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lunedì 9 dicembre 2013

MA PERCHE' LA GENTE PARLA? LA MAMMA HA SEMPRE RAGIONE: LA PAURA DELL'ESTRANEO

Gentilissimo dott. Ferrando 
sono la mamma di XY. Le scrivo per chiedere un consiglio e anche per un piccolo sfogo personale.  Sono piuttosto giù di morale perché da qualche tempo alcuni parenti e amici che non vedono molto spesso mio figlio si lamentano del fatto che il piccolo in braccio a loro pianga.  Giorgio ha 7 mesi e premesso che vive tutta la giornata solo con me,  vorrei aggiungere che è un bimbo estremamente pacato, sereno e allegro. Quando usciamo sorride dal passeggino a tutti e non si spaventa dei rumori o delle novità.  Vorrei sapere se è "normale"  che possa piangere in braccio ad altri che non siano io e il papà (e i miei genitori che lo vedono tutti i giorni)... Credo che sia un bimbo ancora piccolo e che per lui stare in braccio sia segno di grande legame.  Io l'ho sempre tenuto in braccio sin da piccolo perché credo fermamente che il legame speciale che avevamo durante la gravidanza dovesse continuare affinché non si sentisse solo o abbandonato. In fondo siamo stati in simbiosi per 9 mesi! La ringrazio  sempre per ricordarci che "la mamma ha sempre ragione" e mio marito in questo mi appoggia molto.  Sono io che mi sento responsabile di aver fatto qualche errore visto che sono sempre con mio figlio e che magari l'ho tenuto troppo "nell'ovatta". La ringrazio molto per avermi ascoltato e mi scuso per lo sfogo. Grazie per tutto quello che fa per i nostri bimbi!(soprattutto la manovra anti soffocamento) 
Cordiali saluti

Cara Mamma
Proprio vero che le “parole feriscono più della spada” e che, a volte (anche spesso), la gente parla perché ha la lingua in bocca. Si goda suo figlio che NORMALMENTE per l’età che ha non sarà contento (quindi piangerà o avrà reazioni ostili) nei confronti di estranei che si avvicinano o lo toccano. Figuriamoci se lo prendono in braccio!!!! SUO FIGLIO E’ NORMALE SE PIANGE. Esistono anche bambini che non piangono, ovviamente, non sono tutti uguali ma a questa età il bambino inizia a diventare come una patella attaccato alla mamma e distinguendo gli altri come non mamma non li accetta. Poi ogni bambino è diverso ma una cosa è comune: le parole che sparano giudici e ca…volate e mettono in crisi una mamma che si sta godendo, con tanta gioia e amore e altrettanta fatica, il proprio pargoletto. Si prepari a reazioni ancora più violente nei confronti degli estranei. Soprattutto quelli invadenti, rumorosi, che allungano le mani (detestano anche il pediatra a questa età e fino ai 2 anni.
RICORDI SEMPRE CHE HA SEMPRE RAGIONE E…NON FREQUENTI CATTIVE COMPAGNIE: coloro che sparano be…stialate

Un caro saluto
Alberto Ferrando

Trova qui un articolo interessante: http://www.burdi.it/inf-fondamenti-svil-affettivo.htm
Riassumo a grandi linee alcune tappe dello sviluppo relazionale di babini
  1) Stadio (prime settimane di vita) compare il sorriso endogeno o spontaneo, presente nel corso del sonno che rappresenta uno stato di benessere e costituisce un precursore del vero piacere. Compaiono i precursori di altre emozioni, trasalimento davanti a stimoli forti e inattesi, dolore espresso nel pianto (paura) pianto rabbioso (rabbia vera).
  2) Stadio (fino al 3 mese): il bambino si apre al mondo sorride, vocalizza manifesta interesse, curiosità, affetto.
  3) Stadio (3 a 6 mesi) compare il sorriso esogeno o sociale in modo più accentuato (compare anche molto prima) in risposta a quello delle persone circostanti. Può comparire la paura dell’estraneo
  4) Stadio (7 a 9 mesi) l' interazione col mondo diventa maggiore e le emozioni continuano a differenziarsi in modo più sottile, quindi appaiono gioia, paura, collera, sorpresa.
  5) Stadio (9 a 12 mesi): si manifesta in modo ancora più accentuato  la paura dell' estraneo. L' estraneo fa paura perche' viene riconosciuto come estraneo. Periodo in cui si sviluppa l' attaccamento, cioè l' instaurarsi di profondi legami affettivi con chi si prende cura del bimbo. Egli riesce a provare emozioni ambivalenti e può comunicarle con intenzione.


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