Quando piange gli dò il cellulare, sbaglio?
Dottore, quando mio figlio di un anno piange gli do il cellulare. Non è che sia convinta che sia utile. Ma almeno si calma e sta bravo. Poi c’è chi mi dice che faccio male perché è dannoso. Ma è vero?
Lettera firmata e-mail
È vero. Alla base c’è un'esigenza comprensibile: calmare un bambino che piange o farlo stare tranquillo in auto o quando siamo in compagnia. Ed è vero, uno schermo acceso può funzionare, nell’immediato, come una sorta di “interruttore”. Ma è giusto farlo? E soprattutto, ci possono essere conseguenze a lungo termine? L’utilizzo precoce degli smartphone nei bambini piccoli è un tema delicato ma importante per la loro salute e il loro sviluppo. Dobbiamo sapere che ormai numerosi studi dimostrano che l’esposizione agli schermi nei primi anni di vita è associata a vari problemi come disturbi del sonno, perché la luce blu altera i ritmi circadiani; ritardi nel linguaggio, se lo schermo sostituisce il dialogo con i genitori; minore attenzione e irritabilità, dovute alla continua stimolazione passiva; riduzione del movimento fisico, con conseguente rischio di sovrappeso; difficoltà nell’elaborare le emozioni, se il cellulare viene usato per “spegnere” la frustrazione o la noia.
In aumento progressivo, e non solo nei primi anni di vita, i problemi alla vista: l'utilizzo precoce e prolungato di smartphone e altri dispositivi elettronici può avere conseguenze negative sulla vista dei bambini. Quando un bambino piange e gli viene dato il cellulare per calmarlo, può imparare che le emozioni si spengono con un clic, anziché imparare a riconoscerle, tollerarle e superarle. È un’occasione persa per crescere. Cosa possiamo fare? Niente schermi sotto i due anni, se non per brevi videochiamate con i nonni. Dai due ai cinque anni, massimo un’ora al giorno, scegliendo contenuti educativi e guardandoli insieme a un adulto. Tra i sei e i dodici anni, non più di due ore al giorno, sempre con supervisione.
E soprattutto: i genitori sono il primo modello. Se passiamo molto tempo al telefono mentre siamo con i nostri figli, sarà più difficile chiedere a loro di farne a meno. Una canzoncina, un libro illustrato, una storia inventata al momento, anche solo uno sguardo o un abbraccio: sono strumenti molto più efficaci e sani per calmare un bambino. Certo, richiedono più energia e presenza. Ma è proprio così che si costruisce la relazione e si promuove una crescita emotiva equilibrata. Ma è un investimento sulla futura salute dei nostri figli e anche sulla nostra. Usare lo smartphone come “ciuccio digitale” è una scorciatoia molto rischiosa. I danni sono molteplici. Prendersi il tempo per stare con i propri figli, aiutarli a elaborare le emozioni, giocare con loro è un investimento che ripaga tutta la vita. Concludo segnalando che anche da noi stanno aumentando i casi di bambini di pochi anni già affetti da dipendenza dal cellulare.
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