Cari genitori e ragazzi e operatori sanitari
Un esempio di collaborazione tra noi è quello di difendere la sanità da tagli basati esclusivamente su criteri economici. Sappiamo tutti che c'è una crisi economica tuttora in peggioramento ma articoli come quello qui sotto ci debbono fare riflettere e passare dal mugugno alle proposte.
Trovate commenti e altro sul Secolo XIX facebook: http://www.facebook.com/photo.php?fbid=10151312272692215&set=a.86033922214.85818.36493277214&type=1&theater
Direte "e noi cosa possiamo fare?". Oltre oceano è nato un movimento chiamato "Scelte sagge" (Choosing wisely) a cui hanno aderito le principali società scientifiche mediche che si sono date l'obiettivo di indicare, d'intesa CON I CITTADINI, le procedure mediche meno utili, se non inutili o addirittura dannose e anche costose.
Il movimento esiste anche qui da noi e personalmente faccio parte di un Comitato di Regia del Movimento "SLOW MEDICINE" (www.slowmedicine.it) teso ad una medicina "sobria, rispettosa e giusta" ove partecipano operatori sanitari e non. Abbiamo aderito all'iniziativa a livello nazionale e ora si sta perseguendo anche l'iniziativa: FARE DI PIÙ NON SIGNIFICA FARE MEGLIO ove si cercheranno soluzioni per ridurre i costi della sanità senza limitarne gli indiscussi benefici sulla salute delle persone. SLOW MEDICINE propone, in primo luogo, di “utilizzare in modo appropriato e senza sprechi le risorse disponibili”.
Un esempio di collaborazione tra noi è quello di difendere la sanità da tagli basati esclusivamente su criteri economici. Sappiamo tutti che c'è una crisi economica tuttora in peggioramento ma articoli come quello qui sotto ci debbono fare riflettere e passare dal mugugno alle proposte.
Trovate commenti e altro sul Secolo XIX facebook: http://www.facebook.com/photo.php?fbid=10151312272692215&set=a.86033922214.85818.36493277214&type=1&theater
Direte "e noi cosa possiamo fare?". Oltre oceano è nato un movimento chiamato "Scelte sagge" (Choosing wisely) a cui hanno aderito le principali società scientifiche mediche che si sono date l'obiettivo di indicare, d'intesa CON I CITTADINI, le procedure mediche meno utili, se non inutili o addirittura dannose e anche costose.
Il movimento esiste anche qui da noi e personalmente faccio parte di un Comitato di Regia del Movimento "SLOW MEDICINE" (www.slowmedicine.it) teso ad una medicina "sobria, rispettosa e giusta" ove partecipano operatori sanitari e non. Abbiamo aderito all'iniziativa a livello nazionale e ora si sta perseguendo anche l'iniziativa: FARE DI PIÙ NON SIGNIFICA FARE MEGLIO ove si cercheranno soluzioni per ridurre i costi della sanità senza limitarne gli indiscussi benefici sulla salute delle persone. SLOW MEDICINE propone, in primo luogo, di “utilizzare in modo appropriato e senza sprechi le risorse disponibili”.
Come? Da tempo è stato evidenziato che molti esami e molti trattamenti chirurgici e farmacologici largamente diffusi non
apportano benefici per i pazienti e anzi rischiano di essere dannosi. "Si tratta di esami e trattamenti non supportati da
prove di efficacia, che continuano ad essere prescritti ed effettuati per molteplici ragioni: per abitudine, per soddisfare
pressanti richieste dei pazienti, per timore di sequele medico legali, perché spiegare al paziente che non sono
necessari richiede più tempo, per interessi economici, perché nelle organizzazioni sanitarie viene premiata la quantità
delle prestazioni più della loro qualità e appropriatezza, per dimostrare al paziente di avere una vasta cultura
scientifica o per applicare in modo acritico il concetto del “fare tutto il possibile”.
Questi esami e trattamenti rappresentano un vero e proprio spreco di risorse.
Per ridurli è necessario agire in più direzioni: ci vuole in primo luogo una nuova consapevolezza e un’assunzione di responsabilità da parte dei medici e anche dei cittadini abituati a fare, a volte esami "così t..per controllo...perchè tanto che non li faccio ecc , ". In alcuni casi ci sono forti pressioni da parte di aziende di prodotti farmaceutici, di presidi e di servizi e condizionati dalla concorrenza di colleghi così scrupolosi da prescrivere tanti esami, dall’informazione distorta fornita da corsi, seminari, congressi organizzati con lo scopo di enfatizzare l’efficacia di nuove terapie e strumenti diagnostici, e anche dagli stessi pazienti che traggono informazioni da riviste divulgative o da siti internet sostenuti dalle industrie. Occorre che i cittadini si rendano conto che per la loro salute non sempre “fare di più significa fare meglio” e che non sempre il medico che prescrive più esami e prestazioni è il medico migliore; l’informazione a tutti i livelli dovrebbe essere più sobria, meno sensazionalistica e libera da conflitti di interesse; nelle organizzazioni sanitarie dovrebbe essere premiata la qualità e appropriatezza delle prestazioni più della loro quantità. Occorre soprattutto che venga instaurato un aperto dialogo tra medici e pazienti a proposito di questi test e trattamenti.
Slow Medicine lancia il progetto “FARE DI PIÙ NON SIGNIFICA FARE MEGLIO”, molto simile a quello già in atto negli Stati Uniti con il nome di “CHOOSING WISELY” http://choosingwisely.org/.
QUESTA E' LA RISPOSTA DA DARE AI TAGLI PER IL RISPARMIO.....continua...
Questi esami e trattamenti rappresentano un vero e proprio spreco di risorse.
Per ridurli è necessario agire in più direzioni: ci vuole in primo luogo una nuova consapevolezza e un’assunzione di responsabilità da parte dei medici e anche dei cittadini abituati a fare, a volte esami "così t..per controllo...perchè tanto che non li faccio ecc , ". In alcuni casi ci sono forti pressioni da parte di aziende di prodotti farmaceutici, di presidi e di servizi e condizionati dalla concorrenza di colleghi così scrupolosi da prescrivere tanti esami, dall’informazione distorta fornita da corsi, seminari, congressi organizzati con lo scopo di enfatizzare l’efficacia di nuove terapie e strumenti diagnostici, e anche dagli stessi pazienti che traggono informazioni da riviste divulgative o da siti internet sostenuti dalle industrie. Occorre che i cittadini si rendano conto che per la loro salute non sempre “fare di più significa fare meglio” e che non sempre il medico che prescrive più esami e prestazioni è il medico migliore; l’informazione a tutti i livelli dovrebbe essere più sobria, meno sensazionalistica e libera da conflitti di interesse; nelle organizzazioni sanitarie dovrebbe essere premiata la qualità e appropriatezza delle prestazioni più della loro quantità. Occorre soprattutto che venga instaurato un aperto dialogo tra medici e pazienti a proposito di questi test e trattamenti.
Slow Medicine lancia il progetto “FARE DI PIÙ NON SIGNIFICA FARE MEGLIO”, molto simile a quello già in atto negli Stati Uniti con il nome di “CHOOSING WISELY” http://choosingwisely.org/.
QUESTA E' LA RISPOSTA DA DARE AI TAGLI PER IL RISPARMIO.....continua...
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