Figlicidio: madri che uccidono i figli: considerazioni ed elenco dei casi
L’uccisione di un figlio da parte di un genitore è sicuramente uno dei delitti che suscita maggiore inquietudine nell’opinione pubblica, in quanto appare crudele e ingiustificabile in particolare se commesso dalla madre. Come è avvenuto in questi giorni in Sicilia:
Nulla (vedete articoli a stampa: https://www.ilsecoloxix.it/italia-mondo/cronaca/2022/06/14/news/bimba-rapita-nel-catanese-indagini-sul-commando-di-uomini-armati-i-carabinieri-sentono-piu-volte-i-familiari-1.41510555?ref=fbpxix&fbclid=IwAR1oGPBkh6mhKMfTTMyy9VgoBx2xNsknQcTJWB39eltgq4SGa5F8Wtl_SZ0 )
Ci si chiede come possa una una mamma arrivare ad un tale gesto.
Tale evento drammatico è spesso preceduto da situazioni di allarme che dovrebbero richiamare tempestivamente l’attenzione di tutti coloro che sono a contatto dei genitori, a partire dal nucleo famigliare e poi da amici, conoscenti, insegnanti, medici e, se intervenuti, degli assistenti sociali.
Può essere indotto da una grave malattia psichiatrica ma non solo e non sempre.
Spesso sono assenti validi legami affettivi tra la donna omicida e la rete parentale, oppure esiste una base di conflittualità vissute durante l’infanzia, ovvero disturbi della personalità, rifiuto della maternità, aspetti depressivi.
Ci sono madri che uccidono i figli perché:
- sfogano su di loro frustrazioni personali come il mancato desiderio di essere madre,
- madri che scaricano, con l’omicidio dei figli, problematiche che vivono con il loro partner (cosiddetta sindrome di Medea),
- madri che uccidono per porre fine alle loro sofferenze vere o che in realtà non esistono, ma di cui loro si autoconvincono come nella “sindrome di Munchausen per procura “
- madri che attuano violenze fisiche fino a causare la morte (maltrattamento).
- madri con vere e proprie psicosi puerperali, come depressione grave,
Secondo Gian Carlo Nivoli, (1), la presenza di una malattia mentale nelle madri figlicide non supererebbe un terzo dei casi. “Nei restanti due terzi queste donne sarebbero affette per lo più da depressione o disturbi della personalità di tipo borderline con immaturità antisociale, che non permetterebbero loro di gestire situazioni di vita difficili, in cui essere all’altezza di un ruolo materno maturo e responsabile” .
Non deve essere sottovalutato il fatto che, tra i moventi alla base del figlicidio materno, vi è anche la cosiddetta depressione post-partum.
Alcuni studi hanno dimostrato, inoltre, che l’aver sofferto di depressione precedentemente al parto comporta l’alta probabilità che questo riaccada successivamente e che le donne che abbiano avuto una psicosi o un solo episodio psicotico fuori dalla gravidanza siano inevitabilmente recidive.
Secondo il prof. Vincenzo Maria Mastronardi (2), che ha fatto un’approfondita analisi storica del fenomeno, i casi dal 1906 al 1911 sono stati 47 l’anno, casi che sono saliti a 75 annuali nel decennio 1950-1959.
Nel quindicennio 2000-2014 vi sono stati 379 casi di figlicidio con una media annuale di 25, tranne il picco di 39 casi nel 2014.
Nel 2015 i casi sono stati 18, mentre 25 sono stati nel 2016 e 2017. Infine nel 2018 vi è stato un calo a 18 omicidi dei propri figli.
Dobbiamo sapere che i dati ufficiali non comprendono i casi camuffati da eventi accidentali; cadute, soffocamenti, morti improvvise, distrazioni con conseguenti incidenti mortali (cadute, annegamenti ecc. ). “
Si possono identificare le mamme a rischio?
Domanda formidabile che dovrebbe portare ad una maggior attenzione ed aiuto a tutte le coppie e a tutte le mamme e trovare sistemi idonei di identificare situazioni a rischio.
Intanto sappiamo che:
ETA’ MEDIA individuata dai vari studi sulla materia va dai 25 ai 30 anni. In una buona percentuale è presente un basso quoziente intellettivo e un basso livello di istruzione.
Un fattore spesso presente è rappresentato da una situazione socioeconomica delicata, con difficoltà finanziarie.
Spesso esiste una storia famigliare di abusi e maltrattamenti.
- Storia di precedenti disturbi psichici e in cura presso servizi sanitari locali (74%: depressione 55%, psicosi 11% sindrome dissociativa 8%, ecc.), nessun disturbo (29%);
- Precedenti allarmanti: nel 69% dei casi si erano verificati episodi che potevano mettere in allerta;
Altri fattori eiscontrati:
Chiari segni di disagio per il 35% e il 25% aveva subito ricoveri.
Un quarto delle donne con problemi psichici aveva tentato almeno una volta il suicidio e il 5% già aveva tentato di uccidere la futura vittima.
(1) Giancarlo Nivoli “Medea tra noi. Le madri che uccidono il proprio figlio”
Carrocci, Roma,2002, pag. 81-85.
(2) Mastronardi-Villanova “Madri che uccidono”, Newton Compton, 2007, pagg. 20-27.
(3) poliziapenitenziaria.it/figlicidio-laspetto-criminologico-delle-madri-che-uccidono-i-figli/
FIGLICIDI IN ITALIA APPARSI A STAMPA:
Da Samuele a Loris fino alla piccola Elena: tutti gli infanticidi accaduti in Italia
Secondo l'ultimo rapporto Eures, tra il 2000 e il 2014, sono stati 379 i figli uccisi da un genitore in Italia. Dati più recenti, ma non ancora del tutto aggiornati, parlano di quasi 500 bambini uccisi da una mamma o un papà. Dalle persone di cui si fidavano di più. Da Samuele a Loris fino, appunto, alla piccola Elena: ecco gli infanticidi divenuti tristemente noti alle cronache italiane.
GIUGNO 2022, MASCALUCIA (CATANIA) - Elena Del Pozzo
ha quasi 5 anni. La mamma, Martina Patti, 23 anni. Nel pomeriggio del 13 giugno, denuncia il rapimento della figlia da parte di tre uomini incappuciati. Il giorno dopo, confessa di averla uccisa e indica ai carabinieri il luogo dove l'ha sepolta.
MARZO 2022, MESENZANA (VARESE) -
Un uomo di 44 anni si è tolto la vita dopo aver ucciso i suoi due figli di 13 e 7 anni, a Mesenzana, nel Varesotto. A ritrovare i cadaveri è stata la madre dei ragazzini. I genitori delle due vittime erano in fase di separazione.
GENNAIO 2022, MOZZARONE (VARESE) -
, uccide con una coltellata alla gola il figlio di 7 anni. I carabinieri ritrovano il corpo del piccolo nascosto dell'armadio, insieme con un biglietto di confessione. L'uomo, dopo aver ammazzato il figlio, tenta di uccidere anche la moglie dalla quale si stava separando, accoltellandola. Il 40enne ha provato a fuggire, ma è stato rintracciato e arrestato dai carabinieri.
OTTOBRE 2021, VERONA -
Due bambine, di origini cingalesi, di 3 e 11 anni sono state ritrovate senza vita nella loro stanza, in una casa di accoglienza, a Verona. Da subito sono partite le ricerche della loro madre, il cui cadavere è stato successivamente ritrovato nell'Adige.
GIUGNO 2021, FERRARA -
All'alba arriva una telefonata al 112: "Mio figlio è morto". Al loro arrivo, i carabinieri trovano una donna di 29 anni, con profondi tagli ai polsi, sotto shock che dice loro di aver ucciso il figlio, un bimbo di un anno che i militari trovano ancora nel lettone della mamma dove aveva dormito.
MARZO 2021, CISLIANO (MILANO) -
aveva 2 anni, è stata uccisa dalla mamma,
Patrizia Coluzzi 41 anni, accusata di omicidio aggravato per la morte della figlia, avvenuta per soffocamento. Quella sera non c'erano i due fratelli maggiori, avuti dalla 41enne da un primo matrimonio. Dopo aver ucciso la piccola, la donna ha tentato di togliersi la vita, infliggendosi ferite alla pancia e alle braccia con un'arma da taglio.
SETTEMBRE 2020, RIVARA (TORINO) - Andrea
aveva 11 anni, è stato ucciso da suo padre,
Claudio Baima Poma, con un colpo di pistola. Dopo avergli tolto la vita, lo ha abbracciato e con l'altra mano ha utilizzato la stessa pistola per suicidarsi con un colpo alla testa.
NOVEMBRE 2014, RAGUSA -
Loris Stival viene trovato in un canalone, a 4 chilometri dalla scuola che frequentava. La madre
Veronica Panarello ne aveva denunciato la scomparsa qualche ora prima. Per la morte del figlio, Panariello, al termine di un processo anche mediatico, sta scontando una pena a 30 anni di reclusione.
APRILE 2013, CAROVIGNO (BRINDISI) -
È il 4 aprile,
Francesca Sbano avvelena la figlia di 3 anni con del diserbante e subito dopo si lancia dal balcone della sua casa vicino Brindisi. Ha lasciato alla famiglia un biglietto: "Benedetta la porto via con me". La piccola muore qualche ora più tardi in ospedale.
MARZO 2013, ROVITO (COSENZA) -
Il 6 marzo, una 43enne della provincia di Cosenza,
Daniela Falcone, va a prendere il figlio di 11 anni a scuola e lo porta in montagna. È qui che lo uccide, sgozzandolo con le forbici. Lo colpisce ripetutamente. Tenterà invano, di lì a poco, di suicidarsi.
OTTOBRE 2013, ABBADIA LARIANA (LECCO) -
Una donna, 25enne della Costa d'Avorio, uccide il primo dei suoi due figli infierendo più volte sul corpo del piccolo.
AGOSTO 2011, FENIGLIA (GROSSETO) -
Una donna ha ucciso il proprio bambino di 16 mesi, lanciandolo nelle acque della Feniglia durante una gita in pedalò. Nel suo pc, gli inquirenti ritrovano tracce riconducibili alla volontà della donna di "liberarsi" del bambino.
FEBBRAIO 2010, CEGGIA(VENEZIA) -
Tiziana Bragato, 47 anni, uccide il figlio, di sei anni, soffocandolo, poi si impicca. Sarà il marito a scoprire l'omicidio-suicidio.
LUGLIO 2009, PARABIAGO (MILANO) -
Il 20 luglio, in provincia di Milano Marcella Sardeni, dirigente d'azienda di 35 anni, affetta da grave depressione, ha ucciso il figlio di 4 anni strangolandolo con un cavo del telefono. Dopo 4 mesi, la donna confessa di essere stata lei.
AGOSTO 2009, GENOVA -
Un neonato di 19 giorni viene strangolato dalla madre con il cavo del cellulare e si toglie la vita. La donna, 35 anni, viveva da sola con il piccolo e soffriva di depressione post-partum.
SETTEMBRE 2009, CASTENASO (BOLOGNA) -
Uccide i figli di 6 e 5 anni accoltellandoli, poi si suicida buttandosi già dalla terrazza al secondo piano della casa dove vivevano. I carabinieri ritrovano i copri dei bimbi sul letto. La donna, sarà poi accertato, soffriva di depressione per una separazione in vista dal marito.
MAGGIO 2005, CASATENOVO (LECCO) -
Un bambino di 5 mesi viene trovato annegato nella vasca da bagno di casa sua. Alle forze dell'ordine, la madre, 29 anni, racconta che dei ladri sarebbero entrati in casa, l'avrebbero picchiata. Il bambino, rimasto solo, sarebbe scivolato nell'acqua fino ad annegare. Due settimane dopo, la donna confesserà il delitto.
SETTEMBRE 2005, MERANO -
La 39enne
Christine Rainer telefona al 118: "Venite, ho ucciso mio figlio". La donna ha ucciso a coltellate il figlio, 4 anni, che aveva appena iniziato a mangiare pane e marmellata. Dice di ave avuto un "blackout" agli agenti della polizia che l'hanno portata in commissariato, dove tenta di uccidersi lanciandosi dal secondo piano.
MARZO 2005, ROMA -
Ha soltanto 2 mesi la piccola che viene ritrovata morta, uccisa da una coltellata, nella sua casa alla Romanina, a Roma. La madre, dopo averla uccisa, tenta il suicidio.
LUGLIO 2004, VIESTE (FOGGIA) -
Una donna di 33 anni soffoca i propri figli, di 2 e 5 anni, tappando loro la bocca con del nastro adesivo. In quello stesso modo, si suicida di lì a poco. È il padre, un uomo di 37 anni, a ritrovare senza vita i figli e la donna.
MARZO 2004, LECCO -
Una donna di 37 anni, di origini albanesi, uccide a coltellate le sue tre figlie di 3, 10 e 13 anni. Poi ha tentato di togliersi la vita. Interrogata dai magistrati confessa il delitto.
GIUGNO 2003, DESIO (MILANO) -
Una peruviana di 29 anni strangola e affoga in un wc dell'ospedale di Desio, in provincia di Milano, la figlia di tre mesi, che era ricoverata per una caduta dalla carrozzina.
GIUGNO 2002, AOSTA -
Matteo e Davide avevano 4 anni e 21 giorni. La loro mamma,
Olga Cerise, 31 anni, li ha uccisi gettandoli nel laghetto di Les Illes a Saint Marcel, nei pressi di Aosta. La donna ha confessato di averli uccisi.
MAGGIO 2002, VALTELLINA -
Il 12 maggio una 31enne, nella sua casa a Madonna dei Monti, frazione del Comune di Valfurva, ha aperto lo sportello della lavatrice e ha messo dentro il cestello la sua bambina di 8 mesi. L'ha uccisa attivando il lavaggio. Sarà il padre a scoprire l'omicidio, rientrato in casa con l'altra figlia di 11 anni.
GENNAIO 2002, COGNE - Samuele Lorenzi
ha 3 anni, viene trovato senza vita, con ferite profonde sulla testa, nel lettone dei genitori, nella casa di Montroz. La madre,
Annamaria Franzoni chiama i soccorsi e chiede aiuto ai vicini di casa. L'arma del delitto, probabilmente una roncola, non sarà mai ritrovata. Condannata a 30 anni in primo grado, nel 2004, Franzoni si vede ridurre la pena a 16 anni in appello, con la concessione delle attenuanti generiche. Nel 2008, la Cassazione conferma i 16 anni di reclusione. Franzoni ha scontato 6 anni in carcere, 5 ai domiciliari, estinguendo in anticipo la pena per buona condotta.
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