SI PUÒ FARE IL BAGNO DOPO MANGIATO?? - ANNEGAMENTO
In Italia 400 persone all'anno muoio annegate. E tra queste molti bambini. A volte in pochissima acqua, anche pochi cm, a volte sotto agli occhi di adulti.
Siamo all’inizio della stagione balneare e sono già stati segnalati annegamenti in età pediatrica, soprattutto in bambini di età inferiore ai 4 anni. Ma non solo.
La preoccupazione che tutti, diciamo molti, hanno è quella della ipotetica, mai dimostrata e non esistente (salvo situazioni particolari che descrivo qui sotto) “congestione” del bagno dopo mangiato. I più dotti parlando della “sindrome da idrocuzione” di cui trovate spiegazione qui: https://www.iarr.it/annegamenti-in-mare-congestione-e-idrocuzione-sono-delle-false-cause/
Sul bagno dopo mangiato so che per quanto se ne parli tanti continueranno a comportarsi come prima (attesa di 2-3 ore).
A costoro consiglierei solo, a questo punto, che forse è meglio passare le vacanze in località "non balneabili".
PER QUANTO RIGUARDA IL BAGNO DOPO MANGIATO SI DOVREBBE USARE IL BUON SENSO E NON USARE FORMULE ASSOLUTE:
Attività fisiche intense vanno evitate a stomaco pieno. Se avete mangiato come un bufalo affamato non bastano neanche 3 ore (il tonno ad esempio richiede 360 minuti, 6 ore, ad essere digerito, così come alimenti grassi).
Se la temperatura dell’acqua è fredda non ci si tuffa accaldati.
- “Ci sono degli accorgimenti che si possono prendere per prevenire”?
"Non bisogna naturalmente abbuffarsi, quindi il primo suggerimento che posso dare è di evitare pranzi pantagruelici prima di fare degli sforzi, di qualsiasi tipo o attività fisica intensa così come una nuotata fatta in modo energico. Gli adulti, inoltre, non devono assumere sostanze alcoliche.
- Consigliabile una immersione in acqua graduale soprattutto nel caso di acqua fredda. avvertisse un malessere;
SOPRATTUTTO FOCALIZZATO L’ATTENZIONE SULLA PREVENZIONE DELL’ANNEGAMENTO!!!!
Sapete che molti non sanno riconoscere se una persona sta annegando?
Innanzitutto è fondamentale sapere che chi sta annegando non grida per chiamare aiuto o agita le braccia.
Le ragioni sono ovvie: il sistema respiratorio ha come funzione basilare quella di respirare, la parola è una funzione secondaria.
Prima di poter gridare, bisogna riuscire a respirare. In secondo luogo, è impossibile per un individuo che stia annegando agitare le braccia per richiamare l’attenzione.
Le braccia infatti reagiscono involontariamente e si pongono allargate sotto la superficie dell’acqua. Questo permette alla persona di rispuntare fuori dal filo dell’acqua per qualche secondo per cercare ossigeno prima di scomparire.
- Il bambino più piccolo, sotto ai 6 anni, quando immerso nell’acqua non riesce a sollevare bene la testa in quanto è più pesante rispetto al corpo
È per questo assume un galleggiamento in posizione prona con il volto immerso.
- Il bambino di età superiore ai 6 anni tende invece ad avere un galleggiamento verticale e con le braccia allargate batte sull’acqua (potrebbe dare l’idea di giocare).
Riconoscere l’annegamento è quindi cruciale: la metà dei bambini che annega ogni anno sono in prossimità dei genitori E circa nel 10% dei casi l’adulto li sta effettivamente guardando, spesso senza avere la minima idea di ciò che sta accadendo.Annegamento: come evitarlo, come riconoscerlo e cosa fare
Abbiamo già parlato di cibo e bagno: http://ferrandoalberto.blogspot.it/2016/06/si-puo-fare-bagno-dopo-mangiato.html
ANNEGAMENTO
Gli annegamenti e i semi-annegamenti sono eventi molto gravi che spesso riguardano la
fascia di popolazione più giovane, con la più lunga attesa di vita, ed è ai primi posti tra le cause di morte per incidente dopo gli incidenti stradali, le cadute.
Nel mondo, i tassi più alti di annegamento riguardano i bambini di età compresa fra 1 e 4 anni, seguiti dai bambini di 5-9 anni di età.
La mancanza di sorveglianza da parte degli adulti è il principale fattore favorente gli incidenti di annegamento dei bambini.
Ricordate che sono descritti annegamenti nei bambini anche in piccole quantità di acqua (pozze, piscinette dei giardini, torrenti di acqua).
I fattori principali associati all’annegamento sono:
1. La presenza di una piscina privata in una casa dove ci sono bambini fra 1 a 4 anni.
2. Non aver imparato a nuotare dopo i 4-5 anni
3. La mancanza di barriere che impediscano ai bambini di accedere alla piscina
4. La mancanza di supervisione costante sui bambini
5. Per i ragazzi al di sopra dei 15 anni, invece, l’annegamento è più probabile in acque di fiume, mare o lago, a causa di comportamenti incauti (fare il bagno in condizioni climatiche avverse (coll’acqua agitata ec.), andare troppo al largo e stancarsi eccessivamente nuotando ecc.)
6. Il mancato uso di giubbotti di salvataggio sulle imbarcazioni
7. L’uso di alcol. A questo proposito, i ragazzi italiani cominciano ad essere sempre più consumatori problematici di questa sostanza!
8. La presenza di epilessia o disturbi neurologici analoghi.
Annegamento "verticale": bambini dopo i 6 anni e adultI
Annegamento orizzontale: bambini sotto ai 6 anni
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