Risposte a domande di genitori: FAVISMO (E NON PISELLISMO) E SINDROME DI HIKIKOMORI
Caro dottore
Mio figlio soffre di favismo e ha avuto delle reazioni dopo aver mangiato le fave. Alcuni mi continuano a dire di stare attenta anche ad altri alimenti e soprattutto ai pisellie a tanti farmaci.
Anche su un sito di un importante ospedale italiano vengono citati i piselli.
Mi aiuta dottore a chiarirmi le idee?
Cara mamma la mancanza di un enzima (G6PD: glucosio 6 fosfato deidrogenasi) è responsabile di una malattia chiamata comunemente favismo poiché la manifestazione clinica principale è rappresentata da una anemia acuta da distruzione di globuli rossi (crisi emolitica) causata da vari fattori. Tra questi il fattore più noto è rappresentato dalla ingestione di fave in quanto nei soggetti a cui manca un l’enzima (G6PD).
La crisi emolitica può essere scatenata da altri fattori oltre alla ingestione di fave come l’assunzione di alcuni farmaci con azione ossidante intracellulare e anche da infezioni.
L’insorgenza e l’intensità della crisi emolitica dipende dalla dose dell’agente scatenante, pertanto non avviene obbligatoriamente dopo qualunque esposizione ad uno dei fattori elencati.
L’assenza di precedenti crisi emolitiche in un soggetto G6PD carente NON determina una riduzione del rischio, in quanto una crisi può insorgere successivamente, anche in età avanzata.
Per quanto riguarda l’assunzione di piselli mi permetta una battuta: si chiama favismo e non pisellismo!!! Il consiglio di non mangiare piselli, o altri alimenti di colore verde con i Kiwi è una delle tante inesattezze: i piselli nulla hanno a che fare con le fave.
SINTETICAMENTE IL RISCHIO SI HA SOLO CON LE FAVE come documentato da Centri qualificati (coma a Genova il Centro Regionale di riferimento diretto dal dott. Forni al Galliera)
In sintesi il favismo è una situazione in cui a causa della carenza di un enzima (G6PD : glucosio 6 fosfato deidrogenasi) l'assunzione di fave o determinati farmaci (non utilizzati o poco utilizzati in età pediatrica) può causare una anemia da rottura (emolisi) dei globuli rossi.
Ma questo NON AVVIENE per i piselli che alcuni tolgono dalla dieta nè con altri alimenti anche se sono di colore verde.
L’inalazione del polline delle fave in fiore non causa favismo, pertanto, non è basato su alcuna evidenza scientifica il divieto di coltivare fave nelle vicinanze di centri abitati o nei pressi del domicilio di soggetti carenti dell’enzima (come da documenti del Ministero della Salute https://www.iss.it/documents/20126/0/Rapporto+ISS+COVID-19+n.+14_2020+favismo.pdf/d14238ac-8151-e292-22ab-b1330a0da629?t=1587107252010 e della Regione basati su studi su ampie casistiche).
Caro dottore
La COVID – 19 ha creato tanti problemi a tutti. Come insegnante, oltre che come mamma, mi preoccupa la mancanza della vita comunità, della scuola e osservo un aumento della astensione scolastica. Ho sentito parlare anche di un aumento dei casi della sindrome di Hikikomori. Quanto osservo corrisponde anche a voi pediatri?
Cara mamma e professoressa
Anche noi pediatri osserviamo un aumento di bambini che “si chiudono” in se stessi e in casa. A questi bambini viene a mancare la frequenza del gruppo dei pari e si può arrivare alla repulsione sociale fino ad arrivare al ritiro sociale e alla cosìdetta sindrome di Hikikomori (da “hiku” o tirare indietro e “komoru” ritirarsi).
Descritta negli anni Ottanta questa sindrome è stata descritta dapprima in Giappone per poi diffondersi progressivamente fino ad arrivare in Europa, Italia compresa.
Il periodo più frequente di esordio è nella scuola secondaria di primo grado. Il fenomeno riguarda comunque i giovani dai 14 ai 30 anni, principalmente maschi (tra il 70% e il 90%). Il numero delle ragazze isolate potrebbe essere sottostimato dai sondaggi effettuati finora.
Inizia, generalmente, con il ritiro dalla scena scolastica, quindi, gradualmente si osserva l’abbandono dei contatti sociali, fino a determinare l’autoreclusione nella propria stanza che diventa un bunker in cui rinchiudersi.
Gli “Hikikomori” in fase conclamata non hanno più alcun tipo di contatto diretto con il mondo esterno, talvolta nemmeno con i propri genitori.
Il governo giapponese ha identificato oltre 1 milione di casi, con una grandissima incidenza anche nella fascia del giovane adulto in quanto sebbene l'hikikomori insorga principalmente durante l'adolescenza, tende a cronicizzarsi e può dunque durare potenzialmente tutta la vita.
In Italia non ci sono ancora dati ufficiali, ma riteniamo verosimile una stima di almeno 100 mila casi. Fonte (Hikikomori Italia).
Gli hikikomori sono ragazzi spesso intelligenti molto sensibili e inibiti socialmente. Possibili concause possono essere una assenza emotiva del padre ed un eccessivo attaccamento alla madre.
Uno dei primi segnali di allarme è rappresentato dal rifiuto della scuola la cui frequenza viene vissuta in modo particolarmente negativo e spesso, dietro l'isolamento si nasconde una storia di bullismo;
La dipendenza da internet e da videogiochi indicata da taluni come una delle principali cause dietro all'esplosione del fenomeno rappresenta più una conseguenza dell'isolamento, non una causa.
E’ importante parlare con le ragazze e i ragazzi e con i genitori per informare, sensibilizzare per prevenire il fenomeno. E se avviene affidarsi a specialisti evitando giudizi e commenti negativi. Importante, altresì, anche la possibilità, offerta da social ai ragazzi italiani ai genitori che hanno un figlio in questa condizione di potersi confrontare on line o anche in presenza con gruppi di mutuo aiuto. (Vedi Hikikomori Italia). Se avete dubbi parlate con il vostro pediatra.
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