sabato 16 luglio 2016

Fatti Tragici (scontro treni, Nizza, Colpo diStato in Turchia) e bambini: tuteliamoli

 Fatti Tragici (scontro treni, Nizza, Colpo diStato in Turchia) e bambini: tuteliamoli
Cari genitori
 Avevo già trattato delle conseguenze psicologiche sui bambini conseguenti a eventi catastrofici (alluvione ,terremoti ecc. ) spesso amplificati dalla informazione che a volte si accanisce non solo andare informazioni  ma ad esaltare fatti tragici.
In pochi giorni abbiamo avuto tre eventi terribili
-       Scontro tra treni in Puglia
-       Attentato a Nizza
-       Colpo di Stato in Tunisia
Consiglio pratico da attuare subito: cercate di aggiornarvi senza esagerare con visioni televise ad effetto e tragiche. Cambiate canale o aspettate che i bambini siano a letto. I bambini possono avere danni seri da violenza psicologica assistita. Poi spiegate e parlate e non nascondete la verità.
Tanto non cambiate la storia guardando il colpo di Stato in diretta.
Certo abbiamo a che fare con la nostra ansia e timori ma cerchiamo di avere atteggiamenti poco catastrofici.
Ovviamente ai bambini bisogna dire tutto e spiegare cosa avviene ma da voi.
Già in occasione della alluvione dei genitori mi hanno segnalato disturbi nei bambini dopo qualche giorno dalla alluvione.
I bambini che sperimentano un disastro (dal vivo o vissuto tramite informazione)vivono due tipi fondamentali di esperienze:
-       il trauma causato dal disastro stesso e
-       i cambiamenti e gli sconvolgimenti nel vivere quotidiano causati dal disastro
In questi giorni i nostri bambini sono stati testimoni indiretti tramite la TV di fatti estremamente tragici.
Questi eventi tragici spesso innescano una catena di eventi che possono causare cambiamenti nelle condizioni di vita quotidiane e portare anche a difficoltà a lungo termine.
Nella vita quotidiana i bambini avvertono le tensioni dei familiari (su cui non ci dobbiamo colpevolizzare perché non ci possiamo fare nulla, non si può non essere tesi se si ha perso un familiare o la casa o un bene ottenuto faticosamente) e poi avvertono i cambiamenti “emotivi”, eventuali elaborazioni di lutto oltre alla elaborazione di ansie,, paure e timori vissute sia direttamente che attraverso genitori, fratelli, sorelle amici e parenti.

Cosa può manifestare un bambino? L’ indicatore di sofferenza principale è un cambiamento radicale nel comportamento del bambino. Alcune reazioni comuni possono essere rappresentate da comportamento regressivo (si comporta come se fosse un bambino più piccolo); difficoltà di separazione (piangere, agitarsi o aggrapparsi quando i genitori si
allontanano); difficoltà nel fare spostamenti; pianto facile, dipendenza o stato di bisogno, paure per eventi simili al trauma subito, essere triste o depresso, essere insolitamente tranquilli o chiusi e non essere interessati alle cose che abitualmente divertivano o al contrario essere irritabili, avere sbalzi d’umore o atteggiamenti aggressivi. Patologia da conversione (malattie psicosomatiche) quali di mal di testa, mal di stomaco o altri sintomi di malattia. Alcuni hanno un calo nel rendimento scolastico.
Quanto sopra avviene però anche in altre situazioni d stress quali la separazione, la nascita di un fratellino o di una sorellina, un lutto familiare.
In questi casi è importante che prima i genitori metabolizzino quanto avvenuto, un genitore tranquillo, cosa non certo facile, è il primo passo per aiutare il bambino. Per questo motivo il primo consiglio è di non fasciarsi troppo la testa almeno nelle fasi iniziali. Chiedere aiuto al proprio pediatra e al proprio medico curante e , in situazioni che interessano la collettività, parlarne con gli insegnanti perché il modo migliore per risolvere le cose pur nella variabilità individuale delle reazioni è quello di dare tempo al tempo e di tirare fuori quello che si ha dentro con il dialogo, il colloquio, l’ascolto di una persona attenza e , nei bambini, con l’aiuto del gioco e del disegno.
Su tutto questo come pediatri e come società civile, tutti, dobbiamo sapere e sapere consigliare e fare di più. Poi ad altri spetterà prevenire il prevenibile ma intanto cerchiamo di non danneggiare ulteriormente con drammatizzazioni di quanto è avvenuto. Dobbiamo fare ora tanto per il presente e limitare i danni e soprattutto prevenire per il futuro sia per i danni morali e psicologici. Necessario un colloquio e dialogo tra pediatri, pedagogisti, psicologi e insegnanti e tutti coloro che sono a contatto con i bambini e le famiglie.
Lettura Consigliata di “Save the children”:





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