"Educare un bambino al vasino è spesso la prima grande battaglia che i genitori affrontano con i figli e si tratta di una battaglia persa in partenza se i genitori iniziano quando il piccolo non è ancora pronto. I bimbi che vengono spinti troppo presto al controllo degli sfinteri avvertono rabbia, risentimento e vergogna. I genitoriche forzano la cosa vanno spesso incontro alle stesse emozioni. La vostra mamma vi ripeterà in continuazione che a 18 mesieravate già perfettamente in grado di utilizzare il vasino, mentre vostro figlio a due o tre anni sporca ancora IL PANNOLINO. Sicuramente ciò è vero, ma questo non significa che le nostre mamme fossero "mamme perfette"o noi dei "bambini prodigio", me semplicemente che negli anni 60/70 si utilizzava un metodo diverso, quello del condizionamento operante: devono essere educati a svuotarsi quando vengono posti a sedere sopra il walter, poiché non sono ancora abbastanza grandi per salirvi sopra. Questo metodo funziona ma richiede tempo ed è possibile che fallisca più volte prima della buona riuscita.
Oggi l'educazione al vasino avviene tra i due e i tre anni, quando il piccolo è mentalmente, fisicamente ed emotivamente pronto. Il risultato è una veloce acquisizione del controllo degli sfinteri in maniera stabile e senza regressioni. L'arrivo della buona stagione e l'avvicinarsi delle ferie estive sono un buon momento per provarci.
Naturalmete dovremo prestare attenzione ai segnali she il nostro bimbo ci manda e che ci fanno capire se davvero è pronto per il grande passo. Se un bimbo non sembra infastidito dal pannolino sporco, vuol dire che non è ancora pronto ad usare il vasino. Se invece comincia ad essere infastidito dagli odori del proprio corpo e vuole comportarsi "da grande", osservando ed imitando il comportamento degli adulti o ,semplicemente, di un fratello maggiore, è incuriosito dall'andare in bagno, si può cominciare con calma e pazienza la grande avventura..
anche le tensioni emotive giocano un ruolo importante, situazioni di stress, quali la nascita di un fratellino possono innescare, incinsaoevolmente, nel bambino la voglia di attirare l'attenzione e possono manifestarsi anche nel rifiuto ad evacuare. In questa sfera rientrano altri aspetti di ordine psicologico: il bambino vive la perdita delle feci come perdesse parte di se, oppure viene sforzato a controllarsi prematuramente, da qui il rifiuto di usare il vasino o il water.
Per concludere, non cercate di togliere il pannolino al vostro bambino intorno al periodo della nascita del fratellino, a meno che non sia lui a dimostrarne chiaramente l'intenzione. imparare ad usare il bagno è impegno gravoso per un bambino piccolo e volerglielo insegnare entro la nascita del fratello potrebbe portarlo ad una regressione, poiché si chiederà perché il nuovo nato usa il pannolino e mamma e papà ne sono contenti. Ricordate, quindi, di avere pazienza, lodarlo e gratificarlo ogni volta che raggiunge l'obbiettivo: approfittate di questi mesi estivi se il vostro bimbo sembra "maturo" poiché in ferie si è tutti meno stressati e più accomodanti.
Danila Stocchi"
8/08/2011
mercoledì 1 giugno 2011
21/05/2011
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18/04/11 "LA CIOCCOLATA"
In questi giorni che precedono la Santa Pasqua vi ripropongo alcuni passi di un articolo scritto qualche tempo fa sul Corriere Mercantile:
La cioccolata: fa male? Quanta se ne può mangiare? Può far parte della dieta dei bambini? Da che età e con quali limiti? Senza alcun dubbio esistono un mucchio di luoghi comuni da sfatare: non è vero che:
- faccia venire i brufoli o che sia molto allergizzante. L'acne nell'adolescenza è provacata da fattori ormonale e non dal consumo del cioccolato. Se prendiamo in considerazione una serie di alimenti in grado di scatenare reazioni allergiche vediamo che, in ordine di frequenza, il cioccolato si situa alla fine, dopo il pesce, le uova, i crostacei, il latte vaccino, il sedano, le fragole e molti altri cibi. E' stato calcolato che meno del 2% dei soggetti allergici possono essere suscettibili a reazioni allergiche dopo assunzione di cioccolato.
- faccia male ai denti, anzi è stato dimostrato che la polvere di cacao possiede un potere anticariogeno dovuto alla presenza di tre tipi di sostanze: i tannini (che inibiscono lo sviluppo di batteri), il fluoro (presente nella concentrazione di 0,05mg/100g) e i fosfati (che agiscono contro gli acidi formatidal metabolismo degli zuccheri). Con questo, però, non vi consigliamo di dare la cioccolata ai bambini per prevenire la carie, anzi, è sempre buona abitudine far lavare i denti dopo avere mangiato qualsiasi alimento soprattutto se zuccherato.
E' vero, invece, che ha un'azione stimolante ed antidepressiva perché contiene delle sostanze, le endorfine, che contrastano il dolore e predispongono al piacere e la teobromina in grado di migliorare la concentrazione e la prontezza dei riflessi. Ha, inoltre, il potere di stimolare la produzione di serotonina, una sostanza che agisce a livello cerebrale e che ha la capacità di infondere calma e tranquillità e di migliorare l'umore. Attenzione, però, che alcune sostanze possono determinare degli effetti collaterali con disturbi nervosi, anche gravi, nei bambini (e soprattutto negli animali domestici). Attenzione, infine, al fatto che il cioccolato è un alimento particolarmente ricco di calorie e, pocihè spesso viene mangiato, al di fuori dei pasti, rischia di indurre un eccessivo apporto energetico. Ecco i valori calorici ogni 100 grammi :
- cioccolato fondente: 530 kilocalorie
- cioccolato al latte: 540 kilocalorie
- cioccolato al latte con nocciole: 535 kilocalorie
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LE 7 REGOLE DI GIOVANNI BOLLEA "LE MADRI NON SBAGLIANO MAI
1. Dategli meno. Hanno troppo, non c’è dubbio. Il consumismo fa scomparire il desiderio e apre le porte alla noia.
2. Quella che conta è l’intensità, non la quantità di tempo passato con i bambini. I primi venti minuti del rientro a casa dal lavoro sono fondamentali. Devono essere dedicati al colloquio e alle coccole. E non certo a chiedere dei compiti o dei risultati.
3. I giochi più educativi sono quelli che passano attraverso la fantasia della madre e le mani del padre: bastano due pezzi di legno, ma i genitori ormai non sanno più inventare.
4. Dai tre ai cinque anni è bene avviare i bimbi ai lavoretti a casa, assieme ai genitori. È utile che sappiano stirare con un piccolo ferro o attaccare un bottone.
5. Sport. Prima di tutto deve essere lui a desiderarlo. Meglio se lo fa in gruppo, facendo capire che agonismo significa emergere con fatica e non diventare campioni. Ottime due o tre ore di palestra alla settimana. Poca competizione, grande beneficio fisico.
6. Va incoraggiata la cultura artistica abituandoli al bello. Teatro, musica, arti visive creano il desiderio di migliorare. I soldi spesi per la cultura sono quelli che rendono di più.
7. Ultimo suggerimento: ho una mia teoria e forse mi prenderanno in giro. La chiamo: la donna a tre quarti del tempo. Le donne che lavorano, la maggioranza, a fine giornata pensano già ai figli, alla spesa, agli impegni di casa e rendono poco. Non sarebbe meglio lasciarle uscire mezz’ora prima? I figli, tornando da scuola, le avrebbero a casa meno stressate e più disponibili. Più che di corsi, è di questo che i bimbi hanno bisogno.
(e qui si inserisce la proposta di dare alle mamme che hanno avuto un bambino il "part time" che in genere viene negato anche in strutture che tutelerebbero i diritti dell'infanzia, o se concesso si viene trattati male e altre facilitazioni: stiamo valutando le persone in base alle ore e non ai risultati. Penso che molti lavori si potrebbero svolgere tramite il telelavoro ecc.)