Puntura di medusa: ricordate il gel al cloruro di alluminio e poche regole
E’ importantissimo un intervento rapido e precoce in quanto se residui di medusa non vengono adeguatamente rimossi si possono determinare lesioni importanti anche con infezioni secondarie lente a risolversi e che necessitano di trattamenti prolungato (vedi foto). Alcune specie provocano lesioni cutanee che hanno, spesso, un aspetto lineare, a imitare la forma dei tentacoli, che si manifestano dopo pochi minuti o alcune ore, in relazione all’intensità del contatto e alla quantità di tossine assorbite.
La gravità degli effetti varia a seconda della specie, delle dimensioni, dell’area geografica, della stagione: infatti, si passa da un bruciore più o meno intenso (simile a quello di un’ustione) e a un arrossamento cutaneo sino a un dolore intollerabile con gravi lesioni cutanee e grave compromissione dello stato generale con debolezza, nausea, vomito, disturbi del respiro, dolore e crampi muscolari, ipotensione arteriosa.
Cosa fare
· Tranquillizzare il bambino. Il dolore e lo stress possono agitarlo con conseguente attività muscolare che facilita la diffusione della tossina.
· Lavare la ferita con acqua di mare, non fredda ma possibilmente tiepido-calda.
· Se vi sono ancora dei residui della medusa sulla pelle, per toglierle non usare le mani nude. Utilizzare delle pinze oppure un legnetto o una carta di credito o simili.
· Utilizzare aceto, eventualmente diluito al 50% con acqua di mare tiepido-calda, lasciato come un impacco sulla zona lesionata (10-15 minuti).
· Gel al cloruro di alluminio.
· Tener la parte urticata all’ombra.
· La doccia può essere fatta solo dopo che sono state messe in atto tutte le precedenti manovre.
La tossina della medusa e’ termolabile ad una temperatura, pero’, di 50° che puo’ causare ustioni
· Usare acqua dolce o ghiaccio perché potrebbero favorire l’apertura delle sacche (nematocisti) ancora presenti sulla pelle.
· Strofinare con sabbia.
· Utilizzare ammoniaca.
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