sabato 29 settembre 2012

BAMBINI DI VETRO COME GIOCATTOLI IN VETRINA e UNICEF

Cari genitori
In due settimane ho partecipato a due Convegni Nazionali di pediatria ove si è parlato di bambini e famiglie e non solo di malattie. Nel primo Convegno "Bambini di vetro" svoltosi a Caserta si è parlato anche di problemi sociali (io ho parlato di alcol e di gioco d'azzardo)  organizato salla Soc. Italiana di pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) . Il secondo a Genova "Come Giocattoli in vetrina", organizzato dalla Fed. Italiana Medici pediatri (FIMP) ove si è parlato di...tanto. Stamane di "gioco" ma anche di disturbi dell'apprendimento , di alimentazione, di allattamentooltre che di urgenza. emergenza ecc.ecc.
Questo pomeriggio incontro aperto alle famiglie all'Acquario di Genova sul tema della "educazione terapeutica" nella dermatite atopica. Ma l'Educazione terapeutica vale per tutto. Significa alleanza tra pediatra, genitori e bambini (e nonni e parenti ecc.).
ALLEANZA CHE SI DEVE FARE SEMPRE PIU' STRETTA IN QUESTA SOCIETA' OVE INTERESSI ECONOMICI DETERMINANO SCELTE CHE SPESSO NON SONO IL MEGLIO PER NESSUNO E SOPRATTUTTO PER I BAMBINI. Questi concetti sono bene espressi nei titoli dei Congressi: Bambini di vetro (deboli si rompono) e Giocattoli in vetrina : più apparire che essere.
In tutto questo ieri abbiamo fatto una riunione con UNICEF come Coordinamento DEi garanti dell'Infanzia (ma di questo Vi parlerò) per AIUTARCI TUTTI PER AIUTARE I BAMBINI E LE FAMIGLIE.
Vi assicuro che non è facile e veramente è necessaria una alleanza civile e sociale tra pediatri, famiglie, ragazzi, istituzioni, volontariato ecc. ecc.
Incollo qui sotto la presentazione del Congresso da parte del Presidentedella FIMP Pino mele del Congresso conclusosi oggi "Giocattoli in vetrina"


"Noi siamo pediatri di famiglia ed è per questo 
che i nostri congressi non affrontano solo tematiche 
scientifiche. I
l filo conduttore, come nelle precedenti edizioni, 
sarà quindi un messaggio a sfondo sociale.

Bambini e adolescenti ci guardano ammiccanti, 
sensuali dalle immagini pubblicitarie. 
Qualcosa è accaduto al loro mondo, qualcosa ha infranto 
i confini della età infantile, distorcendone la loro immagine.

Al di là delle stravaganze della pubblicità commerciale, 
i piccoli che una volta erano semplicemente bambini, 
oggi si presentano e si comportano come piccoli adulti. 
Qualcosa ha reso indistinto e confuso il confine tra età 
infantile ed età adulta ed ha indebolito il guscio che 
proteggeva i bambini, separandoli dalle precoci
esperienze di un mondo non loro.

I bambini non sono più tali.

Travolti da preoccupazioni, problemi lavorativi e 
coniugali i genitori li espongono a sessualità, 
ingiustizia, violenze, dolore e morte e confondono 
i ruoli, finché non riescono più a controllare ciò che 
accade ai loro  figli. 
Oggi guardano con ansia e disagio ad un mondo 
e a una società sorprendentemente diversa da quella 
in cui sono cresciuti, dove l’innocenza è scomparsa 
e non è offerta alcuna difesa contro i pericoli
della vita. La loro ansia è la proiezione di un senso 
di colpa, originato dal perseguire ad ogni costo le 
proprie aspirazioni di autorealizzazione, 
anziché essere pronti, come membri della società, 
ad affrontare le sfide della educazione e della 
crescita dei figli e a considerare 
le preoccupazioni che ne derivano come proprio dovere.

Molti genitori desiderano realizzare nel figlio quello 
che essi avrebbero voluto per se stessi bambini:
un mondo facile, che accarezzi le dipendenze e 
illusioni diffuse con la pubblicità. 
Gli adulti hanno trasformato l’idea dell’infanzia 
da un’età che richiede cura e protezione, 
ad una che ne possa giustificare il tentativo 
mostruoso di abbandono.
Giuseppe Mele 

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