BAMBINI E DANNIDIRETTI
E INDIRETTI DA TRAGEDIE ( TERREMOTO 2016).
Ma vale anche per gli
adulti: Sindrome di Tako Tsubo e sind. Da stress post traumatico
Cari genitori in questi giorni si è verificato un terribile
terremoto con morti e feriti e danni che tutti abbiamo visto sui giornali e TV
e che molto hanno subito direttamente.
Cosa fare con i bambini? Cosa dire? Come comunicare?
Ne abbiamo già parlato in quanto ormai ogni mese si assiste
ad eventi drammatici esaltati da TV che possono avere conseguenze sulla psiche
anche di chi non è stato coinvolto direttamente dagli eventi.
(Articoli precedenti sulla elaborazione del lutto qui: http://ferrandoalberto.blogspot.fr/search?q=lutto
Per i bambini direttamente coinvolti consiglio la lettura di
questo manuale: http://emergenze.psice.unibo.it/content/download/960/6265/file/Come%20aiutare%20i%20bambini%20dopo%20un%20terremoto.pdf
L’impatto sui bambini di un evento traumatico, come il
terremoto , (ma in passato è stata l’alluvione, gli attentati ecc.), anche a
distanza è forte in quanto si trovano a dovere affrontare sensazioni dolorose
(e alcuni per la prima volta) : paura, lutto, incertezza, distacco. E’
particolarmente importante il supporto e l’aiuto delle persone che sono a
contatto con i bambini e, primi tra tutti, i genitori e i nonni
Qualche consiglio tratto da un’intervista di Caffo al
Corriere
1) Trovate il tempo per stare insieme ai vostri figli e
parlare con loro, ascoltare le loro domande, anche se ripetitive e insistenti e
rispondete loro con sincerità.
2) Elaborate la vostra ansia ed evitate il più possibile di
mostrare le vostre preoccupazioni. Diventerebbero ansia e preoccupazioni di
vostro figlio che si spaventerebbe di più della vostra reazione che di quanto
avvenuto
3) Evitate immagini televisive e trasmissioni televisive . Possono causare danni al benessere psichico dei
bambini e anche degli adulti (vedete sotto), arrivando a costituire un fattore
di rischio per lo sviluppo della sintomatologia chiamata “disturbo
post-traumatico da stress”.
4) Prestate attenzione alla maniera in cui l’ansia può
esprimersi nei bambini: mal di testa o mal di pancia ricorrenti, senza che sia
identificata alcuna causa organica, posso essere sintomi del trauma.
5) Per i bambini fin ai 10 anni aiutate i bambini ascoltandoli
quando desiderano parlare, e fornendo risposte chiare e semplici; rassicurateli
che è tutto normale sentirsi tristi e arrabbiati o malinconici.
6) Oltre i10 anni rispettate il loro punto di vista e le
loro emozioni; e ascoltate e parlate e
POCA POCA TV
E GLI ADULTI??
i cardiologi avvertono che lo stress non curato mette a
serio rischio il cuore, anche di chi è sano e soprattutto mette a dura prova il
cuore sia di chi ha già problemi coronarici e di chi è sano. Il rischio è un
infarto del miocardio improvviso.
Il rischio cardiovascolare aumenta del 15% anche nelle
persone sane, se lo stress acuto e i problemi emotivi e sociali che porta con
sé non vengono risolti.
Anche chi è sano
«Una situazione fortemente e intensamente stressante può
colpire una persona senza patologie – spiega all’AdnKronos Salute Francesco
Romeo, presidente della Società italiana di cardiologia (Sic) – Si chiama sindrome di tako-tsubo (cardiomiopatia
da stress) (http://www.orpha.net/consor/cgi-bin/OC_Exp.php?Lng=IT&Expert=66529)
che provoca una sorta di necrosi nella parte apicale del cuore, modificando la
forma del ventricolo in una specie di cestello (tsubo) usato dai pescatori
giapponesi per la pesca del polpo (tako). Ma i rischi aumentano anche nei mesi
successivi all’evento drammatico – prosegue Romeo – come è stato studiato anche
nel caso dell’attentato delle Torri gemelle. L’elaborazione del lutto, lo
stress che permane se non vengono risolte le condizioni sociali causate
dall’evento, sono condizioni negative per la salute cardiaca».
Un pericoloso picco epidemiologico
Lo stress acuto avvia dunque «un meccanismo complesso a cui
si deve rispondere con una politica di assistenza psicologico-sociale alle
popolazioni colpite dal sisma – avverte Michele Gulizia, direttore della
Cardiologia dell’ospedale Garibaldi di Catania – per non rischiare tra 5-10
anni di assistere a un picco epidemiologico che potrebbe interessare il 15%
della popolazione, anche persone altrimenti sane. Da non sottovalutare –
aggiunge Gulizia – anche l’esposizione acuta e per molte settimane a polveri e
particelle ultrafini, macerie, amianto, diossina, metalli pesanti come piombo e
residui di lampadine e strumenti elettrici, che possono causare problemi
respiratori, tosse, secchezza delle mucose. Fenomeni che, a seconda
dell’ampiezza delle aree interessate da crolli, possono essere sovrapponibili a
quella che fu chiamata la sindrome di Ground Zero: interessò centinaia di
abitanti e soccorritori esposti alle macerie e ai fumi che, venne calcolato,
contenevano detriti in cui erano presenti oltre 2.500 contaminanti tossici.
Colpirono occhi e apparato respiratorio in primis, ma anni dopo furono
collegati anche ad alcuni casi di tumore, nei soggetti esposti alle fasi di
pulitura delle macerie nei mesi successivi».
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