sabato 3 marzo 2018

RIORGANIZZAZIONE DEI CONSULTORI: NON GRAZIE SE E' UNA RIDUZIONE.

RIORGANIZZAZIONE DEI CONSULTORI: NO GRAZIE SE E' UNA RIDUZIONE.
In base al Piano Sanitario sembra si debbano riorganizzare i consultori. Notizie sono apparse a stampa nei giorni scorsi. Qui la posizione dei pediatri della "Associazione Pediatri della Liguria" (APEL) condivisa dalla Società italiana di Pediatria (SIP, sezione Liguria) e dall'Osservatorio Regionale UNICEF.  Una sintesi? Eccola: NON TOGLIETE ALTRI SERVIZI AI BAMBINI E ALLE FAMIGLIE MA FATE FUNZIONARE AL MEGLIO QUELLO CHE C'E'.
Troppe famiglie si debbono rivolgere al privato per carenze di personale e di strutture pubbliche e la tendenza alla privatizzazione con convenzione presenta rischi (di tracollo del sistema pubblico).

APEL (ASSOCIAZIONE PEDIATRI LIGURI) 
Documento Condiviso con:
Osservatorio Unicef Liguria
“Società Italiana di Pediatria -sez Liguria. Presidente dott. Giorgio Conforti”

OGGETTO: Riorganizzazione dei Consultori
La notizia di una riorganizzazione dei consultori desta nella  comunità pediatrica ligure particolare preoccupazione in quanto calata dall’alto senza essere stata preventivamente concordata con la pediatria e, soprattutto, con i pediatri di libera scelta che hanno la responsabilità diretta della salute dei bambini, molti di quali  hanno bisogno, oltre che del pediatra curante, di servizi che possano prendere precocemente in carico le varie problematiche di salute, non solo sanitarie ma sociosanitarie, purtroppo sempre più frequenti.
Allo stato attuale ci spiace constatare che il tavolo pediatrico regionale non è stato convocato da oltre 1 anno e non si hanno neppure  notizie dei  documenti elaborati dalla pediatria, su richiesta dell’Assessorato, per il “libro bianco” della sanità.
Ora, nel silenzio generale, la volontà dell’assessorato di riorganizzare i consultori è piuttosto allarmante perché, anche se fosse dettata da misure di bilancio volte al contenimento della spesa sanitaria, non sono condivisibili, poichè manca  una visione di insieme che metta al centro i bisogni di salute dei bambini e delle famiglie, prevedendo un coordinamento di tutta l’area pediatrica.
La Medicina sta subendo, come la società, profondi cambiamenti. Con il passaggio dalla “Sanità” (curare) al concetto di salute globalmente intesa (prendersi cura) i campi di intervento della pediatria si sono notevolmente estesi alle problematiche di tipo sociale e relazionale.
Il pediatra, figura nata per “curare” le malattie, ha assunto il ruolo di “avvocato difensore” (o paladino secondo l’UNICEF) del bambino e delle famiglie e si trova sempre più a contatto con patologie legate a disagio, a difficoltà relazionali che portano, in assenza di interventi preventivi e intercettivi precoci, ad un aumento delle patologie psichiatriche  presenti, già ora, negli USA, nel 23% dei bambini che afferiscono ai sistemi sanitari (ma in Italia i dati sono sovrapponibili).
A fronte di questo e dell’aumento della patologia psichiatrica, del disagio psico relazionale,  dei disturbi e difficoltà dell’apprendimento e dei bambini affetti da malattie croniche, si assiste con preoccupazione a una riduzione delle risorse per l’area pediatrica, a tutti i livelli.
-       A livello ospedaliero, con riduzione dei posti letto associata a riduzione del personale e a scarsa/nulla motivazione o sistemi premianti per merito.
-       A livello di medicina scolastica, con riduzione del personale a fronte di un aumento delle possibilità di intervento.
-      A livello di pediatria di famiglia, con una pesante burocratizzazione e blocco da parte della Agenzia Regionale dei progetti in corso: un esempio su tutti la Manovra antisoffocamento !!!!
L’aumento del disagio e dei disturbi relazionali che possono portare ad un aumento di patologie psichiatriche, l’aumento dell’obesità, dei disturbi legati a “sostanze”, alcol, fumo e a Internet richiedono interventi precoci di “genitorialità” nei primi 1000 giorni di vita (evidenza bibliografica) e una stretta collaborazione tra servizi prenascita, neonatologie, pediatri di famiglia, pediatri dei consultori, servizi dei consultori (vedi pedagogia, psicologia, neuropsichiatria, logopedia ecc.) e colleghi ospedalieri.
Se non si applicano interventi precoci sul territorio (anche per ridurre i cosìdetti accessi impropri ai PS che tratteremo a parte) si rischia un aumento di richieste di assistenza nei servizi ospedalieri che già operano al limite delle loro possibilità, oltre all’aumento di famiglie che si rivolgono al privato convenzionato o al privato puro (il “problema” del privato convenzionato merita altre considerazioni che verrannoi discusse in altra sede).
Soprattutto la patologia neuropsichiatrica in pediatria, in età adolescenziale, è orfana di assistenza e rischia di essere demandata a servizi degli adulti non adatti all’età pediatrica o ai privati (non come scelta ma per mancanza di servizi pubblici facilmente accessibili).
Si sottolinea,  inoltre, che il percorso assistenziale diagnostico e terapeutico che richiede consulenze specialistiche (neuropsichiatria, psicologia, pedagogia, logopedia, foniatria, fisiatria ecc.), così come quello del passaggio del bambino dal pediatra al medico di medicina generale, sia per il bambino sano sia per il bambino affetto da patologia ricorrente o cronica, deve essere gestito dal medico curante e non dallo specialista neuropsichiatra.
Non solo: per quanto riguarda le patologie rilevabili in comunità serve un servizio in comunità: un pediatra che ascolta i rilievi e le osservazioni di educatori, maestri e professori e fa da tramite tra costoro le famiglie e i pediatri/medici curanti.
Questo ruolo spetta alla pediatria consultoriale che va messa in rete con i pediatri curanti e con le altre professionalità che operano nei consultori. In questi anni la pediatria consultoriale ha visto una riduzione dell’organico per cui si deve provvedere a una riorganizzazione ma non al ribasso.
Il numero dei pediatri dei servizi consultoriali deve essere aumentato e non ridotto o mandato in esaurimento per pensionamento senza sostituzione.  I consultori rappresentano un approccio di salute pubblica ai problemi dell'infanzia, come contesto metodologico, ed il riferimento privilegiato alle comunità (residenti, educative, ecc.) come contesto operativo. Il loro ruolo  di informazione e educazione sanitaria rivolte non solo ai singoli ma anche alle comunità sono indispensabili per  intervenire in situazioni di prevenzione, di educazione sanitaria oltre a rappresentare la porta di accesso ai vari servizi consultoriali per il bambino con “problemi” segnalati dal pediatra curante o dagli educatori, maestre e professori come  i disturbi e disabilità dell'apprendimento e altre situazioni in aumento (dalla dislessia all'autismo ecc.).
Lavorando in sinergia con il pediatra di famiglia, che opera sul singolo bambino e sulla famiglia, il pediatra di comunità ha ben presente le necessità della comunità dei bambini ed è quindi particolarmente attento agli aspetti epidemiologici e organizzativi degli interventi preventivi, ed ha (o dovrebbe avere, se supportato ) gli strumenti per essere parte attiva nell'elaborazione, attuazione e verifica di  progetti di genitorialità, di sostegno all'infanzia, di rilevazione precoce, ascoltando quanto osservato nelle comunità e coordinandosi con il pediatra curante.
Non solo: abbiamo bambini non in regola (immigrati a cui la nostra Regione, nonostante una legge, non assegna il pediatra di famiglia), abbiamo necessità di ambienti "protetti” per lattanti  e adolescenti per problemi di informazione vaccinale, abuso e maltrattamenti, prevenzione e rilevazione precoce di ogni forma di disagio (dal bullismo ai fenomeni legati a uso di alcol, fumo e sostanze e fenomeni di abbandono scolastico sempre più frequnte fra i giovani che culmina nel cosiddetto "fenomeno Hikikomori).
Le vaccinazioni? Uno dei tanti  compiti gestito da 1 anno in poi da Igiene ma che, per le famiglie “fragili” o esitanti o per i prematuri o affetti da patologie croniche, rappresenta un aiuto alla famiglia e rappresenta una continuità dell’assistenza.
Le problematiche sono tante e in costante aumento per cui, se l’Assessore è d’accordo, i Pediatri sono disponibili ad un incontro affinchè congiutamente si possa gestire al meglio l’”area pediatrica”.

                                                   Genova 3 Marzo 2018                                                                                                                                                                                               
Dott. Alberto Ferrando
Presidente Ass. Pediatri Extraospoedalieri della Liguria
Consigliere Ass. Culturale di Pediatria (ACP) www.acp.it 
Coordinatore Garanti dell0Infanzia e della Adolescenza UNICEF
aferrand@fastwebnet.it . tel +393388687583

APEL (ASSOCIAZIONE PEDIATRI LIGURI) c/o Corso A. Gastaldi 1 Genova

www.apel-pediatri.org- tel 0103776324 – direttivo@apel-pediatri.org
Cod. Fisc 95055320105 – P.IVA 03765430107

 


 

Nessun commento:

Posta un commento