Schistosomiasi e fiume Cavu: come stanno le cose oggi
Negli anni 2011–2013 in Corsica, nel fiume Cavu, furono descritti diversi casi di schistosomiasi urogenitale(bilharziosi), una parassitosi tipica delle aree tropicali. All’epoca furono diagnosticati oltre 100 casi, tutti collegati a bagni nelle acque del torrente.
Negli anni successivi (fino al 2016) vennero segnalati solo episodi sporadici. Da allora, nonostante la sorveglianza sanitaria attiva, non sono più stati documentati nuovi casi acquisiti nel Cavu. Un caso isolato è stato riportato nel 2019, ma in un altro corso d’acqua (la Solenzara).
👉 Cosa significa oggi?
Il rischio di contrarre la malattia facendo il bagno nel Cavu è considerato molto basso.
Non sono necessari esami né trattamenti preventivi in assenza di sintomi (prurito subito dopo il bagno, sangue nelle urine, disturbi urinari).
Gli esami specifici si possono valutare solo in presenza di sintomi sospetti o per motivi di tranquillità personale, a distanza di 6–8 settimane dall’esposizione.
🔎 In sintesi: i casi nel Cavu appartengono ormai al passato, e al momento non c’è motivo di allarme per chi vi si è bagnato quest’estate.
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