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domenica 21 agosto 2016

NORME DI SICUREZZA DA INSEGNARE AI NOSTRI FIGLI PER PREVENZIONE. Recensione libro “Un bambino è come un re” di Alberto Pellai

NORME DI SICUREZZA DA INSEGNARE AI NOSTRI FIGLI PER PREVENZIONE.
Recensione libro “Un bambino è come un re” di Alberto Pellai
Cari Genitori
Vi invio la recensione, DA PARTE DELLA PROF.SSACHIARA EVELLI, insegnante e  pedagogista,  di questo libro di Alberto Pellai sul tema dell’abuso. Vari consigli utili, e non solo sul tema dell’abuso. Ne sintetizzo alcuni:
  • -       Prevenire spiegando che solo i genitori (e poche altre persone) possono avere confidenza con lui (vedete la parte finale)
  • -        conoscere le strategia di sicurezza quando ci si è persi in un luogo pubblico (insegnate ai bambini indirizzo di casa e telefoni vostri e di emergenza);
  • -        sapere come chiedere aiuto in un'emergenza;
  • -        sapere come chiamare i genitori sul luogo di lavoro, la polizia, i  vicini di casa;
  • -        sapere quando la sicurezza personale è più importante delle buone maniere,
  • -       conoscere strategie a tutela della sicurezza personale quando si è soli in casa;
  • -       preparare una "carta di sicurezza" riportante le principali  informazioni di emergenza;
  • -       sapere come utilizzare un telefono pubblico per fare telefonate  locali, a carico del destinatario, di emergenza e per chiedere numeri tratti dall'elenco;
  • -       Osservare i comportamento del bambino e parlare con lui
  • -       Essere pronti a domande di tipo sessuale e non trovarsi impreparati ed imbarazzati
  • -       Non interrogare ma ascoltare e non voler sapere tutto subito e tranquillizzare
  • -       Creare alleanze con gli insegnanti a scuola

Purtroppo il libro non ho ancora potuto leggerlo (non è disponibile su Amazon e vedo di procurarmelo) ma appena posso Vi farò una sintesi, magari con la prof.ssa Chiara Evelli , più ampia ma intanto qui avete una ottima recensione.

Recensione libro “Un bambino è come un re” di Alberto Pellai
Questo libro, scritto da Alberto Pellai di cui è già stato recensito il libro:  “Le parole non dette” (http://ferrandoalberto.blogspot.it/2016/06/abuso-come-aiutare-nostro-figlio.html ), di cui si può considerare come un approfondimento,  si concentra sul grande problema dell'ABUSO sui bambini, aiutando i genitori ad affrontarlo in maniera serena e tranquilla.
La fascia di età più colpita è quella che va dai 9 ai 12 anni, quindi, Pellai sostiene che la scuola e la famiglia dovrebbero svolgere un lavoro di prevenzione soprattutto nel periodo compreso tra i 5 ed i 10 anni, per aiutarli a difendersi ed a comprendere quando sono veramente in pericolo.
Occorre sempre ricordare che il pedofilo non ha le sembianze di un orco o di un mostro, ma è una persona subdola, molto spesso della famiglia che riesce ad ottenere la fiducia del bambino con regali  ed attenzioni, creando un legame speciale con Lui, facendogli credere che è un Bambino Unico.
Come aveva già scritto precedentemente nel primo libro, spesso si  crea una sorta di dipendenza, un legame contorto,  nel quale il bambino teme di perdere tutte le attenzioni del molestatore se smette di  concedergli questi "favori".
Spesso il pedofilo usa dei ricatti psicologici con la vittima, soprattutto se l'adulto è da lui ben conosciuto, utilizzando frasi  come questa :"...se lo dici a qualcuno, farò del male alla tua mamma o al tuo papà".
Le conseguenze di un abuso possono essere molteplici, come:
-       Scarso rendimento scolastico,
-       Bassa autostima,
-       Ansia di piacere sempre agli altri,
-       Comportamenti aggressivi e regressivi,
-       Sessualizzazione precoce,
-       Giochi con contenuti sessuali espliciti in cui vengono coinvolti i  propri
compagni.
 Spesso questa esperienza può "compromettere una sana sessualità" durante la vita adulta.
 Occorre parlare con i bambini di tutto, serenamente, in modo che si possano fidare e sapere cosi, che se hanno un problema possono sfogarsi con noi genitori o insegnanti senza problemi di essere giudicati. 
Molto  spesso quando ci rivolgono delle domande relative alla sessualità, ci irrigidiamo e ci facciamo vedere imbarazzati  mentre la maniera migliore di reagire sarebbe quella di rivolgere la stessa domanda al bambino in modo da capire che cosa sa già e riprendere il discorso da queste basi.
Gli adulti di riferimento, a scuola gli insegnanti, debbono parlare con il bambino ed entrare in empatia con lui quando si accorgono che c'è un problema o , comunque, manifesta dei
comportamenti preoccupanti.

Qui di seguito elenco quelli che richiedono l'intervento correttivo dell'adulto:
  - promuovere o tenere conversazioni sessualmente esplicite con persone di età significativamente diversa;
  - toccare i genitali di altre persone senza alcun permesso o  autorizzazione;
  - insultare o umiliare gli altri o se stessi attraverso temi legati alla sessualità;
  - minacciare o impaurire ricorrendo alla forza;
  - fare proposte o minacce sessualmente esplicite, anche attraverso messaggi scritti;
  - evidenziare manifestazioni di esibizionismo dei genitali, interesse in materiale pornografico o " strusciamento e "palpeggiamento" diretto ad altri soggetti;
  - presentare masturbazione compulsiva o interrompere altre azioni per masturbarsi;
  - simulare l'atto sessuale con amici o con bambole e oggetti tenendosi addosso i vestiti.

Quando un bambino si confida con un adulto di fiducia che può essere un genitore o anche un insegnante, è importante tranquillizzare sempre il bambino, facendogli capire che non è colpa sua, attraverso un tono sereno, senza insistere troppo per fargli raccontare tutto subito.
"Occorre rispettare il segreto del bambino e il bisogno di segretezza espresso dal minore e riferire il suo racconto soltanto a chi può aiutarlo e gestire meglio la situazione", come il Pediatra , il servizio di Medicina Scolastica o altri servizi sociali di riferimento del
territorio.”
 A volte il bambino assiste a scene troppo forti per lui, che non sa poi decodificare e questo può creare dei sensi di colpa e dei trauma. I genitori devono stare molto attenti ed evitare che ciò possa accadere.

 Pellai sostiene l'importanza di una collaborazione tra scuola e famiglia per affrontare questo problema e sostiene che gli insegnanti dovrebbero aiutare i bambini a raggiungere i seguenti obiettivi :
 DURANTE E AL TERMINE DELLA SCUOLA MATERNA IL BAMBINO DOVREBBE ESSERE IN
GRADO DI:
  - riferire su richiesta il proprio nome e cognome, indirizzo e  numero di telefono;
  - saper riconoscere quando è appropriata l'interazione fisica con un altra persona (tocco buono) e quando, invece, non lo è (tocco cattivo);
  - riconoscere quali sono le parti del corpo non accessibili agli altri;
  - conoscere in che cosa consiste e quando si utilizza la strategia del "GRIDO NO, SCAPPO VIA, CORRO A DIRLO A QUALCUNO";
  - saper identificare persone che possono essere di aiuto in situazioni di emergenza.

 DURANTE E AL TERMINE DELLA SCUOLA PRIMARIA IL BAMBINO DOVREBBE ESSERE
IN GRADO DI:
  - distinguere tra segreti appropriati e inappropriati;
  - conoscere le strategia di sicurezza quando ci si è persi in un luogo pubblico;
  - sapere come chiedere aiuto in un'emergenza;
  - sapere come chiamare i genitori sul luogo di lavoro, la polizia, i  vicini di casa;
  - conoscere gli espedienti normalmente utilizzati dai perpetratori di abuso per avvicinare i bambini;
 - riconoscere e reagire in modo appropriato alle attenzioni non sollecitate da qualcuno più anziano;
- sapere quando la sicurezza personale è più importante delle buone maniere,
- conoscere strategie a tutela della sicurezza personale quando si è soli in casa;
- preparare una "carta di sicurezza" riportante le principali  informazioni di emergenza;
- sapere come utilizzare un telefono pubblico per fare telefonate  locali, a carico del destinatario, di emergenza e per chiedere numeri tratti dall'elenco;
- saper insegnare ad altri compagni le strategie a tutela della sicurezza personale.

Molto bella la seconda parte, dove attraverso l'uso di simpatiche filastrocche vengono trasmesse delle semplici regoline che possono aiutare il bambino a riconoscere ed a difendersi dal pericolo.
  Ne cito solo alcune:

  - IL MIO CORPO E' IMPORTANTE, UNICO E SPECIALE.
Il bambino deve capire che il corpo è solo suo e non può toccarlo nessuno al di fuori della mamma e papà quando lo lavano, il Pediatra, e altri dottori.
Anche altre persone possono toccarlo come i nonni o la baby sitter  se devono lavarlo o cambiarlo, ma mamma e papà devono sempre sapere cosa succede.
Se una persona lo tocca o gli dà fastidio, deve dirgli di smetterla e parlarne subito con la mamma e con il papà.
  - LE PARTI DEL CORPO CHE SONO COPERTE DAL COSTUME DA BAGNO SONO MIE
    E SOLTANTO MIE.
  - QUANDO A CASA NON C'E' NESSUNO CON ME, POSSONO ENTRARE SOLTANTO LE PERSONE CHE CONOSCONO LA "PAROLA D'ORDINE" COMUNICATA LORO DAI
MIEI GENITORI.
  - UN BAMBINO HA DIRITTO DI DIRE NO, ANCHE ALLE PERSONE CHE CONOSCE;
    QUANDO LE LORO COCCOLE O IL LORO TOCCO GLI PROVOCA ANSIA O FASTIDIO.

Tutto questo e molto altro viene insegnato al bambino in maniera semplice e divertente, senza creargli inutili ansie, ma allo stesso tempo aiutandolo ad aprirsi con noi.

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