per os.
Per gli adulti la dose è di 600 mg per 2 volte al giorno per 2 giorni.
(Schema alternativo, utilizzato nei casi dovuti a meningite da hemophilus influenzae: 20 mg una volta al giorno per 4 giorni si è rivelato efficace per la prevenzione della malattia da meningococco).
NOTATE: La chemioprofilassi con rifampicina va limitata ai soli casi considerati ad alto rischio; poiché il suo uso è stato associato a comparsa di ceppi resistenti, questo farmaco non è raccomandato per una profilassi di massa.
CEFTRIAXONE in singola somministrazione IM : 125 mg per i bambini di meno di 12 anni; 250 mg per quelli di più di 12 anni;
CIPROFLOXACINA 500 mg in dose singola per os; non è consigliata sotto i 18 anni e nelle donne gravide.

INFORMAZIONE SANITARIA
In caso di meningite meningococcica molta importanza riveste il ruolo di una informazione sanitaria accurata e tempestiva relativamente alla malattia ed al rischio di trasmissione.
Deve essere data ampia disponibilità alla partecipazione ad incontri collettivi (es. scuole ) o a risposte individuali (es. telefonate); in particolari casi l’immediata comunicazione delle informazioni ai media, alle scuole ed ad altri gruppi a rischio può servire a ridurre l’ansia nella comunità e contribuire a limitare le richieste di intervento a provvedimenti ragionevoli.



La meningite è da meningococco, ad oggi non si sa ancora il tipo, per cui è indicata la profilassi, con antibiotico, dei contatti ad alto rischio (vedi sopra). A distanza di pochi giorni abbiamo avuto in Italia, vari casi di meningite da meningococco:
-       Ragazza di 24 anni a Milano, morta
-       Ragazza italiana , morta a Vienna, mentre rientrava dalla Giornata Mondiale della Gioventù 2016 di Cracovia
-       Ragazza toscana ricoverata a Firenze e che aveva fatto un viaggio in aereo a e da Palermo
-       Ieri ragazza di 17 anni di Genova, in vacanza  a Framura, ricoverata a La Spezia.
La raccomandazione è di fare PROFILASSI AI CASI “A RISCHIO” (CONTATTI DIRETTI) E NON AI CONTATTI DEI CONTATTI.
Un farmaco utilizzato negli adulti è la Ciprofloxacina : UNA PASTIGLIA SOLO che NON può essere somministrato a donne in gravidanza e a ragazzi sotto ai 18 anni.
Nei bambini la RIFAMPICINA.
Per indicazioni dettagliate  e alternative vedete tabella allegata e articolo qui: http://www.apel-pediatri.it/Materiale/Profilassi%20meningite.pdf

Incidenza della meningite da meningococco (3-6 casi/1.000.000 abitanti, più bassa rispetto alla media europea di 14,5 casi ogni 1.000.000 di abitanti), con circa 180 casi segnalati ogni anno.
Una quota sempre crescente di meningococchi identificati in Italia negli ultimi anni (69%) è risultata appartenere al sierogruppo B mentre il sierogruppo C è stato identificato nel 24% dei pazienti ed la restante proporzione è divisa tra gruppo A e W135, che sono più rari.
In genere, nella popolazione generale, esiste una consistente proporzione di soggetti che sono colonizzati dal batterio nel rino-faringe, i cosiddetti portatori sani.
La prevalenza di portatori sani può oscillare entro limiti ampi, dall’1-2% fino al 15-20% della popolazione sana, salvo raggiungere livelli assai elevati (60-70%) in comunità chiuse e circostanze particolari.



SINTOMI, INCUBAZIONE, PROFILASSI –
La meningite è un'affezione acuta del sistema nervoso centrale caratterizzata dall'infiammazione delle meningi (le membrane protettive che ricoprono l'encefalo e il midollo spinale). La forma più grave pericolosa è queIla batterica, innescata dal germe del meningococco. I sintomi della meningite, comunque, sono indipendenti dall'agente che causa la malattia.
I più tipici, secondo il portale dell'epidemiologia per la sanità pubblica, includono:
- irrigidimento della parte posteriore del collo (rigidità nucale)
- febbre alta
- mal di testa
- vomito o nausea
- alterazione del livello di coscienza
-convulsioni.
PERIODO DI INCUBAZIONE - Può variare a seconda dell'agente causale e della presentazione clinica. Per la forma batterica, il periodo di incubazione della meningite va dai 2 ai 10 giorni. Per quella virale invece, il tempo è più breve e va dai 3 ai 6 giorni. La malattia è contagiosa soltanto durante la fase acuta. I 10 giorni sono il tempo massimo previsto per la sorveglianza sanitaria, tenuto conto del massimo periodo di incubazione della malattia. Chi è venuto a contatto con il soggetto colpito dalla malattia, passati 10 giorni dall'esposizione non è più considerato a rischio.

COSA FARE - Il trattamento della meningite batterica si basa soprattutto sulla terapia antibiotica. L’identificazione del batterio che causa la malattia è importante sia per orientare la terapia antibiotica di chi è stato colpito dalla malattia, sia per definire se è necessaria la profilassi antibiotica delle persone che hanno avuto contatti con la persona contagiata.

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