Cari Genitori
La "cosa" può riguardare tutti quanti in quanto seguo tante famiglie che, per vari motivi, debbono rivolgersi al privato per carenze del pubblico o per la "rigidità" del sistema.
E ve lo scrive un "laico" il cui unico interesse è la salute dei bambini e delle famiglie e che, pur "laico" aveva dovuto far studiare i figli in scuole cattoliche per esgenze organizzative familiari inconciliabili con la rigidità del sistema pubblico
Buona serata
Alberto Ferrando
14 MAGGIO 2012
PER LO “SPESOMETRO” DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE
FIGLI, SCUOLA E CULTURA SULLO STESSO PIANO DI
CANI, MASSAGGI E GIOCHI ON LINE
Secondo la Costituzione tutti devono giustamente pagare le tasse. Troppi cittadini le evadono e perciò è necessario mettere in atto i necessari provvedimenti per combattere un’evasione che penalizza pesantemente il nostro Paese. Pieno appoggio perciò all’azione di recupero dell’Agenzia delle Entrate.
Ma la Costituzione prevede che le tasse vengano pagate secondo le capacità contributive, tenendo cioè conto delle persone a carico: e questo in Italia non avviene penalizzando le famiglie con figli. Sempre la legge fondamentale dello Stato garantisce l’istruzione gratuita e la libertà di scelta della scuola: ma anche questo nel nostro Paese non è in realtà consentito. Infine la Costituzione prevede la promozione della cultura da parte dello Stato: sappiamo invece quanto poco si investa in un settore che è la vera materia prima italiana e condizione per lo sviluppo.
Nonostante le inadempienze costituzionali nei confronti della famiglia, della parità scolastica e della cultura, una burocrazia miope – nella scelta dei 100 “indicatori” per costruire lo “spesometro” con cui individuare i possibili evasori fiscali – ha posto sullo stesso piano chi investe per il benessere e il futuro del Paese mettendo al mondo figli, educandoli nella libertà e realizzando attività culturali, con chi mantiene animali, frequenta centri massaggi, gioca on line o compra gioielli.
In particolare chi sceglie una scuola paritaria viene pesantemente penalizzato dovendo pagare due volte: le tasse che mantengono la scuola statale e le rette dell’istituto non statale scelto. Ed ora si aggiunge il terzo onere: viene inserito d’ufficio fra i sospettati di evasione fiscale.
L’AGeSC chiede la cancellazione nella definizione dello “spesometro” di alcuni indicatori che riguardano non spese di lusso ma investimenti essenziali per il benessere nazionale: gli asili nido; la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria e i circoli culturali, perché ritenere che spese in questi campi siano sospette è un invito a non fare figli in un Paese che ne ha estremamente bisogno, è un attacco ai compiti educativi dei genitori ed è un sostegno al diffondersi dell’ignoranza e dell’indifferenza al bene comune.
Si tratta di una scelta semplice, che si può attuare immediatamente e che non cambierà i risultati della lotta all’evasione fiscale, ma darà un segno di speranza nel futuro.
Ernesto Mainardi Responsabile Ufficio Stampa Tel.: 349.8473776
AGeSC – Associazione Genitori Scuole Cattoliche – Via Aurelia 796 – 00165 Roma Tel. 06/83085331 – fax 06/83085333 – segreteria.nazionale@agesc.it – www.agesc.it
Secondo la Costituzione tutti devono giustamente pagare le tasse. Troppi cittadini le evadono e perciò è necessario mettere in atto i necessari provvedimenti per combattere un’evasione che penalizza pesantemente il nostro Paese. Pieno appoggio perciò all’azione di recupero dell’Agenzia delle Entrate.
Ma la Costituzione prevede che le tasse vengano pagate secondo le capacità contributive, tenendo cioè conto delle persone a carico: e questo in Italia non avviene penalizzando le famiglie con figli. Sempre la legge fondamentale dello Stato garantisce l’istruzione gratuita e la libertà di scelta della scuola: ma anche questo nel nostro Paese non è in realtà consentito. Infine la Costituzione prevede la promozione della cultura da parte dello Stato: sappiamo invece quanto poco si investa in un settore che è la vera materia prima italiana e condizione per lo sviluppo.
Nonostante le inadempienze costituzionali nei confronti della famiglia, della parità scolastica e della cultura, una burocrazia miope – nella scelta dei 100 “indicatori” per costruire lo “spesometro” con cui individuare i possibili evasori fiscali – ha posto sullo stesso piano chi investe per il benessere e il futuro del Paese mettendo al mondo figli, educandoli nella libertà e realizzando attività culturali, con chi mantiene animali, frequenta centri massaggi, gioca on line o compra gioielli.
In particolare chi sceglie una scuola paritaria viene pesantemente penalizzato dovendo pagare due volte: le tasse che mantengono la scuola statale e le rette dell’istituto non statale scelto. Ed ora si aggiunge il terzo onere: viene inserito d’ufficio fra i sospettati di evasione fiscale.
L’AGeSC chiede la cancellazione nella definizione dello “spesometro” di alcuni indicatori che riguardano non spese di lusso ma investimenti essenziali per il benessere nazionale: gli asili nido; la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria e i circoli culturali, perché ritenere che spese in questi campi siano sospette è un invito a non fare figli in un Paese che ne ha estremamente bisogno, è un attacco ai compiti educativi dei genitori ed è un sostegno al diffondersi dell’ignoranza e dell’indifferenza al bene comune.
Si tratta di una scelta semplice, che si può attuare immediatamente e che non cambierà i risultati della lotta all’evasione fiscale, ma darà un segno di speranza nel futuro.
Ernesto Mainardi Responsabile Ufficio Stampa Tel.: 349.8473776
AGeSC – Associazione Genitori Scuole Cattoliche – Via Aurelia 796 – 00165 Roma Tel. 06/83085331 – fax 06/83085333 – segreteria.nazionale@agesc.it – www.agesc.it
COMUNICATO STAMPA
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