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sabato 29 marzo 2025

Quando piange gli dò il cellulare, sbaglio?

 Quando piange gli dò il cellulare, sbaglio?

Dottore, quando mio figlio di un anno piange gli do il cellulare. Non è che sia convinta che sia utile. Ma almeno si calma e sta bravo. Poi c’è chi mi dice che faccio male perché è dannoso. Ma è vero?

Lettera firmata e-mail

È vero. Alla base c’è un'esigenza comprensibile: calmare un bambino che piange o farlo stare tranquillo in auto o quando siamo in compagnia. Ed è vero, uno schermo acceso può funzionare, nell’immediato, come una sorta di “interruttore”. Ma è giusto farlo? E soprattutto, ci possono essere conseguenze a lungo termine? L’utilizzo precoce degli smartphone nei bambini piccoli è un tema delicato ma importante per la loro salute e il loro sviluppo. Dobbiamo sapere che ormai numerosi studi dimostrano che l’esposizione agli schermi nei primi anni di vita è associata a vari problemi come disturbi del sonno, perché la luce blu altera i ritmi circadiani; ritardi nel linguaggio, se lo schermo sostituisce il dialogo con i genitori; minore attenzione e irritabilità, dovute alla continua stimolazione passiva; riduzione del movimento fisico, con conseguente rischio di sovrappeso; difficoltà nell’elaborare le emozioni, se il cellulare viene usato per “spegnere” la frustrazione o la noia.

In aumento progressivo, e non solo nei primi anni di vita, i problemi alla vista: l'utilizzo precoce e prolungato di smartphone e altri dispositivi elettronici può avere conseguenze negative sulla vista dei bambini. Quando un bambino piange e gli viene dato il cellulare per calmarlo, può imparare che le emozioni si spengono con un clic, anziché imparare a riconoscerle, tollerarle e superarle. È un’occasione persa per crescere. Cosa possiamo fare? Niente schermi sotto i due anni, se non per brevi videochiamate con i nonni. Dai due ai cinque anni, massimo un’ora al giorno, scegliendo contenuti educativi e guardandoli insieme a un adulto. Tra i sei e i dodici anni, non più di due ore al giorno, sempre con supervisione.

E soprattutto: i genitori sono il primo modello. Se passiamo molto tempo al telefono mentre siamo con i nostri figli, sarà più difficile chiedere a loro di farne a meno. Una canzoncina, un libro illustrato, una storia inventata al momento, anche solo uno sguardo o un abbraccio: sono strumenti molto più efficaci e sani per calmare un bambino. Certo, richiedono più energia e presenza. Ma è proprio così che si costruisce la relazione e si promuove una crescita emotiva equilibrata. Ma è un investimento sulla futura salute dei nostri figli e anche sulla nostra. Usare lo smartphone come “ciuccio digitale” è una scorciatoia molto rischiosa. I danni sono molteplici. Prendersi il tempo per stare con i propri figli, aiutarli a elaborare le emozioni, giocare con loro è un investimento che ripaga tutta la vita. Concludo segnalando che anche da noi stanno aumentando i casi di bambini di pochi anni già affetti da dipendenza dal cellulare.





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