venerdì 30 agosto 2024

20 FRASI “TOSSICHE” DA NON DIRE AI BAMBINI: tipo “ma sei scemo?” o “sei sempre il solito”….”o non sei bravo come tua sorella” ecc. ecc.

20 FRASI “TOSSICHE” DA NON DIRE AI BAMBINI: tipo “ma sei scemo?” o “sei sempre il solito”….”o non sei bravo come tua sorella” ecc. ecc.

Pressochè a tutti i genitori è successo di uscire con frasi che possono, soprattutto se ripetute e reiterate nel tempo, creare dei problemi educativi e dei disagi al bambino che potrebbe portarsi dietro nelle età successive (vedi parte finale dell’articolo).

In certi momenti sembra proprio che i bambini cerchino di “tirarci fuori” il peggio di noi magari reagendo negativamente o non obbedendo o con certi comportamenti. Capita più frequentemente in situazioni in cui i bambini, o noi adulti (o entrambi) siamo più stanchi o stressati.

Ricordate che il linguaggio utilizzato dai genitori è uno strumento potentissimo per il benessere psicologico e lo sviluppo dei bambini. 

Utilizzare frasi positive e costruttive può rafforzare la loro autostima, promuovere lo sviluppo emotivo sano, costruire una relazione di fiducia e incoraggiarli a diventare adulti sicuri e autonomi.

Qui sotto faccio un elenco di frasi “negative” e da evitare con i bambini e Vi propongo frasi alternative. 

Fare il genitore non è facile e capita a tutti di avere dei momenti difficile da trattenere di rabbia…ma questi non portano a nulla di positivo. Anzi.

Il comun denominatore delle frasi positive che vi propongo è quello di cercare di intervenire in senso positivo e non solo e sempre negativo o repressivo o colpevolizzante.

In fondo all’articolo il perché non si deve ricorrere a frasi come quelle citate:

 

Come  intervenire in senso positivo:

  1. Riconoscere e validare i sentimenti: Aiutare il bambino a comprendere e gestire le proprie emozioni è fondamentale. Dire "Capisco che sei arrabbiato" aiuta il bambino a sentirsi compreso.
  2. Utilizzare il linguaggio positivo: Invece di dire cosa non fare, incoraggia comportamenti positivi. Ad esempio, invece di dire "Non correre!", si può dire "Cammina piano, per favore".
  3. Incoraggiare l’autonomia: Lasciare spazio al bambino per prendere decisioni adeguate alla sua età rafforza la sua autostima e senso di responsabilità.
  4. Dare spiegazioni: I bambini hanno bisogno di capire il perché delle regole, soprattutto dopo i primi anni di vita. Spiegare il motivo delle richieste aiuta a sviluppare il loro senso critico e li rende più inclini a collaborare.
  5. Essere un modello positivo: I bambini imparano molto dall’osservazione. Mostrare comportamenti positivi e una buona gestione delle emozioni insegna loro come affrontare situazioni difficili.

 

Ecco un elenco di frasi da evitare quando si parla con i bambini, con le relative spiegazioni e alternative positive che i genitori possono adottare:

1. "Ma sei scemo?"

Motivo: Questa frase mette in discussione l'intelligenza e il valore del bambino, facendolo sentire inadeguato o stupido. Può danneggiare l'autostima e creare un'immagine negativa di sé. 

Alternativa positiva: "Hai fatto un errore, ma possiamo imparare da questo. Proviamo a fare meglio insieme."

2. "Non piangere, non è niente."

Motivo: Minimizzare i sentimenti del bambino invalida le sue emozioni e lo fa sentire incompreso o non ascoltato.

 -Alternativa positiva: "Capisco che ti senti triste (o arrabbiato, spaventato). Vuoi parlarne o hai bisogno di un abbraccio?"

3. "Guarda come ti comporti male!"

Motivo: Etichettare il bambino come "cattivo" o "maleducato" può portarlo a interiorizzare questo giudizio e a comportarsi in linea con questa etichetta, alimentando comportamenti negativi. 

Alternativa positiva: "So che puoi fare meglio. Cosa possiamo fare insieme per migliorare questa situazione?"

4. "Perché non sei bravo come tuo fratello/sorella?"

Motivo: Comparare il bambino ad altri, specialmente ai fratelli, crea rivalità e gelosie. Può anche portare il bambino a sentire che non è abbastanza, danneggiando la sua autostima. 

Alternativa positiva: "Ognuno è unico e ha le proprie qualità. Facciamo del nostro meglio per crescere e migliorare ogni giorno."

5. "Sei sempre il solito!"

Motivo: Questo tipo di affermazione suggerisce che il bambino non può cambiare e che è destinato a fallire o a comportarsi male. È una profezia che può autoavverarsi. 

Alternativa positiva: "Ho notato che hai difficoltà con questa cosa. Come possiamo lavorare insieme per superarla?"

6. "Smettila subito o ti lascio qui!"

Motivo: Minacciare di abbandonare il bambino scatena ansia e insicurezza, facendo leva sulla paura dell'abbandono. Questo può compromettere il senso di sicurezza e fiducia del bambino. 

Alternativa positiva: "So che sei arrabbiato, ma non possiamo comportarci così. Vediamo come possiamo risolvere il problema insieme."

7. "Fai come ti dico e basta!"

Motivo: Questo approccio autoritario non permette al bambino di capire il perché delle regole, portando a obbedire per paura piuttosto che per comprensione. Riduce la possibilità di sviluppare capacità critiche e indipendenza. 

Alternativa positiva: "Ti chiedo di fare questo perché [spiega la ragione]. È importante e ti aiuterà a crescere."

8. "Mi fai sempre arrabbiare!"

Motivo: Attribuire al bambino la responsabilità delle proprie emozioni può farlo sentire colpevole e responsabile di qualcosa che non può controllare. Può portare a sensi di colpa e ansia. 

Alternativa positiva: "Quando succede questo, mi sento frustrato. Possiamo lavorare insieme per trovare una soluzione che funzioni per entrambi?"

9. "Non sei capace!"

Motivo: Dire al bambino che non è in grado di fare qualcosa può bloccare il suo sviluppo e scoraggiarlo dal provare cose nuove. Può portare a una mentalità di impotenza appresa. 

Alternativa positiva: "È normale trovare delle difficoltà all'inizio. Con la pratica e l'impegno, sono sicuro che ci riuscirai."

10. "Sei un bambino cattivo!" Etichettare il bambino come "cattivo" lo porta a credere di esserlo davvero, condizionando il suo comportamento futuro e la percezione di sé. 

Alternativa positiva: "Quello che hai fatto non è giusto, ma possiamo correggerlo. So che puoi fare meglio la prossima volta."

11. "Smettila di fare il bambino!"

Motivo: Questa frase è paradossale, poiché i bambini sono, appunto, bambini. Dire loro di non comportarsi come tali li può confondere e far sentire inadeguati. 

Alternativa positiva: "Capisco che sei arrabbiato/frustrato. Parliamone e vediamo come possiamo risolvere insieme."

12. "Te lo avevo detto!"

Motivo: Questa frase suona come una condanna e non offre al bambino la possibilità di imparare dall'errore senza sentirsi giudicato. Può anche far nascere risentimento. 

- Alternativa positiva: "So che non è andata come volevi. Cosa pensi di fare la prossima volta per ottenere un risultato migliore?"

13. "I grandi non piangono!"

Motivo: Negare il diritto di esprimere le emozioni, come il pianto, può portare il bambino a reprimere i propri sentimenti, creando frustrazione e insicurezza. 

Alternativa positiva: "È normale sentirsi triste o arrabbiato. Piangere aiuta a far uscire le emozioni. Vuoi parlarne?"

14. "Se non mangi, non cresci!"

Motivo: Associare il cibo alla crescita o al valore personale può creare un rapporto conflittuale con l’alimentazione, portando a comportamenti alimentari problematici. 

- Alternativa positiva: "Il cibo ci dà energia per fare tante cose divertenti. Proviamo insieme a mangiare un po’ di tutto."

15. "Hai fatto piangere la mamma/papà!"

Motivo: Caricare il bambino della responsabilità delle emozioni altrui può farlo sentire in colpa e sotto pressione, creando ansia e insicurezza. 

Alternativa positiva: "Quando fai così, mi sento triste. Vorrei che ci comportassimo in modo diverso per stare tutti meglio."

16. "Perché non fai mai quello che ti dico?"

Motivo: Questo tipo di frase generalizza un comportamento specifico, dando l’idea che il bambino sbagli sempre. Ciò può portare a una sensazione di fallimento continuo. 

Alternativa positiva: "Ho notato che oggi hai avuto difficoltà a fare quello che ti ho chiesto. Come possiamo migliorare la prossima volta?"

17. "Sei un disastro!"

Motivo: Dire al bambino che è un disastro può minare profondamente la sua autostima e motivazione, facendolo sentire inadeguato. 

Alternativa positiva: "Questo compito è stato difficile, ma so che puoi farcela. Vediamo come possiamo affrontarlo insieme."

18. "Non sei abbastanza bravo!"

Motivo: Questa frase può instillare nel bambino l'idea di non essere mai all'altezza, creando insicurezza e paura di sbagliare. 

Alternativa positiva: "Hai fatto un buon lavoro, ma possiamo migliorare ancora. Proviamo di nuovo insieme."

19. "Se non fai come dico io, non ti voglio più bene."

Motivo: Usare l'amore come leva per ottenere obbedienza può far sentire il bambino insicuro e amato solo sotto condizioni, minando il suo senso di sicurezza. 

Alternativa positiva: "Ti voglio bene, anche quando facciamo fatica a capirci. Lavoriamo insieme per trovare una soluzione."

20. "Non fai mai niente di buono!"

Motivo: Frasi del genere generalizzano negativamente, creando un senso di fallimento e demoralizzazione nel bambino, che potrebbe smettere di impegnarsi. 

-Alternativa positiva: "Hai fatto cose buone in passato, e so che puoi fare ancora meglio. Proviamo insieme a risolvere questo problema."


Altri Consigli per i Genitori:

  1. Evitare le generalizzazioni: Frasi come "non fai mai" o "fai sempre" possono portare il bambino a sentirsi etichettato e senza speranza di miglioramento. È meglio concentrarsi su comportamenti specifici e momenti precisi.
  2. Parlare con calma: Anche quando si è frustrati, è importante mantenere un tono di voce calmo e rassicurante. I bambini rispondono meglio quando non si sentono attaccati o spaventati.
  3. Incoraggiare piuttosto che criticare: L’enfasi dovrebbe essere sui progressi e sugli sforzi del bambino piuttosto che sui suoi fallimenti. Questo costruisce resilienza e una mentalità di crescita.
  4. Creare un dialogo aperto: Invita sempre il bambino a esprimere i propri sentimenti e pensieri. Questo li aiuta a sentirsi ascoltati e a sviluppare una comunicazione sana.
  5. Essere pazienti: Ogni bambino ha i suoi tempi di crescita e apprendimento. I genitori devono ricordare di essere pazienti e di offrire supporto continuo senza giudizio.

 


 

Ecco i motivi principali per cui queste frasi dovrebbero essere evitate:

1. Impatto sull'autostima

  • Descrizione: Frasi che criticano o svalutano il bambino possono minare la sua autostima. I bambini, specialmente in tenera età, sono molto sensibili alle parole degli adulti, e una frase negativa può farli sentire inadeguati, incapaci o non amati.
  • Conseguenza: Un’autostima bassa può portare a una mancanza di fiducia in sé stessi, insicurezza e difficoltà nelle relazioni sociali.

2. Formazione dell'identità

  • Descrizione: I bambini stanno costruendo la loro identità e spesso si vedono attraverso gli occhi dei loro genitori. Frasi negative possono far sì che interiorizzino etichette negative (es. "sei cattivo", "sei un disastro"), che diventano parte della loro autopercezione.
  • Conseguenza: Questo può limitare la loro capacità di sviluppare una personalità sana e positiva e può influenzare le loro scelte e comportamenti futuri.

3. Effetti sull’emotività

  • Descrizione: Frasi che negano o minimizzano le emozioni del bambino, come "Non piangere, non è niente", invalidano i suoi sentimenti e possono insegnargli a reprimere le proprie emozioni.
  • Conseguenza: Questo può portare a problemi di gestione emotiva in futuro, con difficoltà a esprimere e affrontare sentimenti come tristezza, paura o rabbia.

4. Rapporto di fiducia con i genitori

  • Descrizione: Un linguaggio negativo e critico può erodere il rapporto di fiducia tra il bambino e i genitori. Se un bambino sente di non poter esprimere liberamente i suoi pensieri e sentimenti senza essere giudicato, potrebbe ritirarsi emotivamente o smettere di comunicare apertamente.
  • Conseguenza: La mancanza di fiducia può compromettere la relazione genitore-figlio, rendendo più difficile per il genitore offrire guida e supporto durante la crescita del bambino.

5. Modellamento del comportamento

  • Descrizione: I bambini imparano molto attraverso l'imitazione. Se un genitore utilizza frequentemente frasi negative, il bambino potrebbe riprodurre lo stesso tipo di linguaggio e atteggiamenti con altri (es. compagni di scuola, fratelli).
  • Conseguenza: Questo può portare a problemi comportamentali, come il bullismo, la mancanza di empatia o difficoltà a relazionarsi positivamente con gli altri.

6. Sviluppo di una mentalità fissa

  • Descrizione: Frasi che sottolineano le incapacità o il fallimento del bambino possono contribuire a una "mentalità fissa" (fixed mindset), in cui il bambino crede che le sue capacità siano statiche e non migliorabili.
  • Conseguenza: Questo può ridurre la sua motivazione a imparare e crescere, impedendogli di sviluppare una "mentalità di crescita" (growth mindset), in cui gli errori sono visti come opportunità di apprendimento.

7. Paura e ansia

  • Descrizione: Minacce o frasi che giocano sulle paure del bambino ("Ti lascio qui se non fai come dico!") possono creare ansia e insicurezza.
  • Conseguenza: Un bambino che cresce con queste paure può sviluppare un'ansia generalizzata, difficoltà a separarsi dai genitori o altre forme di insicurezza emotiva.

8. Inibizione dell’autonomia

  • Descrizione: Frasi che comandano senza spiegare, o che denigrano le capacità del bambino, possono impedirgli di sviluppare autonomia e senso critico.
  • Conseguenza: Questo può portare a una dipendenza eccessiva dai genitori e a difficoltà nel prendere decisioni indipendenti in futuro.


 

martedì 27 agosto 2024

Qui alcuni consigli PER QUANDO RICOMINCIANO LE SCUOLE:

 Non voglio rovinarvi la fine dell'estate ma è sempre meglio prepararsi per tempo alla fine del periodo estivo.

Qui alcuni consigli  PER QUANDO RICOMINCIANO LE SCUOLE: in fondo un decalogo riassuntivo

Quando finiscono le vacanze estive i bambini, e tutta la famiglia debbono cambiare i ritmi, soprattutto i ritmi della veglia e del sonno. I bambini debbono iniziare a svegliarsi presto, cambiare il loro stile di vita ed iniziare a studiare.

Per molti bambini è il primo anno di scuola e alcuni possono avere il timore di non essere in grado di leggere, scrivere e fare i compiti, spesso ancora più in ansia sono i genitori. Per i bambini che iniziano a frequentare per la prima volta la scuola, e non solo per loro, il ruolo della famiglia è fondamentale per ridurre ansie e timori.

 Purtroppo a volte si assiste a dei comportamenti che possono essere dannosi quale quello di insegnare al bambino alcune nozioni perché parta bene o dire al bambino che a scuola avrà più doveri o sarà soggetto a regole rigide, a norme fisse o a punizioni o a valutazione dell’insegnate o degli insegnanti.

E' più utile suscitare la curiosità e l'interesse dicendo che l'ingresso a scuola è l'inizio di una nuova esperienza stando bene attenti a non evidenziare solo gli accresciuti doveri o gli ipotetici aspetti normativi o punitivi della scuola frutto spesso di propri vissuti negativi.

Non usate frasi tipo “è finita la pacchia”, “… ora che vai a scuola andrai a letto presto” in quanto facendo così attribuiamo un ruolo punitivo alla scuola. Se il bambino va a letto tardi alla sera e non si sveglia al mattino proviamo a fare una autocritica invece di dare la colpa al bambino e di attribuire alla scuola il ruolo di “castigamatti”.

Può accadere che un bambino abbia difficoltà ad inserirsi nella scuola. Non possiamo generalizzare i consigli in quanto i vissuti e le esperienze di ogni bambino e di ogni famiglia sono diversi per cui è sempre meglio, prima di prendere una qualsiasi decisione, chiedere un parere al proprio pediatra o a una persona competente di fiducia (pedagogista, psicologo, psichiatra infantile, insegnante con esperienza ecc.). 

Prima di tutto non commettete l’errore di cambiare subito scuola se non dopo aver riflettuto a lungo e discusso il problema con altri. 

Può essere uno stato di ansia se non di paura o panico, soprattutto se il bambino non ha frequentato la scuola materna, verso un luogo con regole collettive, con ritmi prestabiliti e con persone che ruotano attorno ad almeno venti bambini. Cercate in questi casi di essere  molto dolci e rassicuranti e cercate di far contenere la paura del bimbo con delle spiegazioni comprensibili  tipo: “papà e mamma vanno a lavorare e tu vai a scuola  ed è come se anche tu lavorassi. Quando abbiamo finito tutti stiamo di nuovo insieme e ci raccontiamo cosa abbiamo fatto”. Inventate delle piccole ritualità al mattino al risveglio e quando lo salutate a scuola. 

Leggete al bambino storie di bambini o di animali che partono e ritornano (vedi iniziativa Nati per leggere sul sito:www.natiperleggere.it). 

Se il bambino ha già frequentato la scuola materna in genere ha meno problemi di ambientamento e, spesso, è facilitato dal fatto che incontra amici che ha già conosciuto all’asilo.

Spesso ci si pone il problema se è meglio per il bambino una scuola rispetto ad un’altra o se è meglio il tempo pieno o determinato. Non è facile dare una risposta unica e valida per tutti i bambini e tutte le scuole in quanto la “bontà” di una scuola dipende da vari fattori ma, soprattutto, dalle persone che vi lavorano. Non esiste una scuola migliore dell’altra, al massimo una scuola è “più bella”, meglio posta di un’altra. La scuola prima ancora che nelle sue formule e nelle sue organizzazioni  è quello che è per le persone che la realizzano, dal direttore didattico al bidello, e soprattutto per gli insegnanti, nei loro modi, nei loro gesti, nei loro desideri e soprattutto nella loro voglia di interpretare il loro ruolo. Se vi è possibile incontrate e parlate con gli insegnanti, andate ad ascoltarli nelle assemblee di presentazione e seguite il vostro istinto. 

Per il resto, il successo formativo dei nostri figli non dipende certo dall'optare per le trenta o le quaranta ore a scuola, ma da come quelle ore sono realizzate. 

Per il tempo pieno o determinato la scelta dipende molto dai nostri impegni e dal nostro tipo di lavoro. Meglio il bambino a scuola che un bambino trasportato un giorno dai nonni paterni, un altro da un amico, un altro con la baby sitter ed  un altro dai nonni materni.  

Uno dei problemi che più frequentemente si pongono le famiglie è quello della mensa. Spesso al pediatra vengono fatte richieste di certificazioni finalizzate ad evitare che al bambino venga offerto, PERCHE’ NON GLI PIACE, determinato cibo. L’elenco di richieste anedottiche è infinito: “non può mangiare il maiale ma può mangiare il prosciutto e il wurstel”, “non può mangiare il formaggio ma può bere il latte”, “beve l’acqua con le bollicine” ecc. Queste, e molte altre, sono state vere richieste di certificazione, che non possiamo che definire “compiacente”, richiesta ai medici

I servizi di ristorazione scolastica servono quotidianamente migliaia di bambini, molte sono le richieste di ricette speciali che solo in parte  trovano una giustificazione in determinati casi: situazioni di salute come “vera” (e non inventata o supposta o etichettata con il termine che piace a tanti di “idiosincrasia”) allergia, diabete, celiachia, obesità ecc. e motivazioni  culturali o religiose.

questo argomento è motivo di frequenti discussioni tra genitori, insegnanti e medici. 

Accenniamo solo ad altri problemi che possono insorgere a scuola: difficoltà di lettura e/o di scrittura e/o di calcolo e la sindrome da deficit di attenzione con iperattività, cioè bambini sempre in movimento e che, come dice il nome della sindrome, non prestano attenzione o sono facilmente distraibili. Affidatevi all’insegnante e parlate con il vostro pediatra e auspico un contatto diretto tra di voi.

Infine ma non meno importante. Anzi ancora fondamentale: non criticate mai l’operato dell’insegnate davanti al bambino o alla bambina. 

Denigrare il lavoro dell’insegnante davanti ai bambini è la cosa più sbagliata che si possa fare, oltre che la più dannosa. Così facendo minate non solo la fiducia in quell’insegnante, ma più in generale verso il mondo adulto e quindi anche verso di voi.

Se avete dei dubbi sui metodi di insegnamento o su altro parlatene con l’insegnante interessato e sentite anche il parere del vostro pediatra. Ma evitate di farlo davanti ai bambini.

Pensate che il prof o la prof. ce l’abbia con vostro figlio? Cercate di parlarne in famiglia, cin il pediatra e, di persona,  e non nella chat di classe, con mamme “amiche”.

Tenete conto che i bambini imparano a sfruttare certe situazioni e se notano un atteggiamento criritico da paret vostra potrebbero approfittarne. 

Se avete il sospetto che lui, proprio lui e solo lui sia stato preso in antipatia da una o un insegnante, andate a parlarci. Quando siete lì, sorridete e fate solo questa domanda: “Cosa può fare mio figlio per migliorare nella sua materia?”;

Se poi effettivamente lo fa e continua a prendere brutti voti, se soprattutto avete la prova che lo ha fatto e non è comunque servito, allora sì, siete autorizzati a pensare che l’insegnante ce l’abbia con lui e a chiedere un colloquio con il dirigente scolastico.

Concludo con i compiti: li debbono fare i bambini e non voi adulti. Controllate e verificate ma non mettetevi a studiare per conto loro.

 

 

Decalogo per Genitori per un Sereno Rientro a Scuola

1. Preparazione alla Routine: In vista del ritorno a scuola, è importante iniziare a regolare gli orari di sonno e veglia dei bambini già una o due settimane prima del rientro. Spostate gradualmente l'orario della buonanotte e della sveglia, per evitare bruschi cambiamenti che potrebbero causare irritabilità o difficoltà di adattamento nei primi giorni di scuola. Stabilire una routine serale, come un bagno rilassante o la lettura di una storia, aiuta i bambini a comprendere che è ora di andare a letto.

2. Rassicurazione e Gestione delle Ansie: Il ritorno a scuola, soprattutto per i più piccoli o per chi inizia un nuovo ciclo, può generare ansia. Parlate apertamente con i vostri figli delle loro paure, ascoltandoli con empatia. Spiegate loro che è normale sentirsi un po' nervosi, ma che la scuola è un luogo sicuro dove possono imparare, fare amicizie e crescere. Evitate di trasferire loro le vostre ansie o preoccupazioni. Un atteggiamento positivo e rassicurante da parte vostra li aiuterà a sentirsi più tranquilli.

3. Creazione di Ritualità: I rituali quotidiani offrono ai bambini una sensazione di stabilità e sicurezza, essenziale soprattutto nei momenti di transizione come il ritorno a scuola. Create delle piccole routine che possano diventare dei punti fermi nella loro giornata: un saluto speciale al mattino, un bacio della buonanotte o un momento di condivisione prima di uscire di casa. Questi semplici gesti aiutano i bambini a sentirsi amati e protetti, rendendo meno traumatico il distacco dalla famiglia al momento di andare a scuola.

4. Importanza della Scelta della Scuola: La scelta della scuola non dovrebbe basarsi esclusivamente sulla vicinanza o sulla reputazione, ma soprattutto sulla qualità del personale e sull'ambiente che si respira al suo interno. Se possibile, prendetevi il tempo per conoscere gli insegnanti, partecipare alle assemblee e visitare l’istituto. La scuola ideale è quella che valorizza e supporta la crescita emotiva e cognitiva del bambino, favorendo un clima di fiducia e collaborazione tra insegnanti, alunni e famiglie.

5. Alimentazione e Mensa: L'alimentazione è un aspetto cruciale per il benessere dei bambini durante la giornata scolastica. Collaborate con la scuola per assicurare che i pasti serviti siano equilibrati e adatti alle esigenze di vostro figlio. Evitate di fare richieste non giustificate che potrebbero confondere il bambino o trasmettere un messaggio di permissività eccessiva. Insegnate loro a provare nuovi cibi e ad apprezzare la varietà, ricordando che una dieta bilanciata è fondamentale per il loro sviluppo fisico e mentale.

6. Affrontare le Difficoltà: Se vostro figlio mostra difficoltà di apprendimento o comportamentali, è importante intervenire tempestivamente ma con calma. Parlate con gli insegnanti per comprendere meglio la situazione e, se necessario, coinvolgete il pediatra o uno specialista per valutare eventuali bisogni specifici. Non fate confronti con altri bambini e non etichettate vostro figlio; ogni bambino ha i propri tempi e modi di apprendere. L'importante è offrire sostegno e incoraggiamento continuo.

7. Rispetto e Fiducia negli Insegnanti: Mai, in nessun caso, criticate gli insegnanti o il personale scolastico davanti ai vostri figli. Questo comportamento non solo mina l'autorità dell'insegnante, ma anche la vostra. I bambini potrebbero interpretare le vostre critiche come un via libera per non rispettare le regole o non impegnarsi. Se avete dubbi o preoccupazioni, affrontateli in privato, in un incontro con l'insegnante o con il dirigente scolastico. Il rispetto reciproco è la base per una collaborazione efficace tra famiglia e scuola.

8. Gestione dei Compiti: I compiti a casa sono un'occasione per i bambini di consolidare quanto appreso a scuola e sviluppare autonomia e senso di responsabilità. Il ruolo dei genitori è di supporto e supervisione, non di sostituzione. Fare i compiti al posto dei figli li priva di un'opportunità di crescita e li rende dipendenti. Insegnate loro a organizzarsi, offrendo aiuto solo quando richiesto, ma lasciate che siano loro a fare il lavoro. Questo li aiuterà a diventare studenti più indipendenti e sicuri di sé.

9. Coinvolgimento Attivo: Partecipate attivamente alla vita scolastica dei vostri figli. Questo non significa essere invadenti, ma mostrare interesse genuino per ciò che fanno a scuola. Partecipate agli incontri con gli insegnanti, ai colloqui e alle assemblee. Conoscere il contesto scolastico e gli insegnanti vi permetterà di comprendere meglio le dinamiche che vostro figlio vive ogni giorno e di essere più efficaci nel supportarlo.

10. Equilibrio tra Studio e Svago: Infine, assicuratevi che nella vita di vostro figlio ci sia spazio anche per il gioco e il relax. Lo studio è importante, ma altrettanto fondamentale è che i bambini abbiano il tempo di svagarsi e di svolgere attività che li rendano felici. Un buon equilibrio tra studio e tempo libero aiuta a prevenire lo stress e favorisce un approccio più sereno e positivo alla scuola e all’apprendimento.


Seguendo questi dieci punti, potrete accompagnare i vostri figli in un ritorno a scuola sereno e costruttivo, promuovendo un ambiente familiare che supporta l’apprendimento, la crescita personale e il benessere emotivo.

 



 

 

domenica 25 agosto 2024

Bacio sulla bocca ai bambini: una manifestazione di affetto da non adottare

 BACIO SULLA BOCCA AI BAMBINI: una manifestazione di affetto da non adottare

Caro dottore mi capita di vedere abbastanza frequentemente genitori che baciano i loro figli, anche grandicelli sulla bocca. Vedo anche postare foto in cui Genitori mettono la foto mentre baciano il bambino sulla bocca. Alcuni casi sembra di vedere dei fidanzatini.

Cosa pensa di questa pratica della nostra società occidentale?

 

Cara mamma

Baciare i bambini sulla bocca è un argomento che suscita molte discussioni tra genitori e professionisti dell'infanzia. I genitori, che si comportano in tale modo, considerino questo gesto come una semplice manifestazione di affetto ma diversi esperti mettono in guardia contro le possibili implicazioni negative di tale pratica, soprattutto dopo i 4 -5 anni quando il bambino cresce. 

Alcuni genitori dicono che è cosa normale in varie culture. E’ vero e alla fine di questo articolo faccio un elenco di abitudini di alcune culture…ma chi vive nella “nostra” cultura deve conoscere alcuni aspetti critici e negatività. Soprattutto dopo una certa età:

Ecco alcuni aspetti critici da considerare:

  1. Confusione nei Ruoli e Confini Corporei
    Baciare i bambini sulla bocca può creare confusione nei ruoli e nei confini corporei. Un aspetto fondamentale dell'educazione è insegnare al bambino a riconoscere e rispettare i confini del proprio corpo e di quello degli altri. Un bacio sulle labbrapotrebbe inviare al bambino segnali contrastanti riguardo a cosa è appropriato in termini di affetto e intimità.
  2. Rischio di Stimolazione Sessuale
    Come osservato dallo psicoterapeuta Alberto Pellai, il contatto fisico tra genitori e figli dovrebbe sempre essere affettuoso ma privo di connotazioni amorose o sessuali. Quando un bambino entra nella fase dello sviluppo edipico, intorno ai quattro-cinque anni, le relazioni affettive iniziano a sviluppare una dimensione più complessa, dove gesti come il bacio sulla bocca potrebbero suscitare sensazioni o fantasie inappropriate, pur in modo inconscio.
  3. Impatto Sociale e Sviluppo Psicologico
    Il bambino potrebbe interpretare il bacio sulla bocca come un gesto naturale e volerlo replicare con i coetanei o altre figure esterne al nucleo familiare. Ciò potrebbe portare a incomprensioni o situazioni imbarazzanti, poiché altre famiglie potrebbero non condividere lo stesso comportamento. Questo potrebbe creare nel bambino confusione o sentimenti di inadeguatezza rispetto alle norme sociali.
  4. Rischio di Trasmettere Infezioni
    Il bacio sulla bocca può anche facilitare la trasmissione di germi e infezioni, specialmente in caso di genitori che soffrono di infezioni virali o batteriche. I bambini piccoli hanno un sistema immunitario ancora in fase di sviluppo, quindi è consigliabile evitare il contatto diretto con la bocca per prevenire possibili malattie.

Età per Permettere o Evitare il Bacio sulla Bocca

Fino all'età di tre-quattro anni il bacio sulla bocca potrebbe essere visto come un gesto affettivo naturale. Consigliabile però non farlo perché il bambino si può abituare ed  è consigliabile interrompere questa pratica dopo i 4-5 anni: in questo periodo i bambini iniziano a sviluppare una maggiore consapevolezza del proprio corpo e delle relazioni interpersonali.

Conclusione

In sintesi, mentre il bacio sulla bocca può sembrare un gesto innocente di affetto durante i primi anni di vita, è importante considerare i potenziali rischi e le implicazioni psicologiche e sociali di questa pratica man mano che il bambino cresce. È essenziale che i genitori trovino modi alternativi e altrettanto affettuosi per dimostrare il loro amore, rispettando al contempo i confini corporei e l’evoluzione psicologica del loro figlio.

Bibliografia

  • Pellai, A. (2020). Giusto o no baciare i bambini sulla bocca?. Consultato su Link Articolo (NB: il link è un esempio, da sostituire con quello corretto)
  • Bisceglia, A. (2020). Giusto o no baciare i bambini sulla bocca?. Mammaoggi.it. Consultato su Link Articolo (NB: il link è un esempio, da sostituire con quello corretto)
  • Reznick, C. (2010). The Right Touch: A Parent's Guide to Teaching Your Child Safe, Healthy TouchingLos Angeles: Health Media Publishing.

 

BACIO SULLA BOCCA IN ALCUNE CULTURE:

Esistono culture in cui baciare i bambini sulla bocca è considerato un gesto accettabile e tradizionale. Il significato e l'accettabilità di questo gesto variano notevolmente a seconda del contesto culturale. Ecco alcuni esempi:

  1. Russia e Paesi dell'Europa dell'Est: In alcune regioni della Russia e di altri Paesi dell'Europa dell'Est, baciare i bambini ,  e anche gli adulti, sulla bocca è una pratica comune e accettata. Questo gesto è spesso visto come un modo affettuoso e naturale per esprimere amore e vicinanza. Anche tra adulti dello stesso sesso, il bacio sulla bocca, noto come poceluy, può essere un segno di rispetto e affetto, anche se questa tradizione sta diventando meno comune.
  2. Paesi del Medio Oriente: In alcune culture del Medio Oriente, il bacio sulla bocca tra adulti, soprattutto tra uomini, può essere un segno di rispetto e amicizia. Per quanto riguarda i bambini, baciare sulla bocca non è una pratica diffusa ovunque, ma in alcuni contesti familiari è considerato un gesto affettuoso, soprattutto all'interno del nucleo familiare.
  3. Alcune Comunità in America Latina: In alcune culture latinoamericane, il bacio sulla bocca dei bambini è visto come un gesto affettuoso e normale, specialmente tra i membri della famiglia. Tuttavia, la pratica varia notevolmente tra le diverse comunità e famiglie, e può essere più comune in contesti rurali o tradizionali.
  4. Alcune Tribù Indigene: In alcune culture indigene, come quelle di certe tribù in Africa e Oceania, i baci tra genitori e figli, compreso il bacio sulla bocca, possono essere un segno di affetto e cura. Tuttavia, è importante notare che in molte di queste culture il concetto di intimità fisica è interpretato in modo diverso rispetto alle società occidentali, e il bacio non porta con sé le stesse implicazioni romantiche o sessuali.

Conclusione

Il significato e l'accettabilità del bacio sulla bocca tra genitori e figli dipendono fortemente dal contesto culturale. Mentre in alcune società occidentali questa pratica è vista con cautela e può essere considerata inappropriata dopo una certa età, in altre culture è considerata una manifestazione normale e affettuosa di amore familiare. È fondamentale comprendere le norme culturali specifiche e il significato attribuito a tali gesti per evitare malintesi e rispettare le tradizioni locali.

 

Bibliografia:

Friedman, R. (2008). Cultural Variations in Parental Affection: A Global PerspectiveIn Journal of Cross-Cultural Psychology, 39(3), 234-258.

  • Studio comparativo delle diverse pratiche di affetto tra genitori e figli in varie culture, inclusa la pratica del bacio sulla bocca.

Bornstein, M. H. (Ed.). (2020). Handbook of Cultural Developmental ScienceNew York: Routledge.

  • Una raccolta di saggi accademici che esplora lo sviluppo infantile attraverso il prisma delle differenze culturali, incluse le pratiche di affetto come il bacio.