NON ALLATTO E ALLORA??
LA MAMMA HA SEMPRE RAGIONE RICORDATE????
COME ESSERE BUONI GENITORI? Cerchiamo di essere noi stessi e non il genitore idealizzato, finto. Un luogo comune per la madre ???: “Per essere una buona madre si deve allattare il bambino al seno”!!!! (vedete qui sotto un articolo di una Rivista: EVITATE LE ESAGERAZIONI E DUE TESTIMONAINZE DI MAMME) UN BUON GENITORE NON SI GIUDICA DAL FATTO SE ALLATTA O MENO, né da come partorisce , né da altro….Si diventa bravi genitori con il tempo, a volte anni man mano che imparate a conoscervi e rispettate questi punti (Hogg).
IN questo periodo ho visto varie mamme MALTRATTATE. Ma non parlo di violenza alle donne fisica ma di mamme "normali" maltrattate da persone "normali" (magari mamme, nonne o papà) sul tema dell'allattamento al seno!!!!!
Come pediatra non posso non sostenere la bontà dell'allattamento al seno (LEGGETE POST SUL TEMA QUI:http://ferrandoalberto.blogspot.it/search?q=SENO) ma non facciamo gli integralisti per favore!!!! Alcune donne che pur avrebbero voluto allattare con tutto il cuore non ci riescono. Succede e per vari, seppur non frequenti motivi. Alcune donne hanno tanti e tali problemi per cui non riescono ad allattare serenamente, anzi 'allattare diventa l'ultimo dei loro problemi (ragazze giovani senza marito, dipendenze di vario tipo, povertà, solitudine, mancanza di aiuti dcc. dcc.). Cosa fa la maggio parte della gente NORMALE??? CRITICA, GIUDICA, COLPEVOLIZZA una mamma che dopo la gravidanza magari è un pò giù se non al limite della depressione. Già una mamma si autocritica, si mette in gioco. Pensateci quando vedete una mamma prima di dire con la faccia preoccupata "Che peccato!!", "Insisti", " se non "Perchè non vuoi allattare?" magari accompagnata da altre perle di saggezza tipo "Vedrai che si ammala se non dai il tuo latte" o "Diventerà allergico". Cari Genitori una gran cosa è il RISPETTO degli altri e da parte dei genitori nei confronti del bambino. PER RISPETTARLO RISPETTATEVI E FATEVI RISPETTARE.
- Siate consapevoli che è un individuo unico(NON è come l’idealizzato figlio della vostra amica o come altri bambini: è il VOSTRO figlio)
- Parlate CON lui e NON a LUI (la comunicazione è bidirezionale)
- Ascoltate e, se necessario, soddisfate i suoi bisogni (sia detti a parole che in altri modi. Non vuol dire che dovete soddisfare TUTTO quello che chiede).
Caro dottore,
Sono la mamma di Davide e Alessia 4 anni e 4 mesi
rispettivamente. In questa mail proverò a
riassumere la mia esperienza sull'allattamento innanzi tutto per ringraziarla
del suo sostegno soprattutto morale e poi per offrirle, se crede utile, qualche
spunto in caso si trovasse ad affrontare l'argomento con gli
"irriducibili" dell'allattamento al seno.
Quando è nato Davide nel 2006 in ospedale mi hanno detto di
attaccarlo il più possibile, lui era da subito molto vorace e quindi sin dal
primo giorno stava attaccato al seno praticamente di continuo. Al secondo
giorno ho iniziato ad avere ragadi ai capezzoli che sono velocemente
peggiorate. In pochi giorni i capezzoli erano ricoperti completamente di
croste, nonostante un male davvero forte ho continuato ad attaccare Davide ogni
volta che voleva anche se lui finiva per ciucciare sangue misto al poco latte
che avevo, e quando riuscivo a staccarlo iniziava a piangere dalla fame. Ho
fatto due rientri in ospedale per farmi consigliare e a parte lo sgomento
iniziale delle ostetriche quando vedevano il mio seno le istruzioni erano
comunque attaccare sempre il più possibile per cercare di fare venire il
latte e usare il tiralatte. Riassumendo usavo il tiralatte per
sbloccare il seno dalle croste, attaccavo Davide per un sacco (mentre piangevo
dal dolore) e poi tiravo ulteriormente il latte con il tiralatte mentre spesso
qualcuno dava un biberon a Davide che altrimenti urlava per la fame. Risultato,
dopo 10 giorni di sofferenza e
pianti per sentirmi una mamma inadeguata, niente montata lattea e una
mastite ho deciso di interrompere l'allattamento per passare esclusivamente
all'artificiale. Da quel giorno finalmente mi sono goduta Davide, il momento
della pappa e tutte le coccole che seguivano.
Dopo 4 anni è nata Alessia e da subito avevo deciso di "non
ricascarci" e di fare allattamento al seno solo se fosse andato tutto bene
subito. In ospedale ho trovato un atteggiamento "un po' meno
talebano" e visto che anche questa volta al secondo giorno iniziavo già ad
avere le ragadi mi è stato suggerito dalle ostetriche del nido di
attaccare un po' meno Alessia e in caso offrire un po' di biberon almeno finchè
non avessi avuto latte a sufficienza.
Benissimo, peccato che quando ho fatto la visita dal neonatologo dell’ospedale
dopo pochi giorni dalla dimissione in modo piuttosto brusco mi è stato detto
che così sarei andata in autoinibizione e che quindi dovevo attaccare Alessia
per una ventina di minuti da un seno, svuotate l'altro con il tiralatte per
cercare di aumentare la mia produzione di latte non ancora sufficiente. Il
tutto senza chiedermi il mio parere, o informarsi sui miei ritmi a casa, sulla
possibilità di aiuti da famigliari e soprattutto sulla presenza di un
fratellino visto che in quel momento per me la cosa più importante era non
sottrargli tempo e attenzioni.
Nonostante le mie convinzioni iniziali, e per colpa forse anche degli
ormoni che nei giorni seguenti al parto fanno "strani scherzi", sono riuscita di nuovo ad andare in crisi
convinta di avere sbagliato tutto. Per fortuna mio marito è stato molto
deciso, dopo due giorni avevamo appuntamento con lei e così lui mi ha detto
aspettiamo di sentire cosa dice il pediatra curante visto che di lui ci fidiamo
forse sapendo già quale sarebbe stato il suo consiglio..."la cosa più
importante è che la mamma sia serena!" E così è stato.
Ha lasciato la scelta a me su come proseguire con la tranquillità che in
ogni visita riesce a trasmettermi. Ho continuato con allattamento misto fino ai
tre mesi di Alessia e soprattutto finchè ha voluto lei, e sono passata
completamente al L.A. appena ha dimostrato di non gradire più il mio latte.
Da questa mia esperienza personale vorrei sottolineare come troppo spesso mi sembra vengano solo elogiati
i vantaggi (indiscutibili) del latte materno senza un adeguato sostegno psicologico
della mamma che invece può incontrare varie difficoltà all'inizio
dell'allattamento e in generale nella cura della nuova creatura. E mi sembra
che in questo vada anche tenuto conto come la degenza post-parto in
ospedale sia sempre più ridotta, cosa che se da una parte credo permetta
notevoli tagli alle spese sanitarie di certo non aiuta la mamma nei primi
giorni di vita del nuovo arrivato.
Mi scuso per la lunghezza della mail, ma spero di essere così riuscita
a trasmettere la mia esperienza e la ringrazio ancora per il suo continuo
supporto.
Una mamma davvero felice "nonostante" o meglio
"grazie" al latte artificiale e a un buon pediatra che non si
occupa solo dei bambini ma anche di chi c'è intorno.
A proposito di
latte….
Ho 39 anni, quattro figli, un marito, la casa e la famiglia da gestire,
inoltre, lavoro in ospedale …
Quando tre mesi fa è nato Tommaso, l’ultimo dei quattro, come già in
passato, mi sono cimentata nella mansione
di neo mamma a tempo pieno!
Emotivamente mi sentivo più consapevole e più tranquilla, rispetto alle
volte precedenti, su come dover gestire un piccolo di pochi chili nei gesti
quotidiani; tuttavia ricominciare e,
soprattutto, imparare a conoscere quel nuovo esserino , mi ha, una volta
ancora, messa alla prova!
Ho fin da subito allattato al
seno …
Perché allattare è un’ esperienza davvero unica, di grande incontro
emotivo tra madre e figlio …
Perché allattare è necessario per la buona salute del lattante visto che
questo alimento risulta essere il più completo per i piccoli …
Perché allattare è pratico ed immediato ( pronto in ogni
momento, caldo al punto giusto!)…
Perché allattare ha costo “zero”
rispetto a quelli elevati con i quali il latte artificiale viene proposto sul
mercato …
Nonostante i numerosi vantaggi
che fino ad ora ho elencati, allattare al seno rimane, a mio avviso, un’ esperienza che procura
grande ansia emotiva (a poche ore dalla poppata al primo pianto si ci chiede:
avrà fame ? Sarà bastato il latte?...) e una grande fatica fisica ( il piccolo
deve essere seguito unicamente dalla
madre che non può avere “sostituti”)
In questi primi tre mesi ho allattato in condizioni limite ( durante riunioni di
classe, in coda in macchina ferma in ingorghi cittadini all’uscita dalla
scuola, nel corso di recite scolastiche, saggi di danza, cori o
rappresentazioni teatrali …).
Oggi, stanca, direi quasi stremata, dopo aver perso sette chili, alla
soglia dei 40 chili di peso, con gli occhi segnati ed il viso scavato, sto per
accettare il “gradito aiuto” in questa mia mansione di mamma mucca (come
scherzosamente mi chiamano in casa) da parte del tanto additato latte artificiale!
Ed è per questo che sorrido alle parole di tutti gli esperti del settore che con tono
minaccioso impongono alla donna l’allattamento al seno a oltranza…
Sorrido a tutti quei manuali,
opuscoli o protocolli ospedalieri nei quali veniamo inquadrate come
fabbricatrici di latte sempre ed a ogni costo…
Urlo invece a gran voce un “EVVIVA” al Pediatra dei miei figli, il quale
pare non dimenticare mai che, per prima cosa, la mamma è una persona con dei limiti di stanchezza fisica ed
emotiva, come tutti…
Per questo, tutte le volte in cui mi sono trovata nella situazione di
dover dichiarare di essere al limite delle mie forze, col sorriso sulle labbra,
abbassando lo sguardo al di sotto degli occhiali e quasi ammiccando, mi sono
sentita rispondere:
“ una mamma felice e
serena alleva figli felici e sereni…”
E sapete… ha proprio ragione, perché ogni volta che sorrido… i miei
figli sorridono con me!!! Rossana
Gentilissimo Dottor Ferrando,
allego a questa Mia qualche riga
circa la mia personale esperienza di allattamento al seno, nella speranza che
Lei possa utilizzare ed aiutare con queste
mie poche parole qualche mamma in difficoltà .
Ringraziandola per la Sua sollecita e sempre attiva presenza,
cordialmente saluto.
Loredana
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