NEONATI E LATTANTI
IN ATTESA DI AFFIDO O ADOZIONE (il “caso” di Achille..ma non solo).
In un “forum” di
discussione di pediatri ho invitato a discutere sul “caso” del figlio di
Martina Levato, Achille, tolto alla madre alla nascita.
Quanto clamore su
questo “caso” quando questa situazione (neonanti “parcheggiati” in strutture
non idonee in attesa dei lunghi tempi giudiziari dell’affido o della adozione) si presenta abbastanza frequentemente. Vi
segnalo una bella iniziativa di volontariato a Genova “L’abbraccio di Don Orione”:
“Quando andavo in neonatologia a
fare eco vedevo dei bambini "affidati" all'ospedale in attesa che il
nostro sistema trovasse una sistemazione. Per risolvere questa situazione
(e stiamo a parlare di bonding, di legami, di ...tutto quello che si studia!!!)
c'è voluta una azione di volontariato per creare una struttura più adeguata per
questi bambini. Quali danni e maltrattamento "istituzionale" si creano: http://www.abbracciodonorione.it/index.php/chi-siamo
Come pediatri dovremmo farci
sentire un pochino di più e interessarci dell'abuso e maltrattamento
istituzionale. I Giudici e i magistrati ragionano con il loro punto di vista,
quello che manca è una nostra chiara presa di posizione sulla
"fisiologia" del neonato, sul "danno" che certe situazioni
possono causare.
Riassumendo alcuni
punti ho detto:
Meglio evitare il
bonding (attaccamento materno) e l'allattamento al seno? Chi accudisce adesso
il bambino?
Io sono confuso non
conosco i dati e le valutazioni ma in altri casi tragici, seppur diversi,
magari anche più gravi, i figli sono rimasti con la mamma, (emblematica la
vicenda Franzoni..vedete il link sottostante)
Qui notizie recenti
della Franzoni:http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/28/delitto-di-cogne-annamaria-franzoni-resta-agli-arresti-domiciliari/1633822/
Arresti domiciliari:
il tribunale di sorveglianza di Bologna ha accolto l'istanza degli avvocati
perché la donna ha già scontato i due terzi della pena. L'avvocato Savio:
"E’ contenta, segue i suoi figli, fa la mamma, cucina, lavora: insomma una
persona normale"
Qui un articolo della
Prof.ssa Battaglia
Alcuni “pezzi” dell’articolo
“Sappiamo che il
bambino è stato separato dalla madre che non gli ha potuto dare neppure la
prima poppata. Una decisione indubbiamente severa, presa, si afferma, nel
superiore interesse del minore che dovrebbe essere protetto da una madre che ha
subito una pesante condanna in primo grado. Si possono certo comprendere le motivazioni
che hanno spinto il Tribunale a pronunciarsi come ha fatto, sennonché il
concetto stesso di interesse, lungi dall’essere univoco, si presta a una
pluralità di interpretazioni tra cui, ad esempio, anche la
soddisfazione dei bisogni primari (cibo, calore, cura,
tenerezze).
“…..una relazione
tra madre e figlio che, dopo nove mesi di assoluta simbiosi, viene spezzata
repentinamente come se la madre fosse morta”.
“Si ha un bel
parlare del significato non afflittivo della pena e delle speranze di
riabilitazione che mai dovrebbero essere negate, anche al criminale più
incallito. Chi può escludere che la relazione col figlio possa diventare, per
questa donna, un’occasione di riscatto? E, d’altra parte, non è forse
nell’interesse del neonato quello di non essere bruscamente sottratto a chi gli
ha dato la vita? “
Considerazioni:
È una questione che mi ha fatto profondamente soffrire.
Dopo questa sentenza ho incertezze e
mi pongo tante tante domande.
Quante mamme vediamo noi pediatri in ambulatorio anche di buon livello socio culturale, socialmente
e professionalmente ben inserite, ma che non appaiono adeguate sul piano affettivo e genitoriale! E
quante mamme, invece, magari , più umili e modeste, anche emarginate, sono
state in grado di tirare su i propri figli con un amore senza confini,
sacrificandosi per non far mancare nulla ai figli.
La decisione di impedire a un bambino di attaccarsi al
seno materno, di avere il contatto a
pelle con la “SUA” mamma con cui è vissuto come un sol corpo per 9 mesi , di
ascoltare la sua voce, ( alcuni studi dicono che solo la voce della sua mamma è
capace di consolarlo e rincuorarlo) è una atto traumatico in questa fase
delicata di venuta al mondo.
Codice penale e affettività materna non necessariamente
sono in contrasto fra loro. I meccanismi atavici che governano la maternità e
passano ben alti sopra la razionalità sono imperscrutabili, e ce lo mostrano
mamme apparentemente affidabili che sopprimono i propri figli, e madri
inaffidabili che di fronte ad una maternità si trasformano nel bene.
Una certezza però ce l'ho, la magistratura doveva
decidere ben prima il destino di questo bambino, e non tirare per le lunghe
questa storia con diatribe fra giudici, facendolo però nel silenzio più
assoluto.
Nella foto "Ruota degli esposti"
Nessun commento:
Posta un commento