Il dottor Ferrando Alberto

Alberto Ferrando Pediatra di Genova. Blog dedicato alle famiglie, ai bambini, ai genitori ai nonni e tutti coloro che operano a contatto con i bambini.

MANIFESTO

RECAPITI E STUDIO MANOVRE ANTISOFFOCAMENTO: VIDEO E POSTERI PRIMI 1000 GIORNI PRESENTAZIONE 2019
---- Febbre, Mal d'orecchio, vomito e diarrea
Corso primo soccorso: incidenti, Malattie 1, Malattie 2, Malattie 3 (esantemi), Malattie 4
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domenica 18 agosto 2019

POCHI FARMACI AI BAMBINI: TANTI SONO POCO UTILI O INUTILI

POCHI FARMACI AI BAMBINI: TANTI SONO POCO UTILI O INUTILI (o peggio)
Stamane su Facebook rigira una notizia "vecchia" (di febbraio) ma sempre attuale: una intervista di Panorama a Garattini dal titolo "Metà dei farmaci sono inutili" (link: https://www.panorama.it/news/scienza/silvio-garattini-medicine-farmaci-inutili/).
Non è vero, penso, guardando le cose da un altro punto di vista, in quanto TUTTI i farmaci servono, alcuni per chi li prende ma TUTTI  PER CHI LI VENDE.
Ogni volta che entro in una Farmacia o parafarmacia inizio a sentirmi carente di vitamine, selenio, carnitina, magnesio ecc. ecc. Sostanze che si trovano in una alimentazione equilibrata. Oppure la mia flora intestinale protesta che non prendo i "probiotici" alleati dell'industria più che del nostro intestino.
Educare le persone a non prendere medicine? Compito arduo, difficile e quasi impossibile vista la pressione pubblicitaria e anche il processo di "inventare le malattie" (disease mongering) visto che “Il desiderio di prendere medicine è forse la più grande differenza fra l'uomo e l'animale.” diceva William Osler.....Ma a questo stanno rimediano medicalizzando anche gli animali. Vedo e sento animali sempre più grassi (come sta accadendo agli "umani")  e sottoposti a varie terapie farmacologiche e non farmacologiche (terapia comportamentale, fisioterapia ecc.). Il business della medicina è far sì che i sani si sentano malati sapendo che "dentro ogni persona sana c'è un malato che non sa di esserlo" (Jules Romain: "Il dott. Knoch o il trionfo della medicina").

CARI GENITORI
Qualche articolo del passato del BLOG ove Vi invito a dare pochi farmaci ai bambini. Tenete conto che le reazioni avverse ai farmaci rappresentano , nel mondo, così detto civilizzato, la terza causa di malattia !!!
Nei bambini? Solo, se il caso antipiretici e altri solo su indicazione del pediatra. Esempi? Diarrea: non si blocca ma di dà da bere con sali minerali. Vomito? Niente farmaci : non si dà da bere né da mangiare. Tosse? Bere e miele dopo 1 anno. Mucolitici proibiti sotto i 2 anni
Alberto Ferrando
Qui sotto alcuni esempi.

18 gennaio 2012
FARMACI??? A volte sono un alibi IL FARMACO indispensabile sono i liquidi (acqua) e i sali minerali che servono a ristabilire il "mare interno" e ad evitare disidratazioni che possono richiedere un ricovero.

DIRETE MA QUALCOSA POSSO DARE? Si antipiretico per bocca se diarrea o per supposta se vomito (Paracetamolo come Tachipirina o Efferalgan o Ibuprofene come Nurofen p Antalfebal o analoghi).

Se diarrea acquosa NON date farmaci per adulti. si può dare un farmaco dal nome chimico impossibile (racecadotril, nome commerciale Tiorfix) o una specie di argilla, diosmectite (nome commerciale Diosmectale e altri) ASSOLUTAMENTE INUTILI SE NON DATE DA BERE E SALI MINERALI.

FERMENTI LATTICI? Non mi oppongo, sempre inutili se non date i sali minerali ma ridurrebbero la diarrea di qualche ora (diarrea media di 4 giorni e mezzo invece di 5 giorni) per cui rappresentano una terapia accessoria alle fondamentali: bere e sali minerali e pesare il bambino.

6) Se vomita non dare da bere per mezz'ora e poi dare da bere poco per volta (inutile dare anitivomito e poi dare un biccchierone di liquidi che vomiterebbe subito). PROIBITO IL PLASIL (METOCLOPRAMIDE) SOTTO AI 14 ANNI DI ETA'


5 Novembre 2012
DATE POCHI FARMACI AI BAMBINI
Cari genitori
L’articolo parte dai dati di uno studio (Arno) ove risuta che troppi sono i farmaci che si danno ai bambini. Il mio consiglio è sintetico e già dato: eccetto antipiretici /antidolorifici (paracetamolo o ibuprofene) consutate il pediatra prima di dare farmaci.
Qualche esempio? Mucolitici servono a poco e sotto i 2 anni danno più problemi che benefici, antidiarroici e antivomito: solo in casi eccezionali - da non usare subito ai bambini.
Antibiotici solo dopo avere sentito il pediatra. Per es. nel mal di gola vanno dati soo se il tampone faringeo è positivo (fatto in amb. dal pediatra in5 minuti avete la risposta). Stesso discorso per otite (lleggete qui:http://www.educazioneallasalute.net/OTITE.pdf e sul sito www.gravidanzaonline.it).

19 giugno 2013
NON DATE FARMACI AI BAMBINI. ORA E' OZOPULMIN MA NEL PASSATO, E NEL FUTURO?, PARLEREMO DI ALTRI FARMACI

È l'appello che arriva dal vicecomandante dei Nas, Antonio Diomeda, durante la conferenza stampa sull'operazione che ha portato all'arresto di tre dirigenti della casa farmaceutica Geymonatper avere messo in commercio tre lotti, pari a 35 mila confezioni, di questo prodotto con un principio attivo falso ed inefficace.

Che non dovessimo usarlo lo sapevamo da anni ma che ora venga anche contraffatto un farmaco (è un farmaco??) di uso dubbio, se non controindicato COME TUTI I MUCOLITICI sotto i 2 anni (AIFA) o sotto i 4 (Francia), è paradossale.

Primo pensiero: è un farmaco che non si sarebbe mai dovuto dare in quanto di efficacia dubbia, solo documentati possibili effetti collaterali sotto i 2 anni (comunicazione della Agenzia del farmaco).

Secondo pensiero: in questa società di aumento dei controlli, di controlli di controllori e controllori dei controlli ne succedono sempre di più (in campo economico Parmalat e Monte dei Paschi), nel campo della salute vari scandali, dal Vioxx all'ozopulmin: MORALE?? NON DATE FARMACI AI BAMBINI!!!

Per la tosse??? Acqua e latte e miele, e piantatela con gli sciroppini di saliva di lumaca e di sostanze di efficacia dubbia.

Efficacia dubbia che poi rischia di trasformarsi in danno. Vedremo poi quanto sono dannosi, perchè certe notizie servono... per fare notizia nei blog!

25 Dicembre 2013
INNAZITUTTO VI SEGNALO COSA NON FARE QUANDO UN BAMBINO HA LA TOSSE:
MAI, MAI DARE MUCOLITICI PER SCIROPPO O SUPPOSTE (grande tradizione italiana la suppostomania priva di qualsiasi valore). Per spiegazioni vedete qui: http://www.asl.ri.it/cittadino/farmacovigilanza/files/note-importanti/Mucolitici-FAQ-30.11.2010.pdf
Non fumare in casa, anche al di fuori della camera dove il bambino dorme.
Non usate prodotti tipo il vecchio “Vicks Vaporoub” o cataplasmi
Non fate fumenti all’antica: l’umido aiuta ma c’è il rischio di ustioni

NON TENETE IL BAMBINO CHIUSO IN CASA: FATELO USCIRE  (se il tempo lo consente). Si chiama “ariaterapia”
Posted by ferrandoalberto at domenica, agosto 18, 2019 Nessun commento:
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sabato 18 maggio 2019

PATOLOGIA PSICHIATRICA O MAL-EDUCAZIONE: overdiagnosis

PATOLOGIA PSICHIATRICA O MAL-EDUCAZIONE: overdiagnosis
Cari genitori in questo periodo ho visitato bambini a cui è stata fatta una diagnosi "psichiatrica" che, a mio modo di vedere, era "eccessiva"  (e la cosa è stata confermata in consulenze e visite successive) e temo faccia parte di un certa impostazione della medicina di dover dare una "etichetta", una diagnosi a tutto anche a certi comportamenti. Certi comportamenti reattivi, a varie situazioni, diventano una patologia. Anche le variazioni della normalità. Non lo dico solo io ma anche un noto e famoso Allen nel suo libro "NON SI CURANO I SANI". E fa parte di un processo della medicina che ha un nome tecnico "Disease Mongering".
Alcuni bambino sono stato salvati da diagnosi (che causano malattia se leggete qui sotto) grazie ad un approccio globale alla famiglia di tipo psicopedagogico.
Sicuramente la patologia psichiatrica, anche in età pediatrica è in aumento ma....Esiste sempre un ma.....a volte prima di fare una diagnosi (a cui poi non corrisponde spesso una terapia) è necessario valutare non solo i sintomi del bambino ma tutta la situazione generali in famiglia e in comunità. Alcuni bambini hanno delle manifestazioni secondarie alla gestione, cioè alla educazione che ricevono, o a situazioni che vedono o avvertono in comunità, appunto, o in famiglia.Oltre l’eccesso di medicalizzazione psichiatrica. È ora di curare prima con l’educazione
Succede al contrario che altri bambini non ricevano in tempo una diagnosi che se fatta precocemente potrebbe beneficiare di una terapia o di un approccio precoce.
Dice il pedagogista Novara "Da ultimo la pratica sempre più diffusa nelle scuole di attivare degli screening a tappeto alla ricerca di carenze e disturbi di varia natura ha portato un’ulteriore impennata delle segnalazioni. Fra le tante osservazioni critiche che si possono sollevare rispetto a questo inquietante trend, due appaiono particolarmente urgenti. La prima riguarda la naturale immaturità dei bambini e anche dei ragazzi, un’immaturità fisiologica, neurologica ed emotiva che li porta a comportamenti apparentemente insensati, ma quasi sempre compatibili con la loro età acerba. Confondere questa naturale differenza infantile con le patologie appare non solo un azzardo professionale, ma una vera e propria violazione dei diritti dei bambini". ......."Prima di psichiatrizzare una generazione di figli il buon senso dice di verificare se i basilari educativi sono presenti o se viceversa la confusione pedagogica negli adulti crea disturbi e scompensi nei più piccoli". ".....si può curare con l’educazione. Aiutare gli adulti a rimuovere le proprie carenze educative, ripristinando i basilari minimi, consente di uscire dal tunnel della patologizzazione". 
Allego qui sotto il link alle affermazioni di Novara e un mio articolo di pocoi tempo fa

COME CREARE UNA PATOLOGIA A UN BAMBINO (EFFETTO PIGMALIONE ) OVVERO “LA PROFEZIA CHE SI REALIZZA” 

Cari genitoriHo già fatto un articolo allertandovi sui rischi di visite e screening,  spesso offerti gratuitamente (https://ferrandoalberto.blogspot.fr/2017/05/caccia-al-bambino-sano-ci-risiamo.html) non concordati con il pediatra curante. 
I danni che possono derivare da una etichetta, o anche da un dubbio di patologia (viene definito “etichettamento patologivo” )possono avere conseguenze devastanti sulla sviluppo e sul concetto di se del bambino e sull’equilibri della famiglia.Quando un bambino viene etichettato con un disturbo come “non si concentra” , “è distratto”, “vive nel suo modno” ecc.  chi è a contatto con lui modifica il proprio atteggiamento, a partire dai  genitori.  “Effetto Pigmalione” (vedi dopo).  E a volte le profezie prendono vita e si realizzano. Dal libro di Nardone: “Etichette patologizzanti: bambini «disturbati», bambini «incapaci», bambini «indifesi».  La prima delle «realtà terribili» è quella dei bambini inizialmente etichettati come «impossibili», «pestiferi», «iperattivi». Sono bambini molto difficili da gestire perché presentano un mix di comportamenti disturbanti e dirompenti sia a casa con i genitori che a scuola con insegnanti e coetanei.  In genere la carriera di un bambino identificato come un «Pierino la peste» segue un percorso tipico. Intorno ai cinque o sei anni, all’inizio della scuola primaria, iniziano le prime difficoltà di genitori e insegnanti nel «contenere» il comportamento del bambino. I comportamenti problematici possono variare da un’estrema irrequietezza, agitazione psicomotoria, estrema vivacità, impedendo al bambino di seguire le lezioni secondo i ritmi dettati dalle maestre, sino a manifestazioni di aperta «ostilità», atteggiamenti provocatori e oppositivi, vere e proprie aggressioni verbali e non nei confronti degli adulti, o più tipicamente dei coetanei.  A complicare questa varietà di comportamenti problematici si aggiungono spesso condotte stereotipate, azioni ripetitive – in tutto e per tutto simili ai rituali ossessivo-compulsivi degli adulti – ma anche espressioni opposte: silenzi ostinati, apparenti «isolamenti» nel proprio mondo interiore fatto di fantasie e giochi incomprensibili all’adulto”.  Questi comportamenti mettono a dura prova i genitori che mettono in atto provvedimenti che possono peggiorare la situazione:-       Punizioni, -       Consulenze  «diagnostiche» e specialistiche rivolgendosi a medici, specialisti, neuropsichiatri, psicologi, psicoterapeuti, medicine alternative, logopedisti, osteopati per citarne solo alcuni. Le diagnosi più frequenti sono: a) disturbo oppositivo-provocatorio; b) disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività; c) varianti di ritardo mentale,  o un disturbo di personalità, in genere dello spettro ossessivo-compulsivo o d’evitamento. Nardone sostiene una di queste diagnosi, anche se correttamente formulata, non dà alcuna garanzia di soluzione. Anzi, per certi versi è vero il contrario. Infatti, quando una diagnosi non è seguita parallelamente da un intervento terapeutico efficace, in genere ha effetti patogeni. Chi ha una “etichetta” , una diagnosi  sviluppa percezioni e comportamenti consoni con ciò che ci si aspetta da lui (La profezia che si avvera).Formulata la diagnosi e creato il caso il comportamento del bambino viene sempre più rinforzato dagli atteggiamenti di genitori, degli insegnanti, dei parenti. 
il bambino distratto si trasforma in un  deficit attentivo. Il disturbatore viene infine trasformato in un bambino «disturbato». Il bambino con una etichetta (diagnosi) porta ad un circolo vizioso di peggioramento (effetto Pigmalione): non si stimola il bambino  che “entra nella parte”. Che fare direte?  Parlare con il proprio pediatra che valuterà cosa fare e a quale specialista, con cui resterà in contatto, affidarsi. Da evitare approcci specialisti non coordinati dal pediatra curante. Il rischio? Un approccio parziale, una etichettizzazione con le conseguenze appena descritte.E attenti a esami non concordati e offerti (vedi: https://ferrandoalberto.blogspot.fr/2017/05/caccia-al-bambino-sano-ci-risiamo.html)
Robert Rosenthal alla fine degli anni Sessanta in una scuola americana fece un esperimento (che fu chiamato «effetto Pigmalione» dimostrando come potesse influenzare, in meglio,  il rendimento scolastico di un bambino. Comunicò  agli insegnanti dicendo che aveva identificato dei bambini che avevano un quoziente di intelligenza superiore. Alla fine dell’anno scolastico quei bambini avevano il rendimento scolastico. Però…..: i bambini segnalati, e che avevano dato i risultati migliori erano stati scelti a caso, e non sulla base dei  risultati al test. Era dunque stata l’aspettativa indotta negli insegnanti di avere a che fare con bambini particolarmente intelligenti a determinare il miglioramento nel rendimento scolastico. Il “Fenomeno Pigmalione” funziona in questo modo: 1) l’insegnante costruisce la credenza di avere a che fare con un bambino intelligente; 2) in accordo con la sua aspettativa, inizia a modificare, incosapevolmente, la sua interazione nei confronti del bambino 3) i cambiamenti di atteggiamento riguardano la maggiore frequenza con cui si rivolge al bambino, i maggiori stimoli d’interazione che gli offre (ad esempio dandogli maggiori opportunità di porre domande), sollecitandolo e coinvolgendolo attivamente durante le lezioni; 4) se protratto a lungo, gli effetti di questo «trattamento differenziale» si traducono nel bambino in una performance scolastica migliore rispetto ai coetanei.  Si tratta del fenomeno più generale della «profezia che si autorealizza» (: le aspettative del genitore (o dell’insegnante) prendono forma lentamente nei comportamenti costruendo una realtà che in precedenza era solo immaginata. Tratto da Nardone, Giorgio. Aiutare i genitori ad aiutare i figli (Ponte alle Grazie Terapia in tempi brevi) (Italian Edition)

Novara https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/ora-di-curare-con-leducazione?fbclid=IwAR3cgxig7TZ-UeKp1nRtH1_nkGJQZwzLzbGUOmKY1zMrEyg-3xXtGxpFsRk



Posted by ferrandoalberto at sabato, maggio 18, 2019 Nessun commento:
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Labels: autismo, DISEASE MONGERING, DSA, etichettamento patologico, ferrando, ferrandoalberto, Nardone, Novara, pedagogia

giovedì 25 maggio 2017

Caccia al bambino sano: CI RISIAMO OFFERTA DI CONSULENZE O VISITE GRATUITE

Caccia al bambino sano: CI RISIAMO OFFERTA DI CONSULENZE O  VISITE GRATUITE: ATTENTI QUANDO VOGLIONO FARE QUALCOSA GRATIS
Risuccede in questi giorni a Genova. Professionisti che si offrono di fare visite o dare consigli gratuitamente all’asilo o a scuola. Tutti contenti: la scuola che dà un servizio, i genitori che hanno consulenze gratuite e aderiscono (meglio un esame in più, si pensa…o non costa niente, e qui sbagliate come leggerete dopo). Prima di aderire chiedete al vostro pediatra in quanto in alcuni casi vengono seminati dubbi sulla salute del bambino che lasciano conseguenze sulla nostra salute mentale (e sulle nostre tasche). 
Frasi tipo va tutto bene ma…meglio approfondire…potrebbe avere….ecc. Alcune iniziative sono ben coordinate e gestite, soprattutto se pubbliche o fatte CON le famiglie, non si può fare di tutta un’erba un fascio…ma prima di aderire prendetevi un po’ di tempo e informatevi.
La “caccia” al bambino sano (ovvero, in alcuni casi,  creare malattie o mettere sospetti di malattia...vedi sotto) è uno sport in atto da tempo finalizzato spesso più a interessi di vari tipo (scientifici, visibilità, economici ecc.) che alla salute dei bambini
Uno dei problemi, sempre più in aumento, è l’eccesso di servizi sanitari e la richiesta di esami, visite o terapie, spesso indotte dal fatto che la sanità è, anche e per alcuni soprattutto, un mercato. L’offerta “gratuita” di visite specialistiche a bambini, nelle comunità o auto prescritta da genitori in un paese ove esiste la pediatria di famiglia suscita forti perplessità. Si alimenta, ed aumenta,  un fenomeno già noto molto abusato nel nostro paese: il “consumismo” sanitario responsabile di un aumento dei costi senza benefici per i cittadini e induttore di un aumento della spesa ma, soprattutto, dannosa, per il cittadino e non solo per il medico, medicina difensiva.
E’ noto che l’offerta in sanità causa aumenti di richieste e che l’esecuzione di esami, visite o terapie “inappropriati” (non utili per il cittadino) e non filtrati dal medico curante, oltre a determinare dei costi indiretti allo stesso ed essere una fonte di ansia e di malessere è responsabile, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, del 20-40% della spesa sanitaria. Togliendo risorse ad altri  servizi. MA SOPRATTUTTO FACENDO AMMALARE PSICOLOGICAMENTE BAMBINI E FAMIGLIE.
Da alcuni anni si è creato in Italia un Movimento denominato “Slow Medicine” (www.slowmedicine.it <http://www.slowmedicine.it> ) per una Medicina “Sobria, “Rispettosa” e “Giusta”. All’interno del Movimento è stata avviata l’iniziativa “Fare di più non significa fare meglio”, promossa anche da FNOMCeO, IPASVI, SIQuAS-VRQ, l’Istituto Change di Torino, PartecipaSalute, Inversa Onlus, Altroconsumo e Slow Food Italia, e che si sta realizzando con la collaborazione con società scientifiche italiane, mediche e infermieristiche.
Il messaggio che questa iniziativa intende lanciare all’opinione pubblica è che in sanità a volte è meglio fare meno nello stesso interesse del paziente.

Alberto Ferrando

 Bambini e sanità: la caccia è sempre aperta        (di Lucio Piermarini pubblicato su Quaderni ACP  n. 1 gennaio-febbraio 1996)

Con grande soddisfazione degli appassionati, proseguendo una tradizione ben consolidata, anche le nuove Direzioni Generali (o, meglio di management) hanno riconfermato l'apertura perenne della caccia al bambino senza limitazione di specie. La truppa di cultori di questa appagante disciplina sempre più folta e variegata nella sua composizione e, accanto alla tradizionale figura del pediatra, anch'essa composita per il vero, hanno fatto la loro comparsa veri e propri artisti della materia, capaci di tali innovazioni da sconcertare i puristi.
Il medico sportivo, tanto per fare un esempio, non stana personalmente il bambino ma sfrutta la cieca obbedienza alle leggi delle società sportive che ignare (o incuranti) della sua brillante mimetizzazione gli affidano i piccoli. Quindi non mostrano alcun timore, tale è l'abilità del cacciatore, e pascolano tranquilli vicino al loro carnefice, quando -improvvisamente- vengono catturati con una astuta presa di tonsilla o di prepuzio fimotico. Altri si sono specializzati e sono interessati non alla preda intera ma a una sua parte. Per esempio gli occhi, gli orecchi, la pelle, lo scheletro e così via. E, cosa da non credere, riescono anche qui a trarne un guadagno. I cacciatori tradizionali, i pediatri di base, hanno spesso protestato contro questa invasione delle loro riserve ma poi, fatto buon viso a cattivo gioco, hanno pensato bene di utilizzare le stesse tecniche venatorie. Si sono infatti visti gli ospedalieri e gli universitari, usi da sempre alla caccia d'appostamento della grossa selvaggina, cominciare ad uscire dai loro capanni e organizzare grandiose battute di caccia nel territorio con grande dispendio di mute di specializzandi da fiuto e da riporto.
Per tacitare i malpensanti, va sottolineato l'alto contenuto ecologico di questa svolta; tutti ormai sanno come il bambino malato acuto sia ormai una specie in via di estinzione, mentre ancora abbonda il bambino sano. Specie, quest'ultima, poco apprezzata per le sue grandi capacità di sfuggire alla cattura ma, che inserita nel più idoneo habitat delle campagne di screening per altezza, peso e sviluppo puberale, si è rivelata preda più facile e capace di sfamare un incredibile numero di seguaci di Artemide. L'attività meritoria della confraternità ospedaliera di caccia si è ulteriormente arricchita con la creazione di sezioni dedite al ripopolamento della selvaggina. I metodi utilizzati sono altamente innovativi. Se i cuccioli, infatti, fossero liberati nel loro territorio e qui abbandonati a se stessi, cadrebbero immaturamente vittime di una categoria di cacciatori particolarmente aggressiva, i PDB muniti di licenza SSN (Solo Sani Normali). Per evitare tutto ciò, con ingegnose tecniche di richiamo quali invitanti aree protette, mangime facilmente disponibile e induzione di condizionamenti pavloniani, i cuccioli vengono attirati continuamente nell'allevamento in cui sono nati e seguiti nel tempo fino allo stadio di selvaggina matura per la caccia pur rimanendo prevalentemente a disposizione dei cacciatori che, tutto sommato, li hanno praticamente visti nascere .
In tutto questo gioioso “panorama”  sinora, però, un piccolo neo: l’aumento della specie “malato cronico”, da sempre avara di soddisfazioni. Il cacciatore nella propria attività cerca il piacere del bel gesto tecnico, l’impegno intenso ma coronato dal successo, la cattura e la fruizione della selvaggina, spazi luminosi e ridenti come palcoscenico della sua performance.
Il cronico, invece, aggirandosi con petulante assiduità nelle zone di caccia e offrendosi sfacciatamente alla cattura, si presenta come un facile obiettivo; è in realtà preda ostica – spesso da inseguire in habitat spogli e deprimenti – e talmente refrattaria agli interventi usuali da risultare spossante e, alla fine priva di un concreto interesse. La maggior parte della categoria tende perciò a disinteressarsene e a lasciarne la cura a compagnie di bracconieri, che proprio per le caratteristiche dei soggetti, arrivano a utilizzare sistemi tutt’altro che ortodossi ma che comunque sufficientemente riescono ad evitare una indebita mescolanza con la selvaggina più pregiata.
In mezzo a tanta aggressività, le associazioni di appassionati, come i pediatri di comunità, stentano ad orientarsi. Non trovano più bambini e (dobbiamo dire, con molto dispiacere) non riescono quasi mai a onorare il carniere, tanto che – si mormora – intendono modificare il proprio statuto e trasformarsi in guardiacaccia.
Il nostro augurio è che questo frutto della nostra società non venga messo in pericolo da inopportuni scrupoli pseudo – etici e intempestive considerazioni costo- efficientistiche.
Buona caccia a tutti            



Posted by ferrandoalberto at giovedì, maggio 25, 2017 Nessun commento:
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