Hikikomori: quando l’isolamento diventa una prigione
L’hikikomori non è un “capriccio”, ma un ritiro sociale progressivo che, se non riconosciuto in tempo, può portare a un isolamento totale. In Italia si stimano circa 200.000 casi, con prevalenza maschile.
Marco Crepaldi, psicologo e presidente dell’Associazione Hikikomori Italia, descrive l’hikikomori come un fenomeno drammatico e in crescita che coinvolge decine di migliaia di adolescenti e le loro famiglie.
Le tre fasi dell’Hikikomori
Fase | Descrizione | Segnali da osservare | Rischi principali |
1. Pre-Hikikomori | Difficoltà crescenti a frequentare la scuola, rifiuto saltuario, progressivo abbandono di sport e amicizie. | 👉 Insofferenza scolastica, 👉 isolamento dagli amici, 👉abbandono di sport e hobby, 👉 ansia nelle interrogazioni, 👉 solitudine agli intervalli. | Burnout emotivo, calo motivazionale, rischio di abbandono scolastico. |
2. Abbandono scolastico | Il ragazzo smette di frequentare la scuola. Si ritira progressivamente da tutte le attività esterne. | Chiusura in casa, uso massiccio di internet e videogiochi, alterazione dei ritmi sonno-veglia. | Conflitti con i genitori, perdita di competenze sociali, rischio depressione. |
3. Ritiro totale | La porta della stanza si chiude: cessano i rapporti anche con i genitori, vissuti come fonte di ansia. | Isolamento completo, inversione giorno-notte, aggressività verbale o fisica, rifiuto di ogni confronto. | Crisi familiare, cronicizzazione, compromissione del futuro personale e sociale. |
👉 Nota cruciale: quando si arriva alla fase 3 il problema diventa molto complesso e gli spazi di intervento familiare si riducono drasticamente. Per questo è fondamentale prestare massima attenzione già ai primi segnali:
- rifiuto di andare a scuola,
- abbandono dello sport,
- ritiro progressivo dalle amicizie.
Perché la scuola è il luogo chiave
Il primo campanello d’allarme si manifesta spesso tra i banchi:
- insofferenza scolastica;
- assenza di relazioni tra pari;
- ansia da prestazione;
- ritiro dai momenti di socializzazione (intervallo, sport).
👩🏫 Insegnanti e compagni sono spesso i primi a notare il cambiamento. Per questo è fondamentale non sottovalutare il rifiuto scolastico o l’abbandono delle attività extrascolastiche: sono segnali da prendere subito sul serio.
Il ruolo dei genitori
- Non usare la paura come leva educativa: questi ragazzi di paura ne hanno già troppa.
- Sostenere e ascoltare: servono pazienza, gradualità e la capacità di alimentare speranza.
- Osservare i cambiamenti: se il figlio inizia a chiudersi in camera, a non voler più andare a scuola, a lasciare sport o attività che prima lo appassionavano, è il momento di chiedere aiuto.
- Fare un percorso personale: il problema è anche familiare. I genitori devono mettersi in discussione, partecipare a gruppi di auto-aiuto e cercare sostegno psicologico.
Conclusione
L’hikikomori non è una colpa né del ragazzo né dei genitori. È un disagio che riguarda la famiglia e la società.
Il miglior modo per contrastarlo è riconoscerlo presto: quando compaiono i primi segnali di isolamento, rifiuto scolastico o abbandono dello sport.
Intervenire in tempo, senza minimizzare e senza paura, può evitare l’ingresso in una spirale molto più difficile da affrontare.
Risorse utili
- Associazione Hikikomori Italia – Marco Crepaldi
https://www.hikikomoriitalia.it - Istituto Superiore di Sanità – Adolescenza e salute mentale
https://www.iss.it - Ministero dell’Istruzione – Linee guida BES e inclusione scolastica
https://www.miur.gov.it - Telefono Azzurro
https://www.azzurro.it

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