venerdì 1 aprile 2011

Commento al sondaggio: la manovra di disostruzione delle vie aeree

Cari amici,


la chiusura del sondaggio mi offre la possibilità di ringraziare quanti hanno voluto partecipare. Il tema è importantissimo e spesso è sottovalutato dalle istituzioni che non promuovono corsi nelle scuole di ogni grado, negli asili nidi, nei centri ricreativi e sportivi. L’87% di voi conosce la manovra di disostruzione delle vie aeree e questo mi incoraggia a sostenere questo progetto che, come pediatri liguri, abbiamo voluto con forza e sostenuto con forza nelle sedi della Regione Liguria. Va ricordato, tuttavia, che a livello nazionale il discorso è molto diverso perché solo la nostra regione ha inserito, tra i bilanci di salute dei pediatri, anche questo insegnamento per i bambini tra il quarto ed il sesto mese. Al controllo periodico il pediatra, o uno dei suoi collaboratori (nel nostro studio tale compito è riservato alle infermiere pediatriche) può mostrare ai genitori come comportarsi grazie a due manichini, che riflettono, rispettivamente, la situazione che si può creare prima dell’anno o dopo, a loro volta i genitori sono invitati a provare sui manichini. Grazie ad internet, i filmati della manovra sono accessibili a tutti, tuttavia credo che questa procedura salvavita dovrebbe, per gli operatori dell’infanzia, essere parte fondamentale del piano formativo e non lasciata alla singola coscienza civile. Nel mio studio consiglio alle mamme di mostrare quanto imparato ai nonni, alla babysitter, alla maestra , a tutte quelle persone, insomma, che stanno a contatto con i loro figli. Basta una monetina, un acino d’uva, un boccone di prosciutto o un biscotto per ostruire le vie aeree e basta una manovra scorretta per far precipitare la situazione (ad esempio provare con le mani a togliere il pezzetto, rischiando così di farlo scendere ulteriormente). Concludendo, invito le persone che hanno manifestato interesse a vedere la manovra a contattarmi tramite e-mail, a chi ha espresso il desiderio di motivare la risposta al sondaggio a farlo tramite commento sul blog o spostandosi sul forum. Tutti i commenti saranno utilissimi per noi per organizzare il lavoro futuro, per segnalare altri siti utili ecc..


Nella sezione commenti troverete una lettera inviatami alcuni anni fa da una mamma, è una bellissima testimonianza


Un caro saluto Alberto Ferrando, con la collaborazione di Paola Santagata


Bimbo di 2 anni muore soffocato per un confetto nella trachea


28 maggio 2010 — pagina 04 sezione: Attualità


ROMA. Soffocato da un confetto a 19 mesi: così è morto, la scorsa notte, il piccolo Enrico Prili, di Serrone, un centro in Provincia di Frosinone. Inutili i primi soccorsi da parte della madre e la corsa disperata di ospedale in ospedale: il bimbo è arrivato in gravissime condizioni al Gemelli di Roma, dove è deceduto. Mercoledì, poco dopo le 19. Enrico, a casa sua, mette in bocca un confetto. Ma qualcosa non va: il dolcetto si blocca lì, nella trachea. La mamma, Caterina, originaria di Roma, si accorge subito che il piccolo non respira. È un’infermiera, agisce d’istinto: lo afferra e gli preme forte l’addome. Si chiama manovra di Heimlich, serve a liberare le vie aeree. Tutto inutile. I vicini la vedono scendere in strada, disperata, con il figlio già cianotico. Grida. Un passante si ferma, chiama il 118. Arriva l’elicottero dell’Ares. I sanitari provano a soccorrerlo, lo intubano: lo devono portare al Gemelli di Roma, uno dei due ospedali laziali attrezzati per la rianimazione neonatale. Ma Enrico ha un arresto cardiaco, per cui l’elicottero deve fermarsi al S. Maria Goretti di Latina. Qui si riprende, ma è gravissimo. Finalmente arriva al Gemelli. Sono le 23,30 circa, ed è già in coma irreversibile. Muore alle 5 del mattino, per scompenso cardiaco. Sul suo corpo sarà praticata l’autopsia. Una tragedia che ha scosso la comunità di Serrone, e una famiglia, i Prili, già colpita duramente dalla sorte. Franco, il papà di Enrico, geometra comunale, «è un uomo sfortunato - raccontano gli zii del bambino - anni fa perse la moglie, per un aneurisma. Qualche anno dopo la giovane sorella, per una grave forma di leucemia». Aveva reagito, si era risposato con Caterina. Avevano avuto due figli: una bimba che oggi ha cinque anni, e poi il maschietto, Enrico



Bimbo muore soffocato da un boccone di pizza


Un bambino egiziano di un anno e mezzo è morto soffocato da un boccone di pizza che stava consumando in casa con la madre, nella zona di corso Sempione, a Milano. La donna, una volta visto il bambino diventare cianotico, ha subito avvertito il padre, imprenditore che si trovava al lavoro, un amico di famiglia e il 118. I soccorritori sono intervenuti qualche minuto dopo e hanno cercato di rianimarlo, ma quando il bimbo è giunto all'ospedale Buzzi di Milano non c'era più nulla da fare, è morto durante il tragitto.




(12 maggio 2010)



2 commenti:

  1. come ho già detto altre volte a noi è servito conoscerla e per ben tre volte... sofia è una bimba un po' agitata ;-)
    grazie al super dott fernandez e a monica che me l'hanno spiegata!!!

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  2. Una mamma anni fa (1999) scriveva così al Secolo XIX:
    vorrei prendere lo spunto da un episodio accadutomi di recente per sottolineare quanta strada ci sia ancora da percorrere prima di arrivare ad un mondo sicuro a misura di bambino. Nell scorso mese di giugno mi trovavo a partecipare, presso il consultorio di una ASL genovese all'incontro mensile tra mamme, con bambini fino ad un anno di età, e le assistenti all'infanzia per confrontare esperienze e problemi comuni. Al termine dell'incontro, mentre noi eravamo intente a scambiarci gli indirizzi (era l'ultimo appuntamento), una piccola partecipante di dieci mesi ha, improvvisamente, ingoiato il tappo di una penna trovato chissà dove. Dopo qualche istante, ci siamo accorte che la bimba era diventata cianotica e aveva difficoltà a respirare: La sua mamma (mia amica da sempre)l'ha, allora, afferrata e, in preda al panico, ha tentato di scuoterla nel tentativo di farle espellere l'oggetto. Vedendola impotente, ho deciso di intervenire mettendo in pratica, in una circostanza drammaticamentevera e senza margini di incertezza, gli insegnamenti del pediatra del mio bambino. Ho strappato Bianca dalle braccia della mamma, l'ho adagiata sul mio braccio sinistro e con il palmo della mano destra le ho sferrato, con energia, colpi in mezzo alle scapole fino a farle espellere il cappuccio: Pianto liberatorio della piccola e della mamma, sbigottimento e commozione tra le presenti (il tutto è durato pochi secondi), incredulità della sottoscritta per la prontezza e per l'efficacia dell'azione che ha scongiurato l'ennesimo incidente con un bambino protagonista, di cui, poi, tutti avremmo letto con rammarico sulle colonne di questo stesso quotidiano. Perché questa volta è andata bene? Non sarà forse che noi, genitori ( e pediatri, e poi, immagino, psichiatri, assistenti d'asilo, maestri, professori, allenatori..) responsabili di allevare nel modo migliore le nuove generazioni, invece di trasmetterci le informazioni indispensabili per attuare tutte le misure di educazione, prevenzione e talvolta d'emergenza sin dalla tenera infanzia, ai nostri incontri di controllo periodico ci preoccupamo piuttosto di sapere se stiamo rispettando le tabelle di cresita, se il nostro cucciolo parlerà e camminerà precocemente, e di quando spunterà quel benedetto dentino? Come ci comporteremo allora, man mano che i nostri figli cresceranno, di fronte a situazioni sempre più impegnative: il rapporto con gli altri, le diversità, il denaro, la scuola, il dolore, la violenza la televisione, la cultura e tante altre? Credo che su tali considerazioni ci sia abbastanza da riflettere per tutti.
    una mamma

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