GUIDA GENITORI: capitolo VI: dai 5 anni alla pubertà
Buona lettura. Alberto Ferrando
Per riuscire a educare i nostri figli con successo
dobbiamo:
- avere aspettative
realistiche sulle capacità dei nostri figli alla loro età;
- comprendere che i nostri figli potrebbero non avere l’esperienza o le informazioni di
- comprendere che i nostri figli potrebbero non avere l’esperienza o le informazioni di
cui hanno bisogno per riuscire in quello
che stanno facendo;
- riflettere su cosa potremmo cambiare del nostro atteggiamento per aiutarli ad apprendere; D accettare che il loro punto di vista può essere diverso dal nostro.
- riflettere su cosa potremmo cambiare del nostro atteggiamento per aiutarli ad apprendere; D accettare che il loro punto di vista può essere diverso dal nostro.
Età scolare (dai 5 ai 13 anni)
Questa fase
segna un punto di svolta nella vita di un bambino, e anche in quella dei genitori.
In questa fase la maggior parte di loro comincia ad andare a scuola e il loro
mondo cambia. Devono imparare velocemente a gestire se stessi senza l’aiuto dei
genitori, devono andare d’accordo con tanti altri bambini ed essere all’altezza
delle aspettative di molti nuovi adulti. Devono seguire nuovi ritmi e routine.
Ci sono tre aspetti fondamentali da tenere in considerazione in questa fase
dello sviluppo del bambino: il temperamento, il rapporto con i coetanei e la
pubertà.
Il temperamento
Di fronte alle
sfide poste dalla scuola cominciano ad emergere le differenze nel temperamento
dei bambini. Ogni bambino nasce con un proprio temperamento. Ognuno di noi
ha un suo modo di affrontare il mondo che è innato e non può essere
modificato. Il nostro temperamento ci rende unici nella nostra individualità.
E ogni temperamento ha i suoi punti di forza e le sue criticità. Il
temperamento di un bambino può avere una profonda influenza sul modo in cui
vivrà l’esperienza scolastica.
Le principali
caratteristiche del temperamento sono:
·
vivacità,
·
ritmicità,
·
approccio,
·
adattabilità,
·
distraibilità,
·
perseveranza
·
intensità.
Vivacità. Alcuni bambini sono molto vivaci, vogliono
sempre correre, saltare e arrampicarsi e non riescono a stare fermi. Anche
durante i pasti non rimangono mai fermi. Altri bambini invece sono meno
vivaci: preferiscono attività tranquille come, per esempio, sfogliare un
libro o comporre un puzzle. Altri bambini sono moderatamente vivaci.
Ritmicità. Alcuni bambini hanno ritmi prevedibili: hanno
fame e si svegliano, si addormentano e vanno al bagno più o meno sempre alla
stessa ora di ogni giorno. Altri bambini hanno ritmi mutevoli: un giorno
possono avere molta fame a mezzogiorno e il giorno dopo non avere affatto fame
a mezzogiorno. Possono svegliarsi molto presto il lunedì mattina, ma voler
dormire fino a tardi il martedì. Altri bambini hanno ritmi intermedi tra
questi.
Approccio. Alcuni bambini sono attratti dalle situazioni
nuove: sorridono agli estranei, si avvicinano a un nuovo gruppo di bambini
e si mettono a giocare con loro, fanno amicizia facilmente. A questi bambini
piace assaggiare cibi nuovi e sono felici di andare in nuovi posti. Altri
bambini evitano le situazioni nuove. Si allontanano dagli estranei,
impiegano molto tempo a unirsi a gruppi nuovi, sputano i cibi sconosciuti ed
evitano di andare in posti nuovi. Altri bambini hanno un approccio intermedio
tra questi.
Adattabilità. Alcuni bambini si adattano velocemente ai
cambiamenti di routine, luoghi, persone. In un giorno o due riescono ad
adattarsi a nuovi ritmi e orari o ad un nuovo insegnante. Altri bambini si
adattano lentamente ai cambiamenti. A volte si adattano a cambiamenti di
routine o di insegnante solo dopo qualche mese. Altri bambini hanno una capacità
di adattamento che è intermedia tra queste.
Distraibilità. Alcuni bambini si distraggono facilmente. Passano
da un’attività all’altra a seconda di quello che vedono o sentono intorno a
loro in quel momento. Impiegano molto tempo a completare un’attività perché
la loro attenzione viene costantemente attratta in diverse direzioni. Ma quando
sono tristi o delusi è facile attrarre la loro attenzione verso qualcos’altro
e quindi cambiare il loro umore. Altri bambini non si distraggono
facilmente. Passano molto tempo seduti a leggere e quando sono arrabbiati o
tristi è difficile attrarre la loro attenzione verso altre cose. Altri bambini
hanno un livello di distraibilità intermedio tra questi.
Perseveranza. Alcuni bambini sono molto perseveranti e si
dedicano a un’attività finché non la hanno portata a termine. Hanno in mente
un obiettivo che perseguiranno finché non sarà raggiunto; di fronte a un
fallimento non rinunciano, ma non è facile convincerli a smettere di fare
qualcosa. Altri bambini sono meno perseveranti: se cadono smettono di
arrampicarsi, se non riescono a risolvere velocemente un puzzle perdono
interesse ed è facile convincerli a smettere di fare qualcosa. Altri bambini
hanno un livello di perseveranza intermedio tra questi.
Intensità. Alcuni bambini hanno reazioni molto intense agli
eventi e alle situazioni. Se hanno difficoltà nel completare un puzzle gridano
e lanciano via i pezzi. Esprimono in modo intenso la rabbia e la tristezza, ma
sanno esprimere anche la felicità altrettanto intensamente. Piangono a dirotto
quando sono tristi e quando sono felici ridono a crepapelle. Si capisce sempre
cosa provano questi bambini. Altri bambini hanno reazioni più attenuate. Piangono
sommessamente quando sono tristi e sorridono pacatamente quando sono felici.
Non è facile capire cosa provano questi bambini. Altri bambini hanno un
livello di intensità che è intermedio tra questi due.
Perché
il temperamento è importante?
Il temperamento
di un bambino ha una profonda influenza sulla sua capacità di essere pronto
ad affrontare la scuola. Per alcuni bambini il nuovo ambiente scolastico è
interessante e stimolante, si adattano velocemente ai nuovi ritmi e sono felici
di fare nuove amicizie. Per altri bambini affrontare questo nuovo ambiente è
stressante, non riescono ad abituarsi subito alla nuova routine e hanno
difficoltà a fare nuove amicizie.
Cambiare il
temperamento di un bambino, per esempio far diventare vivace un bambino dal
temperamento non vivace, non è possibile. Possiamo invece individuare i
punti di forza del temperamento di ogni bambino e fare leva su questi.
Potremo anche individuare le criticità del temperamento di ogni bambino e
in base a questo creare un ambiente che ne favorisca lo sviluppo positivo.
Inoltre le
somiglianze e le differenze tra il temperamento del bambino e quello del genitore,
così come tra il temperamento del bambino e del suo insegnante, possono influenzare
profondamente questi rapporti. Pensate a un genitore dal temperamento poco
attivo, che ama stare in casa a leggere e ascoltare una musica tranquilla. Cosa
potrà accadere se suo figlio dimostra invece un alto livello di vivacità?
Cosa potrà accadere se questo bambino viene tenuto in casa e gli viene detto
di stare seduto in silenzio? I genitori che riconosceranno che esiste una
differenza nella vivacità saranno in grado di adeguare le loro aspettative nei
confronti dei figli e trovare un modo di venire incontro alle loro esigenze. I
genitori che invece non riconosceranno che il comportamento del figlio è
dovuto alle loro differenze di temperamento, penseranno semplicemente che il
bambino sta facendo il “cattivo”.
È importante
quindi che i genitori riflettano sul proprio temperamento e lo confrontino con
quello dei propri figli. In questo modo potranno comprendere i motivi che sono
alla base di tante situazioni conflittuali che nascono in famiglia.
I BAMBINI CHE
HANNO AUTOSTIMA, RISPETTO DI SÉ, CONSAPEVOLEZZA DELLE PROPRIE CAPACITÀ E
HANNO FIDUCIA IN SE STESSI HANNO UNA SOLIDA BASE PER AFFRONTARE IL RAPPORTO CON
I COETANEI
QUANDO
RAFFORZIAMO LA LORO AUTOSTIMA E LA LORO FIDUCIA IN NOI STIAMO GETTANDO LE BASI AFFINCHÉ
DA ADOLESCENTI POSSANO PRENDERE LE LORO DECISIONI AUTONOMAMENTE
La relazione
tra il vostro temperamento e quello di vostro figlio può influire profondamente
sul vostro rapporto. Per costruire un buon rapporto genitori-figli è
importante riconoscere l’influenza del temperamento sul comportamento di
genitori e figli. Infatti, comprendere il temperamento può aiutarci a
comprendere i motivi che sono alla base di tante situazioni conflittuali in
famiglia. Può aiutarci a capire perché urlare o agitarsi è inutile. I nostri
temperamenti non possono essere cambiati, possiamo però trovare il modo
di risolvere le situazioni conflittuali senza litigare o discutere, cercando di
rispettare le differenze reciproche e superarle.
Il
rapporto con i coetanei
Durante l’età
scolare i rapporti sociali del bambino diventano sempre più importanti e il
suo crescente interesse d’amicizia è un segno di maggiore indipendenza. I loro
orizzonti si stanno ampliando. Stanno imparando a comprendere gli altri: il
loro modo di pensare, le loro opinioni, il loro comportamento.
A volte i
genitori sono preoccupati per l’influenza che queste amicizie possono avere sui
figli. Pensano di perdere il controllo su di loro e sulla loro vita. Ma questo
è una passaggio necessario e importante nello sviluppo di ogni bambino. In
questa fase i bambini imparano molte cose degli altri e ancora più di se
stessi.
Si trovano a
dover affrontare questioni molto complesse per la prima volta: come gestire
situazioni conflittuali con altri bambini, come gestire le divergenze di
opinioni, come farsi valere e anche come affrontare il bullismo. In questa fase
imparano anche l’importanza della lealtà e di essere gentili anche con chi non
lo è.
Le fondamenta
perché il bambino sappia affrontare con successo questa fase della sua vita sono
già state gettate nel periodo della prima infanzia e dell’età prescolare. Se
in questi periodi hanno acquisito un senso di autostima e di rispetto di sé;
così come la consapevolezza delle proprie capacità e la fiducia in se stessi,
allora avranno una base solida grazie alla quale potranno affrontare tutte
queste nuove sfide.
- I bambini che hanno imparato a vedere se
stessi come persone buone, affettuose e capaci hanno una maggiore probabilità
di prendere le decisioni giuste.
- I bambini che hanno osservato i propri
genitori affrontare le situazioni conflittuali, la rabbia e lo stress senza
aggressività né violenza hanno una maggiore probabilità di risolvere in modo
costruttivo situazioni simili.
- I bambini che hanno imparato dai propri
genitori ad ascoltare, comunicare e trattare gli altri con rispetto hanno una
maggiore probabilità di comportarsi nello stesso modo con i coetanei e gli
insegnanti.
- I bambini che si sentono accettati e
sostenuti dai loro genitori hanno una maggiore capacità di rivolgersi agli
altri per chiedere consigli e aiuto.
Tutto quello
che hanno fatto i genitori negli anni precedenti per favorire e costruire un rapporto
forte e di fiducia reciproca ora permetterà ai figli di avere la forza di
gestire le situazioni difficili e di rivolgersi ai genitori quando avranno
bisogno di sostegno. Capire come funzionano i rapporti sociali è molto
difficile e quindi i vostri figli commetteranno degli errori perché ancora non
sanno tutto quello che sappiamo noi. Ma ad ogni tentativo, successo o
fallimento, impareranno qualcosa di nuovo su se stessi e sugli altri.
Il compito
principale dei genitori in questa fase è quello di sostenere e guidare i
propri figli. Dobbiamo insegnare ai nostri figli come comunicare in modo
efficace, essere gentili, aiutare gli altri, correggere i nostri errori, ma
anche come essere leali e comportarci con integrità. Quando mostriamo ai
nostri figli come trattare gli altri con rispetto stiamo lavorando per raggiungere
i nostri obiettivi a lungo termine. Quando rafforziamo la loro autostima e la loro
fiducia in noi stiamo gettando le basi affinché, da adolescenti, siano in
grado di prendere le loro decisioni autonomamente.
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