sabato 31 luglio 2021

COVID-19: COME ANDIAMO? I DATI ALLO STATO ATTUALE

COVID-19: COME ANDIAMO? I DATI ALLO STATO ATTUALE

Dati da Enrico Bucci e dai Center for Disease Control (CDC)  e evoluzione verso età più basse e verso i ragazzi. Casellati bacchetta i virologi (vedete filmato in fondo all'articolo).

Dobbiamo  seguire l'evoluzione e cercherò di tenervi informati se le cose dovessero cambiare in futuro, ovviamente ci adatteremo, ma per ora questo è.

Siamo tutti nella stessa barca...ovvero sulla stessa terra e abbiamo un grosso problema e dobbiamo trovare una soluzione invece di beccarci come i polli di Don Abbondio de "I Promessi sposi" e  creare ulteriori problemi alla nostra salute. 

In sintesi: i vaccini sono efficaci al 90% nel prevenire casi gravi e la morte ma potrebbero essere meno capaci di impedire la diffusione della malattia (a meno che i tassi di vaccinazione non aumentino). Il rischio di contrarre il virus con la variante Delta, è pari a un terzo di quello dei non vaccinati (cioè, presi due gruppi di eguali dimensioni vaccinati e non vaccinati, osserverò il 75 per cento dei casi tra i non vaccinati e il 25 per cento tra i vaccinati).

Consiglio:

1) anche se vaccinati ricordate che la vaccinazione riduce il rischio di malattia e soprattutto il rischio di malattia grave e di morte ma in certe situazioni (locali chiusi, ad esempio, può essere necessaria una adeguata ventilazione e l'uso di maschere, soprattutto se la percentuale di vaccinati fosse bassa)

2) Con la variante delta si sta abbassando l'età e in alcuni paesi i giovani risultano maggiormente colpiti (clicca qui)

3) La situazione è complessa e in peggioramento e dobbiamo prendere decisioni in libertà e consapevolezza adeguandoci alla evoluzione senza ideologie o preconcetti (e aggiungo senza sentire talk show: vedete il filmato della Casellati)

Dobbiamo  seguire l'evoluzione e cercherò di tenervi informati se le cose dovessero cambiare in futuro, ovviamente ci adatteremo, ma per ora questo è.

Siamo tutti nella stessa barca...ovvero sulla stessa terra e abbiamo un grosso problema e dobbiamo trovare una soluzione invece di beccarci come i polli di Don Abbondio de "I Promessi sposi" e ci creare ulteriori problemi alla nostra salute.

Alberto Ferrando

Da Enrico Bucci: Al netto di questi elementi, le conclusioni che si possono trarre dal materiale presentato dai CDC (dott. La Fauci) sono le seguenti. La variante Delta è differente perché: clicca qui per il testo completo

a) E’ molto contagiosa – Cdc afferma che la contagiosità è ormai paragonabile a quella della varicella, e quindi per esempio superiore a quella del raffreddore.

b) Probabilmente causa conseguenze cliniche più severe; questo sulla base dell’analisi dei dati dell’esito clinico di infezione riportati per Canada, Singapore e Scozia. Ciò, per inciso, indica ancora una volta come bisogna andare molto cauti nell’immaginare che la traiettoria evolutiva di un virus comporti necessariamente la perdita di rilevanza clinica – ricordate la sciocchezza del virus buono?

c) Le infezioni tra i vaccinati, quando avvengono, potrebbero causare la trasmissione come tra i non vaccinati. Il condizionale è d’obbligo, perché il tasso di attacco – cioè quanti soggetti si ammalano fra i contatti di un vaccinato, rispetto a quanto avviene per un non vaccinato – non è stato misurato, ma per ora si hanno i dati solo sulla carica virale.

d) Al tasso attuale di vaccinazione negli Usa, sono necessarie anche le misure non farmacologiche (tra cui le maschere al chiuso per tutti). Notare le condizioni al contorno: negli Usa, la variante Delta è in forte crescita, e visto che si può avere un caso di infezione fra i vaccinati per ogni 3 fra i non vaccinati (pur se con conseguenze cliniche mediamente molto diverse), è necessario ripristinare alcune misure non farmacologiche, come le mascherine al chiuso e il divieto di assembramento al chiuso anche per i vaccinati (misure da noi non abrogate).

Inoltre, riporta Cdc, i vaccini prevengono oltre il 90 per cento dei casi gravi (inclusi i casi di morte), ma potrebbero essere meno capaci di prevenire l’infezione e/o la trasmissione. Se questa diminuzione di efficacia nel prevenire infezione e trasmissione fosse confermata, quale sarebbe il valore di protezione offerto? Secondo la Cdc, il rischio di infezione dei vaccinati, anche con la Delta, è pari a un terzo di quello dei non vaccinati (cioè, presi due gruppi di eguali dimensioni vaccinati e non vaccinati, osserverò il 75 per cento dei casi tra i non vaccinati e il 25 per cento tra i vaccinati). Questo conferma quanto si diceva già ieri: i non vaccinati, anche con la Delta, rimangono responsabili del grosso della circolazione del virus (a meno che non siano così pochi da non pesare sulla popolazione).

Tiriamo le somme: Delta è una variante molto infettiva, che in luoghi o periodi a forte circolazione virale costringe al ripristino di misure non farmacologiche anche fra i vaccinati, considerato che questi possono infettarsi più facilmente che in passato. Delta è inoltre una variante che al momento sembra più pericolosa anche clinicamente, almeno sulla base dei tre studi citati da Cdc. La protezione dall’infezione conferita dai vaccini, tuttavia, rimane alta, come altissima rimane quella dalle complicazioni cliniche; chi si vaccina, quindi, non solo protegge la sua salute, ma essendo meno attaccabile dal virus sarà anche con la Delta più difficilmente veicolo di infezione per gli altri.

Questo dicono i dati cui oggi abbiamo accesso, e queste sono le considerazioni della Cdc; se le cose dovessero cambiare in futuro, ovviamente ci adatteremo, ma per ora questo è.

Dichiarazioni di Casellati: "Troppa visibilità data ai virologi. La presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati punta il dito proprio contro gli esperti di virus e la loro presenza sui mezzi di comunicazione. Una visibilità che la presidente del Senato definisce «ingiustificata» perché, a suo dire, i «virologi si sono resi protagonisti di un susseguirsi di dibattiti frammentari, contraddittori e confusi, con opinioni espresse e poi ritrattate, provocando il pericoloso "fai da te" dei cittadini sui loro comportamenti sanitari». 






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