domenica 23 giugno 2019

Lesioni da animali marini

Lesioni da animali marini:
Tratto dal libro "Primo Soccorso Pediatrico" Ed. LSWR (in tutte le principali librerie e su Amazon e altri punti di vendita online)

Cosa sapere
Animali marini molto comuni quali i coralli, i ricci, le meduse, le attinie o anemoni di mare, e i pesci ragno (tracine) possono causare, con il contatto, lesioni cutanee, e a volte reazioni generali, molto fastidiose.
 Coralli
 L’aspetto è quello ben conosciuto di roccia calcarea con tantissimi buchi dai quali si protendono polipi fissi carnosi. 

Il rischio risiede nelle abrasioni e nei tagli che si possono riportare camminando su di essi oppure urtandoli durante il nuoto. Le ferite guariscono molto lentamente e possono suppurare.


Cosa fare 

·       Pulire accuratamente la ferita, disinfettarla e proteggerla poi con tinture disinfettanti.

Tracina
La Tracinavive in acque poco profonde, nella sabbia, con l’abitudine di nascondersi, mimetizzandosi, sui fondali sabbiosi, appena sotto la superficie. Se calpestata si viene a contatto delle pinne dorsali, contenenti aculei velenosi. Il dolore è acuto, definito atroce, sproporzionato rispetto alla semplice lesione cutanea; progressivamente, nel giro di 30 minuti, può risale lungo l’arto sino all’inguine. Può durare 16-24 ore.
  Cosa fare
  • Rimuovere eventuali frammenti visibili di spine, evitando manovre traumatiche che possano danneggiare i tessuti.
·      Pulire la ferita da residui visibili (es. estrarre i frammenti di spine), se possibile, immergere immediatamente (non perdere minuti preziosi) la parte colpita in acqua molto calda salata 40°C(fino a sopportazione); le tossine di natura proteica sono, come quasi tutte quelle dei pesci, termolabili.
·      Per ritardare la diffusione del veleno si può applicare un laccio emostatico al di sopra della zona colpita, avendo l’attenzione di allentarlo per 90-120 secondi ogni 10 minuti, per non arrestare il flusso arterioso
 Cosa non fare
·      Acqua fredda, specialmente se dolce.

Meduse
Alcune specie provocano lesioni cutanee che hanno, spesso, un aspetto lineare, a imitare la forma dei tentacoli, che si manifestano dopo pochi minuti o alcune ore, in relazione all’intensità del contatto e alla quantità di tossine assorbite.
 
La gravità degli effetti varia a seconda della specie, delle dimensioni, dell’area geografica, della stagione: infatti, si passa da un bruciore più o meno intenso (simile a quello di un’ustione) e a un arrossamento cutaneo sino a un dolore intollerabile con gravi lesioni cutanee e grave compromissione dello stato generale con debolezza, nausea, vomito, disturbi del respiro, dolore e crampi muscolari, ipotensione arteriosa. Alcune meduse, non dei nostri mari,  possono causare la morte.
  Cosa fare
 ·       Tranquillizzare il bambino. Il dolore e lo stress possono agitarlo con conseguente attività muscolare che facilita la diffusione della tossina.
·       Lavare la ferita con acqua di mare, non fredda ma possibilmente tiepido-calda. 
·       Se vi sono ancora dei residui della medusa sulla pelle, per toglierle non usare le mani nude.  Utilizzare delle pinze oppure un legnetto o una carta di credito o simili.
·       Utilizzare aceto, eventualmente diluito al 50% con acqua di mare tiepido-calda, lasciato come un impacco sulla zona lesionata (10-15 minuti).
·       Gel al cloruro di alluminio.
·       Tener la parte urticata all’ombra.
·       Spalmare una crema cortisonica.
·       La doccia può essere fatta solo dopo che sono state messe in atto tutte le precedenti manovre.
La tossina della medusa e’ termolabile ad una temperatura, pero’, di 50° che puo’ causare ustioni

Cosa non fare
       Usare acqua  dolce o ghiaccio perché potrebbero favorire l’apertura delle sacche (nematocisti) ancora presenti sulla pelle.
·      Strofinare con sabbia.
·       Utilizzare ammoniaca.

Attinie o anemoni di mare 
Appartengono ai celenterati e come le meduse sono dotate di nematocisti. Per la loro somiglianza con gli anemoni, vengono anche definite “anemoni di mare”. Vivono in acque superficiali attaccate agli scogli. Si caratterizzano per i lunghi tentacoli che oscillano nell’acqua. Le lesioni procurate dal loro contatto tendono a essere più importanti rispetto a quelle delle meduse con un aspetto figurato più variegato, in quanto il contatto può avvenire con una superficie cutanea maggiore, come nel caso in cui una persona si sieda su scogli parzialmente sommersi dall’acqua.

Cosa fare
 I rimedi sono quelli già indicati per il contatto con le meduse.

 Ricci di mare
 Cosa sapere
Diversamente dai ricci di mare presenti sulle coste dell’Atlantico e del Pacifico dotati di un discreto grado di tossicità, le specie del Mediterraneo sono meno tossiche e sono caratterizzate dall’indurre reazioni immediate e ritardate attraverso sostanze tossiche rilasciate dagli aculei e dalle “pedicellarie” (organi prensili che si trovano tra le spine e vengono usate dal riccio per agganciarsi). Vivono sulle rocce e negli anfratti marini.
Le reazioni immediate sono conseguenza della rottura degli aculei, aguzzi e fragili, nella cute, dalla quale non sono facilmente estraibili per la loro fragilità. Il dolore è immediato e può durare alcune ore; a questo segue un arrossamento e un gonfiore nella sede d’inoculazione.
Le reazioni ritardate insorgono dopo 2-3 mesi dal contatto e consistono in noduli duri, di colore rosso scuro (granulomi) che corrispondono alla sede di puntura.

 Cosa fare
·       Per alleviare il dolore locale possono essere utili spugnature calde, alle temperature massime tollerabili (43-45°C).
·       E’ importante poi rimuovere le spine e le “pedicellarie” per evitare l’infezione e l’ascessualizzazione.  
·       Rimuovere i frammenti non è facile e bisogna operare con tranquillità e calma ma senza aspettare troppo tempo utilizzando delle pinzette per estrarre le estremità sporgenti degli aculei facendo attenzione in quanto sono molto fragili e si rompono facilmente .
·       Se non si riescono a togliere con la pinzetta si può usare della ceretta calda, soprattutto se sono particolarmente profonde.
·       Recarsi al pronto soccorso se presenti segni di malessere generale o se le spine sono molto in profondità.
·       Utile, a domicilio, tenere la ferita in ammollo con acqua alla massima temperatura tollerabile. Dopo l’ammollo provare a togliere le spine residue.
·       Disinfettare la ferita.
·       Nel caso in cui le spine siano infisse profondamente, specialmente in prossimità delle piccole articolazioni delle mani o dei piedi, può essere necessaria la rimozione chirurgica. 
·       Nei casi più gravi è consigliabile allertare il sistema 118/112.

Cosa non fare
·       Applicare ghiaccio.
·       Fasciare la ferita.
·       Spalmare prodotti antistaminici o cortisonici.



Nessun commento:

Posta un commento