martedì 18 dicembre 2012

I VACCINI FANNO MALE??

Cari Genitori
Volutamente ho scelto una frase ad effetto perchè al giorno d'oggi si legge soprattutto, se non solo, quello che fa notizia, e più fa notizia in negativo e meglio è. Purtroppo è così. Non si segnala quanti stanno bene per un intervento ma solo se avviene qualcosa di negativo. A volte si dà un rapporto di causalità (causa/effetto) a fatti assolutamente casuali. I latini dicevano "post hoc sed not propte hoc" e cioè "è avvenuto dopo un intervento ma non per colpa dell'intervento"
Segnalo che sul Corriere della Sera edizione elettronica a questo indirizzo:
http://bambini.corriere.it/2012/12/13/i-vaccini-somministrati-ai-bambini-sono-sicuri/
trovate un bell' articolo del Collega Antonio Clavenna dell'Istituto Mario Negri dal titolo:

I vaccini somministrati ai bambini sono sicuri?

Nelle risposte compaiono tante posizioni di antivaccinatori. Quello che Vi prego di leggere è quanto incollo qui sotto a spiegazione e premessa ad alcune domande e risposte. Mi permetto di evidenziare alcuni punti.
Alberto Ferrando

Il rischio zero, purtroppo, non esiste, né per i vaccini, né per i farmaci, come nemmeno per le attività che compiamo tutti i giorni. Se dovessimo rispondere alla domanda “uscire di casa è sicuro?”, quale sarebbe la nostra riposta?
La percezione del rischio che ciascuno di noi ha può essere diversa, ed è comprensibile che alcune persone possano considerare come importanti rischi che per altri appaiono irrilevanti.
Per potere decidere in maniera consapevole riguardo le vaccinazioni, credo sia importante, però, distinguere i rischi, più o meno gravi, per cui il legame con il vaccino è provato (p.es. convulsioni febbrili, reazioni anafilattiche), dai rischi presunti, per cui questo legame non è, invece, mai stato documentato da prove scientifiche adeguate.
Osservare un evento dopo una vaccinazione non significa necessariamente che questo evento sia stato causato dal vaccino.
Solo se questo evento compare con una frequenza maggiore nei bambini che hanno ricevuto il vaccino rispetto a loro coetanei non vaccinati (simili per caratteristiche sociodemografiche, familiarità e storia clinica), si può ipotizzare che la vaccinazione sia associata all’evento.
Recentemente un gruppo di ricercatori danesi (Rasmussen TA et al British Medical Journal 2012;345:e5823) ha stimato, sulla base della frequenza delle patologie nella popolazione,
quanti casi di malattia potrebbero essere comparire in modo del tutto fortuito e casuale in un gruppo di 1 milione di bambini nei giorni successivi alla somministrazione di un vaccino, indipendentemente dall’associazione con quest’ultimo. Per fare solo un esempio, nei 7 giorni successivi al vaccino a 3 bambini potrebbe essere fatta una diagnosi diabete di tipo 1. Nell’arco delle 6 settimane successive i bambini con una diagnosi di diabete potrebbero essere 20.
Non ci sono prove scientifiche adeguate (per qualità metodologica e attendibilità dei dati raccolti) che documentino un nesso di tipo causa-effetto tra i vaccini e il rischio di autismo. Al contrario, numerosi studi epidemiologici non hanno osservato alcun legame.
Chi volesse approfondire questo argomento, può trovare informazioni su molti siti di istituzioni pubbliche (Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità) nazionali e internazionali. Segnalo, ad esempio, che sul sito dei Centers for Disease Control (CDC), l’ente governativo americano che si occupa del controllo delle malattie infettive, è disponibile un elenco degli studi da loro finanziati (finanziamento pubblico) che hanno valutato il legame tra autismo e vaccino morbillo-parotite-rosolia.
Una revisione sistematica degli studi disponibili nella letteratura scientifica fatta da un gruppo di ricercatori italiani della Cochrane Collaboration, ente internazionale no-profit che ha lo scopo di valutare criticamente e diffondere le informazioni sull’efficacia degli interventi sanitari, conclude che non esiste un’associazione tra vaccino morbillo-parotite-rosolia e una serie di patologie, tra cui l’autismo e il diabete di tipo 1 (“We could assess no significant association between MMR immunisation and the following conditions: autism, asthma, leukaemia, hay fever, type 1 diabetes, gait disturbance, Crohn’s disease, demyelinating diseases, or bacterial or viral infections”).
A conclusioni simili giunge l’organizzazione americana indipendente e no-profit Institute of Medicine nel suo rapporto sulla valutazione delle reazioni avverse da vaccini, dopo avere valutato gli studi scientifici disponibili (Adverse Effects of Vaccines: Evidence and Causality).
Non è nemmeno scientificamente documentato, come sostenuto da un lettore che i vaccini provochino mutazioni genetiche del sistema immunitario. I vaccini stimolano il sistema immunitario a produrre delle proteine chiamate anticorpi, e a rispondere in caso di infezione da parte del virus o del batterio contenuto nel vaccino. La stessa cosa avviene quando ci si ammala. Il sistema immunitario dei bambini, soprattutto quelli più piccoli, è esposto quotidianamente e naturalmente a numerosi stimoli, e le vaccinazioni rappresentano solo una piccola parte di questi stimoli. Il paragone con l’abuso di antibiotici non è pertinente: un utilizzo improprio di questi farmaci può favorire lo sviluppo di resistenze batteriche. E’ il batterio che diventa resistente agli antibiotici, non è il nostro sistema immunitario ad essere mutato e a diventare meno efficace nel combattere le infezioni.
Purtroppo di morbillo (giusto per fare un esempio) si continua a morire ancora oggi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima in più di 139.000 il numero di morti per morbillo nel mondo nel 2010, circa 380 al giorno.
In Italia è diventato poco probabile ammalarsi di morbillo grazie alla vaccinazione e perché i bambini vaccinati proteggono anche quelli non vaccinati (la cosiddetta immunità di gregge). Perché tutta la comunità sia protetta occorre, però, che in quella specifica area più del 90% dei bambini sia vaccinato. Se il tasso di vaccinati scende, la probabilità di ammalarsi aumenta. Siamo così certi che se la maggior parte dei genitori dovesse decidere di non vaccinare il proprio bambino contro il morbillo potremmo continuare a considerare trascurabile il rischio di morire o di avere disabilità a causa di questa malattia?
In Italia nel 2002, quando circa il 75% dei bambini italiani era comunque stato vaccinato contro il morbillo, un’epidemia ha colpito almeno 40.000 bambini, causando 6 morti (dati raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità). I casi e i morti si sono concentrati prevalentemente in aree geografiche dove la percentuale di vaccinati era minore (p.es. Campania). Nel 2011 in Europa sono stati segnalati più di 30.000 casi di morbillo, di questi 15.000 in Francia e 5.000 in Italia (fonte: Centro Europeo di Controllo delle Malattie Infettive, ECDC).
Essere a favore o contro le vaccinazioni “a priori” mi sembra un po’ troppo semplicistico. I benefici per il singolo individuo e per la comunità sono differenti a seconda del vaccino. Alcuni vaccini sono prioritari in termini di salute pubblica, altri lo sono meno. Considerare i benefici e i rischi del singolo vaccino mi sembra un approccio più razionale.
Comprendo che non sia facile per un genitore valutare in modo consapevole e approfondito i benefici e i rischi delle vaccinazioni. Credo che leggere i libri (o cercare informazioni su internet) non sia di per sé sufficiente, bisognerebbe poter valutare criticamente le informazioni e andare a controllare anche le fonti originali (studi), per verificare che cosa riportano, tenendo presente che i “conflitti di interesse” possono riguardare sia chi sostiene l’importanza dei vaccini, sia chi li ritiene inutili e pericolosi.
Il pediatra o il proprio medico curante sono i riferimenti a cui esporre serenamente i propri dubbi e chiedere spiegazioni sui possibili benefici e rischi delle vaccinazioni.
Nel frattempo è importante che prosegua la ricerca per avere vaccini il più possibile sicuri e efficaci.

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