SUICIDIO DOPO ESSERE STATO BULLIZZATO
👉 Figli in crisi: segnali nascosti da cogliere prima che sia troppo tardi
Il disagio psicologico negli adolescenti è spesso silenzioso: dietro un sorriso apparente può nascondersi un profondo malessere 😔.
A livello mondiale 1 ragazzo su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale (depressione, ansia, ecc.) savethechildren.it.
Noi pediatri lo ripetiamo ai genitori: è fondamentale prestare attenzione ai segnali che i nostri figli lanciano, anche quando non parlano.
Parole come “non ce la faccio più” o “a cosa serve vivere?” sono spesso tardive e vere “bandiere rosse” e devono suonare come campanelli d’allarme seri.
Negli ultimi anni la curva del disagio è diventata drammatica: l’autolesionismo tra i giovani è salito al 40% (quasi un ragazzo su due, rispetto al 20–30% pre-pandemia).
Parallelamente, purtroppo il suicidio è ormai la seconda causa di morte tra i 10 e i 25 anni.
Questi dati confermano che ogni segnale di malessere va preso sul serio: prima ci accorgiamo che qualcosa non va, prima potremo aiutare davvero.
Segnali di disagio da tenere d’occhio
La tabella seguente riassume i principali campanelli d’allarme suddivisi per categorie. Se notate nel vostro ragazzo o nella vostra ragazza più di uno di questi segnali, non aspettate: provate subito a parlarne con lui/lei 🛑. Anche il semplice fatto di chiedere “Ti vedo diverso, va tutto bene?” può sbloccare un dialogo vitale.
Comportamentali | Scolastici | Fisici | Emotivi | Relazionali |
- Cambiamenti nel comportamento (irritabilità, apatia, agitazione improvvisa) | - Calo improvviso del rendimento scolastico | - Disturbi del sonno (insonnia o ipersonnia) | - Umore depresso o esplosioni di rabbia senza motivo | - Isolamento sociale (evita amici e familiari) |
📌 Nota importante: alcuni segnali – come lividi inspiegabili o ansia eccessiva legata al cellulare/social – possono far pensare a episodi di bullismo/cyberbullismo. In questi casi, il ragazzo spesso ha paura e si chiude in sé. È ancora più importante aprire un dialogo senza colpevolizzare: solo così si potrà comprendere cosa sta vivendo e intervenire.
Come aiutarli
- 👂 Ascolto attivo: Mostratevi disponibili. Dategli modo di parlare liberamente, senza interrompere o giudicare. A volte basta chiedere con calma: “Mi sembri preoccupato, vuoi dirmi cosa senti?”
- 💬 Dialogo aperto: Parlate del tema con spontaneità e dolcezza. Frasi come “Sono qui per te” o un semplice abbraccio possono fare la differenza. Non minimizzate: i loro sentimenti sono reali.
- ❤️ Supporto incondizionato: Rassicurate vostro figlio del vostro affetto, indipendentemente da ciò che vi dirà. Ricordate che il vostro ruolo di genitori premurosi fa la differenza savethechildren.it. Un sorriso, un gesto affettuoso o anche solo un “ti voglio bene” possono dare coraggio.
- 🩺 Chiedi aiuto a uno specialista: Se i segnali permangono (es. autolesionismo, crisi d’ansia ricorrenti, pensieri di morte), rivolgetevi subito al pediatra o a uno psicologo/psichiatra. Non siete soli: un’intervento professionale tempestivo è fondamentale savethechildren.it.
Con calma ma con decisione, ogni genitore può fare la sua parte: l’ascolto adulto sincero è la prima cura.
🩺 Dr. Alberto Ferrando, Pediatra



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