sabato 10 agosto 2019

Parto in casa a Torino: muore neonato.

Parto in casa a Torino: muore neonato. (sotto il link alla notizia)
Qui sotto quanto scritto da un ginecologo e grande “comunicatore” (Salvo Di Grazia)
Ovviamente ora si scateneranno posizioni pro e contro in totale conflitto mentre ci dovremmo interrogare tutti su quanto è stata medicalizzata e spersonalizzata la gravidanza e il parto. In alcune Regioni si è arrivati al 36% di parti cesarei :-(. 
Altra cosa che dovremmo fare è informare, informare, informare e rispettare le scelte cercando di fornire, comunque, tutta l'assistenza possibile per evitare carenze: "Il Servizio Sanitario Nazionale dovrebbe garantire a tutte le donne la disponibilità, nell’area di domicilio o nelle immediate vicinanze, di tutti i setting del parto per scegliere dove partorire".
[Raccomandazioni basate sull’esperienza e l’opinione del GDG, vedi qui sotto]
Ci sono ancora (pochissime) donne che desiderano il parto in casa. La ritengo ovviamente una scelta personale che deve essere ascoltata e accontentata ma, come tutte le scelte, deve essere consapevole.
Il parto è un evento fisiologico non pericoloso (i rischi sono bassi e molto rari) e forse non tutti sanno che partorire a casa, non è considerato rischioso ma ad alcune condizioni.
1) Che si tratti di una gravidanza fisiologica (senza complicazioni o patologie).
2) Che la donna abbia già partorito.
3) Che sia disponibile nelle vicinanze una struttura sanitaria (massimo 30 minuti di distanza).
4) Che ci sia assistenza di una persona esperta e professionista.
Se queste condizioni sono soddisfatte partorire a casa è possibile e pure con qualche rischio in meno del parto in ospedale (meno rischi di manovre invasive, inutili o interventi chirurgici non indicati).
All'infuori di queste condizioni il parto in casa è più rischioso di quello in ospedale con un rischio elevato soprattutto per il neonato (fino a quattro volte più rischioso partorire in casa che in ospedale).
In ultima analisi la donna deve partorire dove si sente più protetta e tranquilla, non vedere mai il parto come una malattia, la scelta del luogo del parto deve essere sua ed è compito di chi si occupa di salute femminile informare onestamente e correttamente e con dati alla mano.
Non entro in merito sulla vicenda di Torino perchè bisogna avere i dati e il tipo di gravidanza ecc.
Cosa dice l'evidenza scientifica? Che alcuni usano solo quando gli fa comodo?
Qui l'evidenza, al 2015 riportate dal GIMBE (Gruppo italiano di medicina basata sull'evidenza): il rischio del parto in casa è maggiore nelle primipare ma non nelle nullipare.: https://www.evidence.it/articoli/pdf/e1000113.pdf
“In ultima analisi la donna deve partorire dove si sente più protetta e tranquilla, non vedere mai il parto come una malattia, la scelta del luogo del parto deve essere sua ed è compito di chi si occupa di salute femminile informare onestamente e correttamente e con dati alla mano”.

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