il 40% dei ricoveri in psichiatria giovanile riguarda ragazzi che usano cannabinoidi potenziati o sostanze sintetiche
🚨 Cannabis “forte” e droghe sintetiche: cosa sono davvero?
La cannabis che circola oggi non è più quella di 20 anni fa. Le varietà attuali possono contenere concentrazioni di THC fino al 30%, con effetti molto più potenti e dannosi.
A questo si aggiungono i cannabinoidi sintetici (noti come Spice, K2), sostanze create in laboratorio che agiscono sul cervello in modo imprevedibile e spesso tossico ⚠️.
"Oggi il 40% dei ricoveri in psichiatria giovanile riguarda ragazzi che usano cannabinoidi potenziati o sostanze sintetiche."
— Prof. Massimo Clerici, psichiatra
🧒 Il cervello degli adolescenti è ancora in costruzione
Il cervello di un ragazzo o di una ragazza tra i 10 e i 20 anni è in una fase di grande trasformazione. Si sviluppano le aree che regolano:
- il giudizio,
- il controllo degli impulsi,
- la capacità di gestire le emozioni.
L’uso di cannabinoidi in questa fase interrompe questi processi e può causare:
🔸 difficoltà di apprendimento,
🔸 disturbi dell’umore,
🔸 comportamenti a rischio,
🔸 isolamento o crisi identitarie.
😟 Il legame con ansia, depressione e psicosi
Diversi studi scientifici dimostrano che l’uso frequente di cannabis ad alta potenza è associato a:
- maggiore rischio di ansia e depressione,
- fino a triplicare il rischio di psicosi in ragazzi predisposti,
- aumentare il rischio di tentativi di suicidio.
In alcuni casi si parla di “doppia diagnosi”: la presenza contemporanea di dipendenza da sostanze e di disturbi psichiatrici cronici.
🧪 Cannabinoidi sintetici: una minaccia ancora più seria
Queste sostanze, vendute spesso online o in ambienti scolastici, sono difficili da riconoscere e possono causare:
- attacchi di panico,
- allucinazioni,
- aggressività improvvisa,
- danni cardiaci e neurologici anche permanenti.
Chi le assume spesso non sa cosa sta prendendo.
💬 Cosa possiamo fare, come genitori?
1. Parlare prima che lo facciano altri.
I ragazzi sono esposti a messaggi ambigui che minimizzano i rischi della cannabis. Dobbiamo essere noi i primi a parlarne, senza paura e senza giudicare.
2. Creare un dialogo aperto.
Mostrare ascolto, non solo regole. I ragazzi hanno bisogno di sentirsi accolti, non interrogati.
3. Educare prima della pubertà.
Già tra i 9 e i 10 anni è il momento giusto per introdurre questi temi. Quando sono più piccoli, ci ascoltano di più. È un investimento per il loro futuro.
4. Non sottovalutare i segnali.
Cambiamenti di umore, calo nel rendimento scolastico, isolamento improvviso: tutto merita attenzione, ma senza allarmismi, solo con cura.
❤️ Un’alleanza che fa la differenza
La prevenzione non è proibizione. È cura, informazione, presenza. I nostri figli hanno bisogno di sapere che noi ci siamo, anche nei momenti difficili, anche quando sbagliano.
👉 Se avete dubbi o volete approfondire, parlatene con il vostro pediatra di fiducia o con un servizio di neuropsichiatria infantile.
Meglio una domanda in più oggi che una paura taciuta domani.
Insieme, possiamo proteggere il futuro dei nostri figli. 🌱

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