Come comportarsi con i nostri figli per quello che sta accadendo in Ucraina? (ma vale anche per la pandemia e altre catastrofi).
- E’ necessario innanzitutto comunicare correttamente in base all’età in famiglia e a scuola (con la parola, il tono e il linguaggio del corpo)
- Evitare ASSOLUTAMENTE l’ascolto o la visione di trasmissioni «ansiogene»
- Dire la verità e non evitare di affrontare il tema in quanto è impossibile evitare in assoluto che i bambini vedano immagini del conflitto,
POCA TV , VIA LA TV DALLA CUCINA E EVITATE TRASMISSIONI OVE PER FARE NOTIZIA SI URLA O SI POLEMIZZA.
Le reazioni emotive dei bambini più piccoli sono prevalentemente quelli di ansia e paura, e cercano negli adulti rassicurazione e protezione.
Evitiamo di farli assistere, anche in nostra presenza a trasmissioni in TV, soprattutto quelle trasmissioni ove la gente urla e litiga.
Poi ogni bambino ha la sua sensibilità e modalità di reagire a quanto avviene e, se avete dubbi, o siete in crisi parlatene con il vostro pediatra per avere consigli personalizzati,
Non possiamo censurare quello che sta accadendo e dobbiamo essere noi i primi ad informarli a non lasciare che ne vengano a conoscenza da altri (all’asilo, a scuola, da estranei).
Ne ho parlato in altri articoli che trovate in altri articoli sul mio blog su altri temi come il lutto e catastrofi di vario tipo:
dobbiamo aiutare il bambino ad elaborare la paura e non dire frasi come questa per dare rassicurazioni “Non ti preoccupare da noi la guerra non arriverà mai”.
Stiamo già uscendo, causa Covid-19, da un periodo molto stressante, per tutti, dal punto di vista psicologico.
Spiegare al bambino che è normale avere paura e che al momento questa situazione non ci coinvolge direttamente, ma che è molto importante cercare di aiutare quei bambini e quei genitori. Dobbiamo evitare di cadere nell’errore di essere fatalisti o pessimisti o, al contrario, essere toppo ottimisti e sminuire quanto sta accadendo. Dobbiamo far capire ai bambini che in tanti si stanno attivando per cercare di fare qualcosa e che se c’è qualcosa che possiamo fare anche noi lo faremo.
SAPPIATE INOLTRE CHE: I bambini capiscono come ci sentiamo e molto probabilmente rispecchieranno il nostro stato emotivo.
Per 2 anni abbiamo, ed hanno convissuto con la pandemia, e sono stati isolati dai loro coetanei per lunghi periodi di tempo. E questo non ha aiutato la loro salute mentale: sono infatti aumentati nei bambini ansia, depressione, isolamento, autolesionismo, dipendenza da video giochi ed altro.
Non possiamo e non dobbiamo negare quello che sta succedendo o mantenere dei segreti, parlare sottovoce o peggio ancora, mentire.
Se volete parlare ai vostri figli di qualsiasi cosa che potrebbe avere un carico emotivo, inclusa la guerra, una buona idea è ascoltarli e chiedere loro cosa ne sanno.
Ci sono tre modi principali di gestire le nostre emozioni e quelle dei nostri figli: le prime 3 non sono corrette
1. Possiamo negare l’esistenza del problema
2. Possiamo reprimerle e minimizzarle
3. Possiamo essere completamente alla loro mercé e ingigantirle,
4. Possiamo scegliere la via di mezzo in cui le riconosciamo e le conteniamo.
La scelta migliore è via di mezzo anche se è più̀ difficile rispetto alle altre.
Un dialogo aperto e onesto con i bambini li aiuterà̀ a tirare fuori i sentimenti che provano. Più riescono a farlo, meno probabile è che l’ansia si manifesti in sintomi fisici come dolori di pancia, di testa, muscolari e/o comportamenti oppositivi o di chiusura o tic o difficoltà respiratoria psicogena o altri comportamenti compulsivi.
È naturale, e umano, volere che i nostri figli siano sempre felici, ma rischiamo di compromettere la loro capacità di essere felici quando cerchiamo di reprimere le emozioni considerate indesiderabili, come il panico o la preoccupazione. Date loro attenzione e spazio affinché́ si sentano ascoltati e per equilibrare le loro emozioni in quanto si sentono sicuramente più confortati se si dice loro che essere spaventati è normale e che noi siamo qui per ascoltarli.
Dobbiamo lavorare prima su “noi adulti”. Dobbiamo cercare di mantenere la calma ed essere ottimisti riguardo al fatto che gli adulti incaricati stanno lavorando per risolvere la situazione e che probabilmente ce la faranno. Contenendo le nostre emozioni con fiducia, potremo aiutare i nostri figli.
Possiamo dire loro che essere preoccupati è normale e che va bene che si preoccupino per le persone che vengono bombardate e che fuggono dalle loro case, ma che è anche nostro dovere goderci la nostra libertà attuale, uscire e giocare. E appena possibile aiutare chi soffre.
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