Un problema frequente nei
bambini è l‘enuresi notturna (pipì a letto di notte). Si parla tanto di quando
togliere il pannolone al bambino, a volte se ne parla troppo per cui i bambini,
noti “bastiancontrari”, sembrano volerlo fare apposta di continuare a fare la
pipì o La popò addosso (enuresi o encopresi).
Quale è la frequenza? Si stima
che sia di circa il 10% dei bambini tra i 6 e 14 anni ma per parlare di enuresi
dobbiamo sapere che
i bambini possono raggiungere il controllo della pipì anche
a 5 anni di età. Per cui prima di 5 anni non si può parlare di enuresi
E’ dimostrato che l’enuresi
ha una base ereditaria per cui molti hanno un genitore o un altro familiare che in età
pediatrica ha avuto lo stesso problema.
Esistono tanti luoghi comuni
sul problema “enuresi”. Il primo da
sfatare è che l’enuresi abbia una origine psicologica e che ci se ne debba
vergognare e, ancora, peggio del peggio, che bisogna rimproverare, riprendere,
sgridare o altro il bambino.
E’ importante sapere che fare la pipì a letto non è
una colpa e che farlo non è un atto volontario e ogni tipo di punizione rischia
di colpevolizzare inutilmente il bambino.
L’enuresi è dovuta al fatto
che molti bambini che ne soffrono producono durante la notte un’ eccessiva
quantità di urina dovuta alla mancanza di un ormone, la vasopressina. Inoltre molti
bambini hanno una vescica di dimensioni minori rispetto alla media per cui debbono
fare più volte la pipì durante la notte. Altro fattore è quello che i bambini
enuretici ma hanno una maggior difficoltà a risvegliarsi quando la vescica è
piena.
Il problema psicologico
semmai viene se il problema persiste e può ingenerare sensi di colpa ed
inadeguatezza limitando la vita
sociale (andare a dormire fuori, colonie, boy scout, settimane bianche ecc).
In molti bambini il problema
si risolve ma purtroppo, questo non avviene nella maggior parte dei bambini per
cui a 15 anni ci sarà ancora il 2% dei ragazzi che bagnerà il
letto.
E’ importante consultare il vostro
Medico di fiducia e parlarne con lui e stabilire delle strategie (diario
minzionale) e la collaborazione del bambino e della famiglia sono fondamentali per ottenere rislutati.
Altri consigli?
Far bere
tanto, si dice almeno 1500 ml durante il giorno , dalle 8 alle 18, perché in questo modo la sua vescica
riesce a distendersi bene e aumenta la capacità di contenere l’urina prodotta
durante la notte.
Le strategie terapeutiche
variano in base alle caratteristiche del singolo bambino
Qualche consiglio generale
1) COSA NON FARE: Non svegliatelo di notte. Non serve e appare
come una punizione che può avere ricadute sulla qualità del sonno e serve solo
a colpevolizzarlo ulteriormente.
Non premiarlo per le notti asciutte in quanto è come ammettere
che il “problema” dipenda dal bambino.
2) COSA FARE: PARLARE CON IL BAMBINO
Spiegargli che tanti altri bambini hanno lo stesso problema.
Se in famiglia c’ è stato lo stesso problema dirglielo e dirgli anche che lui è
più fortunato, perché, rispetto ad una volta, si sanno tante cose in più e si
può curare.
E’ importante che si senta sollevato dal senso di colpa e
incoraggiato. MAI SGRIDARLO
Fornitegli un quaderno su cui annotare le quantità di
liquidi assunti durante il giorno, spiegandogli che più beve più si allarga lo
spazio della sua vescica dove poter “parcheggiare” le gocce di pipì durante la
notte.
Incoraggiatelo a compilare il calendario notti
asciutte/bagnate per monitorare il suo disturbo e la risposta al trattamento.
3) SOPRATTUTTO PARLATENE CON IL VOSTRO PEDIATRA
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