Allarme suicidio e autolesionismo in età pediatrica: come riconoscerlo e prevenirlo.
A questo link un articolo di quanto discusso al Congresso Nazionale ACP (Associazione Culturale di Pediatria): https://www.quotidianosanita.it/m/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=124521
Il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani dai 10 ai 25 anni, e i tentativi di suicidio, spesso preceduti da episodi di autolesionismo, sono sempre più frequenti.
Questo allarme richiede una riflessione urgente e profonda da parte di genitori, educatori e pediatri.
Dati e statistiche
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel mondo circa 703.000 persone si tolgono la vita ogni anno, e per ogni suicidio ci sono molti più tentativi.
In Italia, nel 2020, si sono registrati 378 suicidi tra i giovani tra i 10 e i 24 anni, con un aumento rispetto agli anni precedenti, soprattutto nelle fasce più giovani.
Ma il dato più allarmante è l'incremento degli episodi di autolesionismo e comportamenti a rischio: al Pronto Soccorso Psichiatrico del Bambino Gesù, le consulenze per autolesionismo sono aumentate del 60% negli ultimi dieci anni, passando da 250 casi l’anno nel 2013 a 1850 casi nel 2022, con una media di 5 consulenze al giorno.
Autolesionismo: un segnale di allarme
L'autolesionismo, definito come il procurarsi volontariamente dolore o lesioni, è spesso considerato l'anticamera del suicidio. Il 60% delle consulenze psichiatriche pediatriche riguarda ragazzi che si feriscono come risposta a sentimenti di depressione, ansia o stress. Un comportamento che, se ignorato, può evolvere in un tentativo di suicidio.
Perché i giovani si fanno male?
Le motivazioni sono tante. Sicuramente dalla diffusione degli smartphone nel 2013, il fenomeno ha visto un'impennata preoccupante. La dipendenza dai dispositivi digitali, l'isolamento sociale e la riduzione delle attività ricreative fisiche e sociali hanno contribuito ad aumentare il disagio emotivo.
I giovani si trovano a confrontarsi con standard irraggiungibili sui social media, cyberbullismo e la pressione costante di apparire perfetti.
Tutto questo genera stress, bassa autostima e disperazione.
Segnali di disagio: cosa devono notare i genitori
I genitori hanno un ruolo cruciale nel prevenire comportamenti a rischio. Riconoscere i segnali precoci di disagio è il primo passo per intervenire:
- Cambiamenti improvvisi nel comportamento: irritabilità, isolamento, perdita di interesse per attività solitamente gradite.
- Difficoltà a scuola: calo delle performance, disattenzione o assenteismo.
- Disturbi del sonno o dell'appetito: difficoltà a dormire o mangiare troppo/poco.
- Segni fisici di autolesionismo: tagli o graffi nascosti su braccia, gambe o altre parti del corpo.
- Uso eccessivo dei dispositivi digitali: il tempo trascorso online può aumentare il rischio di isolamento e depressione.
Cosa possono fare i genitori
- Dialogare: creare uno spazio sicuro per parlare delle emozioni dei propri figli è fondamentale. Domande come "Come ti senti?" o "Hai mai pensato di farti del male?" possono sembrare difficili, ma sono necessarie.
- Controllare i dispositivi digitali: la privacy è importante, ma il benessere dei figli lo è ancora di più. I genitori dovrebbero monitorare con attenzione l'uso di internet e dei social media, controllando i siti visitati e i contenuti delle chat.
- Dare regole chiare: ritardare l'accesso ai social media fino ai 14-16 anni e limitare l'uso dello smartphone sono misure preventive efficaci.
- Essere presenti: passare del tempo di qualità insieme, senza la distrazione dei dispositivi, può aiutare a costruire una connessione emotiva più solida. A tavola, ad esempio, è importante spegnere i telefoni e conversare.
Quando cercare aiuto
Se un genitore nota segni di autolesionismo o sente che il proprio figlio sta manifestando pensieri suicidari, è fondamentale cercare l'aiuto di un professionista. I pediatri e gli psicologi infantili possono svolgere un ruolo cruciale nell'identificare il rischio e nell'avviare un percorso di supporto.
Conclusione
La salute mentale dei giovani è una priorità assoluta. Prevenire il suicidio e i comportamenti autolesionisti richiede una collaborazione stretta tra genitori, pediatri e istituzioni educative. È essenziale creare un ambiente in cui i ragazzi possano esprimere le proprie emozioni e sentirsi accolti, senza il peso delle aspettative e delle pressioni sociali.
Ricordiamo che prevenire è possibile: ascoltare, educare all'uso corretto della tecnologia e promuovere un dialogo aperto e sincero sulle emozioni sono le chiavi per proteggere i nostri figli.
LETTURE:
Gabbard GO, Psichiatria psicodinamica. Il modello della psicoanalisi e le sue applicazioni. Raffaello Cortina Editore, Milano, 2021.
Pellai A., Tamborini B., L’età dello tsunami. Come sopravvivere a un figlio pre-adolescente. De Agostini, Novara, 2017.
Novara D., I bulli non sanno litigare. Le relazioni difficili spiegate ai bambini e agli adulti. Feltrinelli, Milano, 2019.
Linee Guida Ministero della Salute – Piano Nazionale per la prevenzione del suicidio 2021-2023.
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