giovedì 28 marzo 2013

GENITORI OMOSESSUALI E ADOZIONI

GENITORI GAY ED ADOZIONI:
Tempo fa è avvenuta una discussione (ahimè anche polemica) sulla adozione di bambini da coppie gay, anche tra la comunità pediatrica. Noi, in Italia, non abbiamo neanche il riconoscimento legale delle coppie di fatto, addirittura in alcune città non possono essere esercitati i diritti dovuti da leggi (la 194 per l'aborto: a Bari tutti i ginecologi erano , non so se lo siano ancora, obiettori). E' stata fatta dicevo una discussione con toni un po' polemici e in alcuni momenti omofobi sulla adozione di bambini da coppie gay o lesbiche. Pediatri ipotizzavano danni. Un paese ove ancora gente, pur di buon livello , sulla carta, culturale, considera l'omosessualità una malattia (da alcuni causata dai vaccini !!!....TEmpo fa un altro buontempone dava la colpa alle supposte!!!! Aneddoti a parte ora la principale società Scientifica americana , l'AAP (Amrican Academy of Pediatrics), prende chiara posizione. Incollo qui sotto quanto apparso sul "folio" e la dichiarazione della AAP. Avverranno altre polemiche? Spero di no anche perché nel nostro paese ove si parla del tanto che non conta e ove non si affrontano i problemi che contano non esistendo riconoscimento delle coppie di fatto non si possono adottare bambini né da parte di coppie di fatto eterosessuali né omosessuali. Però vedrete che qualcuno ne parlerà. Per ora portiamoci avanti per il futuro :-)
La parola principale è affetto, dialogo, comunicazione e come ho detto nella vignetta precedente ascolto
Alberto Ferrando

ARCHIVIO› LA GIORNATA
21 marzo 2013 - ore 20:09
La propaganda dei pediatri americani
Il “diritto al matrimonio civile” per i gay e i diritti dei bambini
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Con formula ambigua, l’American Academy of Pediatrics si autoarruola nella propaganda per il matrimonio gay. Il New York Times riferisce che l’Aap, “per promuovere la salute e il benessere di tutti i bambini, sostiene il riconoscimento per tutti i bambini ai diritti del matrimonio civile per i loro genitori e a genitori adottivi e affidatari volenterosi e capaci, a prescindere dal loro orientamento sessuale”. Non è in discussione il fatto che gli omosessuali possano essere ottimi genitori: lo sono sempre
stati. Ma i loro figli, fino alla provetta e all’utero in affitto, sono sempre nati dall’incontro con persone dell’altro sesso, che non smettevano di esistere. I pediatri americani ora scoprono (novità davvero sconvolgente) che per crescere i figli le famiglie stabili sono meglio di quelle precarie. Ma aggiungono che, in nome della stabilità, si può spensieratamente cancellare la parte di filiazione che rimanda al radicamento, per ogni essere umano, nei due sessi.
Vediamo poi le “prove” sulle quali si basa l’Aap: al solito, i campioni dei sessanta studi contemplati sono risibili. Poche decine di casi, se va bene. Una psicoanalista ha scritto che “la differenza fra i sessi e la differenza fra le generazioni sono due roccaforti della realtà”. Per il figlio, riconoscere la propria duplice origine non è qualcosa di superfluo, né lo è la percezione di essere nato da un uomo e da una donna, perché questo gli permette di collocarsi nella realtà. Una ricerca pubblicata a giugno dal dipartimento di Sociologia dell’Università di Austin – quindicimila casi, su soggetti dai diciotto anni in su – smentisce già i pediatri americani. Gli stessi, va detto, disposti a prescrivere il Prozac a bambini di sette anni.




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