sabato 10 settembre 2022

Piccoli Hannibal Lecter crescono: Mio figlio morde e picchia. cosa fare?

Piccoli Hannibal Lecter crescono: Mio figlio morde e picchia. cosa fare?

Buongiorno Dottore,

sono in crisi  con mia figlio di 2 anni e mezzo a causa del suo atteggiamento nei confronti di altri bimbi. Infatti, quando ci rechiamo al parco giochi spesso alza le mani nei loro confronti e li morde. Alcuni nonni e genitori mostrano segni di intolleranza e non tutti sono cosi’  gentili  da lasciare correre. Come posso intervenire visto che il bimbo non mi ascolta.

 

Gentile mamma il bambino che picchia e morde mette sempre in crisi la famiglia.  Può succedere, infatti che nella fase dei “terribili due anni” il bambino inizi a mordere e a picchiare altri bimbi.  Questo comportamento è dettato dalla necessità di bisogni relazionali e comunicativi con gli altri coetanei ma, non avendo ancora strumenti per rispondere in maniera adeguata, utilizza il corpo per conoscere il mondo e i propri bisogni. 

Indubbiamente, si tratta di comportamenti aggressivi che devono essere valutati secondo diversi parametri, partendo dall’età.  Se il bambino, infatti, ha da 1 a 3 anni può succedere. A quest’età non riesce a gestire le proprie emozioni per cui può  avere  degli atteggiamenti che non dovrebbe avere: d’altronde, a quest’età non comprende ancora le regole sociali, non conosce le norme di comportamento utili a vivere in comunità e in società, deve ancora sviluppare il linguaggio e non sa ancora gestire le situazioni.   A volte questi bimbi mordono, picchiano, danno calci o tirano pugni perché non sanno che possono fare male e che possono provocare dolore e sofferenza nell’altra persona. Quello che sanno fare è reagire in quel modo per mostrare a chi si prende cura di loro, soprattutto i genitori, che c’è qualcosa che non va e stanno attraversando un momento delicato della loro vita.

 

Andiamo a vedere quali possono essere le motivazioni che inducono i bambini ad assumere questi comportamenti:

·       Dopo l’anno il piccolo inizia a capire che il mordere può essere una modalità comunicativa con l’altro: «Lasciami stare»; «Non mi dare fastidio»; «Dammi quell’oggetto che è mio».

·       Più il bambino cresce, più il morso viene utilizzato quando c’è frustrazione, disagio, insoddisfazione. 

·       Solo dopo i 2-3 anni diventa un modo per esprimere le proprie emozioni – come la rabbia – e quindi può essere utilizzato per intimidire i coetanei.

·       I bambini con età compresa tra 1 e 3 anni non hanno strumenti per comunicare se non utilizzando il proprio corpo.

·       I bambini non capiscono che le loro azioni possono influenzare negativamente gli altri.

·       Cercano una strada per raggiungere i propri obiettivi.

·       Durante questa fase la frustrazione crea un’energia che devono incanalare in qualche modo. E talvolta lo fanno proprio mordendo o picchiando chi hanno di fronte.

Di fronte a questi atteggiamenti cosa si può fare:

·       Innanzitutto bisogna capire perché lo fa e seguire una serie di regole utili affinché reagisca in altro modo di fronte a quelle situazioni che al momento non sa assolutamente affrontare.

·       Per prima cosa comprendere cosa ha provocato l’aggressione, poi cerca di impostare un limite in modo chiaro e deciso, con un tono di voce neutro senza urlare. Infatti, se si urla ad esempio il piccolo potrebbe trovare il gioco interessante e iniziare una sfida per vedere quale sarà la reazione dell’adulto.

·       Bisogna dare un’alternativa per imparare a fare i conti con quell’emozione senza bisogno di comportarsi in modo aggressivo. Ad esempio: “se vuoi quel gioco, dillo al tuo amico”.

·       Evitare di farlo giocare con bambini più piccoli perché tendono a generalizzare il comportamento.

·       Usare il gioco e l’umorismo per aiutare i piccoli a gestire emozioni forti che finiscono in comportamenti aggressivi.

·       Tenere conto della  sovrastimolazione, della stanchezza e della fame che possono essere fattori scatenanti.

·       Ricordarsi che bisogna sempre agire con calma e usando un tono deciso e neutro.

·       Non dimenticare che il bambino è il primo che rimane male emotivamente per la sua azione. Occorre che l’adulto gli dia la possibilità di rimediare: la stessa mano che ha picchiato può dare una carezza all’amico, la stessa bocca che ha morsicato può dare un bacino.

·       Cercare la coesione tra adulti: il comportamento nei confronti del bambino dovrebbe essere il più possibile coeso; tra colleghe di nido, tra genitori, baby sitter e nonni, fondamentale che vengano dati sempre messaggi coerenti ai bambini

·       Intervenire con fermezza e decisione dare un rimando sicuro di disapprovazione al bambino: fermezza non significa durezza e tantomeno aggressività, basta dire "No, non si fa", eventualmente ponendo dolcemente una mano davanti alla bocca, ma solo se il fenomeno si ripete. Il bambino percepisce come diciamo le cose piuttosto che il contenuto esposto, bloccandolo anche  fisicamente, guardandolo  bene, dritto negli occhi, e comunicare a livello non verbale il divieto evitando di farlo da lontano e senza contatto visivo: se non c'è relazione fisica il messaggio fatica ad arrivare.

·       Utilizzare una modalità non preoccupata, in grado di sdrammatizzare la situazione e  ricordarsi di non ridicolizzare mai alcuna espressione emotiva dei bambini.

·       Fornire giochi "mordevoli": se il piccolo ha meno di 2 anni e si trova nel periodo in cui mastica e mette in bocca tutto, è meglio fornirgli dei giochi che possono essere morsi, tipo anelli o forme di plastica dura, piuttosto che negargli questo suo modo di scoprire e conoscere le cose.

·       Dare regole: con i bambini un più grandi (oltre i 24 mesi) si può iniziare a stabilire delle regole per cui fargli comprendere  che può fare male agli altri.

·       Tutte le volte che il bambino morde, il genitore deve ripetergli che è sbagliato. La ripetizione è fondamentale nel far apprendere un comportamento.

·       Se il bimbo non si confronta con una risposta ferma e decisa da parte della mamma (e uguale e coerente, ogni volta che capita una situazione del genere), non smetterà mai di mordere.

Quando ci si deve preoccupare?

·       Il mordere è un’attività fisiologica del bambino, ma vi sono alcuni casi in cui il piccolo esprime un disagio forte che va tenuto in considerazione. Dopo i 24-30 mesi il mordere frequentemente e apparentemente senza motivo può essere il campanello d’allarme che qualcosa non va. Potrebbe essere il segnale di un disagio: la nascita di un fratellino che fa sentire il piccolo messo da parte, un trasloco dove il cambiamento degli ambienti disorienta il bambino, la separazione dei genitori, un lutto in famiglia.

·       Potrebbe anche essere dettato da un comportamento genitoriale eccessivamente rigido, eccessivamente autoritario o da una richiesta di essere sempre felice e all’altezza delle situazioni.

·       È importante poter osservare il bambino a 360 gradi in vari ambiti e capire se c’è il bisogno di qualche attenzione speciale. Ovviamente in questi casi è assolutamente necessario il confronto con i genitori ed eventualmente ci si può rivolgere a una figura di supporto.

 

Bibliografia 

https://www.mammastobene.com/figlio-morde-o-picchia/

https://www.educazioneresponsabile.com/

https://www.uppa.it/bambini-che-mordono-come-comportarsi/

https://www.nostrofiglio.it/bambino/psicologia/il-mio-bambino-morde-cosa-fare




 

 

 

 

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