domenica 6 gennaio 2013

VOGLIAMO DORMIRE!!!!!!! IL PUPO SI SVEGLIA. CHE FARE??


Nanna tranquilla: come si fa?

E’ arrivato il tanto agognato bebè. Finalmente si arriva a casa, stanchi ma felici, si assiste alla solita processione di amici e parenti, papà e mamma si guardano teneramente negli occhi e guardano il loro tanto desiderato bebè. La mamma è un poco stanca ma felice. Le prime notti, però, non si dorme , sarà un caso, pian piano il nostro marmocchio si metterà a dormire. A volte non è così, passano i giorni, le settimane i mesi, talora gli anni. Il momento di mettere il bimbo a nanna diventa un incubo e anche quando il pargolo dorme i genitori non riescono ad addormentarsi in quanto pensano ora si sveglia, ora si sveglia….e quando stanno per crollare arriva il temuto urlo che segnala il primo dei tanti risvegli notturni.
Si parla con i parenti e gli amici. Ognuno dà il suo consiglio, si iniziano a somministrare tisane, a far dormire il bambino nel lettone o in braccio o nella carrozzella o in macchina. A volte mi viene da pensare che alcuni nomadi non siano altro che genitori i cui figli non volevano saperne di dormire  che hanno scoperto che il bebè si addormentava facendogli fare dei giri in macchina. Purtroppo il giro in macchina fa addormentare il bebè ma dopo poco, minuti o ore, si ricomincia daccapo.
Gli stratagemmi più diffusi sono, oltre a quello di ninnarlo, di farlo addormentare in braccio, di fargli fare un giro in auto o in carrozzino (anche in piena notte) quello di dargli la mano, di tenerlo attaccato al seno o di dargli biberon in continuazione di farlo giocare con i nostri capelli (col risultato che alcune mamme hanno delle zone di calvizie).
La nostra coppia che avrebbe voluto avere più di un bambino si ferma al primo anche perché l’attività sessuale, in taluni casi, diventa impossibile per la stanchezza accumulata o perchè interrotta dal richiamo del caro pargolo al suo ennesimo risveglio.
Nei primi mesi si dà la colpa alla fame (ma il tuo latte basterà? E’ un po’ liquido), poi alle coliche gassose, poi si inizia a pensare che soffra per i dentini, poi “vedrai quando cammina”. Niente l’incubo continua.
Eppure i genitori hanno letto tanti libri “la famiglia perfetta in 80 lezioni”, il bambino ideale in una coppia ideale in una società ideale integrati con la natura” (poi magari entrambi fumano), “storia del sonni dagli antichi egitti ai giorni d’oggi”, hanno fatto ricerche su Internet ecc. Poi hanno provato, dopo le tisane e gli infusi, lo sciroppino alle erbe, poi lo sciroppino più forte e sono tentati di chiamare un anestesista per far dormire il loro amore-incubo
Precisiamo innanzitutto che i disturbi del sonno: difficoltà ad addormentarsi, risvegli precoci al mattino o vari risvegli notturni sono frequenti a tutte le età. In età pediatrica le  statistiche ci dicono che fino al 35% dei bambini sotto i cinque anni presenta dei disturbi del sonno.
I disturbi “seri” del sonno, cioè dovuti a problematiche organiche o psicologiche rappresentano una minima parte in quanto il 98% dei disturbi del sonno sono “funzionali” ma determinano dei disturbi anche durante la giornata in quanto un bambino che si sveglia tante volte per notte non riesce a riposare in modo adeguato. Di conseguenza è più noioso, piange frequentemente,  vuole stare sempre in braccio, è sempre più dipendente la figura materna. La mamma, la nonna, la tata, il papà, oltre a non dormire passano il tempo con il bambino.
Tale atteggiamento a lungo termine è molto dannoso in quanto la dipendenza dall’adulto può causare delle difficoltà nei rapporti con gli altri da adulti.
Il bambino più grandicello con disturbi del sonno può presentare disturbi dell’attenzione, turbe del carattere, essere timido, ansioso e avere uno scarso rendimento scolastico.
I disturbi del sonno del bambino causano dei problemi nei genitori e in tutta la famiglia; si inizia ad accusarsi vicendevolmente, i conoscenti accusano i genitori di non essere buoni genitori, di conseguenza si altera il rapporto tra loro, si diventa insicuri, si alimentano i sensi di colpa e si litiga anche per banalità. In alcuni casi la stanchezza fisica e mentale associata a insicurezza, sensi di colpa e di fallimento e la mancanza di dialogo  può portare a depressione e mette le basi per un rapporto di coppia alterato.
Come abbiamo già detto precedentemente la maggior parte dei disturbi del sonno sono “funzionali” cioè il bambino non ha nessuna malattia, non ha problemi psicologici e non è viziato come tutti, quasi, ci vogliono far credere. Non ha il meccanismo del sonno. La sua sveglia interna non è “tarata”. Non è stato educato al sonno.
A questo punto dobbiamo fare un ragionamento: mangiare, dormire ed andare di corpo sono bisogni fondamentali degli  esseri viventi. Tutti mangiamo e dormiamo, e andiamo di corpo, ma un conto è farlo un altro è farlo bene. Di fatto tutti i bambini, anche quelli che non dormono, dormono, ma lo fanno male , in modo disorganizzato e un bambino che non dorme bene può essere educato ed abituato a dormire (lo stesso discorso vale per il mangiare e per l’andare di corpo). A questo punto direte: va bene, ma come? Rispondiamo semplicemente: facendolo dormire da solo con i propri mezzi e senza altri artifici (dormire in braccio, nel lettone, con il biberon, con la televisione, con la musica). Il bambino deve dormire nella sua culla o lettino con il ciuccio (o il dito) e dopo i primi mesi con il (i) giocattolo (i) del cuore.
Sicuramente parlare è facile, fare è difficile ma lasciatevi guidare dai consigli del vostro pediatra e provate a seguire poche piccole regole.


I bambini che non dormono presentano alcune caratteristiche. Ci sono bambini che fin dai primi giorni di vita dormono come ghiri ed altri che stanno più svegli dei metronotte o delle sentinelle. Il bambino con insonnia è un  bambino che ha difficoltà ad addormentarsi da solo, che si sveglia numerose volte per notte, anche quando dorme basta un nonnulla per svegliarlo.
Sicuramente chi ha un bambino-ghiro non deve fare nulla ma chi ha un bambino-sentinella non deve pensare che è solo sfortuna e non può fare niente per farlo dormire. E questo qualcosa non è dargli dei farmaci  ma adottare una serie di comportamenti e di misure per farlo dormire. Infatti anche i bambini con insonnia possono imparare a dormire da soli insegnandoli, come detto nell’articolo precedente, a non utilizzare alcun artificio che il bambino non possa usare da solo. Il bambino piccolo non è in grado di gestirsi il biberon o di girare con il carrozzino. Durante il sonno è normale, per tutti, presentare alcuni episodi (da 4 a 7) che coincidono con dei momenti di apnea, cioè in cui si trattiene il respiro, in cui, inconsciamente si esplora l’ambiente circostante. In questa fasi ci si gira, ci si scopre ecc. Tanto per fare un esempio se ci addormentassimo in un’auto nel momento dell’apnea esploreremmo l’ambiente circostante e se ci accorgessimo di essere in un luogo completamente diverso ci sveglieremmo in uno stato di ansia, agitazione se non da panico. A tutti è capitato di svegliarsi in un ambiente diverso nei primi giorni di vacanza o in viaggio per lavoro e di avere un momento di angoscia non trovandosi a casa propria. Ora come può reagire un bambino che si addormenta in braccio alla mamma o in auto o nel lettone e si risveglia in un ambiente completamente diverso? Sarà preso da un momento di crisi e piangerà perché colto da ansia e paura. Per questo dobbiamo abituare il bambino ad addormentarsi nel suo letto con la compagnia di cose od oggetti che sappia gestire (ciuccio, giocattolino, bambola, asciugamano ecc.). Il bambino che si risveglia di notte deve trovare la stessa situazione in cui si trovava di quando si era addormentato.
In sintesi non dobbiamo avere una parte attiva per far addormentare il bambino, deve imparare ad addormentarsi da solo e quando si risveglia si troverà con i suoi oggetti e non sarà colto da quell’ansia e paura che lo fanno piangere.
Chiaramente tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare ma se seguite i suggerimenti del vostro pediatra e vi convincete che se il bambino dorme male si crea un danno a lui e a voi e che se gli date un farmaco non potete che avere un risultato temporaneo (se l‘uso dello stesso non è associato a stili e comportamenti corretti da parte vostra) sarete entro una settimana al massimo ripagati con sonni tranquilli per voi e per il bebè
TRoverete tanti libri. Leggete ma poi parlatene con il pediatra. letture consigliate:
Vi consigliamo una lettura da cui abbiamo preso alcuni spunti per questi articoli: “Fate la nanna” di Eduard Estivill e Sylvia de Bajar, casa editrice “Mandragora”.
"Fai la nanna...Bastardo" di Biber Ron , editore Aliberti

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