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mercoledì 28 febbraio 2018

SEGNALAZIONE/DENUNCIA: diminuisce l'assistenza ai bambini nel silenzio generale

SEGNALAZIONE/DENUNCIA: diminuisce l'assistenza ai bambini nel silenzio generale
Leggete l'articolo di Ferruccio Sansa aL link in fondo all'articolo:
"Nel silenzio generale Genova e la Liguria rischiano di perdere un altro pezzo fondamentale dell’assistenza sanitaria pubblica. .........Riorganizzano...O smantellano??? i consultori...."le attività riabilitative per i piccoli (dalla logopedia alla psicomotricità) non sarebbero più svolte nell’ambiente dedicato e protetto del consultorio, ma nei centri di salute mentale. I piccoli pazienti vedrebbero anche le loro patologie più contenute trattate in strutture per adulti, magari affetti da disturbi gravissimi" ."Non si possono lasciare soli bambini e famiglie in nome dei tagli di bilancio. Mentre la stessa Regione ipotizza di spendere decine di milioni di euro per l’ospedale Galliera, tanto caro al cardinale Angelo Bagnasco, oppure per il nuovo ospedale degli Erzelli. Tanto caro a banche e imprenditori privati".
Il privato non è la soluzione ma un pubblico messo in grado di funzionare. Il privato deve essere una scelta: in tanti campi della pediatria è spesso l'unica possibilità (vedi ad es. psicologia infantile: http://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/sanita-fiume-denaro-privati-convenzionati/f89a4870-0768-11e8-8886-af603f13b52a-va.shtml
Articolo al link qui sotto dopo le mie considerazioni:
La Medicina sta subendo, come la Società, profondi cambiamenti. Con il passaggio dalla “Sanità” (curare) al concetto di salute globalmente intesa (prendersi cura) i campi di intervento della pediatria si sono notevolmente estesi alle problematiche di tipo sociale e relazionale.
Il pediatra, figura nata per “curare” le malattie ha assunto il ruolo di “avvocato difensore” (o paladino secondo l’UNICEF) del bambino e delle famiglie e si trova sempre più a contatto con patologie legate a disagio, a difficoltà relazionali che portano, in assenza di interventi preventivi e intercettivi precoci, ad un aumento delle patologie psichiatriche (vedi editoriale di M&B: “Più Matti che Malati) presenti, negli USA, nel 23% dei bambini che afferiscono ai sistemi sanitari.
A fronte di questo aumento di patologia psichiatrica e ad un aumento dei bambini affetti da malattie croniche e a un aumento delle infezioni da comunità (respiratorie e intestinali) si osserva una riduzione degli interventi e a una riduzione delle risorse per l’area pediatrica a tutti i livelli.
  • -       A livello ospedaliero con riduzione dei posti letto giunta a un livello inaccettabile associata a riduzione del personale e a scarsa/nulla motivazione o sistemi premianti per merito
  • -       A livello di medicina scolastica con esaurimento per pensionamento
  • -       A livello di Medicina consultoriale con riduzione del personale a fronte di un aumento delle possibilità di intervento*
  • -       A livello di pediatria di famiglia con una pesante burocratizzazione e blocco da parte della Azienda Regionale dei progetti in corso: un esempio su tutti la Ma Novara antisoffocamento !!!! 
  • ISERVIZI DEBBONO ESSERE COORDINATI DA UN PEDIATRA E NON DA FIGURE CHE NON CONOSCONO LA REALTA' DEL TERRITORIO.
  • L’aumento del disagio e dei disturbi relazionali che possono portare ad un aumento di patologie psichiatriche, l’aumento dell’obesità, dei disturbi legati a “sostanze”, alcol, fumo e a Internet richiedono interventi precoci di “genitorialità” nei primi 1000 giorni (evidenza bibliografica) di vita e una stretta collaborazione tra servizi prenascita, neonatologi, pediatri di famiglia, pediatri dei consultori, servizi dei consultori (vedi pedagogia, psicologia, neuropsichiatria, logopedia ecc.) e colleghi ospedalieri.

Se non si applicano interventi precoci sul territorio (anche per ridurre i cosìdetti accessi impropri ai PS che tratteremo a parte) si rischia un aumento di richieste di assistenza nei servizi ospedalieri che già operano al limite delle loro possibilità. 
Soprattutto la patologia neuropsichiatrica in pediatria, in età adolescenza, è orfana di assistenza e rischia di essere demandata a servizi degli adulti non adatti all’età pediatrica o ai privati (non come scelta ma per mancanza di servizi pubblici facilmente accessibili).
Per quanto riguarda le patologie rilevabili in comunità serve un servizio in comunità: pediatra che ascolta i rilievi e le osservazioni di educatori, maestri e professori e fa da tramite tra costoro le famiglie e i pediatri/medici curanti.
La figura ideale sarebbe il pediatra di comunità (consultoriali o?? bisogna trovare alternative)
Le risorse?? Si debbono trovare…….dobbiamo smetterla di subire. Medici e famiglie unite: 
Si parla di un nuovo ospedale agli Erzelli costruito con interventi dei privati e convenzionato e intanto non si sostiene, anzi si smantella, il servizio pubblico. E privato convenzionato non è la soluzione......anzi come documentato può rappresentare un aumento dei costi. (costa meno ai cittadini il privato puro..e questo richiederebbe un pò Diu riflessioni sul perché i costi sono così alti invece di parlare solo di ticket). Leggete qui: http://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/sanita-fiume-denaro-privati-convenzionati/f89a4870-0768-11e8-8886-af603f13b52a-va.shtml 
I pediatri dei servizi consultoriali, potenziati!!!! e non ridotti o mandati in esaurimento per pensionamento senza sostituzione possono svolgere meglio il loro ruolo nella comunità. Rappresentano un approccio di salute pubblica ai problemi dell'infanzia come contesto metodologico ed il riferimento privilegiato alle comunità (residenti, educative, ecc.) come contesto operativo. Si occupano di informazione e educazione sanitaria rivolte non solo ai singoli ma anche alle comunità e può intervenire in più situazioni per diffondere le conoscenze sulle vaccinazioni necessarie  per ottenere l'adesione attiva dei genitori.  per dialogare con educatori, maestre e professori per disturbi dell'apprendimento e altre patologie in aumento (dalla dislessia all'autismo ecc.). 
Lavorando insieme al pediatra di famiglia (curante) che opera sul singolo bambino e sulla famiglia, il pediatra di comunità ha ben presenti le necessità della comunità dei bambini ed è quindi particolarmente attento agli aspetti epidemiologici e organizzativi degli interventi preventivi, ed ha (o dovrebbe avere se supportato ) gli strumenti per essere parte attivo nell'elaborazione, attuazione e verifica di un progetti di genitorialità, di sostegno all'infanzia, di rilevatore precoce, ascoltando quanto osservato nelle comunità, e coordinandosi con il pediatra curante.
Non solo: abbiamo bambini non in regola (immigrati) a cui la nostra Regione, nonostante una lehgge, non assegnai pediatra di famiglia, abbiamo necessità di ambienti "protetti per lattanti  adolescenti per problemi di informazione vaccinale, abuso e maltrattamenti, prevenzione e rilevazione precoce di ogni forma di disagio (dal bullismo ai fenomeni legati a uso di alcol, fumo e sostanze e dell'aumento dell'abbandono scolastico che culmina nel cosiddetto "fenomeno Hikikomori).
ARTICOLO DI SANSA

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